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Autore: Vis    11/02/2014    7 recensioni
GaLe ♡
«Piuttosto» aggiunse il Dragon Slayer, fissando gli occhi cremisi in quelli marroni di lei e aggrottando le sopracciglia «che ci fai ancora in piedi a quest’ora?»
«Gadjeel, ti stai forse preoccupando per me?» chiese Levy, ridacchiando alla vista del rossore che imporporò le guance del corvino.
«Tsk. È-è che mi sembra una cosa s-stupida, vedendo come sbadigli… Tutto qui.»

«Noi non abbiamo bisogno di dover festeggiare in modo speciale. Non abbiamo bisogno di una giornata in particolare per dimostrarci quello che proviamo. Lo facciamo ogni giorno.»
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Levy, McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We don’t need Valentine Day
 
 
 
 
San Valentino. Che festa da idioti.
Ciglia sbattute in modo civettuolo, occhi sognanti e regali.
Atteggiamenti da idioti, insomma.
Seduto ad un tavolo a gustarsi una birra, Gajeel guardava con compassione Natsu e Gray che si scervellavano ormai da un’intera mattina su cosa regalare alle proprie fidanzate per la cosiddetta festa degli innamorati.
Si sentì superiore, Gajeel. Lui e Levy non avevano bisogno né di stupide festività né di stupidi gesti romantici.
O meglio, lui non ne sentiva il bisogno.
Il Dragon Slayer sapeva che dentro di sé la piccola maga sperasse in qualche gesto romantico da parte sua. Ma non era nella sua natura, ecco tutto.
Poggiando il boccale sul tavolo e pulendosi le labbra sul dorso della mano, il corvino si voltò a guardare Levy, seduta su uno sgabello davanti al bancone: dondolava ritmicamente i piedi che non toccavano il pavimento e con un sorriso sulle labbra ascoltava i piani delle amiche per il giorno speciale.
Gli arrivò un frammento di conversazione: «Levy, voi cosa farete per San Valentino?»
«Non so, Lucy-chan. Gajeel dovrebbe andare in missione, quel giorno, se non sbaglio.»
Quando Lucy parlò di nuovo, il tono era sconsolato: «Mi spiace, allora-»
Ma fu interrotta dalla risata cristallina di Levy che disse: «E di cosa? Non è mica colpa tua, Lucy-chan!»
 
❄❄❄ 
 
14 febbraio.
 
Si rigirò nel letto, aprendo lentamente gli occhi. Non venne accecato dalle prime luci dell’alba per le tende tirate e guardò l’orologio attaccato alla parete della camera parzialmente immersa nell’oscurità: 5:00.
Mentre si passava una mano sul viso, cercando di svegliarsi completamente, guardò di sbieco Levy, ancora assopita, accanto a lui: era stesa su un fianco, entrambe le mani erano sotto al cuscino.
Un accenno di un sorriso gli si dipinse sulle labbra mentre si alzava e iniziava a preparare il necessario per la missione.
Non era niente di troppo lungo, ci avrebbe messo al massimo due giorni. In quel periodo non c’era nessuna missione davvero impegnativa, ma Gajeel necessitava di soldi, per cui si accontentava anche di missioni che svolgeva a occhi chiusi.
Meno di mezz’ora dopo, era già pronto ad uscire. Poggiò la mano sul pomello della porta, pronto ad andarsene, ma si bloccò. Si voltò verso il letto e guardò la turchina: gli sembrò ancora più piccola, in quel mare di lenzuola candide. Gli si strinse il cuore al pensiero di lasciarla così, senza neanche salutarla. Per di più il giorno di San Valentino, da quanto leggeva sul calendario accanto alla porta.
Lasciò scivolare a terra la borsa da viaggio, che cadde con un leggero tonfo, e si avvicinò al letto, sedendosi accanto a Levy.
Poggiò i palmi aperti sul materasso, circondando la piccola figura della ragazza e si abbassò su di lei, reggendo la propria mole con le braccia. Le baciò le labbra e la guardò svegliarsi intenerito dalla sua espressione assonnata e confusa. Levy, dopo qualche attimo di stordimento, fissò gli occhi castani in quelli cremisi del corvino e chiese: «È già ora?»
Il Dragon Slayer annuì e le soffiò sulle labbra: «Torno domani. Non sentire troppo la mia mancanza, mi raccomando.»
Gajeel si mise in spalla la borsa e prima che uscisse Levy aggiunse: «Stai attento! E non combinare troppi guai come tuo solito, okay?»
Le rivolse il suo solito ghigno in risposta, poi se ne andò.
 
❄❄❄ 

Levy passò quel quattordici febbraio come una giornata qualunque, completamente assorbita dai suoi libri. Sgranocchiava cioccolato mentre leggeva, pensando a volte con un sorriso dolce a Lucy e Natsu, Juvia e Gray.
Non era arrabbiata, delusa o infastidita. Niente di tutto ciò. Conosceva Gajeel e quando aveva accettato la corte rude e impacciata del Dragon Slayer, non si era aspettata che da un momento all’altro il corvino sarebbe diventato dolce e premuroso.
Mentre portava alle labbra l’ennesimo quadratino di cioccolato, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia pensò che il gesto di quella mattina era stato davvero dolce, da parte di Gajeel.
Lanciò un’occhiata veloce all’orologio che con le lancette nere e lucide segnava le nove di sera.
Raddrizzandosi stese le braccia sopra la testa per stiracchiarsi e tornò a immergersi nel libro di turno.
 
❄❄❄ 

Cercava di fare poco rumore, ma le assi del pavimento, sentendo come scricchiolavano sotto i suoi passi, non volevano collaborare.
Imprecava a bassa voce ad ogni nuovo scricchiolio, camminando sulle punte.
Non voleva svegliare la turchina. Erano le due di notte e Gajeel, contro ogni sua previsione, era già tornato a Magnolia.
Aprì la porta della camera da letto e invece di vederla immersa nell’oscurità, illuminata dalla lieve luce della luna, si ritrovò davanti ad una Levy che tentava in  tutti i modi di resistere al sonno per continuare a leggere. Scoppiò a ridere quando vide l’enorme sbadiglio che la turchina non riuscì a trattenere e scuotendo la testa divertito si avviò verso di lei.
Quando Levy sentì la sua fragorosa risata sussultò, presa alla sprovvista, e sgranò gli occhi castani quando lo vide: «Gajeel?! La missione era così facile…?»
«Anche quell’idiota di Natsu ce l’avrebbe fatta.» fu la risposta del corvino, che si lasciò cadere sul letto accanto alla ragazza.
«Piuttosto» aggiunse il Dragon Slayer, fissando gli occhi cremisi in quelli marroni di lei e aggrottando le sopracciglia «che ci fai ancora in piedi a quest’ora?»
«Gajeel, ti stai forse preoccupando per me?» chiese Levy, ridacchiando alla vista del rossore che imporporò le guance del corvino.
«Tsk. È-è che mi sembra una cosa s-stupida, vedendo come sbadigli… Tutto qui.»
Levy rise ancora, vedendo come Gajeel cercava di nascondere il suo rossore e si decise a mettere il segnalibro fra le pagine del romanzo, ripromettendosi che l’avrebbe continuato il giorno seguente.
Si stese, sospirando leggermente, e guardò fuori dalla finestra. Rimase in silenzio mentre faceva vagare gli occhi fra le miriadi di stelle che quella notte brillavano nel cielo, frammentando quella distesa nera.
Gajeel, dopo essersi accertato che le sue guance fossero tornate del loro colore naturale, si voltò a guardare Levy: era stesa al contrario, poggiando i piedi nudi sulla testata del letto e la testa alla fine di esso; le mani erano congiunte sullo stomaco e guardava rapita il cielo.
Gli venne un’idea, che poteva essere definita romantica. Si alzò e afferrò una coperta abbandonata sulla poltrona accanto al letto. Senza dare spiegazioni di alcun tipo, prendendo per mano la turchina, uscirono, mentre ignorava le deboli proteste delle maga riguardo al suo abbigliamento.
Tuttavia, con sorpresa di Levy, il corvino la portò sul tetto della casa.
L’aiutò a sedersi sulle tegole in terracotta e si sedette accanto a lei, dopo essersi accertato che la turchina non potesse in alcun modo scivolare.
A quel punto aprì la grande coperta e l’avvolse intorno alle loro spalle, stringendo Levy al suo fianco. La turchina sorrise e arrossì di felicità quando si ritrovò premuta contro il corpo caldo di Gajeel, la testa appoggiata sul suo petto. Stringeva le mani intorno al bordo della coperta e mentre teneva gli occhi fissi sulla luna e i piccoli astri luminosi, sussurrò: «È il miglior San Valentino che potessi passare, sai Gajeel?»
Lui la guardò scettico, ma non la interruppe. Mentre la turchina riprendeva a parlare, una delle sue piccole mani andò a stringere quella del corvino, così grande e forte. Intrecciò le loro dita e la piccola maga, benché continuasse a fissare la volta celeste, sapeva che il Dragon Slayer era arrossito.
«Noi non abbiamo bisogno di dover festeggiare in modo speciale. Non abbiamo bisogno di una giornata in particolare per dimostrarci quello che proviamo. Lo facciamo ogni giorno.»
Spostò gli occhi intelligenti e svegli su di lui, sorridendogli dolcemente.
Gajeel sentì le guance andare a fuoco e per nascondere il suo rossore abbracciò Levy, nascondendo il viso fra i corti capelli azzurri.
La baciò, qualche istante più tardi, come testimoni solo la luna e le stelle.




 
Nota dell'autrice:
Dio, se sono impaziente. Volevo pubblicarla venerdì, San Valentino appunto, ma niente non riesco ad aspettare.
Eccomi qui con un'altra GaLe; non pensavo sarei tornata in questo fandom, lo ammetto. 
E' da novembre che non pubblico niente e mi scuso con quelli che seguono le mie fic: ho davvero pochissimo tempo, sorry.
Bene, spero che vi piaccia questa pseudo-fanfiction-per-San-Valentino! Gajeel non mi sembra OOC... Voi che dite?
Baci
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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