ehm..ok.. SALVE A TUTTI! Sono Knight94 allora, questa è la mia prima fic (a capitoli) e vi voglio dare qualche suggerimento prima di cominciare: ALLORA, non leggetelo se non volete dormire o passare dei noiosi minuti sul computer.. anzi usatelo come sonnifero...FUNZIONA DAVVERO! non perchè sia noioso, ma perchè tendo a dilungarmi un pò... và beh, commentate e aiutatemi a migliorare, ok? se fà schifo ditemelo ke così smetto di perderci le notti,va bene? buona lettura!



Un Nuovo Inizio.


"Demyx! Muoviti che tra poco arriva Roxas! Hai fatto le valige?" la voce della mamma rimbombò per le scale, raggiungendo la camera di Demyx, che stava cercando di ritrovare nel caos il libro di matematica, l'unica cosa che la sera prima non aveva messo nella borsa. Fosse stato per lui, sarebbe rimasto lì a marcire tra i vestiti ammucchiati e il rimasuglio dello spuntino di mezzanotte. Dopo essersi immerso nella confusine come un palombaro, ritrovò il libro nel cestino della carta" Ahahah, il suo posto!" pensò. Scese le scale barcollando per il peso delle borse.
Driiin!!!! appena in tempo, Roxas era sempre puntuale.
Il padre parcheggia il gigantesco SUV grigio metallizzato, che faceva sfigurare così tanto la semplice multipla di Demyx, nel vialetto e aiutò il ragazzo a caricare le valige. Roxas scese" Capitano, siamo pronti per partire?"
"Potrà sembrare strano, ma non vedo l'ora! è la prima volta che sono contento di andare a scuola Ro-Ro!" e insieme iniziarono a saltare eccitati. Salutata la mamma Demyx salì in macchina mentre Roxas ordinava al padre di alzare la musica e tutto volume con "ADRENALINA" dei Finley. Mentre la macchina correva e bruciava l'asfalto, Roxas e Demyx cantavano a squarciagola senza pensare a niente, perche niente è tutto. Ad un certo punto il padre di Roxas abbassò la musica e disse" Allora, pronti per la vostra super esperienza delle superiori?"
"SIIII" gridarono loro in coro. "Speriamo solo di essere in camera insieme..." disse Roxas. " Hai paura di finire con qualche tipo losco? Guarda che anche con me non c'è da fidarsi..." " Ma fare a botte con te è più facile... non ci vuole niente.. Pensa se mi capita un armadio con strane fantasie..." rispose fintamente preoccupato Roxas.
"Povero principino!" e Demyx si mise a scompigliargli i capelli affettuoso mentre la macchina si fermava davanti ad un meraviglioso e gigantesco edificio." Ok ragazzi, siamo arrivati, se avete bisogno chiamate.. e poi non siete molto molto lontani da casa, quindi..." "OK PAPI! Ciao!" Roxas lo interruppe aprendo la porta. Lui e Demyx scesero dalla macchina e osservarono la scuola con aria di sfida. Erano pronti a tutto. Erano pronti a studiare (anzi solo Roxas) e a divertirsi, ma nessuno dei due sapeva cosa gli attendeva oltre quella soglia. Con grande sollievo scoprirono di essere in camera insieme. Da soli. In camera Demyx lanciò un urlo di battaglia per dare il via ad una sanguinosa battaglia con i cuscini e la notte guardarono al buio C.S.I.(anche se tutti e due morivano di paura).Prima di dormire Demyx domandò" Tu come la pensi Ro-Ro?" "Penso che sarà uno scherzo se il mio migliore amico è con me, Dem." rispose l'altro. "E chi sarebbe?" Demyx era in vena di lusinghe. "Mah, quel garzone che prima ci ha dato le chiavi è in realtà un ottimo..."stava dicendo Roxas. "Ah, si eh?" disse Demyx salendo sul letto di Roxas e incominciando a fargli il solletico, mentre l'altro implorava pietà. Dormire? ahah bella battuta!

Distrattamente Demyx si rosicchava le unghie seduto al banco mentre la professoressa parlava dei programmi e della validità della scuola. Si voltò verso Roxas che al contrario, era attento. Erano sempre stati diversi, sotto molti punti di vista: uno tranquillo e razionale, mentre l'altro, scatenato e instintivo, ma sin dalle medie formavano un duo incredibile e..."Allora Riyuga, si chiama così nespa? Immagino che lei sappia di cosa stiamo parlando, vero?!" la professoressa interruppe i suoi pensieri" Ehm... beh... ceeerto, cioè.. di che paaarlavamo?". Figuraccia. Tutti lo fissarono, e Roxas nascose la testa fra le braccia.
"DRIIIIN!!!!!!" suonò la campana. " Caspita, salvato dalla campanella!" sospirò Demyx sollevato. "Salvato un corno Dem, quella adesso ti ha sulla lista nera, dammi retta!" lo ammonì Roxas mentre la macchinetta delle bevande gli sputava fuori un the alla pesca.
"Quella con il teschio?"
"Esatto, elementare Watson!" rispose Roxas sorseggiando il the atteggiandosi da inglese. "Scemo!" disse Demyx tirandogli uno spintone prima di rientrare in classe.
xox
"Riyuga, visto che tanto non fa altro che scaldare il banco vada a farsi un giro in bagno, e intanto che c'è mi porti un caffè!"la professoressa squarciò pesantemente il sonno di Demyx. "U-Un caffè? em.. certo." il biondo uscì titubante pensando se fosse solo ironia o altro. Mentre si aggirava con mooolta calma per i lunghi corridoi verde oliva dei piani delle prime sentì dei passi alle sue spalle, così iniziò a camminare più velocemente. E ancora.E ancora, e SBAMMM!!! Si schiantò con qualcuno girando l'angolo."Ah, cavoli, che botta! Tutto ok? Ma..." non riuscì a finire la frase.
"Oddio! Scusa, scusa, scusa! N-Non volevo farti niente, giuro! é colpa mia.. io non.." stava dicendo un ragazzo della sua età in modo frenetico. Demyx aveva smesso di ascoltare, perchè il suo sguardo venne rapito dall'immagine di costui, che sembrava profondamente imarazzato. I suoi occhi però, blu come il mare più profondo, erano tranquilli e trasparivano sicurezza, e i suoi capelli, spettinati dal violento impatto, avevano delle bellissime sfumature argentee e azzurre come un sogno di una notte di mezza estate e sfoggiavano le loro particolarità in un lungo ciuffo morbidoso.
Il nome, cavolo, miserve il nome!
" Ehm, io sono Zexion di 1C, e sai mi sono perso... è il mio primo giorno..."
Oh che bello ci ha pensato lui!
Demyx come un'automa disse"Demyx. 1B. Caffè per la prof..." Si alzò piano piano e camminando all'indietro continuò a fissarlo inebetito. All'improvviso l'espressione di Zexion mutò, e si contraè in un viso allarmato gridando qualcosa, ma Demyx non sentì , e continuò imperterrito a procedere all'indietro, quando un'improvvisa sensazione di vuoto lo colpì. Era come se volasse, come se fosse diventato leggero di colpo, poi un pensiero agghiacciante gli trafitte il cuore.
Le scale.