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Autore: Bab1974    07/02/2014    2 recensioni
Johanna Mason, durante la Mietitura, finge di sentirsi spaventata, per partire avvantaggiata sugli altri.
Partecipante al Contest a Turni indetto da ManuFury 1 su 24 ce la FA! [Hunger Games Contest]. Questa storia partecipa al primo turno.
Il sesto capitolo, 'L'ibrido e la bambina' partecipa anche ad altri due contest:
'Dalla mela avvelenata nascono farfalle' indetto da Shinkari e corretto da l@dyriddle.
'Child!characters Contest ' di gnarly.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il primo impatto è quello che conta
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Tributo: Johanna Mason

Turno: I

Titolo Storia: Il primo impatto è quello che conta

Pacchetto (se presente): /

Genere: Introspettivo

Raiting: Verde

Avvertimenti: /

Pairing (se presente): /

Note (facoltative): Non so se si capisce, ma è ambientato al momento della Mietitura, quando si mette a piangere in diretta televisiva, anche perché quando ho scritto questa flash avevo letto solo il primo capitolo della saga in cui si accennava in due righe alla faccenda.



Il primo impatto è quello che conta


-Piangi, piangi di più, piangi più forte, Johanna Mason.- penso, singhiozzando in maniera esagerata. M'immagino che sarò derisa sia da quei dementi di Capitol City, che dagli altri Distretti, ma non ha importanza. Se appaio debole e indifesa, tutti mi vedranno come una vittima designata, che non ha futuro all'interno dell'Arena e mi lasceranno perdere almeno all'inizio.
Ho paura anch'io, come tutti, ma allo stesso tempo sento una speranza che mi esplode dentro: se riesco a fare credere agli altri che sono totalmente inabile, nessuno penserà seriamente a eliminarmi finché non saremo rimasti meno di dieci, riuscirò a ingannarli.
Chi mi conosce bene, compreso il ragazzo che è stato scelto assieme a me, sa che posso fare cose davvero stupefacenti con un pugnale (sempre che non riesca a trovare un'ascia, ma sarebbe troppo bello) e, dove manca la forza, posso usare l'agilità e l'inventiva. Quei poveretti saranno alla mia mercé ed io sopravvivrò.
Ok, forse no, ma in fondo sognare è bello. La speranza e la sicurezza di me saranno le uniche armi che avrò sempre a disposizione, oltre alla mia capacità di uccidere senza problemi. Osservo sottecchi il mio compagno di viaggio. Lo conosco bene, sarà un peccato se dovessi eliminarlo di persona, ma non mi tirerò indietro se dovesse accadere. Mi viene da sorridere all'idea, mentre immagino di affondare il mio pugnale nel suo collo, ed è una gran fatica trattenersi: questa maschera non fa per me, non vedo l'ora di poterla abbandonare e tornare la solita cattiva, sarcastica e crudele me stessa.

Sono sempre stata così da quando ho ricordo, senza pietà per nessuno, sempre che non ne avessi profitto. Non ho mai ucciso un essere umano, ma sono certa che non avrei problemi all'occorrenza, e di certo dentro all'Arena avrò parecchie occasioni. Questa potrebbe essere la mia fine o l'inizio di una vita migliore, alla faccia degli altri. Ho mia madre che mi aspetta a casa, che si preoccuperà per me. Saremo solo noi due a goderci le comodità del Villaggio dei Vincitori, non ce ne sono altri viventi nel Distretto 7 e, poiché la salute della vecchia vacilla, fra poco sarò sola del tutto, l'unica che non avrà più bisogno di tagliare legna per campare. Beh, giuro che se sopravvivo, un po' di ascia la userò lo stesso, giusto per tenermi in allenamento. Potrebbe tornarmi utile in un futuro, non si sa mai nella vita cosa può succedere.
  
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