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Autore: Kokky    15/06/2008    4 recensioni
Non-sense.
Road aveva una miriade di giochi. Ma la sua preferita era una bambola di pezza che sorrideva maligna con le labbra incatenate da fili neri.
Poi aveva deciso che era Tyki il suo giocattolo. Il suo preferito. Il suo unico.
Lei che giocava con dita di ossa, strette forti nei pugni chiusi, e sciorinava le filastrocche insegnate dal Conte.
Le sapeva a memoria.
Tyki ascoltava quella saltellante cantilena fatta di rime baciate e strofe elementari.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tyki Mikk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spin off della prima versione di Giochi per Piccole Iene di darkrin. Ho il suo consenso, ovviamente. Liv mi ha lasciato fare.

 

Perché? Perché ho amato la sua shot.

La amo tuttora. Quella ragazza, alle volte, è geniale.

E anche se l'ha cambiata io la lascio così.

 

 

 

 

Cause god it just feels so...
It just feels so good.

Misery Business – Paramore

 

 

C'era una bambola che sorrideva con malignità, la bocca cucita da fili scuri e stretti e gli occhi spenti di bianco. Lo guardava senza vederlo con la sua espressione strana.

Era un sorriso crudele, il suo, con un pizzico di tristezza.

Perché non mi liberi da questi fili neri?

Tyki la lasciò lì, sul davanzale di una casa dimenticata, a marcire. La stoffa era fradicia e cadeva a pezzi.

 

 

Bambola di pezza

 

 

Road ballava sul tavolo di casa, con una gonna corta che mostrava le sue mutandine bianche, e Lero in mano che sbatteva di qua e di là. Però l'ombrello non si lamentava come al solito.

C'era silenzio in quella danza. Si svolgeva tutto in un'altro mondo, forse.

Era quella un'illusione?

Tyki allungò la sua mano guantata e provò a toccare Road, ma quella fece un balzo e atterrò sul pavimento. Rideva senza rumore, con gli occhi socchiusi e il volto deformato in un ghigno.

Vedeva una luce maligna in quello sguardo; Tyki ripensò alla bambola di pezza in decadenza nella sua vecchia casa.

Road riprese a ballare sulle mattonelle, saltando quelle bianche, che formavano una scacchiera sul pavimento. Una, due, tre.

I piccoli piedi non sbagliavano una mossa. Lero volò via, lanciato con forza, e cadde qualche metro distante senza alcun tonfo.

<< Road, perché siamo qui? >> chiese allora Tyki.

Lei continuò a mettere un piede avanti all'altro, facendo roteare la sua gonnella.

Tyki sospirò e la bambina gli porse una mano, ghignando.

La prese e si fece trasportare nella danza, trasformatasi in un ballo veloce. Road lo guardava [e non lo vedeva] con i suoi occhi lattiginosi.

<< Ehi, perché mi hai portato proprio qui? >> gli domandò lui.

Ma Road sembrava non sentirlo e lo faceva girare e girare e girare.

Giro girotondo quanto è bello il mondo casca la terra tutti giù per terra

 

 

Road aveva una miriade di giochi. Ma la sua preferita era una bambola di pezza che sorrideva maligna con le labbra incatenate da fili neri.

Poi aveva deciso che era Tyki il suo giocattolo. Il suo preferito. Il suo unico.

Lei che giocava con dita di ossa, strette forti nei pugni chiusi, e sciorinava le filastrocche insegnate dal Conte.

Le sapeva a memoria.

Tyki ascoltava quella saltellante cantilena fatta di rime baciate e strofe elementari.

 

<< C'era una bambola di pezza

brutta storpia e olezza

e nessuno la raccattava

perché ella puzzava.

 

Arrivarono due bambini

che da crudeli piccini

le legarono il viso

in un nero sorriso. >>

 

Road l'aveva fatto con la sua Lilly, ridendo sguaiatamente, e alla fine l'aveva buttata nella vecchia casa di Tyki.

<< Se vuoi è tua. >> disse con un ghigno, scomparendo poi da una porta.

Tyki l'aveva guardata, la bombola dal sorriso maligno, e l'aveva lasciata a marcire. Pezzi di stoffa cadevano a brandelli, ma il suo ghigno rimaneva nero di fili.

 

 

Tyki, detto Tykipon dal Conte con molto affetto, continuò a roteare con Road, seguendola nelle sue acrobazie e salti spettacolari.

Senza alcun rumore.

Sentiva la furia salirgli alle labbra e alla fine gridò:

<< Perché non mi rispondi Road, eh? Parlami! >>

Ma quello era un gioco che lui non conosceva, con regole diverse, e i suoi occhi bianchi lo fissavano continuamente, divertiti da quello spettacolo. Oh, era così buffo quel Noah.

Lero era immobile lì vicino, e i due ci passarono accanto sfiorandolo nella danza frenetica.

[Danza macabra;

dammi le tue ossa

dammi bambino

ci farò una collana

bella bella e lucente,

dammi le tue dita

e giocherò con te, scheletro.

Ma non toccare

la mia bambola nuova]

Tyki iniziò a odiare quell'assordante silenzio, fin troppo spento e muto, e prese a pestare i piedi, trasformando il ballo in tip tap.

[Tip e Tap i piedi fanno e svegliano i fantasmi del mondo vecchio, fan crollare la terra e poi l'illusione rotola via come una mela, troppo lontana dall'albero]

Road lo seguì per un po', poi lo bloccò con forza inumana e gli strinse le mani al collo; era sua proprietà.

<< Ora toccherà comprare un'altra bambola. >> si lamentò con voce infantile.

Era un déjà vu, quello?

Era forse un mondo diverso dal loro?

Tyki piegò le labbra in sorriso, capendo.

<< Sono morto, vero? >> chiese infine.

Road spalancò la bocca in un sorriso crudele.

<< E io sono Dio e tu solo un peccatore. Esiste anche l'Inferno per un Noah. >> disse la bambina, allontanandosi da lui e ridendo spaventosamente.

<< Ma noi siamo i tuoi prediletti! >>

<< Non basta questo, Tykipon. >> spiegò Dio muovendosi nella gonnella di Road.

L'altro ammutolì come tutto il resto lì intorno, sentendosi improvvisamente triste. Gli toccava di nuovo piangere, questa volto perché morto lui stesso?

Road l'aveva ucciso. Anche lui che era il suo gioco preferito. Come la bambola di pezza prima ancora, buttata via a marcire.

Ora toccava a lui quella sorte.

Il Destino sorrideva malamente accanto a Dio, e aveva gli occhi bianchi come la luna, con un ghigno stretto da fili neri.

 

 

 

   
 
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