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Autore: LadyInTheDarkness    07/02/2014    1 recensioni
Questa è la storia di due sorelle: Grace e Victoria.
Quando l'mprovvisa e inaspettata morte della madre le farà scappare di casa, neanche diciottenni, scopriranno che avere qualcuno accanto può riuscire a scaldarti il cuore anche in situazioni difficili, anche quando, per non scomparire come fantasmi di fronte alla vita, dovranno affrontare l'ultimo anno di liceo in una nuova città. Fra fughe rocambolesche, viaggi in autobus e gite che hanno dell'incredibile le due sorelle troveranno l'amore in chi meno se lo aspettano e, forse, riusciranno ad affrontare i dolorosi ricordi del passato.
***
Ciao a tutti, ho deciso di riscrivere questa storia e mi farebbe davvero piacere leggere qualche recensione e spero di avervi incuriositi!
Baci, LadyInTheDarkness :*
Ps: per chi l'avesse già letta non c'è da preoccuparsi, ho cambiato quasi totalmente i capitoli, quindi ci saranno graaandi novità!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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                              Prologo


Stavano scappando di casa.
Stavano scappando dalla loro vecchia vita, dalla loro routine e dai loro amici. Ma, soprattutto, stavano scappando lontano, il più lontano possibile, per sfuggire ai ricordi e alla furia di un assassino.

Era notte, ma non sapevano bene che ora fosse, l’unica cosa certa era che non dovevano fare rumore, altrimenti lui le avrebbe scoperte. E questa volta non l’avrebbero passata liscia. Si trascinavano in silenzio sul parquet della loro camera, afferrando vestiti, scarpe e soldi per poi infilarli nei borsoni che erano posati sul loro letto ormai pieni; la più grande di loro sembrava mostrare quasi indifferenza, tanto era inespressivo il suo volto, ma dentro di lei non poteva fare altro che urlare, urlare disperatamente, con tristezza e angoscia. Osservava sua sorella, tremante, che pareva scesa dalle montagne russe tanto era scossa e spaventata; i capelli neri e ricci le scendevano sulla schiena, mossi dai movimenti quasi meccanici della ragazza. Il rumore di una cerniera che si chiudeva mise in allarme la ragazza, già tesa fino allo spasmo, che si rilassò appena si accorse che era solo lei che chiudeva il borsone stracolmo e prendeva il portafoglio  dalla scrivania di mogano.

<< Muoviti, Vic >> l’unico suono che si sentì in casa era quello della sua voce che, per quanto bassa, rimbombava tra le pareti sottili di cartongesso; la sorella annuì e chiudendo a sua volta il borsone la seguì alla porta, muovendosi più silenziosa di un felino. All’improvviso un suono le mise sull’attenti: un respiro roco e rumoroso che sembrava le cercasse, spiando in ogni luogo, rovistando alla ricerca delle sue prossime vittime; entrambe sentirono il cuore battere forte e pompare il sangue nelle vene come fosse acido, sentendolo quasi bruciare e corrodere i loro corpi.
Con un balzo si allontanarono dalla porta, cercando di scappare, sentendosi come dei piccoli topi alla mercé di un gatto, come delle prede per un mostro affamato di sangue e dolore.

La porta si aprì di scatto, rivelando un’ombra scura con in mano un coltello, che brillando alla luna emanava bagliori sinistri, sporchi di un’oscurità maligna e opprimente, capace di schiacciarle al suolo e renderle come statue. Lei, con il braccio tremante, riuscì ad afferrare la sorella e, come a rallentatore, spingerla verso la finestra, verso una salvezza che non sapeva se avrebbe raggiunto; ella sembrò risvegliarsi da una trance e aprendo la finestra si gettò nel vuoto, facendo scomparire con lei i due borsoni; la sorella maggiore, Grace, dovette far fronte ad un problema a cui non aveva minimamente pensato prima del suo gesto avventato: l’accesa rabbia dell’assassino. L’enorme figura infatti si fece avanti, brandendo il coltello verso di lei e mantenendo il suo volto nascosto dal passamontagna, cercando in tutti i modi di colpirla a morte, negli occhi una furia cieca ed inarrestabile. Ben sapendo di non poter competere in quanto a forza la bionda agì d’astuzia, utilizzando la rabbia dell’assassino contro di lui e, in un secondo di distrazione, anche lei scappò, il fiato corto e spezzato, il braccio destro costellato da piccoli tagli infertole dalla lama.

Scapparono in una notte nera, come delle ladre, sotto un manto stellato che evidenziava ancor di più il colore del cielo notturno.
Grace non sapeva dove stavano andando, ma continuava a correre, facendo mostra di una sicurezza che in realtà era molto lontana dal provare. Proseguirono la loro folle corsa senza mai voltarsi, nel cuore un sentimento di morte che le trapassava da parte a parte come una lama, ma che sapevano di dover nascondere al mondo.
Solo quando l’adrenalina e la paura iniziarono a diminuire le due ragazze si sentirono stanche, spossate, senza più la forza di tenere gli occhi aperti.
Fu per questo, probabilmente, che si fermarono nella città di Balewood. Città di transito. Città ormai quasi dimenticata. Città strana, ma piena di vita. E forse un po’ di vita era ciò che serviva a Grace e Victoria, una scappatoia dalla paura, dal terrore di un errore, di uno sbaglio. Da qualcosa che neanche loro sapevano ben definire, ma che le spaventava a morte.

Scappavano dalla loro stessa casa.

Scappavano da una scia di sangue e crudeltà.

Scappavano da un omicidio.

Scappavano dalla morte della loro madre.

  
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