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Autore: Checie    15/06/2008    3 recensioni
Questa è la mia vita, in pochi capitoli. Tutti i fatti e le persone citate sono realmente esistenti o esistiti. Tutti i riferimenti sono puramente voluti. Spero vi piaccia!!!!!!!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché una ragazza che è brava a cantare e recitare sente il bisogno di iscriversi ad un corso di danza? Il richiamo animale alle danze tribali? Il bisogno di agitarsi al ritmo sincopato dell’hip hop? No signori miei, nulla di tutto ciò. Un motivo reale non c’è. Un po’ è il piacere di avere un’insegnante come l’ineffabile Manu, simpatica donnetta carina come un pizzo sangallo e più cattiva di un’arruolatrice di marines, disinvolta portatrice di pantalonazzi giallo pipì radioattiva e maglie promozionali della scuola, amante delle flessioni e degli addominali in quantità spropositatamente elevata e grande amica del sommo Jon* B, ballerino della bassa padana con una vaga aria da secchione occhialuto col naso sporgente. Un altro motivo è sicuramente la possibilità di indossare gli splendidi costumi selezionati personalmente dalla Manu: bragoni arancioni, canotte multicolor con patacche ricoperte di brillantini, casacchine sbarazzine dotate di stampe ambigue e maniche insensate ed infine confortevoli scarpe deformi con copertura esterna in cotone “che così la pece attacca meglio” (fondamentale per evitare di sbattere le nostre amate natiche al suolo).
Il piano di azione/distruzione sistematica comincia a settembre e si protrae fino a luglio, con due appuntamenti settimanali più temuti di una catastrofe naturale, e sicuramente più spaventosi. Fino a dicembre si fa “un po’ di stretching per sciogliersi”, leggi tre ore ogni sette dì di acrobazie improbabili, estendimenti di muscoli più che doloranti, mosse dall’invitante nome di “ranetta” o simili che prevedono lo strappo di una cinquantina di legamenti. Una gioia per l’anima, temprata dalla fatica insormontabile e dalla sofferenza autoimposta, ma soprattutto per il corpo, che ora di dicembre è duro come un laterizio, cementizio come le fondamenta di un grattacielo di ottanta piani e muscoloso come quello di un culturista navigato. Poi, una volta raggiunto questo splendido idillio di tonicità, si cominciano a studiare le coreografie, i tanto agognati balletti da proporsi ad inizio giugno a tutto il pubblico del rinomato Teatro Salieri di Legnago. Allora tutta la furia assassina della Manu si sfoga in piramidi umane, scritte composte dai nostri corpi avvinghiati l’uno contro l’altro e quant’altro.  Noi, ventidue (una più, una meno) atletiche ragazze, ci sentiamo sempre molto portate per tutte queste cose e il disagio ci attanaglia inesorabilmente, ma alla Manu non sopravvive nessuno. O ti opponi a vita, senza la minima possibilità di spuntarla contro la sua ferrea volontà, o vieni fagocitato dal suo complesso e perverso sistema di elucubrazioni mentali. Il risultato, comunque, è che ti trovi rinchiusa nei camerini del teatro per ore, in attesa del tuo turno, aspettando solo che la voce melodiosa dell’Anna Parisato annunci “Gruppo hip hop secondo grado superiore: The way I are di Timberland (quello delle scarpe, per intenderci…vero Anna, cara?)” per poter finalmente avere la tua gloria personale. Quattro lunghissimi minuti in cui solo per 45 secondi emergo dalla penultima fila, grazie a Vishnu, fatti di sensualissime onde, passi bloccatissimi e mosse ammiccanti. Dopodiché me ne ritorno con l’aria del cane bastonato in camerino e passo la successiva ora e mezza a giocare a uno, poker, burraco, scala 40, scopone, briscola e controbriscola, perdendo con la precisione di un AK-47 e con l’inesorabilità della morte, oppure beo le mie orecchie dell’ascolto dell’apprezzabile colonna sonora di Mulan, urlando insieme alla Domi (magia creatura!) “E SARAI VELOCE COME E’ VELOCE IL VENTO”, cercando di imitare la voce baritonale di Chang, per poi passare a un momento Nirvana, seguito a ruota da un moto d’orgoglio politico espresso con magistrale mancanza di discrezione dai Modena City Ramblers. Molto, molto edificante, soprattutto quando sul più bello entra un’avvenente bionda del gruppo di classico avanzato che ci porge sorridendo un sacchettino di plastica contenente ritagli di plastica per impacchettare a stampe nere-argento dicendoci di prendere cinque coriandoli (ah, perché erano coriandoli? Buono a spersi!) a testa e tenerci pronte. A cosa? Chiederete voi. Beh, allo scoppiettante finale durante il quale, sulle commoventi note di “The power of love”, scorrono foto di noi ballerine, parenti, amici, animali domestici, nonni defunti, fratellini ingessati, accompagnate da dediche strappalacrime pregne di vero e reale affetto. Morale della favola, scoppiamo a piangere come vitelli e scatta l’abbraccio di gruppo. Per essere una cinica irrecuperabile ho singhiozzato per un bel po’. A conclusione di ciò un bell’inchino generale, lancio dei coriandoli e urlo “GRAZIE!”, spontaneo e sincero (provato almeno ottocento volte), in direzione delle nostre insegnanti, il duo Jenny e Manuela, colleghe nel lavoro, sorelle nella vita. Applausi. End of all hope (giusto per citare i Nightwish).  
A fine spettacolo, quando tutte vengono abbracciate dai genitori e ricevono fiumi di complimenti più falsi di un parrucchino, il buon Marco, che ormai conoscete, e Stefano (miei unici spettatori, vista l’indisponibilità dei miei genitori), mi hanno detto che la mia era una splendida “versione porno”. Sul serio, non so cosa farci, il mondo che mi circonda vede costantemente in me sesso, indipendentemente dalla mia volontà. Da palla-bimba mi sono trasformata in una formosa ragazza che sembra Cicciolina anche quando sbuccia la frutta o si impasta le mani col Das perché è troppo imbranata per non impiastricciarsi. È uno dei grandi misteri della mia esistenza, suppongo si possa considerare una sorta di contrappasso malefico: la mia romanticheria e indubbia purezza sono state punite con un corpo ad alto tasso di provocazione, che mi fa guadagnare le attenzioni fisiche indesiderate dei ragazzi impegnati di mia conoscenza, rendendomi l’amante ideale impossibilitata a trovarsi un ragazzo serio. E io odio fare la figura della poco di buono, essendo pervasa da indistruttibili ideali fuori moda di amore romantico, indistruttibile e forte oltre il tempo e le cose. Il tutto rivestito da un pericolosissimo fisico burroso ed esuberante, decisamente prosperoso anche se non grasso. Moana Pozzi con gli ideali di Cenerentola. Poi non dite che la natura non è bastarda.








SPAZIO MIO:
capitolo lampo sulla danza, ispiratomi dal saggio di ieri sera, cosa che ha leggermente distrutto ogni parte del mio essere, sia fisico che spirituale....credo che non farò mai la ballerina, posso vergarlo a lettere di fuoco sulla carne di un cormorano nano...
Non posso ringraziare personalmente perchè devo andare a letto (ora del computer 23:11 e devo trovare il tempo per leggere almeno un paio d'ore...........................................), però sappiate che siete assolutamente fantastici tutti! sia che leggiate e basta, sia che commentiate (cosa che mi rende molto felice!)
Baci,
Checie











  
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