Capitolo ventuno.
Non vedo Annie dalla sfuriata dell'altra sera, domani partirà per l'arena e voglio avere la possibilità di salutarla.
Durante la sua intervista ho scoperto che spera di uscire dall'arena e di diventare mamma, che cosa tenera, è sempre stata così la mia Annie.
Li saluto entrambi, abbracciandoli, Annie mi prende la mano e mi tira verso le stanze, saluto tutti e insieme andiamo verso le sue camere.
-Mi dispiace- dice lei appoggiandosi alla porta della sua stanza, il mio cuore perde dei battiti quando fissa I suoi occhi nei miei, quanto è bella, -Di cosa?- chiedo io, tiro fuori un sorriso, lei scuote la testa tutti I suoi ricci monelli si muovono flessuosi -Ti ho lasciato e solo che avevo paura e non volevo che tu facessi quella cosa per me- dice coprendosi la faccia con le sue manine, gliele stacco dalla faccia e la costringo a guardarmi negli occhi.
La fisso e gli sorrido -L'avrei fatto comunque, io ti voglio qui con me Cresta- gli dico, sussurro con voce roca, la mia voce si è abbassata -Finnick ma non mi pare giusto- dice, anche lei inizia a sussurrare -E' colpa mia se ti hanno estratto, il minimo che possa fare è farti uscire da qui- gli dico, lei mi guarda negli occhi le labbra semi aperte, vedo nei suoi occhi il dubbio e altre emozioni, la rendono piccola e indifesa -No- dice solo scuotendo la testa, -Annie il mio amore per te è distruzione, se ti amo ti distruggo- le dico, schiaccio il suo corpo piccolo contro la porta, lei mette le mani sul mio petto e stringe, ho la lingua premuta al suo orecchio, la sento sorride sul mio collo, poi le sue mani arrivano alla schiena e l'accarezzano, con movimento lenti, fa si che I nostri corpi siano perfettamente incastrati.
-Distruggimi- sussurra, poi inizia a baciarmi il collo, il mio autocontrollo inizia ad abbandonarmi, la prendo in braccio e lei stringe le sue gambe alla mia vita, facendomi venire dei brividi lungo tutta la schiena -Finnick mi perdoni- ansima ad un pelo della mia bocca -Non sono mai stato arrabbiato con te- le dico di rimando, lei sorride sopra le mie labbra e poi ricomincia a baciarmi.
Le sue mani mi accarezzano la schiena e io la tengo in braccio, cerco la maniglia della porta, e quando la trovo emetto un gemito soddisfatto e l'apro con un calcio, lei salta per lo spavento ma continua a baciarmi, entro stringendola ancora più forte e con un' altro calcio, l'adagio sul letto e io mi metto un po' indietro per guardarla meglio.
È sui gomiti, ansima indossa una maglia larga e dei pantaloni larghi, ai miei occhi è come una dea, dalla bellezza sopraffina, la guardo e lei mi sorride debolmente -Mi dispiace per- dice e indica I vestiti, scuoto la testa e gli sorrido -Sei bellissima- le dico, lei mi fa un cenno e mi sdraio sopra di lei, ricominciandola a baciarla.
Ad un certo punto I ruoli si invertono, lei mi toglie la maglia e mi guarda sorridente, mi bacia con una passione nuova, le mie mani arrivano all'orlo della sua maglia che non esito a togliergli, quando arrivo al reggiseno la guardo in cerco di un segno, lei ridacchia e annuisce, glielo slaccio e lo lancio via.
Mi bacia ancora e ancora, mi ritrovo in boxer e lei solo con le mutandine, mi guarda e mi monta addosso -Annie, ne sei sicura?- chiedo, lei annuisce e mi bacia con delicatezza -Sono io che devo perdere la verginità Fin- ridacchia e chiude gli occhi e io eseguo.
Mi ritrovo a essere felice, non mi faccio schifo, tutto è naturale, I nostri corpi sono creati per stare insieme, sembrano plasmati per incastrarsi, capisco cosa significa fare l'amore.