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Autore: Juu_Nana    15/06/2008    12 recensioni
Cosa deve fare uno per essere un buon padre?
Occorre sapere la fine vicina per dedicare al proprio figlio un gesto d'affetto?
Dedicata a Umpa_Lumpa ^^
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno a tutti bella gente! Spero che ve la passiate bene in questi giorni! Oggi la nostra Umpa_Lumpa compie 15 anni e ho deciso di farle un piccolo regalo scrivendo questa one-shot! Auguri!! ^^


15 giugno, il compleanno di Trunks



« È mattina! È mattina! » le tende vennero bruscamente spostate e una luce abbagliante si riversò nella stanza, svegliando di soprassalto gli sfortunati ex dormienti.

« Svegliatevi, svegliatevi! Oggi è il mio compleanno! »
La donna mormorò a bassa voce poche assonnate parole, tra cui si riuscì a capire “sette” e “mattino”, poi tirò la coperta sopra la testa, cercando di sottrarsi al fastidioso chiarore.
« Trunks! » La reazione dell’uomo fu decisamente più brusca… si tirò a sedere di scatto, fulminando con lo sguardo lo sfortunato bambino che aveva iniziato a saltellare allegramente per la stanza.
« Cosa ci fai in piedi alle sette del mattino?! » strepitò, irritato.
« Oggi è il mio compleanno » rispose piano Trunks, fermandosi di botto.

Ogni anno la stessa storia.
« Sparisci, Trunks » disse seccamente Vegeta risistemandosi svogliatamente sul materasso.
« Ma… » il giovane saiyan desistette subito e si avviò, abbattuto, verso la porta.
Una mano gli si posò sulla spalla.
« Cos’è quella faccia triste? Oggi è il quindici giugno, è un giorno importante. Da oggi hai nove anni, ormai sei un ometto» disse Bulma con un sorriso rassicurante dietro cui celò la stanchezza per la levataccia. Trunks strinse tra le piccole dita la mano della mamma e tornò a incamminarsi verso l’uscita, riacquistando a sua volta un sorriso.
« Scusa il papà che ti ha risposto male, ma sono solo le sette… è stanco » continuò Bulma aprendo la porta.
« Oh, ma dal papà me lo aspettavo. A me dispiaceva che anche tu mi avevi ignorato » rispose Trunks, fissando la mamma e chiudendosi la porta alle spalle.
E Vegeta rimase da solo nella stanza.

“Dal papà me lo aspettavo” .

Queste parole gli riecheggiavano nella testa e, dura da ammettere, gli davano un certo fastidio.
In che senso quel moccioso se lo aspettava?!
Il Principe decise di alzarsi, tanto ormai era sveglio.
Si vestì sbrigativamente prendendo dall’armadio le prime cose che gli capitarono a tiro, con ancora in mente lo sguardo mortificato e avvilito che gli aveva rivolto suo figlio.

« Buon compleanno! » Sentì urlare dal piano di sotto. Strinse i denti, pensando a quelle stupidate terrestri. Bulma voleva sempre fare due feste: una era una specie di ricevimento ufficiale a cui era invitato più o meno mezzo mondo.
L’altra era quella che si stava svolgendo al piano di sotto, una specie di piccola riunione di famiglia dove ci si limitava a mangiare una torta e ad aprire i regali.
Sarebbe volentieri andato direttamente nella gravity room, ma il suo stomaco non era dello stesso parere e gli inviò un sordo brontolio di protesta.

Anche se restio, il Principe dei saiyan scese le scale e si diresse verso la cucina dell’immensa abitazione. Ma, passando accanto al salotto, intravide la famigliola al completo, tutti con un ridicolo cappellino conico sulla testa, che battevano le mani mentre il piccolo Trunks era in piedi su un piccolo sgabello. Il bambino stava spegnendo le candeline poste sopra una maestosa e gigantesca torta al cioccolato, con su scritto in caratteri di panna “Buon compleanno Trunks!”.
A Vegeta si contorse lo stomaco a quella scena e non solo per la torta di compleanno che quasi sembrava chiamarlo. Erano già nove le candeline sulla torta e lui non era stato vicino a lui nemmeno una volta quando era venuto il momento di soffiare su quelle fiammelle.
Provava… una punta di rimorso. Rimorso per quel tempo che passava, per tutto quel tempo che non passava con lui. Piuttosto che ammetterlo a qualcuno che non fosse se stesso avrebbe preferito farsi scannare vivo, ma lui sarebbe stato contento di stare vicino a suo figlio.

Ma non voleva.
Aveva paura di deluderlo, paura di non essere il super guerriero anche nelle normali situazioni di tutti i giorni.
“No! Il Principe dei saiyan non ha paura, mai. E non si dispiace di stare lontano da un moccio so qualsiasi”.
Peccato che quello non fosse un “moccioso qualsiasi”, lo sapeva bene.
Ma non si sarebbe lasciato andare ai sentimenti…

Scosse stizzito la testa, prima di riprendere l’avanzata silenziosa verso la cucina. Ma dopo neanche due passi, pestò un qualcosa di nero e peloso che emise uno strano verso non identificabile, prima di schizzare nel salotto e arrampicarsi in fretta e furia sulla spalla del padrone di casa.
« Ma dove ti eri cacciato, birichino? Chiese bonariamente il dottore accarezzando la testa del suo beniamino, che fissava con sguardo bieco un punto preciso. Seguendo lo sguardo del micio, lo scienziato scorse Vegeta che tentava vanamente di defilarsi.
« Ehi Vegeta! » lo chiamò frettolosamente, facendo inchiodare sul posto il saiyan.
« Perché non ti unisci a noi? Dai, oggi tuo figlio compie gli anni » lo invitò gentilmente.
Il Principe lo guardò storto per un paio di secondi e già aveva sulla punta della lingua una rispostaccia, quando il suo sguardo si spostò sugli occhi blu del figlioletto, luccicanti di speranza.

“Dal papà me lo aspettavo” questa frase gli martellò nella testa.
Come se già non bastasse, quello sguardo lo riportò a neanche un anno prima, quando, in procinto di andarsene, gli aveva concesso un abbraccio.
“Scusami Trunks, non sono stato un buon padre” queste erano le parole che gli aveva silenziosamente detto quel giorno…

Cosa deve fare uno per essere un buon padre?
Occorre sapere la fine vicina per dedicare al proprio figlio un gesto d’affetto?

Il Principe mosse un piccolo, incerto passo nella stanza. L’espressione di dubbio e sorpresa sul volto di Trunks lasciò spazio a un largo sorriso riconoscente.
“Non c’è nulla di male, per una volta… tanto, nessuno lo verrà mai a sapere” si disse tentando di convincersi, ma si sentiva solo uno stupido.
“E andiamo. Dopotutto è solo un’altra fida da vincere” si disse più deciso ed entrò definitivamente nella stanza, tentando di conservare il suo solito duro cipiglio e di mantenere il suo classico atteggiamento glaciale. Ma era molto, molto difficile, soprattutto dopo che incrociò lo sguardo felicemente sorpreso di Bulma o la gioia pura che irradiava quello di Trunks.
Ma dovette fare uno sforzo sovrumano per rimanere impassibile quando, dopo essere arrivato al centro della stanza, notò i tre pacchi incartati e poggiati contro la parete.
E non erano solo grossi, erano enormi!
Solo il più piccolo gli arrivava alla coscia ed era largo quanto il suo braccio teso. E la carta luccicante, tutta colorata e brillantinata avrebbe reso restio a distruggerla anche il più scalmanato dei bambini. Vegeta venne preso dal panico, anche se non lo diede a vedere. Che figura ci avrebbe fatto? Lui, il Principe, sarebbe stato l’unico senza regalo… No. Non se ne parlava neanche!
“Anche io darò qualcosa, una qualunque"
« Tieni tesoro, una fetta di torta » Vegeta afferrò sbrigativamente il piatto con sopra la fetta di torta al cioccolato che gli stava porgendo Bulma.
Una fetta di torta? Naaa, che razza di regalo sarebbe stato? Vegeta iniziò a mangiare lentamente (per i suoi standard), meditando su che cavolo di regalo trovare in quel momento. Aveva forse trovato una mezza idea, quando Trunks posò sul tavolo il suo terzo piatto prima di esclamare festoso:
« E adesso apriamo i regali! »
E a Vegeta mancò poco per strozzarsi con la torta.

È incredibile come al guerriero che era riuscito a salvare l’universo senza quasi battere ciglio, all’improvviso confessare di non avere un regalo, cosa che per altro non avrebbe sorpreso nessuno, sembrasse un problema insormontabile…
Ma Trunks non notò minimamente la preoccupazione del padre (che aveva mantenuto un’espressione di ghiaccio per tutto il tempo) e si fiondò sui regali dei familiari, di solito sempre i più belli tra quelli che riceveva durante la giornata.
E ad ogni sorpresa, assurdamente magnifica e unica, il sorriso del giovane festeggiato si allargava e la luce dei suoi occhi aumentava di intensità, mentre Vegeta era sempre più (interiormente) agitato. Quando tutti e tre i regali vennero liberati dal loro sfavillante involucro, Trunks saltò in piedi e chiese tutto contento:
« Posso avere un’altra fetta di torta? Ho una fame tremenda »
E il nostro Principe non riuscì a trattenere in gola quelle parole pronunciate con tono stupito:
« E a me non lo chiedi il regalo? »

Tutti i presenti voltarono attoniti la testa verso il saiyan, non credendo alle loro orecchie… aveva detto quelle parole solo per prendere in giro suo figlio, o aveva davvero preso un regalo?
« M-ma… Hai un regalo per me papà…? » domandò Trunks in un mormorio, non osando nemmeno pensare a una possibile risposta affermativa da parte di Vegeta.
Avrebbe voluto dire che il giorno prima aveva accantonato i suoi allenamenti apposta per uscire e comprargli qualcosa… avrebbe significato che aveva pensato a lui, che per il suo papà valeva qualcosa e non solo come combattente. Tutti questi pensieri Vegeta li capì subito, dal viso e dal tono del figlio.
“Ma porca… “ fu tutto quello cui riuscì a pensare.
“Ma me le vado proprio a cercare... ”
Aveva solo una mezza idea in testa e di certo il suo regalo sarebbe stato nulla in confronto a quelli degli altri.
Aveva paura, no, il terrore di vedere quella luce piena di gioia e speranza affievolirsi e spegnersi per causa sua.
Ma doveva provarci, lui era il Principe.

« Ti va… » iniziò titubante, mentre un leggero rossore gli iniziava a tingere le guance. Si ricordava incredibilmente il suo figlio venuto dal futuro.
Odiava quei momenti, li odiava.
« Ti va se… se andiamo al luna-park oggi? » chiese tutto d’un fiato abbassando gli occhi un attimo dopo.
Era sicuro di aver deluso Trunks. Doveva starsene in camera sua o andare direttamente nella camera gravitazionale…
« Io e te…? » Una vocina flebile flebile e tutta tremante…
« Io e te da soli, papà? » Vegeta trovò il coraggio di alzare gli occhi per guardare quelli del figlio. E per un attimo ebbe paura di rimanerne accecato, tanto brillavano.
« Sì… da soli » rispose, impacciato.
« Certo che mi va! Non me lo devi neanche chiedere! » Urlò colmo di gioia Trunks fiondandosi verso le scale.
« Non potevi farmi un regalo più bello, grazie! » si sentì gridare mentre il piccolo saiyan si precipitava di sopra, diretto in camera sua a cambiarsi. Vegeta guardò senza parole il punto dove il figlio era sparito.
“Ce l’ho fatta?” Si chiese attonito.
« Aspetta! » Urlò la signora Brief, correndo verso le scale
« E la torta? »

***

Altro che super addestramento a gravitò 250!
Stare dietro a quel terremoto per tutto il giorno, quello sì che era stato massacrante. Il bambino era voluto salire su più o meno tutte le giostre del parco, che era uno dei più grandi del mondo. Come se già non fosse sufficiente, non stava zitto per più di dieci secondi di fila e non si era minimamente lasciato scoraggiare dalle risposte monosillabiche che arrivavano ai suoi discorsi.

Mai più una giornata così…
Vegeta spense svogliatamente la tv, ripensando a quanto fosse difficile fare il padre e si avviò stancamente verso la sua camera, desideroso di concedersi ad un sonno ristoratore.
Ma aveva appena finito di salire le scale quando lo sguardo gli cadde sulla porta semi aperta della stanza del figlio, che era a letto già da un’ora. Un sottile fascio di luce entrava nella sua camera, fendendo le tenebre e illuminando un tratto del volto del bambino.
Il Principe dei saiyan si fermò a fissare con sguardo impenetrabile la figura di Trunks che dormiva saporitamente stringendo il suo pupazzo preferito, un simpatico orsacchiotto bianco grande due volte il suo giovane proprietario. Vegeta si voltò un paio di volte per accertarsi che il corridoio fosse deserto, poi aprì piano la porta della cameretta. Si avvicinò lentamente al letto e quando vi fu appresso per prima cosa scoccò uno sguardo di sufficienza all’enorme peluche, poi abbassò lo sguardo sul bambino addormentato. Gli si avvicinò, prima di sussurrare
« È avanzata della torta -
Nessuna reazione.
Bene.
Il freddo e cinico principe posò una mano sulla fronte del piccolo, scostandogli affettuosamente un ciuffo di capelli lavanda dal viso.
Un impercettibile sorriso gli si dischiuse sulle labbra.
« Oggi mi sono divertito, lo ammetto, ma non ci sperare: non ti ricapiterà molto presto un’altra giornata così » sussurrò.
« Buona notte » disse abbassando ulteriormente la voce, vergognandosi un po’.
Era così tenero suo figlio, mentre dormiva tranquillo sotto le coperte, su un fianco, raggomitolato su se stesso…
« Ti voglio bene »
Vegeta si alzò velocemente e si diresse verso la luce del corridoio, chiudendosi poi la porta alle spalle, gettando un’ultima occhiata a Trunks.

Mai più una giornata così…
Troppi sentimenti, e non doveva di certo lasciarsi influenzare.
Non aveva neanche finito di pensarlo che una debole vocina attirò la sua attenzione. Incuriosito il Principe aprì nuovamente la porta e vi si accostò.
Quello che suo figlio disse nel sonno gli rimbombò nella testa per una decina di volte prima che Vegeta riuscisse a capacitarsene.
Dopotutto lo aveva solo portato al luna-park… Però gli scaldarono il cuore.

« Il mio papà… è il migliore del mondo »
  
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