Quando mi vesto di niente l’anima risorge.
Quando mi vesto di niente
resto ferma in un tempo senza tempo.
Respiro soltanto i silenzi
mi nutro di coscienza
e attendo che la nuova me
prenda il sopravvento.
In questa invalicabile dimensione
lascio che la mia anima
sorvoli oltre i fallimenti.
Abbandono la mente
che segue il ritmo dei mie battiti
perdendosi al suono malinconico di note
tristi e dolenti.
Quando il potere della musica ti scava dentro
accarezza paure e tormenti
sotterrati vivi
negli angoli più oscuri di te stessa
e
trascinandoti moribonda
conduce a vita nuova
rinnovando lo spirito
che, dal niente,
arido…svuotato…abbandonato…stremato…
si aggrappa e si tiene alla vita
come un bambino in lacrime smorza il pianto
stringendo la madre con le sue piccole braccia tremanti d’ insicurezze.
Come il colpevole che brama assoluzione vaga muto
divorato dalla vergogna,
annegando nel pentimento,
assetato di riscatto,
implora un Dio assente
e nella speranza che non avverte… mente!
Come un mendicante
attende la dea fortuna
per colorare di verde un giorno grigio che aspetta di essere vissuto.
Come quando sei nel tunnel ed immagini la luce
che sai di vedere in lontananza
ma non è mai così vicina da riscaldare il gelo della solitudine.
Come l’impeto di grosse onde o oceani di indifferenze o placidità
come le maree
così le emozioni si alternano.
Come la serena nuova luna,
come la fine e l’inizio di una nuova stagione,
come la vita venuta al crudele mondo
vestita solo d’amore ed innocenza
così la mia anima risorge
migliorando ogni volta che
- in apparenza –
qualcosa l’annienta.