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Autore: __Tiffany    09/02/2014    2 recensioni
Un Sehun poco propenso allo studio con l'odio verso qualunque professore.
Un Luhan troppo bello e bravo per esistere.
Piccoli desideri che fanno cambiare idea il piccolo alunno dalla lingua lunga.
E un bacio che fa perdere la testa al maggiore.
"Ti concedo un desiderio, ok?" a quelle parole il moro si risvegliò dal suo stato catatonico e prestò più attenzione, all'altro.
Luhan lo sapeva.
Batava dire quella parola magica e chiunque diventava subito attratto come le falene dalla luce; una cosa impressionante!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sehun passò i giorni a giocare e a scrivere a Jong In; finché, il quarto giorno di isolamento dal mondo, non rimase a casa completamente solo, sua madre era uscita per delle commissioni e sarebbe tornata tardi così lui avrebbe avuto un intero giorno di pace.
In quei giorni Luhan chiese tutti i turni possibili nel bar dove lavorava solo per poter vedere Sehun, sapeva che passava di lì per andare a scuola, ma non passò in nessuno di quei giorni, i suoi colleghi lo guardavano mentre fissava distrattamente quello che succedeva fuori dal locale, non sorrideva nemmeno ai clienti, cosa strana.
"Luhan, dov'è il ragazzo a cui fai tutor?" domandò Krystal che gli si era avvicinata silenziosamente.
"Oh Sehun?" chiese con voce triste, non si era nemmeno accorto di aver messo su un muso lunghissimo.
"Si si, lui. Non gli fai più da tutor?" si intromise anche Sulli; i suoi capelli corti e mossi le stavano davvero molto bene quel giorno, come tutti gli altri del resto.
Si complimentavano sempre tutti, e lei rispondeva semplicemente: "Tutto grazie alla mia ragazza" e i suoi colleghi ridevano.
"Si... Sua madre dice che è malato, ma non ci credo molto"
"Vai a controllare allora, no?" disse a quel punto Jongdae, appena tornato dopo aver portato le ordinazioni ai clienti di un tavolo lì vicino.
"Non posso, devo finire il turno" rispose Luhan sbuffando.
"Ma se non stai facendo niente, anzi ci stai solo facendo preoccupare" gli rispose scocciata Krystal.
Luhan ringraziò mentalmente tutti i suoi amici, prese il proprio giubbotto e la propria borsa a tracolla e uscì dal bar correndo come una furia.

Il suono del campanello alla porta, ma Sehun deciso ad ignorarla non si mosse minimamente.
Solo dopo essersi stancato della continua insistenza del “suonatore del suo campanello” si decise a scendere.
"Chi cazzo è?"
"Luhan" e Sehun per poco non si strozzò con la propria saliva.
Insomma, dopo averlo baciato non aveva più avuto il coraggio di vederlo, si vergognava immensamente.
"Cosa ci fai qui?" domandò.
"Sono qui per fare da tutor a Oh Sehun, lo conosci?" domandò ironicamente Luhan.
"Non è in casa" rispose lapidario e l'altro borbottò qualcosa sui bambini troppo cresciuti.
Sehun si diede dello stupido mentre lasciava cadere il telefono del citofono per andare ad aprirgli la porta.
Ecco. Tutta colpa di Baekhyun, KyungSoo, Chanyeol e JongIn, lo avevano fatto diventare gay, ma si sa chi cammina con lo zoppo impara a zoppicare. No?
"Oh! Sehun-ah, sei a casa!" esclamò fintamente sorpreso Luhan.
"Entra" sbuffò il minore, Luhan gli sorrise e, non facendoselo ripetere due volte, saltellò fino alle scale per poi salire al piano superiore seguito dal più piccolo.
"Mia madre non ti aveva detto che non volevo che venissi"
"Si, ma l'ho fatto e tu mi hai aperto" rispose con nonchalance Luhan togliendosi il giubbotto ed appendendo sull'appendi abiti che Sehun gli aveva puntato.
"Sta per piovere"
"Lo so" E Sehun si voltò verso Luhan che sorrideva come un bambino, si passò una mano fra i capelli.
"Lo hai fatto apposta" lo accusò.
"Cosa te lo fa credere?" rispose il maggiore e Sehun si lasciò sfuggire un sorriso divertito, Luhan si sedette sul letto sfatto di Sehun e lo guardò mentre prendeva i quaderni e i libri necessari per studiare.
"Iniziamo?" domandò Sehun
"Ti va di venire a casa mia, Sehun-ah?"
"Sta per piovere, facciamo veloce" aggiunse ancora; Sehun annuì prese lo zaino e mise tutta la roba dentro, mise poi il proprio giubbotto e raggiunse Luhan che lo aspettava vicino alla porta.
"Annyeong Baek Ah Yeon-sshi!" Luhan salutò la madre di Sehun che avevano incrociato nel scendere le scale, la donna vedendo Sehun dietro al ragazzo cinese sorrise e salutò i due.
"Sehun, io stasera non ci sono, ok? Ti lascio la cena pronta, se vedi tuo padre informalo" detto questo la donna se ne andò; e Sehun sospirò scendendo tutte le scale di fretta.
Passarono un intero pomeriggio a casa di Luhan e rimasero a studiare, o per meglio dire, tornare a fare quello stupido giochino che a Sehun piaceva tanto: "Luhan, rispiegamelo, non ho capito!" e Luhan divertito continuava a rispiegare il tutto anche se sapeva che Sehun lo stava solo prendendo in giro.
Dopo tutti quei compiti Sehun non ci stava più, realmente, capendo niente, ma Luhan aveva ben notato ed apprezzato i suoi sforzi.
Verso sera Sehun decise di tornare a casa, Luhan si era offerto di accompagnarlo in auto ma lui aveva declinato l'invito prendendosi le sue cose e andandosene.

Il giorno dopo si era svegliato di fretta ed era uscito per andare a scuola.
"Oh Sehun, finalmente si è fatto vivo, a cosa devo la sua presenza quest'oggi?" chiese ironicamente il professore mentre Sehun si sedeva sul proprio posto.
Lo ignorò semplicemente e cercò il quaderno dove aveva fatto i compiti il giorno prima,ma non lo trovò.
Così fece come al solito: nulla, non fece assolutamente nulla, si limitò a guardare fuori dalla finestra, iniziava a piovere, già dal giorno prima il cielo annunciava una brutta pioggia, ma non si aspettava certo questa specie di diluvio universale.
"Oh Sehun, anche questa volta non ha svolto svolto i compiti, eh!?" domandò il professore senza attendere una risposta dal ragazzo, sapeva già quale sarebbe stata.
"E io che pensavo fossi un po' cambiato, ma ormai dovrei aver capito che con te è fatica sprecata" continuò l'uomo, Sehun continuò ad ignorarlo, la pioggia era sicuramente molto più interessante di quell'uomo.
In quel preciso istante Luhan stava correndo sotto la pioggia, con una busta stretta al petto e un ombrellino al procinto di volare via per il vento forte.
"OMO!" esclamò il ragazzo quando per una ventata l'ombrello si ruppe in due e una parte di esso volò via.
Luhan sbuffò buttando il pezzo di ombrello che gli era rimasto in mano e ricominciò a correre verso il liceo di Sehun.
Il giorno prima aveva dimenticato il quaderno con i compiti a casa sua sopra il tavolino e non se ne erano accorti, solo quella mattina Luhan lo aveva visto lì e si era letteralmente catapultato fuori casa a portarglielo.
Sapeva che era tardi per andare a casa sua e che probabilmente era già a scuola, così si diresse proprio la.
Ma mai si sarebbe aspettato una pioggia simile, era l'unico imbecille in strada senza ombrello a proteggerlo, l'unico che non aveva preso la macchina perché se ne era dimenticato.
Si diede dello stupido mentalmente, almeno per un po' non avrebbe più dovuto farsi il bagno, no?
Entrò nell'edificio scolastico, bagnato dalla testa ai piedi, e si diresse verso la segreteria.
"Io..." iniziò con il respiro corto
"Io devo consegnare una cosa" disse mostrando la busta con le mani tremanti, il bidello lo guardò con aria severa e scosse il capo.
"No", Luhan lo guardò in cagnesco per poi continuare ad implorarlo ininterrottamente. ''Perfavoreperfavoreperfavoreperfavoreperfavoreperfavore'', ma l'uomo, ostinato, ripeté un secco "No".
Luhan pensò che qualsiasi stratagemma avesse inventato questo tizio avrebbe continuato come un disco rotto a negare.
"La prego~ per favore~" continuò Luhan unendo le mani in segno di preghiera.
"No" e proprio mentre prendeva in considerazione l'idea di compiere un omicidio, arrivò una donna dai capelli corvini e corti, che scrutò Luhan da testa a piedi.
"Tu saresti?"
"Lu Han" rispose il ragazzo con il cuore che batteva a mille, non voleva essere mandato via, doveva ASSOLUTAMENTE portare il quaderno a Sehun.
"E che cosa ci fa qui Lu Han? Non sei uno studente, non mi pare d'averti mai visto da queste parti" domandò la donna.
"Infatti non sono uno studente. Io devo, ecco.. Devo consegnare questo quaderno a una persona" rispose il ragazzo guardando la donna come un bambino indifeso e la donna si sciolse in un sorriso, sapeva che non poteva farlo, ma quel ragazzino aveva l'aria di chi aveva fatto una maratona e in più era bagnato fradicio.
Chi sarebbe andato a consegnare uno stupido quadernino con quel diluvio se non fosse stato importante?
"E dimmi, chi cerchi Lu Han?" domandò allora la donna pensando quanto fosse importante quella persona per il ragazzo.
"Emh, Oh.. Oh Sehun" rispose balbettando per l'ennesima volta Luhan e la donna guardò il bidello che puntò la classe in fondo al corridoio, così la donna concesse al biondo di andare a dare il quaderno, ricevendo un timido 'grazie'.
"Ora mi toccherà ripulire tutto il pavimento, tutta colpa di questi ragazzini che non sanno cosa sono gli ombrelli" borbottò l'uomo della segreteria appena la vice preside si fu allontanata con un sorriso sulle labbra. Il ragazzo le era vagamente famigliare.

Luhan bussò alla porta e senza attendere una risposta entrò di botto, solo quando si accorse di cosa aveva fatto e che Sehun era li e lo stava fissando arrossì, il giovane aveva gli occhi spalancati e la bocca dischiusa in una piccola 'O' di sorpresa.
Jong In e Chanyeol si guardarono tra loro, avrebbero riconosciuto tra mille un ragazzo simile, era quello che avevano visto al parco!
"Lei chi è?" domandò il professore con aria severa.
"Luhan" risposero Sehun e Luhan in contemporanea guardandosi, il professore fissò Sehun, aveva una strana luce negli occhi, come di gioia, sorpresa e... di rabbia?
"Che ci fa qui, Lu han?" decise di interrompere quel silenzio il professore facendo risvegliare Luhan, che si mosse in avanti porgendo il quaderno a Sehun.
Tremava, aveva freddo, in più era bagnato e leggermente rosso sulle guance, Sehun prese il quaderno e, dopo essersi alzato, lo sbatté poco delicatamente sul petto del professore.
Poi uscì di trafelato dalla classe portandosi dietro pure Luhan, salì al secondo piano dove si trovava l'infermeria, e approfittò dell'assenza della donna.
“Togliti i pantaloni” ordinò, ottenendo lo sguardo confuso del maggiore su di se.
“COSA!?” strillò Luhan, Sehun scosse il capo mentre si toglieva i propri, ma guarda te cosa doveva andare a fare per quella specie di Bambi!?
Luhan si imbarazzò nel vedere il minore, rimasto ormai in mutande, nel mentre l'altro gli si avvicinava e si abbassava per potergli togliere i pantaloni.
“Mettiti i miei, veloce” disse lapidario Sehun mentre si infilava quelli zuppi di Luhan.
Ma vedendo che l'altro non si era ancora mosso gli scappò un sorriso, quel ragazzo era davvero tenero.
“Non dirmi che devo anche metterti i pantaloni, Luhan hyung. Per caso non stai bene?” continuò Sehun, stava seriamente iniziando a divertirsi nel vedere le espressioni di Luhan.
L'altro ancora più rosso si affrettò a mettersi i pantaloni dell’uniforme di Sehun, erano più lunghi rispetto alle sue gambe e gialli. Orribilmente gialli.
“Prendi” fu l’ultima cosa che gli disse Sehun prima di prendersi il giubbotto fradicio del biondo e lasciare il suo asciutto sul tavolo.
Entrò in classe come se nulla fosse e si risedette al proprio posto tra le varie occhiate dei suoi amici e del prof, intanto Luhan era rimasto a stringere la giacca di Sehun, riusciva quasi a sentire il suo profumo dolce, vaniglia e menta insieme stavano male, ma su Sehun era tutto più dolce.

In poco tempo fu dentro al bar dove lavorava, appena dietro il bancone riconobbe Yixing, Jongdae e Sulli che parlavano tranquillamente.
“Oh, Luhan! Non ti avevo riconosciuto con quel coso” rise Yixing e Luhan gonfiò le guance offeso.
“E sentiamo: di chi è questo giubbotto?” domandò Sulli maliziosamente.
“Sehun” fu la risposta pronta di Luhan, prima di accorgersi di cosa aveva appena detto e di conseguenza nascondersi nel cappotto invernale del minore.
Yixing lo guardò chiedendo spiegazioni, così Luhan raccontò tutto mentre continuava ad aspirare a pieni polmoni l'odore impresso nella giacca.
“Ti ricordo che hai la ragazza” puntualizzò il suo migliore amico e Luhan lo guardò come a dire ‘Ma dai? So di avere la ragazza’, e Lay gli sorrise teneramente constatando che a differenza di quello che voleva far credere continuava a stringersi e accoccolarsi sempre di più in quel giaccone.
“Smettila allora” gli disse Yixing e ancora il cinese lo guardò interrogativo.
“Non capisco, cosa dovrei smettere?” chiese allora il ragazzo dai capelli color caramello e il moro si passò una mano nei capelli, ma davvero Luhan non se ne rendeva conto?
“E smettila di annusare questo dannato giubbotto come se fosse una droga, sei peggio di un cane!” a quel punto Luhan, che prima si stava muovendo come un bambino piccolo, si fermò e fece spuntare il resto del viso così che potesse parlare con Yixing ‘eye to eye' come dice lui.
“M-ma che dici?! Non sto annusando nulla!” esclamò con voce tremante.
Sembrava che nemmeno lui sapesse quello che stava facendo, era come se una parte irrazionale di lui lo spingesse a cercare un continuo contatto con Sehun o qualsiasi cosa riguardi quel ragazzino.
“Sese certo. Luhan, che ne dici di andare a prendere in giro qualcun altro e lasciare in pace chi, come me, tenta di vivere una vita tranquilla?” rispose sarcasticamente Lay.
Luhan riassunse la sua solita espressione da cane bastonato, ma perché mai quel giorno Yixing aveva deciso di farlo dannare con quelle domande strane?
Va bene che stava annusando il giubbotto di Sehun, che si sentiva in qualche modo più vicino a Sehun con i suoi vestiti indosso e che era stato veramente ad un passo dal toccare il cielo quando, pochi minuti prima, l'aveva visto ed era stato addirittura toccato, svestito e per poco anche rivestito.
“Muoviti che il tuo turno inizia ora!” esclamò Krystal risvegliando il biondo dalla fitta rete dei suoi pensieri.
Tolse di mala voglia il giubbotto di Sehun e cercò di passare il resto della giornata quanto meno concentrato sui clienti e i loro ordini, cercando continuamente di lottare contro le sensazioni che la sua mente rievocava ogni volta che pensava a Sehun.
Quel ragazzino lo stava proprio uccidendo dentro.
   
 
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