La ricerca è favola di sera,
come canto dolce della madre,
che carezza quel viso e quelle gote
di un figlio che ha fatto e che rimane
nella casa in cui la storia nasce,
nella stanza che un giorno ancor lontano
lascerà vuota, fredda e spoglia
e porterà con sé la vita e la voglia,
e come tutti finirà,
come vorrà.
Nei mattini in cui il cielo resta muto
e nei pranzi a tavole ormai vuote,
sentirà gonfiarsi il suo dolore
per il distacco ch’è noto come amore,
e capirà che parte del suo cuore,
ha perso ormai,
ma rivivrà.
Nei calmi e ombreggiati pomeriggi d’estate,
un sorriso le segnerà le labbra,
perché un grido di gioia e di scoperta
del figlio in figlio le giunge dalla porta,
e fin quando brezza dentro resterà,
come sempre,
amerà.
E nelle notti in cui si rende il conto
di quei tempi passati e non vissuti,
solo loro saranno suoi rimpianti,
mentre il resto s’affaccerà sul mondo.
E quando il respiro, breve sarà.
E quando la vista, vecchie ombre rivedrà.
Verso il mare da cui si è spiaggiata.
Lei tornerà.
E rivivrà.