Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: Morgan_H    07/02/2014    3 recensioni
la mia personale versione della scena del bacio de "Lo scontro finale" dal PoV di Annabeth, con un piccolo accenno a quanto successo nella bolla sul fondo del lago!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti e grazie per esservi soffermati sulla mia storia :).
Questa One-shot ne ha viste di tutti i colori! Infatti l’ho scritta subito dopo aver finito di rileggere Lo scontro finale. All’inizio non volevo assolutamente pubblicarla (sono un po’ timida e prima di pubblicare una storia ci rimugino su per settimane), poi, quando mi ero convinta, il pc si è rotto e mi è stato impossibile condividerla. Insomma, dopo averla praticamente dimentica, oggi me la sono ritrovata misteriosamente fra gli appunti dell’università e, sebbene ci siano alcune cosa da sistemare, ho deciso di farmi coraggio e di pubblicarla così come volevo ad Ottobre.
Spero vi piaccia!
 
Annabeth camminava piano, reggendo  un piatto su cui troneggiava una torta al cioccolato con la glassa blu.
Aveva chiesto aiuto a Tyson  per prepararla e il ciclope ne era stato così entusiasta che aveva preso il controllo della cucina del campo, permettendole solo di infilzare la candelina in cima al dolcetto quando ormai era pronto.
Mise una mano intorno alla fiamma della candelina per evitare che la brezza la spegnesse.
L’unica fonte di luce erano la luna piena e il falò che bruciava in lontananza, dove erano radunati la maggior parte degli altri ragazzi, ma lei non aveva bisogno di chiarore per sapere dove stesse andando.
Si fermò a qualche metro di distanza dal braciere, ormai spento, su cui bruciavano ad ogni pasto le offerte per gli dei e fissò in silenzio la schiena di Percy, seduto al tavolo della Cabina di Poseidone.
Le tornò in mente il ricordo di lui a dodici anni, quando era arrivato al campo mezzo morto e lei gli aveva detto “mentre dormi sbavi”.
Era così piccolo e magro a quel tempo che Annabeth aveva pensato che sarebbe morto nella prima caccia alla bandiera.
Invece era sopravvissuto. Nell’arco di un’estate, l’aveva superata in altezza e agilità, fino a trasformarsi nell’eroe che aveva salvato il mondo. E nel ragazzo di cui si era innamorata.
Respirò a fondo e si portò una mano fra i capelli, disfacendo la coda di cavallo in modo che i boccoli biondi le ricadessero sulle spalle, nella speranza di sembrare più carina.
Prese un altro respiro per farsi coraggio e lo raggiunse.
“ehi” disse mentre gli sedeva accanto sulla panca “buon compleanno”.
Percy si voltò a guardarla, dapprima sorpreso e poi confuso
“che?”
Sei proprio una testa d’alghe, non poté fare a meno di pensare Annabeth.
“è il 18 Agosto. Il tuo compleanno, giusto?”
Il suo amico parve più confuso di prima, così decise di lasciar perdere e di andare subito al sodo.
Gli porse la torta con la candelina in cima.
“esprimi un desiderio”
Percy fece scorrere lo sguardo da lei alla torta un paio di volte, cosa che la fece sorridere.
Se voleva sorprenderlo, c’era riuscita. Ringraziò mentalmente Tyson ancora una volta per l’idea della glassa blu.
“L’hai fatta tu?”
“mi ha aiutata Tyson” ammise.
Il ragazzo osservò che, in effetti, somigliava parecchio ad un mattone di cioccolato col cemento blu, ma alla fine espresse il desiderio e le offrì metà della torta.
Rimasero in silenzio per un po’, a fissare l’oceano l’una al fianco dell’altro.
Sarebbe stato tutto fantastico, se non fosse stato che dentro la testa di Annabeth era in corso una delle battaglie più dure che avesse mai combattuto.
Quella mattina, quando gli dei avevano offerto l’immortalità a Percy e lui aveva rifiutato, aveva preso una decisione: gli avrebbe confessato cosa provava per lui.
Annabeth aveva organizzato tutto nei minimi particolari: cosa dirgli,  quanto tempo avrebbe impiegato Percy per capire di che stesse parlando e, infine,  le eventuali scappatoie in caso di un suo rifiuto.
Solo che in quel momento il suo cervello non ne voleva proprio sapere di collaborare, anzi, la spingeva a correre lontano da lì e rifugiarsi sotto le lenzuola del suo letto.
Ma Annabeth era una guerriera, figlia della dea Atena, e come tale non sarebbe mai fuggita davanti ad una battaglia, per quanto dura fosse.
Piuttosto avrebbe trovato il modo per vincerla.
Lasciò perdere i discorsi e i piani di fuga e, per la prima volta nella sua vita, si gettò nella mischia senza una strategia.
“hai salvato il mondo” sbottò
Si pentì di quelle parole nel momento stesso in cui le pronunciò: Percy avrebbe potuto tirare in ballo Luke e non le andava di dover ripensare al ragazzo che credeva di aver amato per buona parte della sua vita proprio quando stava per confessargli che si era presa una bella sbandata per lui.
abbiamo salvato il mondo” rettificò il ragazzo.
Il cuore di Annabeth si sciolse.
Non aveva ancora vinto quella battaglia, ma quella frase le infuse nuovo coraggio, quindi decise di attaccare
“E Rachel è il nuovo Oracolo” osservò fingendo indifferenza  “ il che significa che non potrà più avere un
ragazzo”.
Non mostrarti dispiaciuto, lo pregò mentalmente.
Percy – per fortuna – scoppiò a ridere e lei dovette trattenersi per non baciarlo.
“non sembri dispiaciuta” commentò.
Scrollò le spalle e lui rise ancora più forte.
All’improvviso, ebbe un’idea: Percy le aveva accennato a qualcosa che era accaduto quando si era immerso nello Stige, a qualcosa che – forse – riguardava lei, dato il modo in cui era arrossito.
“hai qualcosa da dirmi, Testa d’Alghe?”  chiese, sospettosa.
L’espressione di Percy cambiò. Un minuto prima aveva stampato in volto il solito sorriso da combina guai e il minuto dopo…era così verde che Annabeth temette di vederlo vomitare la torta con la glassa blu.
“probabilmente me le suonerai” sentenziò, funereo.
Oppure potrei baciarti, Testa d’alghe.
“sai che lo farò” gli rispose, tentando di togliersi dalla mente l’immagine di Percy che si chinava su di lei e…
“Quando ero sullo Stige” disse il ragazzo, interrompendo i suoi pensieri “per diventare invulnerabile… Nico mi disse di concentrarmi su una cosa, una cosa sola, che mi tenesse ancorato al mondo, una cosa che mi facesse desiderare di rimanere mortale”
Oh, dei.
Aveva letto diverse storie sullo Stige che narravano di quanto fosse pericoloso immergervisi e di come molti fossero morti fra le sue acque. Si diceva che gli unici a sopravvivere fossero coloro che avevano un motivo valido per tornare fra i vivi, un motivo così forte da tenerli ancorati alla vita.
Possibile che…?
Annabeth tenne gli occhi fissi sull’orizzonte, mentre ogni fibra del suo corpo vibrava per l’emozione.
Nella sua mente, cominciarono a risuonare grida di vittoria.
“sì?” sussurrò per incoraggiarlo a continuare
“ Poi sull’Olimpo, quando volevano trasformarmi in dio e via dicendo, continuavo a pensare…”
Percy si interruppe e le lanciò un’occhiata.
“oh, quanto ti sarebbe piaciuto!” scherzò lei per allentare la tensione. Era evidente che Percy fosse teso quanto lei e, per quanto lo trovasse adorabile in quel momento, non voleva rischiare che svenisse per aver trattenuto troppo il fiato.
“Be’, forse un po’” ammise “Ma non ho voluto, perché… non volevo che le cose restassero uguali per l’eternità, perché le cose possono sempre migliorare. E stavo pensando…”
“A qualcuno in particolare?” gli chiese piano, con la voce tremante per la commozione.
Sentì lo sguardo di Percy su di sé e pensò che stesse per dirle qualcosa di serio o di profondamente romantico.
Invece se ne uscì con uno sguardo disperato e un “Stai ridendo di me!”
“Non è vero!” esclamò Annabeth
In effetti, le sue labbra erano piegate in un sorriso, ma non perché stesse ridendo di lui!
“Certo che non mi stai affatto rendendo le cose facili!” si lamentò Testa d’alghe, abbassando lo sguardo verso terra.
Annabeth scosse la testa e rise di gusto. Percy poteva aver sconfitto da solo Crono e il Minotauro e tutti gli altri mostri terribili che avevano incontrato in quegli anni, ma non ce l’avrebbe mai fatta a concludere quel discorso senza il suo aiuto.
Con la determinatezza di chi sa di avere la vittoria in tasca, Annabeth invase lo spazio che li separava e gli gettò le braccia al collo,  stringendosi a lui.
“Io non ti renderò mai le cose facili, Testa d’Alghe” sussurrò, inspirando il profumo di sapone e di salsedine dei suoi capelli  “Meglio che ti ci abitui”.
Si scostò da lui per guardarlo negli occhi e lui ricambiò fino a quando non fece scendere lo sguardo sulle sue labbra.
Annabeth gli si avvicinò ancora e, senza esitazioni, lo baciò.
Le grida di vittoria nella sua mente cessarono di colpo, perché, in quel momento, c’erano solo lei, Percy e le loro labbra che si incontravano e scontravano senza sosta.
“be’, era ora!”
Le parole di Clarisse la costrinsero a staccarsi da Percy e a voltarsi per vedere la folla di ragazzi sghignazzanti che li fissavano.
Mezzo secondo dopo, corsero loro incontro e Travis Stoll la caricò sulle sue spalle, mentre Connor prendeva Percy, che stava borbottando qualcosa sulla privacy.
Permisero loro di tenersi per mano, così Annabeth poté gustarsi il viso paonazzo di Percy mentre venivano sballottolati di qua e di là dai figli di Ermes.
Ovviamente, il loro obiettivo era gettarli nel laghetto delle canoe.
Annabeth trattenne il fiato mentre veniva gettata in aria, pronta a sentire l’acqua fredda sulla pelle.
Sensazione che però non arrivò, perché, una volta aperti gli occhi, si ritrovò in una bolla d’aria, sul fondo del laghetto.
Fece per parlare, ma Percy le afferrò il viso e ricominciò a baciarla, prima piano e poi con più impeto.
Gli fece scorrere una mano fra i capelli e lo attirò ancora di più a sé, mentre lui le circondava la vita con un braccio, e tutto era così bello che Annabeth dimenticò ogni altra cosa.
Fu solo quando si staccarono per riprendere fiato che notò il banco di pesci e le tre Naiadi che li fissavano.
“uhm…Percy?”
Il ragazzo la fissò e lei indicò il loro pubblico con un cenno della testa.
“oh, ma insomma! Che devo fare per stare un po’ da solo con la mia ragazza?”
Scacciò i pesci e le Naiadi con un gesto della mano, mentre arrossiva per l’ennesima volta.
La sua ragazza. L’aveva detto sul serio?
Annabeth sentì un groppo alla gola mentre Percy tornava a fissarla con i suoi occhi verdi, in evidente imbarazzo per quello che aveva detto.
“vuoi…sì, insomma, vuoi tornare su?” le chiese “oppure potremmo…”
Lo zittì con un bacio prima che potesse aggiungere altro.
“oppure potrei baciarti ancora un po’, Testa d’alghe”
Percy le sorrise e l’attirò di nuovo a sé.
E così Annabeth Chase era riuscita a conquistare il cuore di Percy, vincendo quella che per lei era l’ennesima battaglia, ma che di certo aveva portato alla vittoria più bella della sua vita.
 
 
Eccomi qui!
Come avrete notato, la “mia” Annabeth è leggermente fissata con la guerra, perché fin dal Ladro di Fulmini ho sempre immaginato la sua mente in costante fermento bellico e volevo far trasparire questa mia impressione.
Spero che la one-shot sia stata di vostro gradimento! Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie.
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Morgan_H