Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Otaku_sis    10/02/2014    2 recensioni
|[In collaborazione con _CL is the way_ e Minori chan c:]|[Lietbela]|[Norukr]|[Taanto paranormale♥]|
Natalya Arlovskaya e Lukas Bondevik, ventenni e amici d'infanzia, gestiscono una piccola società, ma il loro non è un lavoro "comune". Sono investigatori dell'occulto. E molto spesso hanno a che fare con casi molto, molto pericolosi. E con vittime stressanti, troppo stresanti.
Poltergeist, Fuoco fatuo, Doppelganger, Banshee; questi ed altri termini si sentono sempre in quello studio alla periferia di Mosca, quello studio abbandonato, visibile solo da una porta e da una finestrella sfocata su cui vi è appiccicato il loro logo "Arlovskaya - Bondevik. Paranormal'nyye Sledovateli."
[Paranormal'nyye Sledovateli significa investigatori paranormali, btw c':]
Genere: Introspettivo, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Lituania/Toris Lorinaitis, Norvegia, Ucraina, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Paranormal Nat
0.5
--Prologue--



Tutta taceva. Come sempre del resto.
La periferia di Mosca non era mai stata così animata, e dopotutto a Natalya piaceva così. 
Era una ragazza tranquilla, lei, non amava la confusione e, prendendo le chiavi dell'auto, si disse che ancora una volta il luogo che avevano scelto - o meglio, l'unico spazio libero rimasto - era fatto su misura per lei. Per lei ma non per gli affari.
Essere investigatori dell'occulto nel ventunesimo secolo non è proprio tutto questo gran spasso. Pensò di sfuggita che avrebbe voluto volentieri vivere negli anni Venti, quando la gente credeva a qualunque cosa gli fosse stata detta, ma anche un paio di decine di anni più in là.
Ma il 2014, quello no.
Nel 2014 ognuno era capace di improvvisarsi scienziato, di raccogliere prove grazie ad Internet, di scrivere una tesina su quando fosse rumoroso il Poltergeist della casa abbandonata di fronte alla propria, e soprattutto gli scettici. Oh, quanti ce n'erano. Non finivano mai.

Con questi pensieri, Natalya aprì la portiera della sua auto, entrò, e partì. Anche l'auto sembrava fatta apposta per la padrona. Piccola, discreta, a toni cupi, ma anche veloce e agile.
L'aria settembrina comniciava ad annunciare l'arrivo dell'autunno, ma nonostante ciò faceva ancora caldo.
Aprì tutto il finestrino, e sentì l'aria stravolgerle il volto, senza però rovinare l'accurato trucco, mentre si metteva gli occhiali da sole.
Il vento le scompigliava i capelli biondissimi - quasi bianchi - mentre si aggiustava il fiocco azzurro all'angolo della testa che aveva deciso di indossare quel giorno.  Le iridi azzurrissime osservavano la strada davanti a sè con sicurezza, constatando con una nota di amara delusione che la strada era la stessa di tutti i giorni.
Sì, le sarebbe piaciuto cambiare, ma la crisi aveva colpito anche loro - e avevano rischiato di chiudere più volte - ma alla fine avevano continuando, sopravvivendo in qualche modo.

Spinse il piede sull'acceleratore e aggrottò le sopracciglia, quando un'altra folata di vento le andò a scompigliare i capelli.
Il cellulare squillò. Mentre con una mano teneva il volante, con l'altra frugò per poco nella borsa di pelle appoggiata sull'altro sedile e con una rapida occhiata, scoprì di chi si trattava.
Lukas, il suo socio in affari.
O come lo chiamava lei, Lukas il rompipalle.
Quel ragazzo era quanto di più apatico e fastidioso esistesse al mondo.
Di origini norvegesi, aveva sempre nascosto il suo legame con la Norvegia - per qualche strana ragione che, in più di dieci anni di amicizia, non le aveva voluto ancora rivelare.
Almeno era un buon amico. Da piccolo si faceva sempre difendere dai bulli, mentre Natalya li pestava a sangue, minacciandoli di farli a fette con dei coltelli presi chissà dove.
Bell'amico...
La ragazza scosse la testa, liberandosi dei suoi pensieri, e decise di rispondere.
«Sto arrivando.» decise di arrivare subito al sodo, le dava noia ascoltare tutti i suoi ragionamenti.
«Buon giorno anche a te Natalya. Sì, sto bene, grazie. Oh, stai arrivando. Bene.»
La ragazza sbuffò sonoramente, apposta per farsi sentire.
«Non c'è bisogno di tutto questo sarcasmo, sai che lo detest--» Natalya non potè finire la frase che si sentì attaccare il telefono in faccia.
«Bastardo.» soffiò a denti stretti, accelerando di nuovo.


Il parcheggio era deserto, come tutti i giorni. Sembrava un grosso deserto asfaltato di un asfalto scadente e puzzolente.
Natalya scese dall'auto, prese la borsa, le chiavi e la giacca ed infine chiuse la portiera, allontanadosi in fretta. Non voleva più sentire quell'idiota.
Imboccò un sentiero a destra, salì su un marciappiedi, e dopo vari bivii, ecco che vedeva l'insegna... di un ristorante giapponese. "na Kyoko" era aperto venticinque ore su ventiquattro. L'insegna lampeggiava sempre, e il cartello con su scritto "Otkrytyy -
オープン " non lasciava dubbi. Natalya però non riusciva a capire come i proprietari non facessero a non impazzire, o a non avere crisi di nervi.
Non lo sapeva, e in realtà non le interessava neppure.
Attraversò la strada, si avvicinò al ristorante, e mentre passava per la stradina, potè sentire dei fischi. Tentò di non perdere la calma, una volta era quasi finita in prigione.
Sospirò - come il suo insengante di yoga le aveva insegnato a fare - e poi contò fino a dieci. Si girò, lanciò un'occhiataccia di ghiaccio dietro di lei, ma non vide nessuno. Meglio così.
In quel lasso di tempo era già arrivata alla fine del ristorante ornato di vetrine e disegni di sushi animati.
Svoltò di nuovo, ed ecco che vide davanti a lei il suo orgoglio - si fa per dire.
Ed ecco l'edificio minuscolo, contornato da cassonetti ed animali spelacchiati; ecco il vetro perennemente appannato, coperto da due foglietti: l'orario di lavoro e la scritta "Arlovskaya - Bondevik.
Paranormal'nyye Sledovateli".
Ed ecco anche quel rompipalle di Lukas.
Era appoggiato alla porta, coprendo in parte l'insegna - ma ormai la sapeva a memoria, e ciò non contava.
Il suo volto apatico era lo stesso. I suoi occhi blu inespressivi erano gli stessi. I suoi capelli biondi, erano gli stessi.
Le andò incontro, mantenendo però le distanze.
«Non attaccarmi mai più il telefono in faccia.» sillabò Natalya.
«Hmp. Perchè le chiavi devi sempre tenerle tu?»
«Sono più responsabile di te, ovvio.»
Lukas sospirò, preferendo finirla lì.
Natalya aprì la porta, e si rivelò ai due lo stesso studio di sempre, lo stesso intonaco bianco scrostato in alcuni punti, la stessa scrivania accerchiata da quattro sedie - a cui una mancava una gamba - e infine, un calendario con su segnato, col pennarello rosso e alla data di quell'esatto giorno, un cerchio.
Lukas prese un foglio ch'era sulla scrivania e l'osservò.
«Oggi dobbiamo investigare sulla casa abbandonata che dicono sia infestata.»
Natalya, leggermente infastidita, gli strappò il foglio dalle mani.
«Tz... Operai impossessati da una forza misteriosa, costretti a non demolire la casa. È una grande cazzata e si stanno prendendo gioco di noi.»
Lukas annuì.
«Ormai ci chiamano per qualsiasi cosa. Però ci hanno promesso dei soldi. E non so quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho visto una paga. Ci conviene.»
«Per orgoglio io avrei rinunciato. Ma non posso lasciarti tutto da solo. Moriresti di paura.»
Lukas sospirò.
«Se come dici tu è una cazzata, allora non ci vorrà nulla per risolvere il caso. Basterà stare un oretta in quella casa, uscire e dirgli che è tutto okay. Assistere alla demolizione e, soprattutto, assistere al pagamento. Mi sembra denaro molto facile.»
Lukas era quello che, tra i due, credeva di meno nella compagnia.
Un tempo anche lui aveva sogni, speranze... tutti infranti dal tempo. Lukas era più realista di Natalya, e sapeva come sarebbero finiti, prima o poi. Aveva smesso di crederci da un paio di mesi. Ma aveva continuato ad assecondare la sua amica. Le voleva bene, anche se non l'avrebbe mai ammesso, e lei si era sacrificata tante volte per lui.
Gli ideali erano andati a farsi fottere da tempo, ma la voglia di ricompensare quella che lo salvava dai bulli era tanta.
«Fra quant'è l'appuntamento?» sbuffò Natalya.
«Mezz'ora.»
«D'accordo, io devo riordinare... dei documenti... Tu mettiti in un angolo e non disturbare.»
Lukas la osservò, come a voler porle una domanda.
Documenti? Quali documenti?











 
_Note COSMICHE_
Sssssalve c:
Questa è la mia prima fic in collaborazione con Clacchan, quindi spero di aver fatto un semi/buon lavoro (?).
Il prossimo chap sarà scritto da Clacchan, quindi vale la pena seguire questa long solo per i suoi capitoli uwu
Non ho nulla da dire .u.
Ah, note traduttive (?):
"Na Kyoko": "Da Kyoko"
"Otkrytyy": "Aperto".
Ecco... al prossimo appuntamento c':
Pace, Amore & Manga,
Micchan, il panda sclerato
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Otaku_sis