Partecipa alla fanfiction challenge II:
-Legolas, Gimli
Prompt: i nani non hanno solo lascia, fra le cose "lunghe"!
Where
the wine goes
Legolas si coprì il proprio corpo nudo, affusolato e niveo,
con una morbida
coperta grigia, i lunghi capelli biondi gli ricadevano oltre le spalle
nude.
Socchiuse gli occhi, la pupilla era dilatata e le iridi azzurre erano
languide.
Sorrise, una ciocca gli solleticò il collo e
l’elfo si girò. Prese dal comodino
una coppa argentea.
La
luce delle stelle, che filtrava dalle vetrate, illuminava
la stanza con una cortina lattea, la luminescenza pareva vagare intorno
agli
oggetti e ai due stesi nel letto.
Legolas
si girò e osservò Gimli riposare, si
puntellò
con un gomito nel cuscino dalla fodera grigio scuro e
appoggiò la guancia nivea
contro il pugno chiuso.
“Vediamo dove cade il vino” bisbigliò.
Rovesciò il contenuto, il liquido
vermiglio gocciolò sul corpo abbronzato e tatuato del nano.
Gimli
sgranò gli occhi e si rizzò, mosse il capo a
destra e a sinistra, stordito. Si sporse oltre il talamo, allungando le
mani verso
l’ascia appoggiata alla parete.
Legolas
gli passò le braccia dai muscoli tesi intorno
al collo e lo strinse a sé. Piegò la testa
coprendo con una cortina di capelli
biondi il viso di Gimli e lo baciò.
Le
iridi di Gimli divennero languide, lasciò ricadere
il capo contro il compagno, strofinò la guancia sulla sua
pelle liscia e una
ciocca di capelli vermigli solleticò il capezzolo del
più grande.
“Vuoi già dare inizio a un altro giro di danza?
Non ti ho già dimostrato che i
nani non hanno solo l’ascia tra le cose lunghe?”
domandò con voce roca.
Legolas
gli leccò il collo e lo sentì mugolare, si
staccò e scivolò indietro sistemandosi seduto sul
letto.
“Perché voi nani dovete essere così
terribilmente scurrili?” chiese.
Gimli
si girò e si mise a gattoni davanti a lui.
Sorrise, chiuse gli occhi e strinse la coperta con le mani callose.
“Parla il mastro elfo che, un tempo avrà anche
avuto classe, ma ora infrange il
cranio degli orchi mulinando il suo arco come un bastone”
borbottò.
Legolas
accarezzò la guancia di Gimli e guardò le gote
dell’amante assumere lo stesso colore della sua barba. Gli
passò l’indice
sinuoso su una delle treccine che gliela decoravano.
“Ho inteso un’antica lezione. In te
c’è più di ciò che
appare” sussurrò. Passò
una mano nei lunghi capelli crespi del nano, si abbassò e
gli baciò la fronte. “E
le apparenze valgono meno di ciò che arde nei nostri
cuori”.