Dolcezza e diplomazia, ragionevolezza e saggezza, sono i doni che Frigga gli ha fatto unendosi a lui in un giorno così lontano da sembrare smarrito nei meandri delle leggende.
Ed ora che la sua sposa sale per ricongiungersi ai loro avi nelle terre eterne, Odino li sente svanire.
Nel suo cuore sbriciolato dal dolore, i cui frammenti si involano seguendo la regina, invisibili ma non per questo meno taglienti, il dio avverte riaccendersi le fiamme dell'odio e la sete del sangue.
Gli Elfi Oscuri pagheranno, e molto caro. Gli hanno tolto la luce che indicava il cammino e quindi li trascinerà nella nera polvere della rovina. Cavalcherà assieme alla furia ed alla vendetta lungo i sentieri oscuri della guerra e monderà per sempre l'universo dalla loro razza, travolgendo chiunque oserà essere così stolto da sbarrargli il passo.
Dalla sua posizione, immoto come sempre, Heimdall segue l'ultimo viaggio della regina Frigga, diretta verso un posto la cui magnificenza sfugge perfino ai suoi occhi.
Bisbiglia una muta preghiera che gli sfugge dalle labbra quasi inconsapevolmente, ma che il vento è lesto a prendere in consegna.
Una preghiera per Asgard, per il futuro di tutti loro, un avvenire che pare ammantato da un'ombra senza fine.
E quando, per un attimo brevissimo le stelle pulsano più forti e luminose, il guardiano sa che lo sguardo amorevole della loro regina non li ha davvero abbandonati.
Forse, c'è ancora speranza.