09/02/2014
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Scott era steso sul materasso lercio e sfondato della baracca, sollevato leggermente da due cuscini duri e piatti; i capelli rossi scompigliati per come aveva dormito, il viso rilassato ma ancora un po' assonnato e le palpebre chiuse. Ripeteva sempre, però, che quel posto era meglio di dove abitava lui.
Courtney era a cavalcioni sopra di lui, scrutava la sua pelle bianco latte, così chiara messa a confronto con la sua dorata e poi iniziò a passare i polpastrelli sul suo viso e sulle sue braccia, contando in un sussurro quante più lentiggini poteva. Avrebbe voluto posare le sue labbra carnose su ogni centimetro di pelle, ma l'orgoglio le impediva di mettersi in gioco così tanto. Gli occhi di Scott si aprirono lentamente, regalando un mesto e dolce sorriso a Courtney, aggiustandole una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio. Courtney odiava i suoi occhi, abbassava il capo perché non riusciva a guardarli; erano troppo belli, troppo azzurri... come quelli di Duncan. E questo le faceva male. Una mano ruvida - non come le sue, bensì quella di un lavoratore - le prese il mento e la costrinse a guardarlo. L'ispanica deglutì, ma ebbe la possibilità di osservare meglio gli occhi di Scott: vi era un po' più di blu in essi e questo le diede la speranza che forse il rosso non l'avrebbe trattata come aveva fatto Duncan. |
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