Videogiochi > Mario Bros
Ricorda la storia  |      
Autore: Debby_Gatta_The_Best    05/02/2014    5 recensioni
Tutti noi, di solito, facciamo il grande sbaglio di non considerare come un dono le cose che abbiamo. Ma quando queste si perdono per sempre, allora ci accorgiamo di quale grande tesoro avevamo tra le mani. Il Re dei Koopa riflette su questo mentre si trova al capezzale di un figlio che potrebbe lasciarlo per sempre, ricordandosi di tutti gli sbagli e le ingiustizie che aveva commesso in passato. Il nostro Koopa metterà un po' la testa a posto dopo questa esperienza?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bowser, Bowserotti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Solo adesso mi rendo conto del mostro che sono stato. Solo adesso, che sto per perdere un figlio. Mi è passata davanti tutta la vita, ed ho rivisto tutti i momenti felici, allegri e spensierati della mia infanzia, ho rivisto lei per la prima volta, il mio primo figlio rompere il guscio dell'uovo, la nostra famiglia che lentamente si allargava, il tragico giorno e anche tutto ciò che è seguito dopo. I primi rapimenti, le prime battaglie, le prime sconfitte... ho rivisto i miei figli crescere nell'odio e nell'arroganza, e solo adesso comprendo di aver fatto il mio più grande sbaglio scegliendo la strada di "cattivo" non solo per me, ma anche per la mia prole. Io, che ho sempre preso in considerazione solo Junior, che ho trattato così male gli altri, che ho sfruttato senza vergogna i miei fedeli servi... ho maltrattato così tanto Kamek, che mi è stato sempre vicino, e non ho fatto altro che prendermela con i miei subordinati se qualcosa andava male a me. Perché solo adesso capisco queste cose? Perché solo adesso, che vedo il volto pallido di mio figlio in contrasto con le bianche lenzuola dell'ospedale? Perché non sono stato un padre, un sovrano migliore? Se solo non mi fossi comportato così, per tutti questi anni, probabilmente adesso non mi ritroverei qui... tu, non ti ritroveresti qui... perdonami, figliolo, perdonami..."
La sedia bianca su cui era seduto il Re era minuscola a confronto della sua mole. Se fosse stata di legno, si sarebbe sbriciolata sotto il corpo del Koopa. Qualcuno, passando di lì, poteva farsi scappare un risolino per il contrasto che c'era tra l'enormità di Bowser e la forma esile della sedia. Ma non c'era niente da ridere. Nel letto accanto a lui, con una flebo collegata al braccio, con il volto smorto, gli occhi chiusi ed un'espressione di dolore sul muso, giaceva il corpo inerme di Larry. Un terribile incidente. Un incidente che non si sarebbe mai verificato se Bowser fosse stato un padre più coerente. Per quale motivo, adesso si chiedeva, aveva impiegato la sua vita nello sfruttamento più totale che parziale dei figli, ma anche dei sudditi, con tanto egoismo? Solo per raggiungere Peach? Lui amava Peach! Ma... valeva la pena rischiare tanto...? Valeva la pena di mettere a rischio la vita della progenie? Valeva la pena di sacrificare un amore inimitabile come quello dei figli per un amore irraggiungibile di una graziosa principessina? Solo adesso, dopo quell'orrido incidente, la mente del Re si era realmente soffermata su le cose più importanti che possedeva: i suoi figli. Afferrò delicatamente la mano del settimogenito e la racchiuse tra i suoi grandi palmi gentilmente. Sentiva le fredde squame del giovane Koopa divenire ancor più gelide ogni secondo che passava. Il respiro irregolare e appena percettibile del Koopa dai capelli celesti era l'unico, agghiacciante segno che l'altro era ancora vivo. O meglio, in fin di vita. Stupido, stupidissimo incidente. Larry stesso era stato l'artefice involontario di ciò. Era accaduto la mattina precedente. Bowser aveva nuovamente attaccato il castello dell'amata Principessa in rosa, riuscendo nell'intento di rapirla. Aveva poi dato ordine ai figlioletti di starsene ognuno in un castello a giro per l'enorme Regno dei Funghi, dalla Piana Fungosa alle Nuvole di Meringa. Nonostante quest'ultimo di solito era il luogo in cui stava Ludwig, Larry aveva deciso di prendere il posto del fratello, che non stava molto bene nell'ultima settimana, e di confrontarsi con l'idraulico facendosi "Boss Semi-finale", ovvero colui da cui dipendeva l'arrivo o no al castello di Bowser da parte dei fratelli in salopette. Si era preso questo ruolo, che solitamente spettava a Ludwig proprio per il fatto che era il più forte del gruppo.
Nessuno sapeva per certo cosa era capitato il giorno precedente. Ma Larry lo sapeva benissimo, anche se in quel momento non poteva raccontarlo:

Il castello sopra le nuvole era molto più grande di quello che di solito era assegnato a lui. Aveva perso l'orientamento già un paio di volte da quella mattina, nonostante avesse a disposizione una mappa ben dettagliata di quella reggia tra le nubi candide del Regno. Era fiero di se stesso, del compito che si era auto proclamato: fare bella figura con il padre. Quel padre che non aveva occhi che per Junior, quel padre che doveva a tutti i costi impressionare. Avrebbe lottato fino all'ultimo contro i fratelli, pur di farsi valere di fronte a Bowser. Il disperato bisogno di affetto, o comunque di un minimo interesse da parte del padre l'aveva iniziato a logorare nell'animo da quando Ludwig aveva cominciato a ripetere che Bowser odiava tutti fuor che l'ottavogenito. Tutti, in famiglia, se ne erano convinti. Ovviamente, il Re non ci aveva fatto neanche caso. Ma quel giorno, pensava Larry, tutto sarebbe cambiato. Purtroppo, qualcosa sarebbe veramente cambiato. Quando il Paratroopa di guardia avvisò il Bowserotto che Mario sarebbe arrivato tra pochi minuti, Larry si era trasferito nell'ultima sala del castello, il Gran Salone della Battaglia. E qui aveva atteso... Mario e il fratello erano poi giunti.
-Questa volta non la scamperete, fratelli Mario!-
Aveva urlato nel vederli.
I due si erano guardati negli occhi, poi erano scoppiati in una fragorosa risata:
-Cosa, tu? Tu sei l'ultimo Bowserotto???-
Avevano continuato per un pezzo finché Larry non si era stufato:
-Basta!-
Era corso con la bacchetta contro i due, che avevano evitato agilmente l'attacco, per poi colpirlo a tradimento da dietro. Larry si era rintanato nel guscio e gli aveva attaccati rotolando, ma i due erano sempre troppo veloci per lui. Dopo un buon quarto d'ora, Larry giaceva a terra esausto. In mano stringeva la chiave per aprire il portone e proseguire per la Lande Vulcanica.
-Su, consegnaci la chiave!-
Lo aveva provocato il grasso rosso.
Larry aveva guardato Mario con disprezzo. Sapeva di essere stremato, ma si era ripromesso di farcela. Strinse ancora più forte la chiave tra gli artigli e con uno sforzo immenso si alzò in piedi, per poi ruggire:
-Giammai!!!-
Era saltato addosso allo stecchino verde, che era caduto indietro, per poi iniziare a pestarlo con forza a furia di calci e pugni. Mario fu rapidissimo e lo fece balzare con un calcio indietro di parecchi metri. Iniziò un furioso scontro fisico con i due, avvinghiati in una morsa di artigli e braccia. Uno di 9 anni ed uno di 30, che si scontravano con tutte le forse come se in ballo ci fosse la vita di un intero pianeta. Per Larry più o meno la battaglia aveva proprio quel significato, perché c'era in palio il suo mondo, il mondo del castello, del padre, dei fratelli... un mondo personale che ogni persona al mondo ha. Il mondo dei desideri. Pur di dimostrare che anche lui valeva qualcosa... avrebbe messo a rischio la sua vita. E purtroppo era quello che aveva fatto. Luigi, per sottrarsi allo scontro, era inciampato contro una statua, che a sua volta era caduta contro la catena a cui era collegato l'enorme lampadario di cristallo. Questo aveva dondolato pericolosamente, per poi staccarsi dalla catena. E sotto di esso vi erano i due corpi di Mario e Larry.
Mario si era salvato per miracolo. I suoi riflessi erano ben allenati. Aveva lasciato la presa, ed era riuscito in tempo a sfuggire al disastro che il lampadario si era infranto con fragore a terra, colpendo in pieno il K
oopa. Mario aveva guardato la scena con orrore, scorgendo ciò che rimaneva del corpo del ragazzo. Sì, perché, nonostante fosse un nemico, era pur sempre un ragazzino di 9 anni, che dimostrava solo un paio d'anni di più, piegato dal padre a compiere atti malefici.

Bowser era stato chiamato d'urgenza dall'ospedale, e quando era venuto a sapere cos'era successo, era caduto in depressione. Mai era successo che i suoi figli erano rimasti feriti in tale modo. Aveva liberato anche Peach, non preoccupandosi più di nulla, ed era corso all'ospedale di Fungopoli, il più famoso e rinomato del Regno, dove aveva trovato il figlioletto in pessime condizioni. Gli avevano detto che doveva essere operato d'urgenza, e Bowser aveva appena fatto in tempo a vedere la mano del figlio tenere ancora stretta la chiave del portone che il corpo fu trasportato in sala operatoria. Bowser si era sentito mancare. Era rimasto all'ospedale tutta la notte, mentre operavano il figlio, e di tanto in tanto venivano da lui dicendogli che le condizioni erano gravissime, e che nessuno poteva essere sicuro sul futuro di Larry.
Adesso che osservava le lacerazioni che tagliavano le squame gialle fino a raggiungere anche la pallida pelle color limone, il volto deformato da lividi e tagli profondi, la testa fasciata, ed il resto del corpo sotto le coperte che lentamente, quasi in modo impercettibile si alzava e si abbassava nell'atto del respiro, Bowser si sentì un verme. Il peggior essere sulla faccia della Terra. Come mai ci aveva messo così tanto ad arrivarci, alla conclusione di aver per sempre sbagliato? Per quale motivo adesso a rimetterci ci si trovava Larry, e non lui? Questo proprio non se lo spiegava. La vita è ingiusta. Orrendamente ingiusta. Lasciò la mano del figlio, e al suo posto pose la sua testa fra i palmi dorati. Iniziò a piangere. A piangere come non faceva da anni. Solo da quando la sua adorata era scomparsa aveva pianto così. Mai, non c'erano mai state altre occasioni per lasciarsi ad un pianto disperato. Un pianto cupo, rotto dai singhiozzi simili a ringhi del Koopa, ma sempre un patetico pianto, per quanto regale potesse apparire. Ma Bowser, in quel preciso istante aveva perso tutta la sua fierezza, tutto il suo orgoglio. Adesso c'erano solo lui e il figlio morente. E la sua anima infranta.

-Papà... papà... svegliati, papà...-
Bowser non voleva crederci. Continuava a tenere gli occhi sbarrati, fingendo di non sentire quel richiamo della sua mente. La voce di Larry che lo chiamava, dall'aldilà probabilmente, o dai suoi stessi ricordi. Ma poi si sentì toccare una gamba. Si svegliò totalmente, e si accorse che si era addormentato proprio sulla seggiola bianca, che continuava a gemere ogni qualvolta il tartarugone compiva un lieve movimento.
-Papà! Finalmente!-
Davanti ai suoi occhi... no, non era possibile... non ci credeva! Larry, seduto sul letto bianco, con un sorriso sulle labbra, nonostante il volto ancora pallido e logoro. Lo stava scrutando con i suoi grandi occhi azzurri cielo:
-Papà!-
Ripetè felicemente.
-L-Larry...???-
L'altro fece un cenno col capo.
Gli occhi del Re si riempirono nuovamente di lacrime, di gioia, questa volta.
-S-sei... sei vivo, Larry sei vivooo!!! !!! !!!-
Non riuscì a trattenersi, ed abbracciò con tutte le sue forse il filgio, che gemette leggermente:
-Ahi! Non così forte!-
-Uh, emm, scusa...-
Si slacciò in fretta da quel caloroso abbraccio. Ma continuò a guardarlo con gioia immensa che gli sgorgava da tutti i pori.
-Non te l'hanno detto? Un donatore sconosciuto mi ha donato gran parte del sangue del mio gruppo. E grazie ai miracoli dei dottori...- aprì le braccia per darsi grandezza - eccomi qua!-
Il volto di Bowser si allargò in un ampissimo sorriso, ed il suo cuore esplose di gioia immensa, come quando aveva visto i suoi figli nascere dall'uovo. Era come se Larry fosse nato di nuovo. O fosse risorto. Insomma, era un miracolo.
Naturalmente, Bowser si era ripreso dall'attacco di crisi acuta, e le sue idee si erano rivolte al prossimo rapimento. Questa volta, però, si era ripromesso di trasformarsi in un miglior genitore. E mentre usciva dall'ospedale, il giorno dopo, seguito a ruota da un Larry più fresco che mai, e dal resto della prole, che era accorsa assieme al padre, vide uscire da una porta sul retro Luigi, sorridente, intento ad accompagnare un Mario ancor più felice. Il braccio destro dell'idraulico in rosso era coperto in parte da un grande cerotto, di quelli che di solito lì usavano per tamponare le "ferite" inflitte dalla donazione di sangue.  Bowser sorrise lievemente.


Questa è la mia prima one-shot, nonché prima storia su Bowser. Qui cerco di mettere in risalto i sentimenti di rimorso provati da un padre che non è stato abbastanza bravo nel fare il "padre". Una sensazione che probabilmente ognuno di noi ha provato almeno una volta quando ha perso qualcosa o qualcuno a lui caro, ripensando al tempo che poteva impiegare meglio assieme a quella persona o con quella cosa. Spero vi sia piaciuta. Non credevate sul serio che avrei fatto morire Larry, vero? è uno dei miei Bowserotti preferiti! Commentate in massa, mi raccomando!
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mario Bros / Vai alla pagina dell'autore: Debby_Gatta_The_Best