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Autore: katvil    10/02/2014    2 recensioni
"Io ti amo, ma non posso continuare così. Se rimani questa volta, non dico che debba essere per sempre, ma ti voglio qui domani al mio risveglio. Ho bisogno di averti accanto, di viverti giorno dopo giorno, di sapere che sei mia e di nessun altro. Ho bisogno di respirare l’aria che respiri ogni giorno, non solo per una notte perché adesso non mi basta più. In verità non mi è mai bastato, ma mi sono sempre detto che era meglio averti per metà piuttosto che non averti per niente. Adesso basta: devi prendere una decisione. O stai con me o esci da quella porta per non tornare più perché mi sono fatto già troppo male con questa storia e adesso non ho più la forza di continuare così.".
Nik, Laura, il loro amore tormentato e la musica dei Jumpin' Frog. Cosa ne uscirà?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lo sò che il mio amore è una patologia'
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Sometimes goodbye is a second chance[1]
 
“Tommy che ne dici di una pausa? Sono due ore che suoniamo e non mi sento più le braccia.”
“Ok Nik: tu riposati un attimo, ma solo perché una settimana fa eri in ospedale. Voi due invece non pensate nemmeno per un secondo di mollare i vostri strumenti!”
Mollo il basso e inizio a sgranchirmi i vari muscoli: ho ripreso le prove con la band da qualche giorno e devo riabituarmi ai ritmi serrati di Tommy che è ancora più pressante ora che siamo ad un mese dalla nostra partecipazione all’Arezzo Wave.
“E tu dove credi di andare?”
“A farmi una sigaretta, ci sono dei problemi?”
Jack si alza dalla batteria e guarda Tommy con l’aria di quello che se ne frega altamente di ciò che lui può dire o fare: lo facesse chiunque altro si beccherebbe come minimo un microfono nei denti, ma Giacomo ha il privilegio di poter sfidare Tommaso in qualsiasi momento lasciandolo spiazzato anche solo con uno sguardo. E dire che non è che sia così grande e grosso da incutere terrore, ma quegli occhi da alienato inquietano il nostro leader: forse ha paura che dietro quegli occhi azzurri e quei capelli biondi sparati in aria si nasconda un pericoloso serial killer. Io e Gio ci guardiamo cercando di trattenere una risata mentre la faccia del nostro leader inizia a diventare paonazza: da un momento all’altro credo inizierà ad uscirgli il fumo dalle orecchie. Poi ad un certo punto sembra quasi calmarsi e con aria sarcastica guarda Jack.
“Ma certo, vai pure a farti una sigaretta, tanto qua abbiamo solo un concerto da preparare.”
Un lampo gli attraversa lo sguardo e la giugulare inizia a gonfiarsi.
“Peccato che questo cazzo di concerto potrebbe essere l’ultima occasione della nostra fottuta carriera! Ma tanto a voi che vi frega giusto? Chi se ne frega dell’Arezzo Wave, del suonare finalmente su un palco vero, dico male? Vai, vai pure! Fuma tutte le sigarette che vuoi e strozzati, tanto qua ognuno si fa i cazzi suoi! Uno fuma, uno fa stretching, tu cosa vuoi Gio? Vuoi che ti porto il giornale? Sapete cosa vi dico? Che possiamo anche andare tutti a casa così ci rilassiamo che tanto se dovete farvi i cazzi vostri tanto vale no?”
Dopo un attimo di silenzio in cui tutti ci guardiamo straniti, Gio prende la parola.
“Non sarebbe male come idea: dovremmo fare l’area lettura nel garage.”
Il chitarrista fa un sorrisino bastardo mentre Tommy sembra sul punto di prenderlo per il collo. Giovanni gli si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.
“Dai Tommy, calmati. Sai che siamo tutti carichi per questo concerto, ma dobbiamo anche respirare. Nik poi è già tanto che sia qui: ti pare che avrebbe ricominciato subito con le prove se non ci tenesse alla band? Capisco che con questo concerto stai mettendo in gioco davvero tutto, ma devi cercare di stare tranquillo. I pezzi nuovi ormai li abbiamo provati talmente tante volte che si suonano da soli perciò su quel palco spaccheremo davvero! Forza: prendi un bel respiro, Jack si fa la sua sigarettina poi ripartiamo più carichi che prima.”
La capacità che ha Giovanni di tranquillizzare Tommy rimarrà sempre un mistero. Lui, che tra noi cinque è quello con l’aria più strafottente, quello che se la tira di più e fa il figo con le fans, quello anche più menefreghista a dirla tutta. Non riusciremo mai a capire questo rapporto che ha con Tommaso, ma finche riesce a contenere i suoi scatti d'ira va benissimo così.
Il cantante lo guarda poi si volta rassegnato verso il batterista.
“E va bene, vai a fumarti questa cazzo di sigaretta e vediamo di ricominciare con le prove prima che faccia notte!”
“Allora? Cos’è tutto questo casino?” Prima che la giugulare di Tommy possa scoppiare, si apre la porta del garage ed entra Frank con Francesca.
“Frank!” Tommaso cambia espressione nel giro di un secondo e corre incontro al nostro chitarrista che mi guarda soddisfatto: la sorpresa è riuscita in pieno.
“Quando sei uscito dall’ospedale? Quello stronzo di Nik non ci ha detto niente.”
“Un paio di giorni fa, ma gli ho detto io di non dirvi niente che volevo farvi una sorpresa e a giudicare dalle vostre facce direi che è riuscita davvero bene: sembra che abbiate visto un fantasma!” Frank scoppia in una delle sue fragorose risate mentre Gio e Jack raggiungono Tommy e vanno ad abbracciare il mio amico.
“Allora? Come stai?” Tommy si stacca dall’abbraccio e lo guarda.
“Direi che va tutto alla grande: mi hanno rimesso a nuovo. L’unica cosa è che dovrò cercarmi un autista che l’effetto della guida di Francesca è peggio di quello che ti può dare trangugiare il cibo stantio dell’ospedale. Poi tra un po’ diventerà una balena e manco arriverà al volante.” E così dicendo le tocca la pancia.
“Ma quanto sei scemo!” Fra gli da un pugno sul braccio destro poi lo guarda e ride: vederla così serena fa bene al cuore dopo tutte le sofferenze che ha passato. Adesso può finalmente godersi la sua gravidanza.
Non riesco a staccare gli occhi da lei e Francesco: non mi sembra vero vederlo qui. Per un po’ scende un silenzio irreale nel garage: è come se non ci rendessimo ben conto di cosa sta succedendo. Poi Francesca guarda Tommy con un sorriso ed estrae dalla borsa una bustina quadrata.
“Ragazzi… tenetevi forte: ecco qua la prima copia del nuovo cd!”
Così dicendo, Fra si volta verso di noi e ce lo mostra orgogliosa. La copertina l’ha disegnata Jack: uno sfondo verde, con un cerchio marrone e il nome della nostra band. Una cosa semplice, che non credo abbia un significato particolare, ma è piaciuta a tutti. Sapevamo che i cd erano in preparazione, ma vederlo lì è un’emozione fortissima che ci lascia senza parole. Tommy si avvicina a Fra e prende il cd in mano iniziando a guardarlo come se fosse il più prezioso dei tesori.
“Ragazzi, vi rendete conto che adesso si fa davvero sul serio? Fin’ora avevamo un qualche demo sgangherato da regalare dopo i concerti, ma questo è un cd vero. Questo è un nuovo inizio: da qua inizia la svolta dei Jumpin’ Frog. Da qua o si spicca il volo o ci si schianta a terra e io non alcuna voglia di spaccarmi il naso perciò diamoci sotto alla grande. Siete pronti a partire con me?”
“Io sono prontissimo! Se non sbaglio tra un mese abbiamo un palco importante che ci aspetta e io sono stato anche troppo lontano dalla mia chitarra.”
Frank imbraccia la chitarra iniziando a strimpellare.
“Bene… vedo che mi ricordo ancora come si suona perciò possiamo anche metterci al lavoro no?”
“Ehm… certo… certo…” Tommy per un attimo sembra smarrito, come se la voce di Frank l’avesse riportato sulla Terra. Credo non smetterà mai di sentirsi in colpa per l’incidente e rivederlo finalmente in piedi gli ha tolto un peso.
“Voi tre vi siete incantati? Forza! Al lavoro che non abbiamo tempo da perdere!” Il cantante ritrova la sua verve e si riparte, finalmente tutti al proprio posto. Frank si volta, da un bacio a Fra che si siede in un angolo del garage poi inizia a suonare. Mi avvolge una strana sensazione di calore, come quella che senti quando torni a casa dopo un lungo viaggio e finalmente ti butti nel tuo letto respirando quell’aria particolare che solo quelle quattro mura ti sanno dare: rivedere Frank finalmente al suo posto mi riempie di gioia.
Tommy è ancora stranito da quello che è appena successo. Chiude gli occhi e scuote la testa come a volersi destare da un sogno poi prende il microfono e si volta verso di noi.
“Bene ragazzi, adesso che ci siamo tutti smettiamola di perder tempo e vediamo se Frank si ricorda davvero come si fa a suonare: forza che tra un mese tutti dovranno ricordarsi dei Jumpin’ Frog.”
 
“E stop! Per oggi abbiamo dato!” Tommaso guarda l’ora e decide che possiamo finalmente uscire dal garage. Attacca il microfono all’asta poi si volta verso Frank.
“Come va? Tutto a posto?”
“Non potrei stare meglio: mi è mancata la musica. Non ci crederai, ma mi sono mancate pure le tue rotture di palle.”
“Io non rompo le palle. Io cerco di far andare avanti la baracca che se vi lasciassi fare qua andrebbe tutto a rotoli. Se non ci fossi io a controllare cosa combinate qua non si andrebbe da nessuna parte.”
Mentre Tommy parte con uno dei suoi soliti sproloqui, io e Frank ci guardiamo poi ci voltiamo verso Gio che cerca di trattenere una risata mentre Jack, che con la scusa di sistemare la batteria sta dando le spalle al nostro leader e gli fa il verso col risultato che scoppiamo tutti e quattro in una fragorosa risata.
“Quando avete finito di prendermi per il culo, voi quattro disgraziati potete anche uscire da questo garage!” Usciamo e Tommy chiude il portone poi si volta verso Francesco.
“Frank, tu ci devi ancora un giro di birre! Mica ci siamo scordati che hai qualcosa da festeggiare. Che ne dici di andare tutti a vedere che combina Max al bar della Piazza così gli portiamo pure il nostro cd, sempre se la tua signora non è troppo stanca?” Così dicendo si volta a guardare Francesca che sorride.
“Se Francesco ce la fa, per me non ci sono problemi.”
“Se Francesco ce la fa… Come sarebbe a dire ‘Se Francesco ce la fa’? Ce la faccio eccome!”
“E allora cosa stiamo aspettando? Muovete le chiappe e andiamo a vedere come se la cava Max senza il sottoscritto: spero solo si ricordi come si fa un caffè. Chi mi da un passaggio?”
“Vieni con me e Giacomo." Giovanni apre la portiera e fa salire Tommy.
“Tu Nik sali con noi?” Francesca mi guarda offrendomi un passaggio.
“Dai, così se guidi tu almeno arriviamo al bar interi!” Frank corre verso la macchina mentre Fra mi guarda sconsolata e scoppiamo a ridere.
 
*********
 
“Mi mancava il tuo caffè, dovrei venire più spesso a trovarti.”
Approfittando del fatto che Giovanni sarà tutta la sera al garage con il resto della band, ho deciso di andare a trovare Sara. Da quando sono andata via non abbiamo più tante occasioni per vederci, anche perché cerco di tenermi il più possibile lontano dai ragazzi, soprattutto adesso.
Mi alzo e vado sul terrazzo a fumare: in quel momento Rosy e Andres si affacciano al balcone di fronte. Lui mi vede, ma fa finta di niente e rientra in casa.
Aspiro dalla sigaretta e butto fuori il fumo rimanendo per qualche minuto a fissare quel balcone.
“Allora abita ancora qua…”
Sara esce e prende due sedie che sistema dietro di me.
“Chi? Ah… lui… beh… certo… dove vuoi che vada? Non dirmi che ti fa ancora effetto dopo tutto quello che è successo.”
“No… non mi fa effetto, o meglio… non nel modo che pensi tu. Non m’interessa più niente di Andres, ormai ho capito che tutta la storia con lui è stata una stronzata, ma rivederlo è sempre un colpo al cuore. Mi ero presa una bella scuffia.”
Sara mi avvolge da dietro le braccia intorno alla vita. Mi volto e ci abbracciamo. Rimaniamo per qualche minuto così, avvolte in quel calore che in questi mesi non abbiamo avuto. Poi Sara si allontana un attimo con la testa per guardami negli occhi, ma senza sciogliere l’abbraccio.
“Mi manchi Laura.”
“Anche tu mi manchi tantissimo. Mi ricordo quando passavamo le nottate a chiacchierare: tu che mi chiedevi come dovevi fare con Giovanni, io che cercavo di metter chiarezza in tutti i miei casini… Sembra passata una vita e invece sono solo nove mesi che non vivo più in questa casa. Sono cambiate così tante cose in questo tempo: tu e Giovanni che vivete insieme, Tommy che ha lasciato il bar per fare il musicista, Frank e Fra che stanno per avere un bambino, l’incidente, i ragazzi che andranno all’Arezzo Wave e poi ci sono io, che in tutto questo sono rimasta ferma al palo, come ad osservare il mondo. Me ne sono andata, sono scappata dall’unica persona che avrebbe potuto rendermi davvero felice e mi ritrovo come una stupida a pensare a come sarebbe potuto essere.”
“Stai parlando di Nik vero?”
“Certo che sto parlando di lui. Dopo l’incidente ho pensato tanto a tutto quello che è successo tra noi e mi sono resa conto che mi manca. Mi manca tantissimo, ma non posso pensare di riavvicinarmi a lui, non credo che me lo permetterebbe e ne avrebbe anche tutti i diritti! Sono stata terribile con lui, la peggiore delle donne che avrebbe potuto incontrare. E’ ora che lo lasci in pace, che gli lasci vivere la sua vita, che lo lasci libero d’innamorarsi.”
“Sei sicura che lui voglia davvero lasciarti andare?”
Mi volto e vado ad appoggiarmi alla ringhiera guardando verso il palazzo di fronte. Una leggera brezza mi scompiglia i capelli.
“Dammi solo un motivo per cui non dovrebbe: l’ho tradito, abbandonato per poi usarlo a mio piacimento quando mi tornava comodo. Più di una volta mi ha chiesto di restare, ma io l’ho sempre deluso scappando salvo poi accorgermi che ho bisogno di lui adesso che l’ho perso, che mi ha detto di stare fuori dalla sua vita.”
Sara si avvicina appoggiandosi alla ringhiera alla mia destra. Per qualche minuto anche il suo sguardo si perde sul palazzo di fronte poi si volta verso di me e con un braccio mi avvolge le spalle. La guardo: i suoi occhi azzurri hanno sempre quella luce che riesce a calmarmi, a farmi credere che tutto si sistemerà e andrà nel verso giusto.
“Laura, in questo periodo ho passato molto tempo con Nik, vuoi per via della band e un po’ per via del ricovero in ospedale e tutto quello che è successo con Frank, e ti posso assicurare che non ti ha dimenticata. Anzi… Sono certa che se tu lo cercassi sarebbe pronto a ributtarsi tra le tue braccia.”
“Sarebbe davvero uno stupido se mi volesse ancora vicino…”
“E’ semplicemente innamorato, ma tu devi fare chiarezza dentro di te: cosa vuoi da lui? Sei disposta a metterti in gioco, a darvi una possibilità? Se la risposta è si allora cercarlo e provate a vivere la vostra storia veramente.”
“L’incidente mi ha fatto pensare molto a come sarebbe stato perderlo, sapere di non poterlo rivedere più e davvero non saprei immaginare la mia vita senza Nik, ma allo stesso tempo ho paura di ferirlo, di fargli ancora del male e non se lo merita davvero. Non lo so Sara… per ora nella testa ho solo una gran confusione.”
Mi prende la testa e l’appoggia alla sua spalla carezzandomi i capelli con quel suo fare da mammina premurosa, quel tocco che sa essere un vero toccasana per me. Mi da un bacio sulla testa poi ricomincia a parlare.
“Senti… tra un mese i ragazzi saranno ad Arezzo per il concerto. In questo periodo devono concentrarsi sulle prove che con l’incidente di Nik e Frank sono stati fermi quasi tre settimane perciò non hanno tempo per altre distrazioni. Tu approfittane per pensare a te e Nicola, per fare chiarezza in questa testa matta che ti ritrovi e vedi di capire in che direzione vuoi andare. So già che verrai al concerto perché nessuno potrebbe tenerti lontana dal debutto su un palco importante dei nostri ranocchietti e allora vedrai che effetto ti farà rivederlo e potrete capire cosa fare della vostra storia.”
Chiudo gli occhi e inspiro profondamente: e se Sara avesse davvero ragione? Se davvero ci fosse un’altra possibilità per me e Nicola? Un mese. Un mese per pensare, un mese per capire cosa fare della mia vita.
 
******
 
Le 4 e io non riesco a dormire. Lo sapevo che sarebbe finita così, mannaggia a Tommy e ai suoi giri di birra infiniti… Ho la testa che mi scoppia. Apro la finestra e mi affaccio per prendere un po’ d’aria quando vedo che c’è qualcuno in giardino.
“Frank che Diavolo ci fai lì? Francesca ti ha buttato fuori casa?”
“Più o meno.” E così dicendo scoppia a ridere.
“In realtà non riuscivo a dormire per la troppa adrenalina in corso che oggi è stata una giornata davvero intensa e sono sceso a fumare. Tu piuttosto perché non dormi?”
“Troppe birre e ho la testa che sembra un pallone.”
“Bravo cretino: te l’avevo detto di non esagerare e adesso ne paghi le conseguenze.”
“Grazie papà…”
A volte prenderei Frank a mazzate: è così protettivo che mi fa quasi sentire un menomato. Da quando ci siamo conosciuti ha sempre avuto la sindrome del fratello maggiore nei miei confronti. Sembra quasi che si sia assegnato la missione di difendermi dal mondo, come se io non fossi capace di farlo benissimo da solo e quando non deve fare l’angelo custode mi fa le ramanzine. Mi fa venire un nervoso allucinante, ma allo stesso tempo non potrei mai fare a meno di lui, del suo prendersi cura di me, del suo bene.
“A che ora ha detto che ci aspetta Tommy domani?”
“Verso le 9 al garage. Dici che ce la farà ad uscire dal letto? Era piuttosto alticcio quando siamo usciti dal bar.”
Frank getta a terra quello che resta della sigaretta e la spegne con la punta del piede poi mi guarda con una smorfia perplessa passandosi la mano sulla barba.
“Mmmm… temo che sarà là già per le 8 apposta per potersi lamentare del fatto che siamo sempre in ritardo.” E così dicendo si lancia in un’imitazione di Tommy che sclera che ci fa scoppiare a ridere.
In quel momento Fra si affaccia alla finestra mezza addormentata: guarda giù, si volta verso l’alto a guardarmi per poi tornare a rivolgere lo sguardo verso il mio amico.
“Avete finito di fare casino voi due o volete svegliare tutto il palazzo dopo aver svegliato me? Francesco, che ne dici di venire a letto? E tu Nicola? Vedi di chiudere quella finestra e infilarti sotto le coperte.”
“Il Generale Francesca è arrivato! Occhio che ci ha pure chiamato con i nostri nomi per intero perciò dev’essere parecchio incazzata. Nik, quasi quasi salgo da te.” Frank scoppia a ridere poi ci guardiamo.
“Facciamo quelli che vanno a dormire?”
“Sarà meglio prima che la tua donna salga e mi butti direttamente dalla finestra.”
“Guarda che non scherzavo sul fatto di salire da te: la vedo grigia la situazione… Mai svegliare il Generale!”
“Francesco, se finisci di fare il cretino e sali mi fai un piacere!”
Lo guardo come a dirgli “in bocca al lupo” poi ridiamo.
“Andiamo a letto va… Buona notte Frank.”
“Notte Nik, a domani. Ricordati di mettere la sveglia.”
“Già fatto papà. A domani.”
“Scemo.” Si dirige verso la porta, mi fa un sorriso e sparisce oltre la soglia d’ingresso.
Rimango in ascolto per sentirlo salire le scale ed entrare nell’appartamento sotto il mio poi mi metto a letto: mi mancava il mio fratellone.
 

[1] Frase tratta da “Second chance” degli Shinedown
 

E finalmente ci sono arrivata in fondo! Mi avevate dato per dispersa? E invece no! Eccomi qua con un capitoletto dove non succede niente di speciale, ma fa da transito verso il quasi finale della storia. Perchè non ci crederete, ma manca poco alla fine (ok... non piangete e non iniziate a festeggiare... ). I miei ranocchietti stanno per saltare davvero su un bel palco e Laura... metterà davvero la testa a posto? Sarà la volta buona che si stemano tutti o ci sarà una tragggggedia in aguato? Ai posteri l'ardua sentenza XD

Se volete vedere la copertina del cd dei ranocchietti, eccola qua (fa pena, ma come grafica valgo ancor meno che come scrittrice :( )

Ringrazio chi ha avuto il coraggio di seguire i miei deliri fino a qua e chi resisterà fino alla fine :)

See you soon! <3

   
 
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