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Autore: Guitarist_Inside    09/02/2014    1 recensioni
Missing moments introspettivo incentrato su Ken Ichijouji (in compagnia di Wormmon), ambientato dopo l'episodio 25 di Digimon Adventure 02.
~Dal testo:
Come potevano volere uno come me?
Come potevano trattarmi come un loro compagno, come un... amico, dopo tutto ciò che avevo fatto?
Come potevano guardarmi negli occhi, senza vedere in me l'odioso Digimon Kaiser? Come potevano sorridermi, dopo ciò che avevo causato?
Come potevano perdonarmi?
[...]
Come potevano bastare le mie scuse per perdonare tutto l'orrore e il male che avevo causato?
Neppure io riuscivo ancora a perdonarmi, a non sentirmi uno schifo...
Il suono dell'ennesima Dark Tower che crollava sotto gli attacchi di Stingmon mi fece alzare lo sguardo. (...)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ken Ichijoji
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Konnichiwa minna! Ho scritto questa One-Shot di getto, dopo aver (ri)visto l'episodio 25 di Digimon Adventure 02. Dato che sto rivedendo le serie in Giapponese sottotitolato Inglese, ho scelto di inserire alcuni termini nella versione 'originale' e non in quella del doppiaggio italiano. 
La storia si presenta come un Missing moments introspettivo, ambientato dopo l'episodio 25 e incentrato sul personaggio di Ken Ichijouji.
Fatemi sapere cosa ne pensate :)

 

Can I forgive myself? 

 
Come potevano volere uno come me? 
Come potevano trattarmi come un loro compagno, come un... amico, dopo tutto ciò che avevo fatto? 
Come potevano guardarmi negli occhi, senza vedere in me l'odioso Digimon Kaiser? Come potevano sorridermi, dopo ciò che avevo causato?
Come potevano perdonarmi?
Perché quel Motomiya Daisuke insisteva tanto a voler stringere la mano a uno come me, a considerarmi uno di loro, a volermi al suo e al loro fianco?
Perché Inoue Miyako mi aveva mandato quella mail, così, all'improvviso, con impulsiva schiettezza, lasciandomi spiazzato per un momento? Perché, quando mi ero voltato un'ultima volta prima di allontanarmi da loro e sparire nella boscaglia, mi aveva rivolto quel sorriso raggiante? 
Perché, anche lei, non vedeva l'ora che mi unissi a loro? 
Perché mi davano fiducia? Si erano forse scordati di quel che ero stato? 
E perché continuavo a pensare a loro? Perché avevo l'istinto di prendere il mio Digiterminal e rileggere quella mail?
No, non potevo unirmi a loro. Non ancora, almeno. 
Non biasimavo le occhiate cariche d'astio e diffidenza che mi rivolgeva Hida Iori, il più piccolo del gruppo; me le meritavo. Non potevo certo dargli torto: come potevano bastare le mie scuse per perdonare tutto l'orrore e il male che avevo causato? 
Neppure io riuscivo ancora a perdonarmi, a non sentirmi uno schifo...

Il suono dell'ennesima Dark Tower che crollava sotto gli attacchi di Stingmon mi fece alzare lo sguardo. Un altro obelisco, un altro segno dello schifoso potere del Digimon Kaiser era stato eliminato, ma certamente non bastava così poco a riabilitarmi. Non bastava a cancellare l'enorme peso che gravava sul mio cuore. 
Non stavo facendo nulla di speciale o eroico, la mia non era un'azione degna di lode, stavo solo tentando di distruggere i segni di un impero di sofferenza che mai sarebbe dovuto esistere. Era il minimo che potessi fare, sia per quel mondo che avevo ingiustamente oppresso e devastato, sia per me stesso. 
Ma non potevo eliminare il passato dalla mia mente, non potevo eliminare quell'enorme ombra dal mio animo. 
Però potevo combatterla, potevo cercare disperatamente di ritrovare me stesso, per capire davvero chi ero. 
Non dovevo e non potevo arrendermi, no. Prima dovevo rimediare ai miei errori. 
Corsi verso un'altra delle troppe Dark Tower rimaste e, una volta arrivato, cominciai a prenderla a pugni con tutte le mie forze. Non mi importava del dolore, né del sangue che sgorgava dalle mie mani: non era nulla, confrontato a ciò che avevo fatto patire a migliaia di Digimon. 
Avevo chiamato gli altri insetti e mi ero posto egoisticamente al di sopra, ma ero io il vero vile miserabile. Ero stato io il mostro che esercitava crudeltà inaudite su creature viventi, trattando i Digimon come oggetti privi di valore, schiavizzandoli per puro divertimento e oscura sete di potere. Ero stato io il carnefice che credeva stupidamente di poter controllare il potere dell'oscurità e che si esaltava causando morte, sofferenza e distruzione. Ero stato io il presuntuoso egoista che credeva di potersi considerare come un dio, creando e dando vita a un mostro incontrollabile. Ero stato io lo stolto megalomane che credeva di essere in un videogioco e non in un mondo parallelo e collegato al nostro, al quale aveva arrecato terribili ferite.
Ed ero io il primo a odiarmi per tutto ciò. 
Ero io a voler riscattarmi strenuamente e ad ogni costo. Ero io a voler fare tutto ciò che avessi potuto, pur di espiare in qualche modo i miei terribili crimini.
In balìa di tali pensieri, continuavo a percuotere quella dannata Dark Tower, segno un tempo del mio potere di Digimon Kaiser e ora marchio vivo di sofferenza e di biasimo. 
Tuttavia, quell'infelice torre sembrava non essere minimamente scalfita dai pugni che scagliavo con tutte le mie forze, fregandomene del dolore e delle mie mani insanguinate; ma quell'oscuro obelisco sembrava deridermi, sovrastandomi e ferendomi nell'animo così come nel corpo. 

D'un tratto, mi sentii bloccare il braccio. Alzai lo sguardo, e vidi il mio fidato Stingmon.
« Ken-chan, fermati, per favore! Ti fai solo male così...»
Lui si preoccupava per me, come aveva sempre fatto. Sempre, nonostante l'avessi trattato come una merda... Ma lui era sempre rimasto al mio fianco, cercando di proteggermi, credendo in me, nel vero me. In quel vero me che sapeva essere rimasto nascosto, sigillato da qualche parte in fondo alla mia anima rinnegata dall'oscurità del Digimon Kaiser; quel vero me che lui sapeva sarebbe riemerso prima o poi.
Cercai di scagliare un altro pugno a quella dannata torre, ma la stretta del mio Digimon me lo impedì. 
« Ken-chan... » disse solamente, ma non servivano altre parole.
Annuii.
Stingmon lasciò la presa sul mio braccio e una strana sensazione si impadronì di me, una sensazione simile al freddo che mi attanagliò prima il braccio, laddove fino a pochi attimi prima vi era la "mano" del mio compagno, per poi farsi strada in me. Una sensazione a cui non riuscivo a dar nome.
Mi accasciai sulle mie ginocchia, con lo sguardo rivolto a terra. 
La mia vista si fece sempre più sfocata, e sentii una goccia calda solcarmi il viso: stavo piangendo?
« Ken-chan, stai bene? » la voce del mio Digimon era preoccupata.
« Come fai a preoccuparti per me, dopo... » chiesi, forse più a me che a lui, in un mesto sussurro interrotto da un singulto trattenuto.
« Perché tu sei tu, Ken-chan. » rispose, pacato.
« Come puoi dire ciò? Come puoi vedermi semplicemente come Ken, come riesci a non vedere colui che è stato il Digimon Kaiser davanti a te?» 
« Tu non sei il Digimon Kaiser. Quello non è mai stato il vero Ken-chan, lo so. E la cosa importante è che sei tornato ad essere te stesso, il ragazzo gentile che conoscevo. Non mi importa più del resto, ti ho ritrovato e starò al tuo fianco, Ken-ch... Ken-chan? » il tono di Stingmon si fece improvvisamente preoccupato, vedendomi piangere copiosamente, seppur in silenzio « Ho...Ho detto qualcosa di sbagliato, Ken-chan? »
« No... Assolutamente no. Io... Io... » balbettai.
Non avevo parole per esprimere tutto ciò che pensavo e provavo. 

Wormmon era morto per causa mia, l'avevo ucciso, per colpa della mia egoistica ottusità, per quell'insensata smania di potere senza senso che si era impossessata di me, quella crudeltà gratuita che mi accecava. Era morto per causa mia, sotto i miei occhi increduli, così come era successo con mio fratello. 
Una sensazione di incredulità e disperazione, identica a quella che mi aveva attanagliato alla morte di Osamu, mio fratello maggiore, aveva creato una voragine in me quando era scomparso anche lui, anche il mio fedele Wormmon. Per colpa mia. 
Solo allora avevo capito, solo allora ero riuscito a liberarmi di quell'accecante e ottusa oscurità che imprigionava il mio animo, ma ormai era troppo tardi. 
E lui, nonostante tutto, nonostante fosse morto per causa mia... Lui vedeva la gentilezza in me. Anzi, aveva sempre creduto in essa anche quando non poteva vederla. 
Come mio fratello... 
Mi parve di risentire la sua voce, mentre mi preparava l'acqua saponata, parecchi anni prima. Da bambino non ero un genio, era mio fratello quello capace di tutto. Io non facevo altro che soffiare bolle di sapone, bolle enormi. Tuttavia, egli sosteneva che in quell'ambito ero indubbiamente più bravo di lui, perché soffiavo piano, con gentilezza, appunto. 
Gentilezza... Anche la mia Digipietra aveva quell'attributo, ma me lo meritavo davvero? Sarei riuscito a recuperare l'animo gentile che avevano visto in me mio fratello e Wormmon?

« Ken-chan... »
La voce di Wormmon mi riportò al presente. 
Wormmon? 
Perso nei miei pensieri non mi ero accorto che nel frattempo il mio Digimon era regredito di livello, per poi avvicinarmisi e strusciarsi contro la mia caviglia per attirare la mia attenzione.
« Wormmon... » riuscii a dire soltanto, allungando le braccia tremanti verso di lui per prenderlo in braccio, in un gesto insicuro ma delicato.
Non riuscivo a dire nulla, ma sapevo che quel gesto sarebbe bastato per fargli capire più di quanto avessi potuto esprimere a parole.
« Wormmon... Mi... Mi dispiace, scusami, ti prego... »
« Ken-chan, non devi continuare a scusarti con me, l'hai già fatto. Va bene così. Non devi continuare a recriminarti il tuo passato. Ah, se solo fossi stato più forte e avessi potuto fermarti... »
« Non è colpa tua, Wormmon! » lo interruppi, con veemenza « Non è affatto colpa tua... » ripetei, questa volta con voce sommessa, abbassando lo sguardo.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo.
« Wormmon... Grazie. » dissi poi, sentitamente « Grazie di tutto. Grazie per non avermi mai voltato le spalle. Grazie per aver creduto e per credere in me. Grazie per essere sempre al mio fianco. Io... Io non so se me lo merito, ma grazie davvero. Da solo non ce l'avrei fatta. Se ti avessi ucciso per sempre, se non fossi riuscito a ritrovare il tuo Digiuovo nel Villaggio della Rinascita, io... »
« Sapevo che mi avresti ritrovato, Ken-chan. » mi interruppe, sicuro.
« Come facevi a saperlo? » chiesi, incredulo.
« Non so come, ma lo sapevo. Lo sentivo. »
« Wormmon... » dissi, sorpreso, mentre un sorriso accennava a comparire sul mio volto triste.
« Ken-chan, non piangere... »
« Non sto piangendo. » Mentii, asciugandomi velocemente gli occhi e rialzandomi.

Stare lì a piangermi addosso ancora per molto non sarebbe servito a nulla, dovevo alzarmi, farmi forza, rimboccarmi le maniche e rimediare ai miei errori, per dimostrare di essere degno dell'amicizia e della fiducia del mio Digimon. 
E non potevo permettere che quella donna misteriosa approfittasse ancora di me e di quegli orrori neri che avevo disseminato per Digiworld. 
Io avevo creato quelle torri inquietanti e io dovevo eliminarle.
Guardai Wormmon e lui capii.
« Wormmon, te la senti? » 
« Lascia fare a me, Ken-chan. Wormmon evolve... Stingmon! » 
Fissai ancora una volta quel Digimon veloce e potente, che nella mia ottusità precedente mai avrei creduto potesse evolvere da Wormmon, il mio fedele Digimon partner che, accecato da un'oscura e vuota brama di potere, vedevo solo come un debole e inutile verme, un insetto da calpestare come tutti gli altri. Povero Wormmon, cosa aveva dovuto subire per colpa della mia stupidità... 
« Wormmon, mi dispiace... Devi lavorare tu per radere al suolo quello che ho costruito io... »
« Non tu, il Digimon Kaiser. » puntualizzò Stingmon.
« Però le cose non cambiano, io non posso far nulla se non star qui a guardare impotente... Sono inutile... »
« Non è vero, Ken-chan! Non sei inutile, è solo grazie a te se posso evolvere! » ribatté subito il mio compagno.
Sorrisi, senza dire nulla, mentre l'ennesima Dark Tower si decideva a cadere, con un rombo cupo, al suolo, sotto il mio sguardo mesto.
« Stingmon, se sei stanco puoi regredire. Non sei obbligato a finire oggi. » sebbene il mio tono fosse abbastanza neutro, il mio Digimon percepì la mia preoccupazione sincera nei suoi confronti.
« Sto bene, Ken-chan. Rado al suolo le ultime due torri di quest'area e poi possiamo tornare a casa. È quasi ora di cena, i tuoi si preoccuperanno se non ti vedranno a casa stasera... »
Aveva ragione. Ormai era quasi buio e non volevo far preoccupare ancora mia madre e mio padre.
« Va bene. »
Quando le ultime due Dark Tower crollarono fragorosamente al suolo sotto una raffica di pugni e calci di Stingmon, quest'ultimo atterrò al mio fianco, per poi regredire nuovamente allo stadio di Wormmon.
« Abbiamo fatto un buon lavoro oggi, vero, Ken-chan? » mi chiese, guardando assieme a me la pianura ora sgombra dai segni del Digimon Kaiser, dai segni del mio orribile passato da carnefice.
« Sì. » risposi « Voglio dire... Sei stato bravissimo, grazie. »
Ci guardammo, mentre il sole tramontava e la luce crepuscolare avvolgeva ogni cosa.
« Okay, allora, torniamo a casa. » dissi al mio compagno, che annuì, mentre ci incamminavamo insieme verso il Digital Gate.
Estrassi il mio Digivice D3 e, senza quasi rendermene conto, anche il mio Digiterminal.
"Aspettiamo con ansia il giorno in cui diventerai uno di noi. Grazie mille per il tuo aiuto, oggi." 
Così diceva quella email.
Non sapevo se e quando avrei trovato la forza di unirmi a loro. 
Prima dovevo capire davvero chi ero io.
Prima dovevo rialzarmi dal mio oscuro passato. 
Prima dovevo fare qualcosa per meritarmi il loro perdono, ma soprattutto per meritarmi il mio, di perdono. 
Prima dovevo riconciliarmi con me stesso e trovare la forza di guardarli in faccia.
Ma non me ne sarei stato con le mani in mano. Avrei combattuto contro il vecchio me per trovare il nuovo me, per trovare il mio presente, per trovare me stesso. 
Non ero solo, avevo Wormmon con me ed ero determinato a non tradire mai più la sua fiducia.
Così come ero determinato a non tradire neanche quella di Motomiya Daisuke-san e di Inoue Miyako-san. 
Avrei riscattato me stesso dal mio orribile e oscuro passato, ad ogni costo.
   
 
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