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Autore: slanif    08/02/2014    2 recensioni
HanaRu, accenni di SenRu
Hanamichi è innamorato di Rukawa, e vuole fare qualunque cosa per conquistarlo! Sta già progettando un piano malefico per mettere in atto i suoi propositi, quando una telefonata di Sendo al cellulare di Kaede gli scombussola tutti i piani...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2°
Il Piano Di Hanamichi




**



Sendo e Rukawa?

MA STIAMO SCHERZANDOOO?

Sono furioso, furioso, FURIOSO!

Non solo per il fatto che Sendo ha il numero di cellulare della volpe e io non sapevo nemmeno che la volpe avesse un cellulare, no… sono incazzato soprattutto perché quella risposta laconica del mio compagno di squadra nonché oggetto dei miei desideri, mi ha lasciato alquanto nervoso! Sì, perché se ne sono accorti anche i sassi che Sendo ha delle mire sul mio (e sottolineo MIO! Anche se non ancora ufficialmente, ma LO SARA’!) volpino, altroché! Non faccio la benché minima fatica a ricordare tutti gli strusciamenti che quel porcospino maniaco attua continuamente sulla volpe ogni qualvolta le nostre squadre si incontrano e si sfidano, che sia un’amichevole o una partita di campionato! Oltretutto che so (grazie a quella pettegola di Ayako che sa tutto di tutti) che ogni tanto si vedono al campetto vicino al parco comunale per sfidarsi in degli one-on-one.

Mi sento ribollire.

E mi sento così anche per come gli ho risposto, al volpino! Con quel mio “Col cazzo” così stizzito, pure un mattone si sarebbe dato una smossa e si sarebbe domandato che diavolo mi piglia!

Calma! Devo mantenere la calma…

Rukawa mi sembrava infastidito dalla telefonata di Sendo, ma non è facile dirlo visto che è espressivo come una scarpa, perciò non posso saperlo con certezza… però io SO cosa voglio, questo non è cambiato!, e ho tutta l’intenzione di velocizzare il mio piano (che è ancora mezzo campato in aria, ma va bene lo stesso… il Tensai saprà improvvisare!)!

Perciò, chiamo Yohei.

Il telefono squilla un paio di volte, poi la voce calma del mio migliore amico mi risponde: “Pronto?”.

“Yohei, sono Hanamichi…” dico.

“Oh, ciao fratello minore di King Kong(*01)!” mi saluta il mio migliore amico, con uno degli innumerevoli nomignoli che mi ha affibbiato insieme a quegli altri tre deficienti di Noma, Okuso e Takamiya.

“Simpatico…” sbuffo, fingendomi arrabbiato, anche se non lo sono davvero “Senti, mi servirebbe di parlare con calma con te…” dico.

Il mio amico sta un attimo in silenzio, poi la sua voce seria mi dice: “Vengo da te?”. Lo sa che la mia è una richiesta seria, perché lui è il mio migliore amico e sa con assoluta certezza quando faccio l’idiota e quando non lo faccio. E’ la persona che al Mondo mi conosce meglio, che sa con assoluta certezza come mi sento in ogni momento e anche se si diverte un Mondo a prendermi in giro e a farmi sentire un idiota, lui c’è sempre quando io ho bisogno di lui.

Anche adesso, che in meno di venti minuti è qui davanti a me che mi sorride con il suo solito cipiglio che vuol essere severo e misterioso, ma che io so nascondere un cuore buono e partecipe.

Ecco. Mi affido proprio a questo cuore buono per far si che non mi sbatta in faccia la porta dopo che gli avrò confidato il fatto che mi piace Rukawa, e quindi la mia omosessualità. Sono terrorizzato. Lui è il mio migliore amico, e non voglio perderlo per nessuna ragione al Mondo! Però non posso dire con assoluta certezza che per lui non ci saranno problemi! Non abbiamo mai affrontato un argomento simile, e non so bene lui come la pensa… oltretutto che mi sta venendo la sudarella e pensare che non ho neanche riflettuto prima di chiamarlo, preso come ero dal desiderio di conquistare la volpe! Se ci avessi riflettuto bene, probabilmente non lo avrei chiamato…

“Allora, Re dei due di picche(*02), cosa mi ha portato qui?” chiede Yohei sorridendo, avviandosi verso la cucina e cadendo pesantemente su una delle quattro sedie bianche di legno del tavolo piccolo e quadrato.

“Beh…” tentenno “Il fatto che voglio evitare un nuovo due di picche, suppongo…”. Meglio andare dritto al sodo. Più temporeggio, più sto peggio! Anche perché io non sono una persona che è capace di non dire quello che pensa, anche se poi magari mi do la zappa sui piedi da solo!

Yohei alza un sopracciglio: “Harukina cara già ti ha dato un due di picche, mi pare…” mi fa notare lui.

“Haruko non mi interessa più” dico, serissimo.

Yoehi sbarra gli occhi, alza ancora il sopracciglio e con un sorriso sorpreso mi fa: “Ah, no?”.

“No” dico. Sento il cuore a mille nel petto, il sangue che scorre come un pazzo nelle vene scaricandomi un mare di adrenalina addosso e la mia faccia, lo so, è rossa tanto quanto i miei capelli.

“Avevo notato che non facevi più lo scemo con lei, ma pensavo avessi attuato una tattica più matura…” dice Yohei, continuando a sorridere “Allora? Chi è la nuova preda?” ride.

“Beh…”. Possibile che la mia faccia bruci ancora di più e io sia diventato ancora più rosso? Evidentemente sì… “Ecco…”.

“Temporeggi?” domanda Yohei, sbracandosi sulla sedia e poggiando la schiena alle piastrelle bianche, mettendosi di traverso rispetto alla sedia, con un braccio sulla spalliera e l’altro sul tavolo.

“Beh, non è facile…” dico. Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo!

“Hanamichi, parla. Lo sai che a me puoi dire tutto” mi dice Yohei, con cipiglio serio, aggrottando un poco le sopracciglia.

Anche questo?

Lo fisso dritto negli occhi, e prendo fiato, socchiudendo la bocca: “Vedi, Yohei, la persona che adesso mi fa battere il cuore, e lo fa seriamente e profondamente, è qualcuno che tu neanche ti potresti mai immaginare… la persona che mi piace è…”.



Mi ero illuso che sbattendogli il telefono in faccia avrei fatto smettere quell’idiota di Sendo nel tormentarmi, ma ovviamente mi sbagliavo… e infatti eccolo qui, seduto comodamente sul divano di casa mia, nel mio salotto, che mi fissa sorridendo come un ebete, quando nessuno (è chiaro) l’ha invitato!

Quante volte dovrò dirgli le stesse identiche cose?

Ovviamente non apro bocca. Mi limito a fissarlo con sguardo serio, aspettando che sia lui a parlare.

Ma non devo aspettare molto, perché Sendo non è uno che temporeggia troppo. Perciò, alla fine, col suo tono calmo e al contempo malizioso, mi dice semplicemente: “Non è gentile che tu mi riattacchi il telefono in faccia tutte le volte che ti chiamo…”.

“Nh”. Che diavolo vorresti, scusa? Che sto lì le ore a sentire le tue chiacchiere? Scordatelo…

Lui non si perde d’animo di fronte al mio monosillabo, perciò continua: “Anche perché, davvero, io sono serio quando ti dico che mi piaci!”.

Sbuffo. Ancora? Roba da matti… “Ti ho già detto che non mi interessa, Sendo”. E con questo, per me, il discorso è chiuso.

“Sì, sì, lo so…” continua a sorridere lui, mantenendo una stoica calma “Ma… perché?”.

La sua domanda mi lascia sconcertato. Come perché? Perché sì e basta!

Mi limito ad alzare un sopracciglio, senza cambiare la benché minima espressione o proferendo verbo.

“Voglio dire… noi siamo grandi rivali, tra di noi la tensione in campo è evidente…”. Tensione per la sfida, Sendo, non tensione sessuale. Quante volte te lo devo dire? “Eppure tu continui a rifiutare questo sentimento”.

“Il sesso non è un sentimento”. Perché è questo che vuoi da me, Sendo, lo so benissimo, e non sono disposto a darti niente del genere. Io non amo il contatto col prossimo, perciò figuriamoci se riuscirei mai a fare solo del sesso con una persona! Benché nessuno lo direbbe, io sono una persona di sentimenti, che se ama qualcuno lo ama e basta, senza distrazioni. Solo a quel punto mi dedico anima e corpo a quella persona. Così come per il Basket, che cattura tutta la mia forza, la mia volontà, il mio interesse perché lo amo, altrettanto sarei con una persona. Perciò no, Sendo, non posso darti quello che vuoi. Non saprei neanche come fare! Non mi faccio toccare da nessuno, perciò perché dovrei permetterlo a te che sì, sei il mio grande rivale, ma che non susciti in me null’altro che puro spirito agonistico?

“Ma potrebbe essere un inizio!” mi ribatte, impassibile come sempre.

Sendo… se dici una cosa del genere, confermi solo quelle che penso… e cioè che non hai capito un accidenti di me!

“No” è la mia lapidaria risposta.

Discorso chiuso.

Stop.

Esci da questa casa!

Sendo continua a sorridere: “Ma perché?” ripete. La sua voce è seria, il suo sguardo è sempre sereno, ma vi vedo una leggera incrinatura, come se le fondamenta del castello che si è creato avesse perso il primo mattone. Il tuo sorriso è sempre lì, imperturbabile, ma io lo so che adesso non hai tanta voglia di sorridere, Sendo.

“Perché non mi interessi in quel senso” spiego, con tono calmo ma deciso. Voglio che capisca bene il concetto. Che comprenda che non sto affatto scherzando!

Mi dispiace essere così duro con lui, perché è indubbiamente il mio rivale e lo rispetto come giocatore, ma non posso di certo imporre al mio cuore di provare qualcosa per lui quando non è così! Prima farà i conti con la realtà, meglio è…

“C’è un altro?”.

Il castello adesso è crollato, lo vedo nei suoi occhi, e se da una parte mi fa ridere di fronte a questa domanda perché è davvero assurda e lui non è il mio fidanzato, mi sento comunque in dovere di rispondere sinceramente: “No”.

“No perché non è ancora tuo o no perché non c’è proprio?” mi domanda. Lo vedo stringere forte i pugni. Sembra furente.

“Che domanda è?” non posso esimermi dal chiedergli.

Ma che diavolo hanno tutti, oggi? Prima il Do’aho che se ne esce con quelle domande in spogliatoio, e adesso Sendo che sembra intenzionato a seguire il demenziale esempio di quella testa rossa! Ripeto: ma perché tutti io i deficienti?

“Una domanda sensata!” sbotta Sendo, perdendo definitivamente la calma. Il sorriso è sparito dal suo volto e comincia ad agitarsi sul tessuto scuro del divano come se avesse una tarantola sul sedere “Ho visto come vi guardate…”.

Eh?

“Guardiamo? Ma chi?” non posso esimermi dal chiedergli, anche se non vorrei dargli questa soddisfazione. Sono sinceramente sconcertato. Ovviamente dal mio viso non trapela niente, ma io sono davvero curioso di capire che diavolo sta dicendo Sendo…

Lui mi fissa ancor più furente, perché pensa lo stia prendo in giro: “Tu e Sakuragi”.

EEEHHH?

O Kami(*03)…

Ma è del tutto impazzito? Io e Sakuragi? Ma che va farneticando?

La mia faccia totalmente basita penso sia sufficiente per fargli comprendere che non so di cosa stia parlando, o forse lui è partito definitivamente per la tangente e deve riversarmi addosso tutto il suo malcontento e basta, per questo continua a blaterare la sua folle ipotesi: “Massì, tu e quel casinista del cazzo… sempre a lanciarvi quegli sguardi infuocati e a menar le mani! Bella scusa per toccarsi!”.

Okay…

Cerchiamo di riacquistare la calma…

Sguardi infuocati? Facciamo a botte come scusa per toccarci?

“Sendo, hai la febbre?”. No, perché stai decisamente delirando…

“No che non ho la febbre!” sbotta lui, alzandosi in piedi di scatto. I suoi pugni sono ancora stretti, ed è davvero, davvero arrabbiato “Datti una svegliata, Rukawa!” sbraita, prima di prendere la porta e uscire.

Ma stiamo scherzando?




“RUKAWA?” urla Yohei, ad occhi sbarrati.

“S… sì…” sussurro, ancora bordeaux sulla faccia. Non mi sento neanche più le orecchie… “Ti faccio schifo?” chiedo, anche se ho sinceramente paura della sua risposta. Non voglio perdere il mio migliore amico…

“Ma no, scema di una scimmia!” dice Yohei, scoppiando a ridere “Solo… Rukawa! Cavolo!” esclama, ridendo ancora.

“Che c’è di tanto strano?” mi innervosisco. Ma non troppo, perché sono davvero super felice che lui non mi giudichi. E’ davvero il miglior amico che io potessi mai desiderare…

“Beh, voglio dire…” comincia lui, tornando serio “Rukawa non ha un carattere facile, di più… oltretutto che non devo essere io a ricordarti tutte le botte che vi date ogni giorno, gli insulti, le tue proclamazioni di odio… è un’impresa davvero difficile, amico mio!” mi confessa i suoi timori. Che sono anche i miei, per inciso…

“Non mi aspetto un’impresa facile, ma so che ne vale la pena!”. Ed è quanto di più vero io abbia mai detto.

Sono serissimo, il mio sguardo è deciso, e Yohei sa che non sto scherzando. Perciò mi sorride in quel modo fiducioso che mi fa sempre sentire invincibile e alla fine mi chiede: “Hai un piano?”.

“E’ proprio di questo che volevo parlarti, oltre ovviamente a confidarti tutto…” comincio, passandomi una mano tra i miei incasinatissimi capelli rossi che ormai sono ricresciuti “Mi serve il tuo aiuto”.

“Tutto quello che vuoi!” ride lui “Spara!”.

“Allora… la geniale mente del Tensai ha elaborato un convincente piano di cui tu sarai una parte fondamentale…” comincio, ridacchiando “Rukawa dorme tutti i giorni in terrazzo, no?”.

Yohei annuisce.

“Ecco… stavo pensando, visto che il dannato Sendo si è già fatto avanti…” ringhio, ma a questo punto Yohei mi interrompe: “Dannato Sendo? Cos’è ‘sta storia?”. Già… non gli ho raccontato questa parte… perciò, in poche parole gli spiego quello che è brevemente successo negli spogliatoi.

“Che ne sai che si è fatto avanti?” mi domanda Yohei, piegato in avanti verso di me, gomiti ben piantati sul tavolino.

“Che altro vuole, sennò? Quello lo spoglia con gli occhi!” sbraito, battendo il pugno sul tavolo. Sono divorato dalla gelosia, non c’è neanche bisogno che ve lo dica… se avessi qui davanti il porcospino maniaco penso che lo polverizzerei a suon di testate! Io sono uno passionale, che quando decide che una cosa è sua è sua e basta! E Rukawa è MIO (anche se lui ancora non lo sa…)!

Yohei sorride: “Va bene, va bene… non farti prendere dalla gelosia” ride “Continua a spiegarmi il piano, dobbiamo agire!”.

“Questo è lo spirito giusto!” rido, piegandomi in avanti a mia volta, e con calma comincio a spiegargli il mio piano geniale…



Le parole di Sendo mi hanno lasciato basito.

Sguardi infuocati tra me e quell’idiota? Ma stiamo scherzando?

Okay, lo ammetto anche io che è l’unico, col suo gigantesco casino, a farmi uscire dal torpore in cui mi ritrovo ogni giorno, a meno che non sia su un campo da Basket, ma da qui a dire che ci scambiamo sguardi infuocati… ce ne passa!

Anche perché… chi l’ha mai guardato, Sakuragi? Cioè, lo so com’è fatto, ma non mi sono mai soffermato a guardarlo
per davvero, e questo è evidente del fatto che non lo vedo in nessun altro modo che come compagno di squadra! Un compagno di squadra casinista, attaccabrighe, che non fa altro che menar le mani con me e urlarmi contro che mi odia, tra l’altro…

Già, Sendo ha detto che il menarci è una scusa per toccarci. Ma era serio? Cioè, okay che è vero che Sakuragi è l’unico che mi tocca, ma lo fa per tirarmi dei pugni, perciò è davvero da considerarsi come una cosa positiva? Io direi ovviamente di no…

Eppure Sendo ha parlato al plurale.

Secondo lui, perciò, anche Sakuragi mi guarda con occhi infuocati? Ma sul serio? Mi viene da ridere…

Ecco. Sakuragi forse riesce in questo. Ogni tanto, quando ne spara una delle sue, mi fa venire quasi voglia di sorridere. Ho smesso di farlo tanti anni fa, quando mia madre è morta e ha lasciato da soli me e mio padre. Questo fatto ha inciso molto sul mio carattere che era già chiuso di suo, e ha contribuito solo a farlo sigillare completamente. Non so perché sia successo, ma è successo. Alla fine, ho capito che non avevo voglia di ridere e basta. L’unica con cui ridevo era la mamma. Lei mi abbracciava, mi baciava, mi faceva sentire amato ed aveva un carattere positivo e bello che mi faceva sentire coinvolto nella sua felicità. Mi diceva sempre che ero il suo principe perfetto, che ero la cosa più bella della sua vita e che niente ci avrebbe diviso. Purtroppo però, la malattia lo ha fatto.

Era molto tempo che non pensavo a mia madre, ma a farlo adesso, mi rendo conto che lei rideva sempre. Come il Do’aho.

Anche Sakuragi è positivo e aperto al Mondo, sorridente e allegro. Certo, si perde in delle scemenze, ma non è affatto una persona cattiva. Anzi, è la persona più buona che io abbia mai conosciuto. Se si guarda sotto quegli strati e strati di arroganza e megalomania, si vede subito che è una persona buona. Sincera. Solare.

E’ quel genere di persona che, anche se non vuoi, ti coinvolge nella sua felicità. Come era tanto brava a fare mia madre.

Okay. Calma. Che diavolo sono questi pensieri? Perché sto analizzando il Do’aho così a fondo? In fondo lo so com’è: un idiota! Io non do mai soprannomi a caso, per quelle poche volte che parlo, perciò figuriamoci se dico stupidaggini come fa lui!

Subito mi viene in mente la sua immagine, con quella faccia da idiota patentato, che mi fissa gridando che è un grande Tensai e nessuno può batterlo. Lo vedo che si pavoneggia, super convinto che diventerà il migliore.

Illuso!

Mi vedo davanti agli occhi la sua faccia rilassata in una risata rumorosa e contagiosa, quella che fa sempre quando vuol far ridere tutti. E di solito ci riesce, perché gli allenamenti allo Shohoku sono sempre pieni di risate! E anche se interrompe gli allenamenti, nessuno lo critica, perché porta quella ventata di aria fresca che ogni tanto è bene respirare. E’ il trascinatore morale delle nostre partite, è quello che sa stemperare la tensione con una sola parola. E’ un casinista convinto, e mi fa spesso incazzare per questo, però…

Però, mio malgrado…

Rido.

Come un deficiente, da solo in salotto, attacco a ridere come non mi succedeva da… da… da non so nemmeno più io quanto tempo!

Mi sento un malato di mente, a ridere da solo come un cretino immaginando quell’imbecille dalla zazzera rossa che si pavoneggia per tutta la palestra, saltellando come un canguro. Vedo il suo corpo dalla pelle d’oro e quegli stupidi capelli da esaltato. Vedo le sue gambe lunghe che si muovono rigide come un robot e vedo la sua grinta, la sua tenacia, il suo mai arrendersi, il suo continuo spronarsi ad essere il migliore, anche rompendo i timpani (e non solo quelli!) a tutto il Mondo. Vedo la luce nei suoi occhi, quella che ho sempre notato in lui e che mi ha portato sempre a dirgli: “Impegnati” perché hai un futuro nel Basket, e devi metterci tutto te stesso. Vedo quella luce in quegli occhi cristallini, marroni come il cioccolato, che mi fissano in mille espressioni diverse. Perché il Do’aho è così: cambia espressione ogni mezzo secondo e tutto quello che prova gli si legge sulla faccia. Ma soprattutto, nei suoi occhi vedo tutte le meraviglie del Mondo, perché il Do’aho ha un animo buono e limpido come quello di un bambino…

Riapro i miei occhi, mentre lentamente la risata si spegne, e alla fine, con un soffio, quello che più temevo e che non volevo ammettere, esce dalle mie labbra: “Sono innamorato di Sakuragi…”.




**CONTINUA**



(*01) Fratello Minore Di King Kong: Non me lo sono inventato io. Nella versione non censurata dell’Anime (che si trova solo nei DVD), Hanamichi viene chiamato anche in questo modo (oltre a tutti gli altri stupidi soprannomi) dai suoi amici e compagni di squadra.

(*02) Re Dei Due Di Picche: Leggere la Nota 01.

(*03) Kami: Dio in giapponese

Nota Finale: La reazione di Yohei, così bonaria di fronte alla notizia che il suo migliore amico è omosessuale, per quanto probabilmente ad alcune di voi potrà sembrare inverosimile, io sono dell’idea che, come Yohei ha sostenuto Hanamichi nella sua folle impresa di giocare a Basket, altrettanto lo sostiene in tutti gli altri aspetti della loro vita. E non è facile, intendiamoci, perché se prima erano abituati a bighellonare dalla mattina alla sera insieme condividendo ogni momento, all’improvviso Mito si trova messo da parte per il Basket. Non tutte le persone lo avrebbero accettato, a lungo andare, e invece Yohei non solo lo ha accettato, ma supporta Hanamichi in tutti i modi, andando a vedere le sue partite e facendo il tifo. Lo prende anche in giro, è logico, ma perché si vogliono bene, e non per cattiveria. Perciò ho immaginato che fosse plausibile che, essendo Yohei un amico con la A maiuscola, non facesse particolari storie di fronte all’omosessualità del rossino perché, come ha sempre fatto, lo sosterrà incondizionatamente. Insomma, secondo me Mito è l’amico che tutti noi vorremmo avere, e mi piaceva farlo notare anche a voi lettrici!

   
 
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