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Autore: _cupcake_99    07/02/2014    6 recensioni
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"Che poi tu dici sempre di sì a tutti" esclamò sorridendo James. "Perchè?
Stephany alzò le spalle osservando attentamente la copertina del libro che aveva tra le mani, forse per non incontrare lo sguardo del ragazzo.
"Forse perchè troppe persone mi hanno detto di no" sussurrò dopo averci pensato qualche secondo.
"Porti su questo? Sì" esclamò James imitando la ragazza.
"Mi chiami? Sì" Stephany scoppiò a ridere.
"Mi abbracci? Sì"
James si fermò sorridendo e avvicinandosi a lei.
"Mi ami?" chiese.
"Sì"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.
 

 

 

Seduto sulla vecchia panchina della fermata dell'autobus, con la schiena appoggiata al vetro freddo e bagnato dai rivoli delle gocce che cadevano silenziose, aspettava. Entrambe le cuffie infilate nelle orecchie mentre picchiettava con il piede sul marciapiede a ritmo di musica. Lo sguardo perso lungo la strada semi deserta, così diversa da quella in cui si imbatteva al ritorno. La pioggia scrosciava sull'asfalto e creava qua e là qualche pozzanghera. Il cielo era coperto dalle nuvole, ma anche se non ci fossero state sarebbe stato comunque buio. Quel maledetto lavoro lo costringeva ad alzarsi ogni mattina prima dell'alba, ma d'altra parte era l'unico modo per portare a casa uno stipendio decente per riuscire a pagarsi almeno la sua parte dell'affitto.

Volse lo sguardo verso l’incrocio dove vide la luce arancione di una scritta che preannunciava l’arrivo dell’autobus. Aspettò fino all'ultimo momento per alzarsi, non voleva che la pioggia gli bagnasse il suo unico giubbotto invernale.

L’autobus era mezzo vuoto, una signora anziana sedeva al posto dei disabili accanto alla finestra, il viso rivolto sulla strada, qualche ragazzo seduto nei primi e ultimi posti intenti a ripassare con il naso affondato tra le pagine di libri, troppo pesanti secondo James che non si era mai preoccupato di aprirli.

Il mezzo ripartì nel momento in cui lui fece un passo, facendolo avanzare troppo velocemente, quasi inciampò nei sui suoi stessi passi. Si attaccò ad un gancio mentre una borsa cadde poco lontano da lui attirando la sua attenzione. Subito si abbassò per raccoglierla. Una mano minuta raggiunse la sue sfiorandola prima di ritirarla velocemente.

"Oh grazie" sussurrò la ragazza quando James le porse la borsa. Lui le sorrise concentrandosi sul suo viso. Era una ragazza carina, ma niente di particolare. I capelli coloro miele erano stati sistemati in una strana crocchia venuta male, alcuni ciuffi le sfuggivano e le incorniciavano il viso chiaro. Al collo aveva una sciarpa azzurra che risaltava nel grigio della città, era quasi dello stesso colore dei suoi occhi, notò James. Lei sistemò la borsa sul sedile affianco al suo tenendo sempre lo sguardo fisso in quello del ragazzo.

"Niente" rispose prima di sedersi dietro di lei. Appoggiò il viso contro il vetro freddo del finestrino guardando la strada correre veloce. Sentiva benissimo il profumo della ragazza davanti a lui, come vaniglia, ma leggermente più speziato. Sorrise quando si accorse che quel profumo era esattamente quello che sentiva tutti i giorni da bambino quando tornava a casa da scuola e sua madre gli preparava i muffin alla vaniglia e cannella. Cannella, ecco qual era l'altro profumo.

Chiuse gli occhi continuando a pensare alla sua vecchia vita e si addormentò. A svegliarlo fu la voce roca del conducente.

"Ehy ragazzo" urlò quasi "Siamo al capolinea. Devi scendere"

James sbattè le palpebre un paio di volte prima di riuscire a mettere a fuoco ciò che lo circondava.

"Si, mi scusi" sussurrò con la voce roca a causa del sonno "Adesso scendo"

Si alzò in piedi e con passo stanco camminò fino alle porta ancora aperta. Aveva smesso di piovere, si accorse, ma faceva comunque freddo. Scese dall'autobus con un salto abbastanza energico, troppo per qualcuno che si era appena svegliato.

Prese un respiro profondo stiracchiandosi leggermente prima di incamminarsi verso il bar in cui lavorava. La sue scarpe, una volta bianche ma ormai grige, calpestavano il marciapiede tirando ti tanto in tanto qualche calcio ad un sassolino.

Non c'era mai nessuno in quella zona di Londra, se ancora Londra si poteva definire, solo qualche macchina ogni tanto, ma mai nessuna si fermava.

La scritta verde del bar si distingueva rispetto al grigio della periferia. Si chiamava "Crazy Bar", ma il neon mezzo rotto lampeggiava solo per metà e quello che si leggeva era solo "Crazy" e bisognava veramente essere pazzi per entrare in un posto del genere.

James aprì la porta e subito un'odore di fritto e alcol lo stravolse, non per niente si metteva sempre i vestiti più brutti per andare a lavorare.

"James" lo salutò Trevor da dietro il bancone. Era un ragazzo alto, dai capelli scuri e gli occhi chiari. Stava pulendo dei bicchiri con un straccio sporco, probabilmente quello che aveva usato per pulire il bancone. E poi si lamentavano che non guadagnavano abbastanza.

"Trevor" salutò a sua volta James infilandosi il grembiulo rosso del bar, obbligatorio per tutti i dipendenti, non che ce ne fossero molti, erano solo lui, Trevor e il direttore.

Raggiunse il suo collega dietro il bancone e ci si sedette sopra.

"Oggi ha detto che ci devi parlare" disse Trevor appogginado l'ultimo bicchiere sulla credenza.

"Chi? David?" chiese James riferendosi al capo. L'altro annuì sedendosi a sua volta sul bancone.

"Non so di cosa"

Passarono tutta la giornata a parlare, più o meno quello che facevano tutti i giorni. Restavano lì in attesa di clienti che non arrivavano mai, chi avrebbe avuto il coraggio di entrare in un bar sudicio come quello? L'unica cosa che tratteneva James dal licenziarsi era lo stipendio fin troppo alto per qualcuno che non faceva niente tutto il giorno.

Il suono della campanella della porta principale lo risvegliò dai sui pensieri e con un balzo scese dal bancone, pronto per servire i clienti. Ma non erano clienti, era David.

"Buongiorno" esclamò serio dirigendosi verso di loro. Entrambi lo salutarono.

"Vi devo parlare" disse toccandosi la barba leggermente incolta.

"Riguardo a cosa?" chiese James curioso mentre si appoggiava sul piano di legno. Lo sguardo del capo non prometteva niente di buono.

"Il bar"

Trevor e James si guardarno, non si aspettavano niente di buono.

"Facendola breve" disse David "Stiamo perdendo più di quello che stiamo incassando, ovvero niente"

"Non ci sono clienti" disse Trevor incrociando le braccia al petto.

"Lo so" esclamò David passandosi una mano tra i capelli scuri "Ma questo mi porta a una sola conclusione"

"Ovvero?"

James si immaginava già quale sarebbe stata la risposta.

"Dobbiamo chiudere il bar"

Ci furono alcuni attimi di silenzio in cui James e Trevor si scambiarono degli sguardi.

"E noi?" chiese Trevor.

"Lo so che in questo momento trovare lavoro è difficile" esclamò David "Vale anche per me. Ma questa è l'unica soluzione"

Fece una pausa.

"Da domani il bar sarà chiuso" esclamò prima di uscire.

Trevor e James rimasero in silenzio per un po'.

"Bella merda" sussurrò Trevor togliendosi il grembiule e lanciandolo per terra. James scosse la testa imitando l'amico.

Entrambi presero le loro cose e chiusero il bar. In meno di un'ora James era seduto di nuovo sull'autobus mentre stava ritornando a casa. La sua vita negli ultimi anni era cambiata, in peggio, e non avrebbe mai pensato che potesse peggiorare ancora, ma guarda un po', era proprio quello che era successo. Senza famiglia, in un appartamente singolo in cui però vivevano in due e adesso anche disoccupato.

Prese le cuffie e se le infilò nelle orecchie premendo play. Almeno per un po' la sua mente sarebbe scappata via dalla realtà, in quel mondo che aveva creato lui, in quel mondo in cui andava tutto bene, in quel mondo in cui lui era veramente felice.

 

 

 
 

Spazio autrice

Eccomi, finalmente sono riuscita ad aggiornare.

Allora questo capitolo è abbastanza lungo, la storia vera e propria non è ancora iniziata, inizierà nel prossimo capitolo, ma non vi svelo niente.

Secondo voi cosa succederà? Sono curiosa di sentire i vostri pareri.

Baci e al prossimo capitolo

xx Mony

 

 

 

  
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