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Autore: LoveLustHateDesire    11/02/2014    4 recensioni
Tratto dalla storia..
"-Signore e signori, sono lieta di annunciarvi che il tributo femmina del distretto sette sarà Johanna .. – si interrompe e il mio cuore comincia ad uscire fuori dal petto.
Johanna… ?!
Johanna cosa?!
-Non riesco a leggere il cognome. – Dice, facendo cenno ad un pacificatore di aiutarla. "
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finnick Odair, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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*si nasconde in un angolino e tira fuori la testa di nascosto*

Allora.
CIAO!
Amo Johanna, cioè è un mito. Amo Finnick perché Finnick é Finnick. Il mio dio supremo, però, è Haymitch.
Visto che la prima non se la guarda mai nessuno quando invece è fantastica, ho deciso di pensare alla sua edizione degli Hunger Games, di cui non si sa nulla peraltro. Mi aveva colpito un sacco quando, nell’arena, urla contro Snow e poi dice agli altri che non importa cosa le potrebbe fare, tanto lei non ha più nessuno. E quindi, più che sugli Hunger Games e basta, volevo scrivere di tutto ciò che c’era intorno. Dell’abuso di Finnick. Di come si sia ribellato Haymitch. E di come, ovviamente, si sia ribellata Johanna. Di coloro che hanno pianificato la rivolta.
Non so se riuscirò a centrare i personaggi, quindi vi prego di farmi sapere tutto ciò che pensate.
Io non so cosa ne venga fuori, non l’ho neanche scritta tutta, la fan fiction, ci sto solo provando per vedere cosa ne esce. Quindi per favore recensite (pt. 2)
Graciasssss!




Qui, la distretto 7, non si sta male, dopo tutto.
Certo, come tutti siamo sotto il controllo di Capitol City, ma prima che ci fossero due vincitori nell’arco di cinque anni, il nostro distretto non era dei più conosciuti, anzi. La maggior parte delle persone a cui si chiedesse cosa pensasse del distretto del legname, chiedeva quale fosse. E quali fossero i suoi vincitori.
Poi i nostri tributi si sono accorti che avere la padronanza di un’ascia non era cosa da tutti e, con un gran colpo di genio, hanno cominciato a fare ciò che sapevano fare meglio. Ed ecco che ci siamo trovati con due vincitori nell’arco di due anni. Vincitori devastati, sì, ma disposti a tutto per avere un terzo della loro specie, come dice Snow.
Peccato che sono passati ormai vent’anni e di un terzo vincitore, nemmeno l’ombra. Quindi i due vincitori, prima di morire e lasciare senza mentori i prossimi tributi, hanno deciso di addestrare i futuri tributi, come si fa da tempo nei distretti 1, 2 e 4.
Tanto, che nel distretto 7 una cosa del genere si faccia o meno, non importa a nessuno. Mica vinciamo, noi. I favoriti, loro vincono, loro soffocano nei soldi, loro mangiano il cibo che basterebbe a tutto il distretto per sopravvivere per sempre, in un pranzo. Loro. Noi siamo magrini, spenti, deboli, anche se ci alleniamo da quando eravamo bambini.
Mio padre ha sempre avuto a cuore la mia incolumità e avrebbe avuto a cuore anche quella di mia sorella, se non fosse morto prima ancora che mia madre sapesse di essere incinta. Quindi, quando ero piccola, andavo con lui a lavorare nella sua falegnameria e io e l’ascia siamo diventate una cosa sola. Quando è morto, mia madre mi ha vietato di andarci, temendo che potessi farmi male, ma ho continuato di nascosto ad allenarmi, a portarci mia sorella e a crescere forte e potente. E ho approfittato della geniale idea che hanno avuto i vincitori per migliorare, imparare a fare trappole, nascondermi, mimetizzarmi.
Ho imparato a credere in me stessa, anche se so che non potrei mai uscir viva da un’arena. Sono troppo magra, troppo inesperta, troppo insignificante anche solo per uscir viva dal bagno di sangue iniziale.
“E scappa via subito”, direbbe chiunque.
Eh no.
Perché senza un’ascia, cosa faccio io?
Quindi sarebbe d’obbligo arrivare alla cornucopia, almeno per tentare di sopravvivere qualche ora, cosa ben poco probabile.
Ed è precisamente per questo che, al contrario di un sacco di diciottenni del distretto 7, io ho un fidanzato. Nonostante abbia poche possibilità di essere estratta, voglio vivere appieno finché posso.
-Spaventata? – Mi chiede Josh, entrando in casa.
-No. Tanto ormai è fatta, l’ho sfangata per cinque anni, vorrai mica che mi estraggano l’ultimo anno? – Gli chiedo con un sorriso.
-Josh, smettila di farle paura. – Lo riprende mia madre. Nonostante non le vada a genio che io abbia un ragazzo e che le abbia imposto la sua presenza, in realtà è contenta. Un ragazzo in casa, un uomo in casa, qualcuno che ci mantenga, è fondamentale.
Decido di andarmi a vestire per affrontare la mia ultima mietitura.
Mia madre mi guarda, nascondendo la sua preoccupazione dietro ad un muro di ironia: - Vedi scamparla anche quest’anno, d’accordo?
-Farò del mio meglio. – Le rispondo, prima di chiudermi nella camera mia e di Josh.
La mia ultima mietitura. Sembra un sogno. Niente più paura, niente più terrore, niente più incubi.
Devo solo superare questa giornata, ed è fatta. Passeranno altri cinque anni prima che mia sorella debba preoccuparsene e per allora sono certa che qualcuno cambierà le cose. Devono cambiare. Mia sorella non è in grado di sostenere qualcosa del genere, non può,  non può farcela e non ce la farà mai. Quindi per allora le cose cambieranno. Devo solo superare questa giornata e cambierà tutto.
Quante possibilità ho di essere estratta? Sette su quante decine di migliaia? E’ praticamente impossibile. 

  
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