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Autore: Emma morelamponi    06/02/2014    3 recensioni
la storia parla di....
lei si chiama Angelica, nel mondo che noi tutti abitiamo. ma non è di questo mondo in realtà. Sì, esatto, lei è nata elfo, in Arda, Nella Terra Di Mezzo. il suo vero nome è Haladiel, ma per scoprire le sue origini, dovrà tornare nel suo mondo. quando vi torna, incontra subito il suo Elfo preferito: Haldir di Lorien.
La sua prima missione, è salvare la vita ad Haldir al Fosso di Helm. Se ci riuscirà, non ci è dato di sapere, lo vedremo solo in seguito. Lei ama il "suo" elfo, lo adora. Ma a causa di un amore egoistico da parte di Re Thranduil, viene rapita e portata a Bosco Atro, nella sua fortezza.
Per ritrovare il suo Haldir, dovrà scappare... e scappare da quella fortezza e dal suo regno, risulterà più difficile di quanto pensi...
ora basta, altrimenti vi dico troppo. se volete seguitemi, la seguiremo assieme...
e.. recensite numerosi, mi raccomando.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haldir, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap XXII

 

Molti giorni erano passati, da quando Haladiel era tornata nella Terra di Mezzo; molte cose erano accadute, prima che lei e Haldir, il suo amatissimo Elfo, si potessero unire in matrimonio. Certo, la “Guerra dell’Anello” era finita e, per loro fortuna, nel bene. Poteva dirsi felice… molto felice. Ma Haldir era felice come lei? Lo guardò, mentre ancora teneva gli occhi chiusi. Eppure non stava dormendo, ne era certa. Passò un dito sulle sue labbra morbide e calde e si abbassò su di lui, per baciarlo teneramente e lui, con sua grande sorpresa, l’afferrò alla nuca e un istante dopo, si trovò sotto di lui, la sua bocca sulla propria, le loro lingue che danzavano assieme una lunga danza dei sensi. Tutto era così perfetto… troppo per durare. Infatti qualcuno venne a chiamarli.

 

- Ehi, voi due… oggi è il quinto giorno, oggi vi sposate!! – Disse loro Orophin da sotto l’albero. Era davvero felice per suo fratello e Haladiel.

 

- Orophin, fratellino… noi volevamo distrarci ancora un po’!! ci lasci qualche altro minuto? – Haldir guardò di sotto e vide suo fratello più giovane, scuotere il capo e ridere.

 

- Anche se lo volessi, non potrei. La Dama vi aspetta!! … anzi a dire il vero, aspetta Haladiel. Tu sei atteso dal nostro Signore Celeborn. Datti una mossa, fratellone!! – Orophin rise nel sentirlo brontolare eppure sapeva con certezza che avrebbe obbedito all’istante. Era fatto così, Haldir.

 

- Mmmh… pensa amore, oggi ci sposiamo. Dopo vivremo per sempre insieme. Io ora devo andare lo sai. La mia Signora aspetta e non ho intenzione di farla rimanere in attesa troppo a lungo. – disse Haladiel con enfasi, baciandolo poi sulle labbra dolcemente e alzandosi per vestirsi.

 

- Non vedo l’ora, amore. Quando io e te saremo sposati, nessuno potrà più separarci. Ti adoro Haladiel… davvero. – le accarezzò il morbido seno da sopra la tunica. Lei scostò la sua mano, allegramente e altrettanto allegra, gli agitò l’indice davanti, come a volergli dire “No, mio caro.” Ed Haldir rise.

 

- Ci vediamo all’altare, tesoruccio. –

 

- Ci puoi giurare, mia cara. Ci puoi giurare!! – le rispose il bel Capitano Galadhrim, sorridendole con calore. Per lui era la sua dea. Non vi era nessun’altra Elfa che avrebbe mai potuto volere, a parte lei. Haladiel. Il suo sogno si stava per realizzare.

 

 

- Ti vedo agitato, Gildor… - Gli disse Thranduil cercando di farlo rilassare. Ma dubitava di riuscirvi, sinceramente. Era sua figlia quella che si stava per sposare alla fin fine. Probabilmente sarebbe stato agitato quanto lui, se era Legolas a sposarsi.

 

- Vorrei vedere te, se fosse Legolas a sposarsi… - Gildor rise piano. Era commosso, per davvero. Sua figlia si stava per sposare. Era felice che si unisse in matrimonio con Haldir. Egli era perfetto per la sua Haladiel. Non avrebbe potuto desiderare un compagno migliore per la propria figlia.

 

- Probabilmente reagirei come te, Gildor. Ma mio figlio, ancora non si sposa… non ha ancora trovato l’anima gemella. –

 

- Prima o poi accadrà anche a lui. Sire Thranduil, hai mai pensato a rifarti una vita? – gli chiese lui, indossando il mantello blu, orlato d’argento. Lo osservò e vide che si vergognava. “A cosa stai pensando, re Thranduil? Il passato è il passato e indietro non si può tornare, lo sai!!”

 

- Ci ho pensato quando… che stupido!! Non avrei dovuto mai rapire Haladiel, lo so. – Il Sovrano di Bosco Atro si passò le mani sul viso, in un gesto scoraggiato. – Ero sotto il sortilegio, ma… -

 

- Appunto. Nessun ma, Sire… non eri in te. – Replicò Gildor in tono mite ma fermo. – D’accordo, hai rapito mia figlia, ma poi hai salvato il suo compagno. –

 

Thranduil sorrise al padre di Haladiel e gli chiese: - Mi hai dunque perdonato anche tu, Gildor? – Egli annuì ed il Re sospirò, sollevato.

 

- Ti abbiamo perdonato tutti. – Aprì la porta e disse, ridendo – Ma ti conviene andare da Haldir, prima che si arrabbi. Oggi non è molto paziente!! Non vede l’ora di sposarsi… -

 

- Sì, lo credo. Ma di solito le spose ritardano, no? – rispose il sovrano con un sorriso furbo, mentre uscivano dalla stanza. Gildor rise con lui e annuì. – Anche se spero non ritardi troppo, Haladiel. –

 

- Mia figlia? Conoscendola, non credo. –

 

- Evidentemente non vede l’ora di unirsi ad Haldir. – Il Sovrano di Bosco Atro abbassò il capo, indugiando in pensieri bui e orribili. “Povera Haladiel!! Se non fossi tornato in me, avrei tentato di ucciderla quel giorno! E avrei lasciato Haldir agli orchi…”

 

Il figlio di Inglor si voltò e notò che Thranduil si era fermato, cercando di allontanare quei pensieri spiacevoli. Gli chiese: - Qualcosa non va Sire? Cosa turba la vostra mente?! –

 

- Stavo pensando… al passato. Se non fossi tornato in me, quel giorno avrei azzardato di assassinare tua figlia e, di certo, non avrei messo in salvo Haldir. –

 

- Ma così non è stato. Sire… dovresti perdonare te stesso. Fallo per Haladiel, se non per te stesso. Fallo per Haldir, anche. Lascia al passato ciò che è del passato. -

 

- Hai ragione, Gildor… concentriamoci sugli sposi. Non dovresti andare da tua figlia, tu? –

 

Gildor si voltò e gli fece un sorriso scaltro, prima di bussare e proferì – Sì, ma preferisco porgere un’ultima raccomandazione allo sposo. In fin dei conti, gli sto affidando mia figlia… giusto? –

 

- Temi che Haldir non sia all’altezza?! Te lo assicuro, non c’è Elfo che potrebbe amare di più Haladiel.- gli ribatté Thranduil, con un sorriso che lasciava trasparire tutto l’affetto, che provava verso quella straordinaria coppia.

 

- No, non temo questo. Assolutamente no. So che è alla sua altezza e che mia figlia, è all’altezza di Haldir. Ma che suocero sarei, se non gli facessi almeno qualche raccomandazione? –

 

- Già!! Che suocero saresti?! – Gli ribatté Haldir, con un sorriso divertito. Gildor e Haldir si abbracciarono. – sei agitato Gildor? –

 

- Forse un poco… - ammise il padre della sposa, vedendo che, invece, il bel Capitano Galadhrim pareva essere tranquillo e sicuro di sé. E felice, molto felice. – A quanto pare tu sei molto tranquillo invece… -

 

- Non crederlo. Sono certo che tutto andrà bene ma sono molto emozionato. Fra poco, tua figlia sarà mia moglie e io mi sento l’uomo più ricco del mondo. Non la vedo da stamattina e già mi manca. – Poi, scorgendo il Sovrano sorridere, enunciò: - Scusate, Sire, non vi ho nemmeno salutato come si deve. Perdonate, se potete, la mia maleducazione. – e s’inchinò profondamente al Sovrano di Bosco Atro ed egli annuì leggermente, colpito dalla buona educazione ed il rispetto, mostrati da Haldir.

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- Che bella… sei stupenda, Haladiel. – le disse Arwen, contemplando la sposa, nel girarle intorno. – Haldir rimarrà davvero a bocca aperta!! -

 

Haladiel sorrise assai divertita. – Spero che almeno riesca a pronunciare il suo sì!! – Si avvicinò allo specchio e rimase palesemente molto colpita dalla splendida figura che vi vedeva riflessa. Quell’abito bianco con ricami d’argento, impreziosito da gemme bianche, dono di re Thranduil, la faceva sembrare una regina dei ghiacci. – Ma sono io? – Si osservò e rimirò più volte, piroettando su se stessa. Guardò il corpino aderente fino in vita che riluceva di luce argentea. L’argento si perdeva nella gonna ampia, in filamenti allacciati a foglie di Lorien, sempre in argento. Lo scollo ampio a barchetta era orlato da preziosi e complicati ricami dello stesso colore di quelli della gonna che si intrecciavano convergendo, poi, al centro della scollatura dove una grande gemma bianca, spiccava in tutto il suo splendore. Bussarono alla porta, proprio mentre s’infilava le scarpe e Arwen le metteva al collo una collana di perle bianche e un paio d’orecchini anch’essi di perle bianche. – Sì? Chi è?! -

 

- Tuo padre. – le disse semplicemente Gildor, con la voce screziata dalla commozione. “La mia piccola si sposa… oh, Valar!!”

 

- Entra Adar nin. Sono pronta. – vide il padre mettere piede nella stanza e rimanere immobile, a guardarla stordito ed emozionato da tanta era la leggiadria da lei mostrata. – Padre? Va tutto bene? -

 

- Come? Sì, sì sto bene. Vieni, fatti abbracciare!! - Gildor la circondò con le braccia, stringendola con affetto paterno. Era incantevole in quell’abito nuziale. Cercò di riprendersi . Di riconquistare il suo, solitamente forte, autocontrollo. Tuttavia non era tanto semplice dal momento che la sua diletta figlia si accingeva a unirsi in matrimonio, con l’amato capitano Galadhrim.

 

- Scusate se interrompo le vostre effusioni di padre e figlia ma… Haldir starà aspettandovi all’altare. Probabilmente inizierà a darti per scomparsa se non ti muovi a raggiungerlo… - le disse Arwen, sogghignando divertita. – Va bene farsi attendere ma così è troppo. Andiamo, su… -

 

- Sì, sarà meglio andare. Non vorrei cambiasse idea… - rispose Haladiel, sorridendo.

 

- Probabilmente penserà che quella che ha cambiato idea sia tu, se non ci muoviamo. – le rispose la Dama, sorridendo scaltramente.

 

Risero e si avviarono tutti assieme. “È arrivato il nostro giorno, mio amato Haldir. Oggi, è il giorno in cui io e te, dopo averne passate tante, ci sposiamo!!” meditò con un sorriso. Non appena furono alla base della lunga scala, che saliva a spirale, intorno all’enorme Mallorn reale , la Dama le disse di attendere che avesse raggiunto suo marito, Celeborn e poi sarebbe partita lei. – Sì, mia Signora. – Haladiel annuì emozionata. Quando la Dama raggiunse Celeborn che la prese per mano, dette il segno agli arpisti ed essi cominciarono a suonare ed Haladiel, regale come una regina, al braccio del padre alquanto emozionato, cominciò ad avanzare. Negli occhi una gioia immensa, un emozione così forte da travolgerla nel cuore, giunse infine davanti a Sire Elrond al fianco dello sposo che non riusciva più a smettere di guardarla. Haladiel lo guardò e gli disse: - Sei bellissimo!! – e lo abbracciò con amore.

 

-Tu sei meravigliosa!!... ma sei in ritardo. – le disse lui, sorridendole.

 

- Le spose si fanno sempre aspettare!!... giusto, Haladiel? – Le disse Re Elrond sorridendole ammiccante e Haladiel ridacchiò annuendo. – Cominciamo? -

 

- Sì. Cominciamo!! – Rispose Haladiel con voce decisa. Haldir annuì vivamente.

 

- Haldir, vuoi tu prendere la qui presente Haladiel, come tua legittima sposa? -

 

-Sì, lo voglio. – Rispose il Capitano Galadhrim, con molta sicurezza.

 

- Prometti di amarla e rispettarla? E di esserle sempre fedele, ogni giorno della vostra vita insieme, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia? – domandò Sire Elrond.

 

- Lo prometto. – rispose Haldir in tono fermo. Non riusciva a togliere gli occhi da Haladiel.

 

- Haladiel vuoi prendere, tu, Haldir come tuo legittimo sposo? – le chiese Re Elrond.

 

- Sì!! Certo che lo voglio. – Rispose la figlia di Gildor, con un sorriso radioso. Se Haldir aveva temuto per il suo rifiuto, ora si lasciò andare ad un sospiro di sollievo. Haladiel non disse nulla ma aveva notato il suo sospiro e sorrise al suo sposo.

 

- Prometti di amarlo e rispettarlo? Di essergli sempre fedele ogni giorno della vostra vita insieme, nella gioia come nel dolore, nella salute come nella malattia? -

 

- Lo prometto. – La sposa annuì voltandosi, poi, a guardare Haldir. Mancavano solo gli anelli a unirli definitivamente. Vennero portati poco dopo e Haldir prese l’anello di Haladiel e lei gli sorrise.

 

- Haladiel, prendi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. – e le infilò l’anello al dito. – Con questo anello io ti sposo!! -

 

Haladiel prese l’altro anello e lo baciò. – Haldir prendi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. – glielo infilò al dito e gli disse: - Con questo anello io ti sposo!! -

 

Re Elrond sospirò soddisfatto e con un gran sorriso, annunciò con voce chiara e limpida: - E’ con grande gioia che dichiaro Haldir e Haladiel, marito e moglie. Possa Iluvatar benedire questa unione. Haldir puoi baciare la sposa!! -

 

Haldir non se lo fece certo ripetere. Prese fra le braccia la sua sposa, sua moglie, e la baciò con passione e sensualità allo stesso tempo, scatenando un ovazione vera e propria. – Ti amo Haladiel! Giuro che se ci fosse qualcuno che tenta di portarti via a me ora che sei mia moglie, la pagherebbe cara!! -

 

- Mio amatissimo marito, luce della mia vita. Pensi che non valga lo stesso, per me? - sorrise con dolcezza. – Dopo che mi sono messa a fare l’ammazza Orchi, al Fosso di Helm e ti ho salvato la vita, dopo che sono riuscita a fare di te mio marito, pensi forse che lascerei che, una qualsiasi Elfa, ti porti via da me? Povera lei… - gli prese il viso nelle mani e sussurrò sulla sua bocca: - Povera lei, se ci prova e baciò il marito appassionatamente suscitando un consenso ancora più potente di quello precedente.

 

 

 

 

 

 

  
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