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Autore: saxy    10/02/2014    4 recensioni
E se House fosse in un qualsiasi modo legato alla Cuddy?
* * *
House si stava avvicinando alla ragazza che era più bassa di lui di 5 centimetri circa e le aveva preso le mani.
Guardava rapito le dita della propria mano destra intrecciarsi con quelle della sinistra di lei. Sentiva il respiro della giovane donna che aveva tra le braccia farsi più rapido e corto.
Stava portando la propria testa verso l'orecchio sinistro della mora e dopo averle lasciato delicatamente la mano, le aveva sussurrato:
Non credo tu cambierai idea. Semplicemente trovo difficile che tu possa andare dal croissant o dall'armadio se sei legata a me.-
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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QUESTIONE DI...LEGAMI

 

Giocare a poker gli era sempre piaciuto, non tanto per il gioco in se' quanto per il fatto che riusciva sempre a vincere. Vinceva denaro, spogliarelli, birre e trovava un certo gusto nel vedere i propri avversari tradirsi con smorfie o movimenti delle sopracciglia mentre cercavano di bluffare.

Lui sapeva leggere le persone: era un potere che nessun supereroe aveva se non lui.

Il dottorato alla Michigan University era interessante, ma sperimentare sul campo la stupidità del genere umano accompagnato da un buon sigaro ed un boccale di birra non poteva essere paragonato ai soliti casi che venivano proposti dai testi universitari.

Quella serata gli stava fruttando parecchio e quelle brutte copie di futuri medici incompetenti quasi non lo facevano divertire più: era già la quarta volta che lasciava in mutande quel tizio. Gli stava di fronte e assomigliava ad un cane croissant con quella faccia floscia e gli occhi scuri che ormai trapelavano disperazione ogni volta che guardava la propria mano.

  • Ascoltami involtino primavera venuto male, lascia perdere. Il fatto che tu continui a toccarti le labbra indica che hai mentito fino ad ora e le tue mani non smettono di sudare, non vorrei ti squagliassi qui davanti a me.-

  • Non ti sto mentendo.- sudava. Come sudava.

  • Non ho detto che tu menti a me. Stai mentendo a te stesso. Probabilmente hai promesso a qualche stupido amichetto di riportare la birra e magari qualche pollastrella nella vostra stanza, oppure provi piacere nel farti rivoltare come un calzino da me. Nel caso la prima ipotesi sia vera, credo tu debba parecchi soldi a questo amichetto e probabilmente ha minacciato di impastarti quella faccia moscia che ti ritrovi. Nel caso della seconda, direi che sei disturbato oppure attratto da me. Ti dico subito che a me piacciono i seni e le vagine, quindi lascia perdere e molla il malloppo.- Era molto sicuro di se'.

Il ragazzo fisarmonica stava cedendo, glielo leggeva negli occhi che non avevano il coraggio di sostenere uno sguardo.

Probabilmente avrebbe fatto cadere le carte sul tavolo fra 3...2...

  • D'accordo. - giù le carte.

  • Bene, posso dire che è stata una partita divertente. Adesso scusami, ma credo che andrò e riempirmi il bicchiere e gusterò la mia meritevole vittoria.- Soddisfatto della propria vincita si era alzato, aveva fatto il giro del tavolo e, dopo aver dato un bella pacca sulla spalla di Mr Floscio, era andato in cucina a cercare una damigiana che fosse ancora piena di birra.

Mentre sorseggiava quel poco che era riuscito a trovare, contava i soldi del poker, osservava il reggiseno della ragazza che aveva battuto alla prima partita, le manette del secondo giro e gli ultimi averi del povero ragazzetto che aveva spennato pochi minuti prima.

Si era messo una manetta dopo aver adocchiato una bella castana che continuava a torturare la cannuccia del suo drink e gli faceva cenno di avvicinarsi. Quella serata sarebbe finita con i fuochi d'artificio, se lo sentiva.

Senza prestare attenzione a niente e nessuno, aveva preso ad attraversare la stanza, ma una mora gli si era piantata davanti e lo guardava in cagnesco.

  • Scusami, mi sei appena venuto addosso e mi fatto versare il bicchiere sul mio vestito.-

  • Io non ho fatto proprio niente. Tu stai intralciando il mio cammino verso la terra promessa, quindi vai a rompere a qualcun altro.- La mora non sopportava quei toni, così presa dalla rabbia aveva finito per tirargli un colpo al bicchiere rosso che il maleducato teneva in mano, facendogli bagnare i pantaloni.

La castana osservava la scena incuriosita e non capiva se quella fosse una discussione da coppia sposata o altro. Senza degnarlo più di uno sguardo si era allontanata con un palestrato che in quei pochi secondi si era avvicinato a lei.

  • Sei impazzita?! Cosa ti ha fatto pensare che mi sarebbe piaciuto farmi bagnare i pantaloni da te?!-

  • Io so chi sei. Sei Gregory House e la tua fama da saccente e scortese ti ha preceduto per cui ti dico subito che non mi muovo da qui fino a che non ti scuserai per avermi rovinato il vestito.-

  • Non ci penso neanche! Tu quello lo chiami vestito? Sembri un canarino spennato e bagnato. Ti ho fatto solo un favore.-

  • Un favore?-

  • Sì, un favore. Quale ragazza si metterebbe un vestito del genere? Sempre che tu sia una ragazza, ovviamente.-

  • Come prego? Mi stai dando del travestito? Sai, sei un bastardo.-

  • Me lo dicono in tanti, ma che ci posso fare: è nella mia indole dire la verità e tu sei una stupida se non l'accetti.- Quella ragazza era veramente irritante. Prima gli impedisce di raggiungere la meta e poi lo mette in imbarazzo davanti a alla castana.

  • Io sono tante cose, ma non stupida. Ho visto come hai fregato il tizio del poker. Gli hai fatto credere che stesse perdendo e quando ha mollato la presa, hai raccolto la vincita e non gli hai nemmeno mostrato le tue carte. Non sarebbe difficile fargli notare questo spiacevole dettaglio, dato che ti sei messo le carte nella tasca sinistra dei pantaloni!- Lo aveva osservato. Quell'irritante prototipo di ragazza lo aveva tenuto d'occhio sin dall'inizio e questo non era normale.

  • Ma tu cosa sei? Uno stalker forse? Non hai alcun diritto di intrometterti nei miei affari, quindi alza i tacchi a vai a piangere per il tuo vestito da un'altra parte.-

  • Sì, probabilmente hai ragione. Credo che me ne andrò. Tuttavia, nel tornare nella mia stanza credo che passerò dal ragazzo involtino primavera e gli farò notare il piccolo particolare che gli era sfuggito. E dato che sono di strada penso di fermarmi anche dagli altri che hai fregato ad inizio serata. Ti ricordi quell'armadio a quattro ante a cui hai praticamente fregato i soldi? Temo che se venisse a sapere dell'accaduto, potrebbe accidentalmente impedirti di camminare per i prossimi 10 giorni.- Gli stava sorridendo. Era un sorriso compiaciuto, perché lo teneva in pugno, ma Gregory House non si sarebbe fatto mettere con le spalle al muro da quella ragazzetta insopportabile.

  • Non credo che tu lo farai.- Adesso era lui che le sorrideva compiaciuto di qualcosa che non le aveva ancora detto.

  • Ah no? Cosa ti fa credere che cambierò idea?-

House si stava avvicinando alla ragazza che era più bassa di lui di 5 centimetri circa e le aveva preso le mani.

Guardava rapito le dita della propria mano destra intrecciarsi con quelle della sinistra di lei. Sentiva il respiro della giovane donna che aveva tra le braccia farsi più rapido e corto.

Stava portando la propria testa verso l'orecchio sinistro della mora e dopo averle lasciato delicatamente la mano, le aveva sussurrato:

  • Non credo tu cambierai idea. Semplicemente trovo difficile che tu possa andare dal croissant o dall'armadio se sei legata a me.-

  • Cosa?- era così intontita dal suo profumo e da quella situazione eccitante che non si accorse che House le aveva chiuso una manetta al polso destro.

Ripreso il contatto con la realtà, aveva iniziato a tirare forte il braccio. Non poteva essere vero.

Non poteva essere ammanettata a quel cinico e cretino futuro medico.

  • Lasciami andare.-

  • Non lo farò. Tu non mi hai lasciato scelta e questa è la tua punizione. E poi non fare quella faccia: lo so che le manette sono sempre state il tuo sogno più nascosto.- le aveva fatto l'occhiolino come se fosse la cosa più normale da dire in quel momento.

  • Certo! In effetti farmi ammanettare da uno stronzo è sempre stato il mio sogno nel cassetto. Tu sei molto abile nel capirmi, dovevo venire da te prima. Ora piantala e lasciami andare, altrimenti mi metterò a urlare.- La stanza era piena di gente, ma nessuno sembrava prestar loro attenzione o meglio: nessuno era in grado di mettere a fuoco proprio niente visto l'alto tasso alcolico nel sangue.

  • Per me puoi sfruttare le tue corde vocali finché non ti ci impicchi, ma sappi che non ti lascerò andare.-

  • Conterò fino a 3, se non tirerai fuori la chiave di questo dannato giochetto delle tue fantasie perverse, urlerò.-

  • Stellina mia...-

  • Non sono la tua stellina. Mi chiamo Lisa e pretendo di essere slegata.- era arrabbiata, mentre House abbastanza divertito avrebbe preferito essere ammanettato alla castana dal seno gigante.

  • Zitta. Mi irriti con questa tua voce da capo dei capi. Non ti slegherò, perché non so dove cavolo è la chiave! Quindi, se non vuoi sgolarti, fai pure. Io mi siederò fuori con le mie cuffie e aspetterò che una qualche idea mi giunga alla mente.- Lisa non riusciva a credere alle proprie orecchie: quello stupido aveva perso la chiave. La sua unica via di scampo era una minuscola chiave e Gregory House l'aveva persa.

  • Io ti irrito? Vorrei farti notare che sei stato tu, genio, a metterci in questa situazione e tanto per la cronaca...-

  • Perché voi donne dovete sempre parlare? Sempre a dire agli altri cosa dovrebbero o non dovrebbero fare; dovete polemizzare, sgretolare la poca pazienza che permea il resto del mondo con le vostre insulse parole. Risparmia il fiato e goditi il resto della serata, maestrina.- Lisa aveva alzato il sopracciglio e la bocca si era semi aperta: doveva trattarsi di un pessimo incubo, veramente pessimo.

  • Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima...-

  • Non lo so.- L'aveva interrotta prima che potesse continuare la sua estenuante arringa.

House era riuscito ad ottenere un po' di tregua: silenzio, candido e meraviglioso silenzio. Quella lunga pausa che tutti desiderano dalle 70.000 parole al giorno che producono le donne e che stordiscono persino un sordo.

La festa proseguiva indisturbata, ma ormai non c'era più nessuno se non si contavano quei 3 accasciati dietro il divano con le gambe all'aria e due ragazze abbracciate con la testa nel forno.

Nonostante la quiete del momento, House si era diretto verso la sala, trascinando con se' Lisa.

  • Scusa, dove stiamo andando?-

  • Devo andare al bagno: ho bevuto troppa birra.-

  • Cosa? No, no. Finché rimarremo legati con questo coso, te la terrai.-

  • Donna! Ho detto che devo andare al bagno: o ci vieni con le buone o sarò costretto a prendere la clava e colpirti.-

  • Io non vengo al bagno con te! E non voglio che la mia mano si avvicini al tuo...hai capito. - aveva fatto cenno con gli occhi al basso ventre del giovane House.

  • Hai una dominanza dei termini biologici da far invidia ad un'ameba. Io devo andare al...- si era fermato. Fissava qualcosa o qualcuno dietro le spalle della ragazza, la quale, immediatamente, si è voltata. Neanche il tempo di trovare la causa della distrazione, che Lisa si era trovata in spalle ad House che si dirigeva verso la siepe più vicina.

  • Mettimi giù! Mettimi giù!- Greg l'aveva lasciata andare e senza perdere tempo si era tirato giù la cerniera lampo dei pantaloni ed aveva iniziato a “cambiare l'acqua alle olive”. - È disgustoso. - il braccio della mora cercava di allontanarsi da quella fonte di urina: il getto per poco non annaffiava i piedi ad entrambi.

  • Fermati stupida ragazzina! Tu vorresti farmi credere che stai studiando medicina? Se ti agiti tanto per un pene nascosto dalle mie mani e dai pantaloni, non oso immaginare cosa combinerai quando farai sesso per la prima volta.-

  • Tanto per la cronaca: io non sono vergine e mi agito perché non voglio che nessuna parte di me si avvicini a quella parte di te.-

  • Ma certo, tesoro. Io ti credo – diceva con una vocina da “mammina comprensiva”.- d'altronde sei stata proprio tu a “non” seguirmi tutta la sera e anche i giorni precedenti in aula e per il campus. Non ti preoccupare, il tuo segreto è al sicuro con me!- occhiolino e sorriso. - Ora se permetti- si chiudeva la lampo.- ti porterò in camera mia e...-

  • Non ci penso nemmeno. Non mi muovo da qui.-

  • Mmmh! Sì, la trovo un'idea fantastica. Tu rimani qui a sorvegliare la mia urina, mentre io vado nella mia camera prendere qualcosa per aprire queste manette. Aspetta! Ma non si può fare, perché il mio polso è legato al tuo! Sai ci sarebbe una soluzione, però non credo che ti piacerà: potremo amputarti la mano così potrai essere nuovamente libera e spensierata.-

  • Andiamo in camera tua.- Greg si rispecchiava in quelle due biglie che guardavano le stupide catene. Era carina, tranne per il vestito canarino bagnato.

  • Quanto entusiasmo! Come mai un così repentino cambiamento di idea? Inizio a pensare che ti piaccio, ma te lo dico subito: non sono tipo da relazioni. Possiamo andare in camera, tenerci le manette e mettere in pratica due idee che mi frullano per la testa...- House muoveva su e giù le sopracciglia come se la volesse convincere dell'inevitabile.

  • Perché no?! Infondo il tuo cervello si trova sul tuo pene, magari se lo svegli ti verranno in mente cose più sensate da dire!-

Erano solo le 5 del mattino ed i raggi del sole iniziavano a farsi strada fra le stelle: non avevano idea di quanto tempo fosse passato da quando potevano definirsi due corpi separati ed autonomi, ma pareva un'eternità.

  • Battuta carina.- Stavano camminando per il campus alla ricerca di una soluzione.- Però devo contestare...-

  • Shhh!-

  • Non dirmi “shh” donna! Siamo in un paese libero ed ho il diritto di potermi esprimere.- Non prendeva niente sul serio. Per Gregory House era tutto uno scherzo.

  • Shhh! Ho trovato la risposta ai nostri problemi.-

  • Finalmente: ho un preservativo dentro il portafoglio. Quanto è distante camera tua?-

  • Non mi riferivo a quello! Però dobbiamo andare nella mia stanza: ho delle mollette per capelli che forse faranno al caso nostro.-

  • Siamo legati insieme da più di due ore e l'unica idea migliore del sesso che hai è quella di farci i capelli? - Lisa lo guardava senza parole.- Mi vorrei fare i boccoli, ma sarà un problema vista la lunghezza dei miei capelli.-

  • Le misure non contano.- Se sei in una stanza con un pazzo che ti tiene in ostaggio e vuoi uscire, cosa fai? Assecondi il pazzo, ovvio! Era rassegnata: tanto valeva dargli ciò che voleva.

  • È questo che hai detto al tuo ex ragazzo prima che ti lasciasse per la tua seconda scarsa di reggiseno? Ha funzionato?-

  • Perché voi uomini pensate sempre al sesso? Quando ve ne parlano per la prima volta vi inseriscono nel cervello un cip con tutte le scoperte di Freud? Siete peggio di lui che vedeva in ogni parola, pensiero, atteggiamento, sogno, illusione, quadro, dipinto, il sesso. Che succede se non ne parlate per 2 minuti? Vi si necrotizzano i testicoli forse? Oppure vi si accorcia di mezzo millimetro? E se non ci pensate, morite di epatite fulminante e di cancro alla prostata?-

  • Che c'entra il fegato con l'apparato riproduttore?-

  • Quanto hai sentito di tutto il mio discorso?!-

  • Ho soffermato la mia attenzione selettiva sulla parola “sesso”.- Lo sguardo enigmatico di Lisa non lo tangeva minimamente, mentre si muovevano verso la stanza di lei.

Ormai mancava veramente poco. Adesso doveva solo ricordare dove teneva le mollette ed il gioco era fatto.

Si erano arrestati di fronte ad una porta marrone con la sigla “9F”: Lisa stava cercando la chiave della camera nella sua borsetta quando House la inchiodò tra l'ingresso e se'.

La ragazza non voleva tradirsi come aveva fatto precedentemente, ma si sentiva come una calamita e più si perdeva nell'azzurro degli occhi suoi e meno capiva.

  • Sai Lisa, infondo non sei così male. Certo, sei una rompiscatole senza limiti, questo vestito è veramente orrendo, ma è interessante passare del tempo con te.- così dicendo, aveva estratto qualcosa dalla sua tasca: la chiave.

  • Per tutto questo tempo hai avuto la chiave in tasca? Avevi detto di averla persa!-

Come poche ore prima, si era avvicinato all'orecchio della mora: - Tutti mentono.- aveva sussurrato e poi si era allontanato come se non fossero mai stati “legati”.


* * *
Angolo di saxy:
Dopo tanto tempo finalmente ho trovato il tempo di scrivere questa storiella. Non ha una bella forma e non è neanche scritta tanto bene, però l'idea c'è e vorrei che ognuno ci mettesse un po' di fantasia per migliorare il pensiero nato da un viaggio notturno in auto.
  
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