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Autore: resvrrecthesvn    09/02/2014    7 recensioni
"[...] Quel dolore che lo opprimeva, non lo faceva respirare, gli bloccava il cuore e gli stringeva lo stomaco. [...] Fra le quali rabbia e paura. Aveva avuto paura di perderla. E perdere il suo amore sarebbe stato ancora peggio di vederla morta. [...]"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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You look so perfect
 
 
 



“She looks so perfect standing there
In my American Apparel underwear
And I know now, that I'm so down
Your lipstick stain is a work of art
I've got your name tattooed in an arrow heart.”
– She Looks So Perfect, 5 Seconds Of Summer
 
 
 


“[…] – Non avevi alcun diritto di fare quello che hai fatto! – sbottò lei, all’improvviso furiosa. – Mentirmi in quel modo. Non avevi alcun diritto. –
– Io avevo tutti i diritti! – gridò lui. Non aveva mai gridato con lei, prima, pensò Clary. – Avevo tutti i diritti, stupida, stupida ragazzina. Io sono tuo fratello e.. –
– E cosa? Sono di tua proprietà? Io non sono di tua proprietà , che tu sia mio fratello o no! - […]”
- City of Glass, Cassandra Clare
 
 
 
 


Jace si stava guardando la mano fasciata, mentre pensava a quanto fosse arrabbiato con Clary. Non lo ascoltava mai. Mai. Faceva sempre di testa sua, e per questo finiva sempre nei casini. E quando finiva nei casini lui doveva correre a salvarla. Ma la cosa che lo faceva infuriare di più, era che non gli dispiaceva affatto di correre a salvarla. Lo avrebbe fatto per tutta la vita, se fosse stato necessario. L’amava così tanto da essere disposto a tutto. Lei era tutta la sua vita. Era una giornata luminosa quella, il sole splendeva e c’erano poche nuvole nel cielo azzurro. Faceva caldo, l’estate si stava avvicinando. Jace decise di suonare un po’ il pianoforte, per cercare di non pensare a Clary. Le sue dita scorrevano lievi ma decise su quei tasti bianchi e neri, il capo chino che si muoveva a ritmo, gli occhi chiusi per assaporare al meglio quella magia che la musica creava. Ma nemmeno quello riusciva a staccarlo da un pensiero fisso. Anzi, da una discussione.
 


“[…] – Hai ragione – le disse con voce strozzata, come se tirasse fuori a forza le parole. – Non saresti mai dovuta venire. Ti avevo detto che questo non era un posto sicuro per te, lo so, ma non era vero. La verità è che io non ti voglio qui, perché sei impulsiva e avventata e rovinerai tutto. E’ così che sei. Tu non stai mai attenta, Clary. –
–Rovinare.. tutto? – Clary riuscì a trovare il fiato solo per un sussurro.
(…) – Vattene a casa, Clary. – concluse. Sembrava stanchissimo, come se lo sforzo di dirle ciò che veramente pensava di lei l’avesse prosciugato. – Vattene a casa. – […]”
- City of Glass, Cassandra Clare
 



Jace avrebbe voluto urlare, piangere, prendere a pungi qualcosa pur di non sentire quel dolore. Quel dolore che lo opprimeva, non lo faceva respirare, gli bloccava il cuore e gli stringeva lo stomaco. Aveva dovuto per forza dire quelle cose a Clary, doveva tenerla al sicuro. Era il suo pensiero fisso. Ma ora non ne era tanto convinto. L’aveva distrutta, e aveva distrutto anche sé stesso. Era stato orribile e difficilissimo dirle quelle cose; le aveva dette con tutta la rabbia e il disprezzo che provava per sé stesso, così da risultare convincente ma, in questo modo, aveva ferito Clary. Non che fosse la prima volta, però ci stava male lo stesso.

* * *

Era affacciato alla finestra e guardava una distesa di alberi verdi e rigogliosi, ripetendosi mentalmente di non andare a cercare Clary per scusarsi, altrimenti tutto quello non sarebbe servito a nulla. Si stava ancora ripetendo quelle cose come un mantra quando il suo sguardo dagli alberi si spostò su due persone che passeggiavano proprio sotto l’Istituto e, quindi, sotto la sua finestra. Socchiuse gli occhi per guardare meglio e vide che erano un ragazzo e una ragazza. Sebastian e Clary. Stavano parlando e lei rideva, mentre lui le raccontava qualcosa. Jace strinse i pugni. Vide Clary coprirsi il viso con le mani e lui che la guardava con un mezzo sorriso, poi le si avvicinò e delicatamente le prese le mani fra le sue e le sussurrò qualcosa. Doveva essere qualcosa di dolce perché lei sorrise, quindi Sebastian l’abbracciò e continuarono a camminare dritto mentre riprendevano a parlare. Se Jace avesse potuto uccidere, l’avrebbe fatto. Non sopportava il modo in cui quel tipo stava vicino a Clary, il modo in cui le sorrideva o la toccava. Non riusciva nemmeno a capire perché lui stesse insieme alla sua Clary. Si allontanò dalla finestra chiudendo le tende bianche, uscì dalla sua camera e scese velocemente le scale che portavano all’ingresso. Doveva far pace con Clary. Aveva un brutto presentimento. Vederla con Sebastian gli aveva fatto sentire troppe emozioni. Fra le quali rabbia e paura. Aveva avuto paura di perderla. E perdere il suo amore sarebbe stato ancora peggio di vederla morta.

* * *
 


“[…] – Tu sei andata via pensando che ‘stavo benissimo così?’ – Jace soffocò per qualcosa che somigliava vagamente a una risata. – Devo essere un attore più bravo di quello che pensavo. – concluse con un sorriso contorto.
[…] – Dovevo tentare. E ho tentato. – La sua voce era senza vita. – Ma Dio sa che non voglio nessuna, tranne te. Non voglio nemmeno cercare di volere un’altra. – Allungò la mano, fece scorrere lievemente le dita fra i suoi capelli, le sfiorò la guancia. – Adesso, almeno, so il perché. –
La voce di Clary era scesa a un sussurro. – Anch’io non voglio nessuno tranne te. –
(…) Jace fece scorrere le dita dalla guancia alle labbra di Clary e ne tracciò il profilo con la punta di un dito. – Forse – le disse. – Ora dovresti dirmi di non fare così. – Ma lei non disse niente. Non voleva dirgli di smettere. (…) Lui si chinò, posò le labbra sulla sua guancia, la sfiorò leggermente. E quel tocco, seppur leggero, le diede una scossa a tutte le terminazioni nervose; una scossa che la fece tremare in tutto il corpo. – Se vuoi che mi fermi, dimmelo adesso. – sussurrò Jace. Ma lei continuò a non dire nulla. Lui le sfiorò con le labbra la tempia. – O adesso. – Seguì la linea dello zigomo. – O adesso. – Ora le sue labbra erano su quelle di Clary. – O.. – Ma lei l’aveva preso e l’aveva attirato a sé, e le sue parole si persero sulle sue labbra. […]”
- City of Glass, Cassandra Clare
 


– Vieni qui, maledizione! – urlò Jace e la prese per un braccio facendola  girare. Era stato brusco, infatti Clary andò a sbattere sul suo petto e Jace ne approfittò per stringerla a sé. Erano nell’armeria, lui l’aveva aspettata lì dopo aver visto Sebastian andarsene. Le voleva chiedere scusa, ma la prima cosa che le chiese fu perché si trovasse con quel tipo e lei, naturalmente, si era infuriata. – Non voglio sentirti parlare. – gli disse, la voce un po’ arrabbiata e un po’ tremolante. Jace sorrise: era bellissima. I capelli rossi scompigliati, i quali le creavano un’aureola che la facevano assomigliare ad una leonessa, gli occhi verdi lucidi e più splendenti che mai, le labbra rosse e piene che lo attiravano come il miele. Avrebbe voluto baciarla. E avrebbe anche potuto farlo: bastava che si chinasse solo un po’. – M vuoi far finire di parlare? – le disse, sussurrando questa volta. Clary lo guardò negli occhi con un’intensità tale che credette gli sarebbero cedute le gambe. Come poteva quella ragazza renderlo così vulnerabile? Lei pensava che fosse lui ad essere quello forte e coraggioso, ma si sbagliava di grosso. – No. – gli rispose, il respiro fresco che si scontrava sulle sue labbra. La voglia di baciarla era fortissima. La strinse di più a sé. – Non importa. Mi ascolterai lo stesso. – Lei sbuffò, roteando gli occhi al cielo, nascondendo un mezzo sorriso. Si accese la speranza dentro di lui. – Io.. non volevo dire quelle cose. Insomma, sai come sono fatto. E in più il fatto che sei mia sorella complica tutto. Comunque.. – iniziò a giocare con una ciocca di capelli di Clary, mentre lei lo guardava negli occhi stando sempre fra le sue braccia. – Simon sta bene. Io, Alec e Izzy andiamo da lui a portargli il sangue e stiamo cercando un modo per farlo uscire, perciò stai tranquilla. – le spiegò. Clary annuì e gli accarezzò la guancia con l’indice. Seppure leggero, quel tocco gli provocò dei tremiti in tutto il corpo. Sospirò: era così bello averla così vicino. Ma non era né giusto né possibile: erano fratelli e due fratelli non si comportano così. – Sono ancora arrabbiata con te, e non solo per Simon. – gli disse, sorridendo e continuando ad accarezzargli la guancia. Lui sorrise. – Sei così.. irritante, a volte. Perché decidi sempre per tutti e due? Non hai pensato che anche io possa essere in pensiero per te? – gli disse arrabbiata. Effettivamente, a Jace non era passato per la testa nemmeno per un momento il fatto che lei potesse tenere a lui così tanto da volerlo al sicuro. Scosse leggermente la testa. – Beh, sei un idiota, allora. Sono sempre in pensiero per te, Jace. Mi preoccupo sempre per te. E tu non puoi farci niente. Non sono qui per farti un dispetto. Voglio dare una mano, aiutarvi il più possibile ma, soprattutto, non voglio separarmi da te. Lo capisci? – Se fosse stata un’altra situazione, Jace sarebbe stato più che felice di questa confessione, ma visto che non lo era, si ritrovò a sospirare e a reprimere la voglia di abbracciarla e non lasciarla andare mai più. L’amava così tanto... Cosa c’era di sbagliato in questo? Perché non si potevano amare liberamente? Non era giusto che loro due fossero fratelli. Era uno scherzo del destino davvero di cattivo gusto. Questa volta fu lui ad accarezzare la guancia di Clary e si beò della morbidezza della sua pelle candida. Lei chiuse gli occhi al suo tocco e appoggiò il capo alla sua mano, guardandolo negli occhi. – Ti amo, Jace. E questo non cambierà mai. So che siamo fratelli e so – almeno credo – che sia proprio questo a frenarti ma, per favore, parlarmi. Mi fa male questa tua freddezza nei miei confronti. Capisci? – Lui capiva, fin troppo bene. Gli piangeva il cuore a vederla così arrendevole e triste – lei che era una guerriera nata. Non poteva davvero averla ridotta in quello stato. Non poteva l’amore averli ridotti in quello stato. – Non dubitare mai di una cosa, Clary: io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c’è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora*. – prese un respiro, mentre guardava Clary sgranare leggermente gli occhi.  – E’ vero, mi ferma sapere che noi siamo fratelli, ma il mio amore per te supera tutto. E sono spaventato da questo. Ho paura. E quando ho paura agisco senza pensare. Il mio primo istinto è proteggerti, anche a costo di farti del male ma.. oggi ti ho vista passeggiare con Sebastian e ho avuto paura di un’altra cosa: ho avuto il terrore di perderti. E sono così terrorizzato da questa possibilità che non voglio nemmeno pensarci. Ti amo, Clary. E sono un vero idiota. – Era il discorso più lungo e sofferto che avesse mai fatto. Guardò Clary e per secondi interminabili rimasero immobili a guardarsi negli occhi, stretti nel loro abbraccio che sapeva di casa, di sicurezza. Poi Clary sorrise dolcemente e avvicinò il viso al suo. Il cuore di Jace prese a battergli all’impazzata, socchiuse le labbra e aspettò il momento di sentire le labbra di Clary sulle sue. – Se c’è una cosa della quale sono sicura è questa: non mi perderai mai, qualunque cosa tu faccia o dica. Sono così schifosamente innamorata di te che credo non sarei capace di amare nessun altro all’infuori di te. – gli sussurrò, labbra contro labbra. Jace sorrise, mentre una morsa deliziosa gli stringeva lo stomaco. – Sono felice di sentirtelo dire. – Poi, finalmente, le loro labbra di toccarono e Jace sospirò felice. Si baciarono in modo dolce, assaporando tutto il loro amore lentamente. Clary gli gettò le braccia al collo, stringendogli i capelli color oro fra le dita. Lui le mise le mani sui fianchi sottili e la strinse a sé, godendosi la sensazione di sentirsi una sola persona con lei. Lei dischiuse le labbra e Jace approfondì il bacio, rendendolo più appassionato. Clary gemette quando lui le morse il labbro inferiore e Jace ridacchiò. Il sole filtrava dalle finestre dietro di loro e riscaldava l’ambiente. L’armeria era una grande sala piena di armi e polvere. Clary accarezzò la guancia di Jace, poi vi lasciò un tenero bacio. – In questo momento sono così felice che potrei piangere. – Jace scoppiò a ridere, mentre vedeva quell’angelo arrossire e portarsi i capelli da una spalla all’altra per l’imbarazzo. Era stupenda. – E io potrei urlare di gioia. – Le fece l’occhiolino. In quel momento capì che non sarebbe importato nulla se fossero stati fratelli o meno, lui l’avrebbe amata sempre come un ragazzo ama una ragazza. E non sarebbe cambiato nulla, perché l’amore non è immorale o morale: è amore e basta.**
 

*La prima citazione è tratta da un capitolo di City of Glass; è detta proprio da Jace a Clary.
**La seconda citazione è tratta da un capitolo di City of Lost Souls; è detta da Simon a Clary.

 



Ma salve a tutti!
Eccomi ritornata con un'altra os, devo dire che ci sto prendendo la mano
HAAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
questa volta ho preso ispirazione dai mie amatissimi Clace jjkijhnb
e naturalmente, City of Glass è stato lo scenario; amo tantissimo quel libro
era impossibile che non c'avessi scritto qualcosa. Doveva succedere AHHAHA
Allora.. cosa ve ne pare? La gif sotto è la ciliegina sulla torta AHAHA
quando l'ho vista ho iniziato a sclerare, capitemi.
Mi mancano così tanto i personaggi di Shadowhunters, che mentre sfogliavo CoG per le citazioni
ho iniziato a fangirlizzare e alla fine me lo sono riletto tutto; sto aspettando con ansia CoHF, credo che
quando uscirà lo leggerò prima in inglese, non so se ce la faccio ad aspettare l'uscita italiana.. capitemi!
Mi scuso con chi non ha ancora letto CoG per gli spoiler :c
Spero che vi sia piaciuta questa os, ho cercato di renderla romantica e ho provato a descrivere i personaggi, soprattutto Jace, uguali come li ha immaginati la Clare, ma non credo di esserci riuscita. Comunque, io ho fatto il mio meglio c;
Un bacio a tutti e grazie per aver letto 

niallsguitar
   
 
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