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Autore: weasleywalrus93    07/02/2014    5 recensioni
Cosa può succedere se un bel giorno, dopo aver finito di registrare il loro primo disco, i Beatles si trovano catapultati nella Contea Hobbit di Arda e Ringo viene visto come l'ultimo Portatore dell'Anello?
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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-Bene ragazzi. Riprovate un'ultima volta-
La voce di George Martin risuonò forte e chiara nello studio 2 di Abbey Road, al centro di Londra.
-Di nuovo? Io non ho più voce!-
John protestò con voce roca a quest'ultima affermazione. Suonavano e cantavano già da più di 10 ore.
-Un ultimo sforzo, Lennon-
-Un ultimo sforzo un corno! Se proprio ci tieni tanto, cantatela da solo la canzone! Io non ne posso più-
Scocciato, John posò la chitarra a terra e uscì dallo studio. Paul lo seguì subito dopo.
-John, non fare di testa tua. Falla un'ultima volta quella canzone-
-Cazzo no! Non ho più una cazzo di voce! Verrà fuori una schifezza!-
-Sei John Lennon cazzo! E tu ce l'hai la voce! E anche se canti con la voce roca? Eddie Cochran canta di merda con la sua voce, non ti porta nemmeno le scarpe. Se canta lui con quella voce, perché non puoi farlo tu che ce l'hai migliore? Si parla del nostro futuro qui!-
John osservò per un po' l'amico.
-Hai una mentina?-
Paul sorrise.
-Qui no. Ce l'ho in studio-
-Sei un gran bastardo-
I due rientrarono nello studio e Paul, non visto, fece l'occhiolino a George Martin. I ragazzi suonarono nuovamente la canzone e, per la felicità dei produttori, e soprattutto dei quattro, questa sembrava davvero la versione buona. I produttori e i tecnici, dopo l'ultima registrazione, tornarono a casa ma i ragazzi, vista l'ora tarda e considerato che a quell'ora non c'erano più treni per Liverpool e i loro risparmi non bastavano per pagare un albergo a Londra, decisero di restare a dormire dentro gli studi di Abbey Road. La mattina dopo si alzarono di buon'ora, con il desiderio di tornare quanto più in fretta era possibile a casa. Aprirono le porte degli studi con l'intenzione di andare immediatamente alla stazione di King's Cross e...
Al posto dei palazzi a mattoni rossi, delle strade asfaltate, delle macchine, dei taxi neri e degli autobus rossi a due piani, erano circondati da un enorme prato, che si stendeva per chilometri e chilometri, le strade erano sterrate e popolate da esseri simili agli uomini, ma molto più piccoli.
-Dove siamo capitati?-
-Forse da dove viene Ringo-
-Ehi!-
Il batterista protestò, indignato. Non era di sicuro alto e avvenente come Paul, questo lo sapeva bene, ma quelli che avevano davanti erano DAVVERO bassi. Un po' incerti, uscirono e cominciarono a camminare in quello strano posto. La gente li guardava incuriosita.
-Aspettavamo Gente Alta qui?-
-Che io sappia no-
-Guarda che facce! Sono per caso dei Raminghi?-
-Io credo che vengano da Brea-
-Naaaa. Sono troppo ben vestiti. Forse vengono da Gondor-
-E se venissero dall'Ovest falda?-
-Ma quello è un elfo che si è tagliato i capelli?-
Questi erano solo alcuni dei commenti che sentirono indirizzati a loro stessi. Si guardarono intorno spaesati e cauti, con i muscoli tesi per ogni evenienza, anche se questa gente sembrava tutto fuorché che ostile.
-Ma dove siamo capitati?-
-Dovremmo chiedere informazioni?-
-E che genere di informazioni?-
-FRITTELLE!-
George abbandonò immediatamente il gruppo, recandosi davanti la collinetta da cui usciva il profumo. Uscì una signora minuta con una scopa in mano.
-Così sei tu che ti pappi sempre le mie frittelle eh? Sono le migliori del Decumano Ovest, MA CIO' NON TI AUTORIZZA A MANGIARLE!-
-Signora mi fa male!-
Il ragazzo cercò in tutti i modi di ripararsi dalle scopettate. I tre amici intervennero per salvarlo.
-Signora non ha mai mangiato le sue frittelle glielo assicuro!-
-Ah si? E sarà un elfo a convincermi?-
Le scopettate risparmiarono George, a discapito di Paul.
-Ma insomma! Chi siete voi?-
John era spazientito, e ancora senza voce.
-Noi siamo Hobbit e questa è la Contea-
Disse un vecchio Hobbit con voce fiera.
-Contea?-
John e Ringo erano più confusi di prima.
-Si, messere. Siamo a Hobbyville. Voi da dove venite? E come fa uno di noi ad essere così alto e a portare le scarpe, messere?-
-Ancora? Non sono uno Hobbit!-
Il povero Ringo aveva una crisi di nervi.
-Da dove venite messeri?-
La signora, intanto, continuava a picchiare i due poveri malcapitati.
-Da Londra-
-Londra?-
-Si, Londra. Big Ben, Scotland Yard...-
-John, in realtà noi siamo di Liverpool-
-Dettagli, Ringo, dettagli. Comunque... dove eravamo? Ah si. Londra, la Regina...-
-Quindi voi venite dal regno della meravigliosa regina Galadriel, signora dei boschi?-
Uno Hobbit biondo, paffuto e pieno di arnesi, si avvicinò incantato ai nuovi arrivati.
-Galadriel? Ma che si sono bevuti questi? Vodka?-
-Non conosciamo questa vodka, messere, ma qui abbiamo la migliore birra di tutta la Contea.-
-Birra?-
I due poveri malcapitati riuscirono a sfuggire alla scopa della signora.
-Si, messeri. In più qui arriva anche la migliore Erba pipa del Decumano Sud.-
-Erba pipa?-
-Si, messere. Si fuma-
-E poi dicono dell'erba da noi...-
-Comunque, io sono Samvise Gamgee, messeri. I vostri nomi?-
-Ah si. Io sono John...-
-Io Paul.-
-George-
-Ringo-
I bambini presenti scoppiarono a ridere.
-Ehi! Che avete da ridere?-
-Suvvia messere. Sono soltanto bambini-
-Conoscono Gandalf per caso?-
-Chi?-
-Forse intendono il tizio di prima John-
-Galagh.. no. Galbri... no-
-Galbanino?-
-No, George-
-No messeri. Gandalf è lo stregone grigio, non è un elfo. Ma forse il messere che si chiama Paul sa degli elfi. Gli somiglia talmente tanto-
-Come faccio a somigliargli? Non li ho mai visti-
-E' bello come loro, messere-
All'ennesimo complimento sulla sua bellezza, l'ego di Paul fece si che si alzasse di altri 10 centimetri.
-Volete dire davvero che sono tutti delle enormi checche come questo qui?-
-Lennon esigo delle scuse!-
-Giammai!-
I due si misero in posizione di battaglia e, afferrato un ramoscello ciascuno, cominciarono a far della scherma.
-Sempre la solita storia-
-Eh già, con questi due la musica è sem... George che stai facendo?-
George, approfittando della confusione generale, stava provando a rubare le frittelle della signora Hobbit, la quale, dopo essersene accorta, prese a rincorrerlo brandendo la scopa.
-Ahi! Non miravo alle frittelle giuro... AHI! Ringo questa me la paghi!-
Nel marasma generale, arrivarono anche Frodo e Gandalf.
-Sam, cosa succede?-
-Padron Frodo, questi messeri sono arrivati da poco qui nella Contea, ma non sappiamo chi sono-
-Da dove sono arrivati Sam?-
-Da quella porta lì, Gandalf. L'hanno aperta e ce li siamo ritrovati qui a Hobbyville. Dicono di venire da una città con lo strano nome di Londra.-
-Mmm... interessante.-
-Gandalf-
-Dimmi Sam-
-Come mai sei tornato grigio?-
Gandalf rimase ammutolito.
-Andiamo Sam non puoi chiedere alla gente perché diventa grigia.-
Mentre avvenivano questi scambi di battute, i nostri eroi erano impegnati nelle proprie battaglie: Paul e John continuavano a dar di spada con i loro bravi ramoscelli, George continuava a scappare dalle ramazzate della signora e Ringo osservava tutto senza sapere cosa fare. Gandalf gli si avvicinò.
-Per tutti i cavalli di Rohan!-
Scese un silenzio glaciale sulla città. Gandalf osservava impietrito Ringo, il quale lo osservava scettico.
-Che è successo?-
-Frodo, sei sicuro di aver visto l'Anello sparire nel Monte Fato?-
-Si. E' caduto con Smeagol-
-Qualcosa è andato storto. Sam, va a cercare Pipino e Merry. Ci sono ancora anelli da distruggere!-
Gandalf prese per un braccio il povero Ringo e, seguito da Frodo, si avviò verso Brea.
-Ehi! Mi lasciate andare da solo con questo pazzo? Ragazzi LIBERATEMI!-
I tre, vedendo l'amico in pericolo, si lanciarono all'inseguimento, e con loro anche la Hobbit che vedeva in George l'attentatore delle sue frittelle.
-Signora, glielo devo dire in sanscrito che non le ho mangiate io le sue frittelle?-
-George, non siamo ancora stati in India-
-Giusto Paul-
Camminavano già da un po' nel bosco. Mentre lo strano gruppetto procedeva inoltrandosi ancora di più nella selva, si sentirono delle risate.
-Avevi ragione Merry. Quelle sono le migliori frittelle del Decumano Ovest-
-Lo so Pipino. Io ho sempre ragione-
-Su smettetela di giocare e camminate. Non vogliamo perdere Gandalf visto che padron Frodo è con lui.-
Da dietro una macchia di alberi spuntò Sam con altri due Hobbit.
-Salve messeri. Sam ci ha spiegato tutto. Noi siamo Peregrino Tuc...-
-... e Meriadoc Brandibuck. Per servirvi.-
Entrambi, quando dissero il loro nome, fecero un profondo inchino.
-Le migliori frittelle del Decumano Ovest eh?-
La signora, che aveva ascoltato tuta la conversazione con il resto del gruppo, avanzò brandendo minacciosamente la scopa. Merry e Pipino si guardarono terrorizzati.
-Ve le do io le migliori frittelle del Decumano Ovest!-
La signora agitò la scopa in mano e cominciò a inseguire i due giovani Hobbit, che nel frattempo erano scappati a gambe levate.
-Per la cronaca, noi andiamo verso Gran Burrone. Se ci riuscite, cercate di raggiungerci a Lothlorien o a Rohan-
Gandalf era esasperato. Non poteva credere di dover avere di nuovo a che fare con quei due Hobbit! Il gruppo riprese a camminare. Gandalf, un po' più tranquillo, aveva allentato la presa sul povero Ringo.
-Non riesco a capire come sia possibile...-
-Cosa dice?-
-Come fai ad avere tutti quegli anelli? Bilbo e poi Frodo sono stati i Portatori dell'Anello-
-Che fine ha fatto?-
-Chi?-
-L'Anello di cui parla-
-Frodo ha detto di averlo distrutto-
-COSA?!-
Ringo si fermò in mezzo al sentiero guardando Gandalf esterrefatto.
-Vuole distruggere i miei anelli?-
-Ragazzo mio, è l'unica soluzione-
-Eh no! Ho accettato di tutto ma questo no. I miei anelli non si toccano. Si tenga quei tre squilibrati. Io me ne torno da Rory Storm, decerebrati. Lo sapevo che avrei fatto male ad andarmene. Non so come abbia fatto quel povero Best a sopportarvi. Certo che ha dato di matto. Voi tre siete pazzi e la gente con cui vi mettete è più pazza di voi!-
Ringo, in un ultimo folle gesto, fece dietrofront, con la convinzione di tornare a Hobbyville e ri-varcare la porta degli Abbey Road Studios per tornare a casa e avere nuovamente una vita normale. George si piantò di fronte a lui.
-Se fai ancora un passo, dico che le frittelle le hai mangiate tu-
-Non lo farai-
-Scommettiamo?-
I due si lanciarono uno sguardo di sfida. Gli altri, nel frattempo, li guardavano con tensione crescente. Non capita mica tutti i giorni di vedere i due calmi del gruppo che se le danno di santa ragione.
-SIGN... mmmppffff-
Ringo riuscì a tappargli la bocca con una mano inanellata.
-Ok ok ci credo. Ora andiamo. Mi fa paura quella-
Il gruppo riprese a camminare. Tutti guardavano Ringo con aria interrogativa. Improvvisamente, Ringo avrebbe dato qualsiasi cosa per essere davvero piccolo come uno Hobbit.
-Gandalf?-
-Si?-
-Cos'è questa storia degli anelli?-
-Tanti millenni fa, Sauron, signore di Mordor, forgiò tre anelli per i re degli elfi, sette per i re dei nani, nove per i re degli uomini, e uno, super potente, per sé. Ci fu una grande battaglia ai piedi del Monte Fato, dove Isildur riuscì a distruggere Sauron e tenne l'Anello per sé. Dopo poco, l'Anello fu perduto per circa due migliaia di anni, fin quando non fu ritrovato da Smeagol, che cambia nome in Gollum e custodisce l'Anello per circa cinquecento anni, fino a quando Bilbo, lo zio di Frodo, non capita nella caverna di Gollum e glielo ruba. Dopo sessant'anni, Frodo eredita l'Anello, parte con me, Sam, Merry, Pipino e altri quattro compagni per distruggerlo. Dopo varie peripezie, mentre io, Aragorn, Gimli, Legolas, Merry e Pipino combattiamo contro gli orchi di Mordor, Frodo e Sam raggiungono il Monte Fato e, dopo aver combattuto con Smeagol, riescono a distruggere l'Anello. Ovviamente, la storia è molto più lunga, ma avrete modo di sentirla meglio più avanti.-
I nostri quattro eroi si guardarono con sguardo interrogativo, chiedendosi cosa c'entrassero loro con tutto quel casino. Ognuno era preoccupato per qualcosa: Paul era preoccupato di non trovare nessun prodotto di bellezza e ridursi così a dover dare il proprio titolo di più bello del reame agli elfi, anche se non li aveva mai visti; Ringo era preoccupato di fare la fine di Gollum se non trovavano alla svelta un modo di spiegargli che lui quel Sauron non lo aveva mai sentito nominare, nemmeno a Liverpool, dove regnavano i nomi più strani; George era preoccupato di cosa avrebbero mangiato durante il viaggio; John, infine, per la prima volta nella sua vita, era preoccupato di aver lasciato gli occhiali da vista a casa.
Arrivarono sull'orlo di un burrone. Gandalf si guardò attorno ed emise un lungo fischio. Un soffio di vento invase la valle e li investì in pieno. Da dietro una montagna, delle maestose aquile giganti arrivarono presso i viandanti.
-Quando ve lo dico io, saltate!-
-Nemmeno noi siamo così pazzi!-
-Se glielo dice John, deve crederci!-
I quattro guardavano terrorizzati le aquile. Invano, John e George cercarono di dissuadere il vecchio stregone da quella che consideravano una vera follia.
-ORA!-
Con una forza inaspettata per un vecchietto di quell'età, Gandalf spinse i quattro giù per il burrone, facendoli atterrare a coppie sul dorso delle aquile.
-Occhi aperti ragazzi miei. Soprattutto tu, con tutti gli anelli-
-Occhi aperti... a cosa?-
Ringo, nemmeno a dirlo, era il più spaventato. George tirò un sospiro di sollievo quando si voltò e vide che la pazza signora Hobbit non poteva più prenderlo a ramazzate.
-Ai Nazgul-
-Mi sembrava chissà che... A COSA??-
-Ringo sei in gamba. Ricordaci di farti incidere una canzone!-
Tutti guardarono John con sguardi omicidi, il quale cercò di avere un'aria innocente, anche Frodo e Sam che non avevano idea di cosa si stesse parlando.
-Comunque, dove stiamo andando?-
-Vi sto portando da re Elrond, Paul. Tu dovresti conoscerlo in ogni caso. Credo sarà curioso di sapere come fai ad avere le orecchie normali e non a punta-
-E chi sarebbe questo Elrond?-
-Tutto a suo tempo.-
Le aquile continuarono a volare, fin quando non videro una valle, sovrastata da un enorme palazzo e una cascata.
-Benvenuti, a Gran Burrone.-
-Salve Gandalf-
-Re Elrond.-
I nostri scesero dalle aquile in modo non proprio aggraziato rispetto al vecchio stregone, ma in ogni caso sempre senza arti rotti o lesionati.
-Ragazzi, questo è Re Elrond, re degli Elfi e di Gran Burrone-
-Salve-
-Ehilà-
-Come butta?-
-Tutto bene?-
I ragazzi fecero dei segni di saluto, ma con loro profonda delusione, non vennero ricambiati.
-Elrond, questi sono i ragazzi di cui ti ho annunciato. Vengono da un'altra dimensione. Sono John, Paul, George e Richard-
-Allora Gandalf, dimmi cos'è successo-
-Quel ragazzo Elrond, guarda le sue mani-
Elrond si avvicinò a Ringo, e saltò indietro terrorizzato.
-Gandalf... Pensavo li avessimo distrutti tutti-
-E invece no vecchio mio.-
-E ora come facciamo?-
-Richiama la vecchia squadra-
-Ma... Aragorn...-
-Troveremo il modo di sostituirlo. Nel frattempo, sei sicuro che quello lì non sia uno dei tuoi elfi?-
Elrond stavolta si avvicinò a Paul e lo studiò da vicino.
-Bello davvero, ma no, non è un mio elfo. Le orecchie dovrebbero dirlo-
Si allontanarono e continuarono a parlottare fra di loro. Un ruggito echeggiò nel cortile.
-Sono i Nazgul?-
-No, sire. E' il mio stomaco-
George affrontò la faccenda senza troppi complimenti. Nel frattempo, la discussione divampava da un'altra parte. John e Paul litigavano, come sempre.
-Uscirà con me-
-NO con me!-
-Tu sei sposato-
-Tu sei una checca-
-Tu sei cieco-
-Tu non puoi stare senza trucchi-
-Non ci uscirà con te! E' troppo bella!-
-Hai ragione. E' troppo bella-
-Ammetti che uscirà con me?-
-No. Fareste a gara a chi ha la migliore acconciatura-
-Ma che succede qui? E soprattutto, perché litigate davanti il ritratto di mia figlia?-
Elrond si avvicinò ai due ragazzi.
-Sua...-
-Si. E se lo volete sapere, è già sposata con un figlio-
I due ci rimasero malissimo. Nel frattempo, lo stomaco di George si fece risentire. Dopo un lauto pranzetto, apprezzato soprattutto da George e da Sam, Gandalf annunciò che era arrivato il momento di rimettersi in viaggio verso Mordor.
-Prima mi dite che cosa sono questi Nazgul?-
-Sono gli spiriti dei nove re degli uomini che sono al servizio di Sauron e cavalcano delle enormi creature alate. Il loro richiamo assomiglia molto allo stomaco del tuo amico George-
George, per la prima volta dall'inizio di quella avventura, fu in imbarazzo. A salvarlo, fu il trambusto che si venne a creare nel cortile del palazzo. Un elfo (vero) e un nano arrivarono in sella ai loro cavalli e già dal cortile, fecero un segno di saluto a Elrond.
-Quelli sono Legolas e Gimli. Vi accompagneranno nella vostra avventura. Fa sempre comodo avere delle guardie, specie in situazioni del genere-
-Va bene ma... come ci andremo in questa Mordor?-
John, da bravo leader, aveva preso il comando del gruppo.
-Noi possiamo evitare di venire? C'è bastato una volta-
Al cenno d'assenso di Elrond, Sam e Frodo ripresero subito la via della Contea.
-Ci verrà in aiuto la foresta questa volta.-
Elrond indicò fuori dalla finestra e i quattro ragazzi si accorsero per la prima volta che l'albero davanti a loro aveva occhi, naso e bocca.
-E questo cos'è?-
-Come c'aiuta un albero ad andare fin lì?-
-Io non sono un albero. Sono un Ent-
Con loro enorme stupore, l'albero parlò.
-Parli sempre così?-
-Gli Ent non hanno mai fretta, ragazzo dal naso a becco di gufo. Mi chiamano Barbalbero e vi accompagnerò sino a Mordor.-
-Se lo dici tu-
-No. A me questi cosi hanno sempre fatto paura! Ecco perché noi nani viviamo nelle caverne e nei sotterranei-
Gimli cominciò ad agitarsi, brandendo l'ascia per aria. Dal folto bosco dietro Barbalbero, si alzò un mesto borbottio di dissenso.
-Credo dovresti chiedere scusa-
-Io non chiedo scusa a nessuno, Orecchie a punta!-
-Vorrà dire che verrai con me correndo-
Gimli rimase interdetto.
-Mi accontento degli alberi.-
Dopo varie discussioni e vari accordi, il nostro gruppo di eroi partì per la spedizione. Durante il tragitto, a turno, gli accompagnatori spiegarono ai Beatles la storia più completa per fargli capire cosa fosse successo nella Terra di Mezzo. Di contro, i nostri raccontarono delle loro peripezie in patria e in terra di Germania e come ora fossero pronti a scalare le classifiche mondiali.
-Ho visto qualcosa muoversi-
-Dove?-
-Lì. Era veloce, non so dire cosa fosse-
-Sei sicuro Richard?-
-Si. Non sono cieco come John-
-Ehi!-
-Sei cieco. Ammettilo-
Gandalf interruppe lo scambio di battute indicando un punto lontano.
-Quella è Mordor-
-Noi vi lasceremo alle pendici del Monte Fato. Noi Ent non vogliamo immischiarci più di tanto nelle questioni degli umani.-
Barbalbero fu di parola. Gli Ent li depositarono alle pendici del Monte per poi tornare dentro la foresta di Fangorn.
-Credo vogliate evitare la vecchia Shelob vero?-
I quattro, nonostante la totale ignoranza riguardo la persona, o meglio, la cosa, di cui stesse parlando lo stregone, annuirono.
-Andremo da questa parte. Forza giovani amici-
La compagnia si apprestò a salire un ripido pendio che portava all'entrata della fucina del Monte. Una figura, però, gli sbarrò il passaggio.
-Il mio... tessssssssssssssssssoro-
-Smeagol!-
-Allora è vivo!-
-E noi che facciamo ora?-
-Combattere!-
-Combattere? Ma se avete fatto venire quei due! Con cosa combattiamo noi? A colpi di rock'n'roll?-
Paul cercava di trovare una soluzione a tutto, come sempre. Andava su e giù per il sentiero battuto, mentre gli altri restavano impassibili davanti un Gollum che li osservava attentamente. Smeagol si avvicinò a Ringo, comprendendo che era quello il suo bersaglio.
-Dov'è il mio tesssssssssoro?-
-Perché guardi me?-
-Tu hai tutti questi anelli. Dov'è il mio tesssssoro?-
-Non ce l'ho-
Per tutta risposta, Gollum assalì il povero batterista, buttandolo a terra e costringendolo alle peggiori torture. In quel momento, Elrond e Galadriel irruppero dentro la caverna.
-Ha ragione Gandalf! Lui non ha l'anello. L'Anello è stato distrutto!-
Intanto i ragazzi si buttarono a capofitto sui due litiganti, cercando di separarli e salvare così la vita al loro prezioso batterista.
-Ringo dagli un anello qualsiasi!-
-GIAMMAI!-
-Buttiamo anche te nella pozza di lava incandescente-
-Prendi questo, è quello a cui tengo di meno.-
Con un tranello, George riuscì a prendere l'anello dalla mano di Ringo e, con l'aiuto di Paul, riuscì a far cadere Smeagol nell'abisso di lava.
-Se succede ogni volta che restiamo in studio per registrare, spero di non vendere nemmeno un disco-
Richard mantenne la sua posizione, tirando un sospiro di sollievo, mentre gli altri tre si accasciavano sopra di lui.
-Forza Beatles. E' ora di tornare a casa.-
Gandalf li accompagnò fuori, dove c'erano le stesse aquile di prima che li aspettavano. Dopo un volo estenuante, raggiunsero finalmente la Contea, dove la grande porta bianca degli studi di Abbey Road troneggiava sulla cittadina Hobbit.
-Siete davvero dei bravi ragazzi-
-Grazie Gandalf. E' stata una bella esperienza, ma non credo che la ripeteremo-
-Non vi biasimerei Paul-
-Non lo avrei mai detto ma, ho bisogno dei miei occhiali-
-John stiamo per tornare a casa. Non so come farò senza uno dei miei anelli-
-Ho fame-
Gandalf, Elrond e Galadriel si scambiarono delle occhiate eloquenti. Questi ragazzi erano simpatici, allegri, intraprendenti, ma anche irrefrenabilmente sinceri.
-Buon ritorno a casa, Beatles-
-Grazie Gandalf. Cercheremo di farvi avere una copia del nostro disco e un giradischi per ascoltarlo-
-Vorremmo fermarci ancora un po' ma...-
-MANGIATORI DI FRITTELLE A TRADIMENTO!-
-DOBBIAMO SCAPPARE!-
I quattro aprirono immediatamente la porta bianca e, con loro immensa gioia, riconobbero l'ingresso familiare degli studi. Senza nemmeno rendersi conto di ciò che facevano, caddero tutti e quattro addormentati, esattamente nel punto in cui si erano addormentati la sera prima.
-Paul... Paul!-
-John!-
Qualcuno li stava scuotendo. Quei qualcuno erano Brian Epstein, George Martin, Neil Aspinall e Mal Evans.
-Ma che fine avete fatto? Vi abbiamo cercato per tutta l'Inghilterra-
-Sapeste...-
-Su ora tornate a casa e riposatevi un po' che il disco dovrebbe uscire fra poco.-
I quattro uscirono dagli studi, ben felici di trovarsi nella vecchia, caotica, insostituibile, carissima Londra. L'unica cosa che riuscirono a concordare fu: "Speriamo che la prossima volta la cosa più agitata che ci capiti sia inseguire un agnellino in un prato inglese"
 


Spazio autrice
Ebene si, sono tornata. Non so se questo è un bene o un male ma vabbè... Comunque, questa è la mia prima AU nonchè la mia prima storia comica. All'inizio non volevo renderla comica ma scrivendola certe battute sono venute fuori praticamente da sole e non si potevano togliere. Questa OS è stata scritta per un concorso indetto su FB dalla pagina Take a Beatles' song and you will feel better, Jude. che vinca o meno, mi sono divertita un mondo a scriverla perchè amo i Beatles e amo il magico mondo di Arda creato da quel grandissimo genio di John Ronald Reuel Tolkien (che lui e John Lennon abbiano lo stesso nome e siano entrambi pirati della strada è solo una coincidenza??? mmm) e spero che voi vi divertiate a leggerla :) alla prossima ^_^
  
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