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Autore: blue_flames    11/02/2014    0 recensioni
Questa è una piccola raccolta di short su Quinn, Puck e Santana dopo il liceo
“Ti voglio fare un regalo. Domani sera vi guardo Beth così voi potete uscire. Porta Quinn a cena fuori e poi non so, potreste andare a ballare, divertitevi. E’ tanto che non avete una serata tutta per voi.”disse Santana con tono vago. “Come mai tanta generosità? Di cosa hai bisogno?” chiese l’uomo insospettito. “Oh andiamo! Come se non potessi essere gentile senza avere doppi fini.” Esclamò la mora offesa. Puck alzò le sopracciglia scettico. “Senti, voglio passare un po’ di tempo con la mia nipotina e Quinn si merita una sera di svago, senza contare che voi avete un televisore al plasma. Ti conviene accettare prima che cambi idea”.”Okay, non ti scaldare” si affrettò a dire Puck sfoderando il suo mezzo sorriso e posando le mani sulle spalle della latina per poi tirarla a se in un abbraccio stritolante e sussurrarle un grazie sentito. I due coniugi avevano proprio bisogno di dedicarsi del tempo, era dalla nascita della piccola Beth che non erano più riusciti ad avere un po’ di intimità e del tempo per poter staccare dal gravoso ruolo di genitori
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Beth Corcoran, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Puck/Quinn
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Ti voglio fare un regalo. Domani sera vi guardo Beth così voi potete uscire. Porta Quinn a cena fuori e poi non so, potreste andare a ballare, divertitevi. E’ tanto che non avete una serata tutta per voi.”disse Santana con tono vago. “Come mai tanta generosità? Di cosa hai bisogno?” chiese l’uomo insospettito. “Oh andiamo! Come se non potessi essere gentile senza avere doppi fini.” Esclamò la mora offesa. Puck alzò le sopracciglia scettico. “Senti, voglio passare un po’ di tempo con la mia nipotina e Quinn si merita una sera di svago, senza contare che voi avete un televisore al plasma. Ti conviene accettare prima che cambi idea”.”Okay, non ti scaldare” si affrettò a dire Puck sfoderando il suo mezzo sorriso e posando le mani sulle spalle della latina per poi tirarla a se in un abbraccio stritolante e sussurrarle un grazie sentito. I due coniugi avevano proprio bisogno di dedicarsi del tempo, era dalla nascita della piccola Beth che non erano più riusciti ad avere un po’ di intimità e del tempo per poter staccare dal gravoso ruolo di genitori.


“Zia Tana!”esclamò Beth correndo in contro a Santana che prontamente la afferrò e la prese in braccio facendole una pernacchia sulla guancia paffuta per poi sussurrarle con tono complice “Sta sera ci divertiamo io e te. Serata tra donne”. “Santana, ti ho sentito! Niente schifezze, a letto per le nove e mezza…”la riprese la bionda cominciando a elencare tutte le regole che avrebbero dovuto rispettare quella sera ma venne interrotta dalla figlia che si lamentò “Ma mamma, questa sera c’è la zia San. Dai, almeno fino alle 10. Ti prego” Beth stava guardando sua madre con quegli occhioni verdi e il labbro inferiore sporto in fuori, aveva un faccino da morsi. Quinn, abituata a quella maschera continuava a mantenere la sua posizione al contrario di Santana e Noah che si erano già sciolti in una pozzanghera di tenerezza. “Ti preeeego”provò ancora la bambina.”Solo per sta sera. Ma alle 10 a nanna, okay?” disse il padre accondiscendente guadagnandosi un’occhiataccia contrariata dalla moglie. “E vai!” esultò la piccoletta dandosi il cinque con Santana che la stava tenendo ancora fra le braccia. Quella piccoletta aveva solo quattro anni ma sapeva perfettamente come ottenere le cose e come far cadere ai suoi piedi gli adulti. “Va a scegliere un dvd mentre la mamma parla con la zia San” disse Quinn mentre la mora faceva scendere Beth che subito corse verso la sua camera. Santana spostò tutto il peso su una gamba e incrociò le braccia sotto il seno sfoderando un ghigno”Su, forza mammina. Aspetta che vado a prendere un quaderno dove annotare tutte le regole”. “Idiota! Non fargli prendere zuccheri dopo cena altrimenti sarà un grillo per tutta la notte, ma penso che tu lo sappia meglio di me no?”disse la Fabray colpendola su una spalla scatenando le risa dell’uomo. Santana si ricordava fin troppo bene quali erano le conseguenze del dare a Beth qualcosa di dolce prima di andare a dormire. La mora sbuffò borbottando qualcosa di incomprensibile. “Non metterle in testa strane idee, non voglio che quando andiamo al parco e prendiamo il gelato lei lo tiri addosso agli universitari chiamandoli sfigati o che quando Rachel ci viene a trovare non si faccia neanche salutare perché dice che non vuole che le attacchi il suo senso della moda “. “Quella bambina è un genio, fortunatamente è tutta la zia.”disse Santana scoppiando a ridere. “E non invitare Jane, ci manca solo che le blocchi la crescita” l’avvertì Puck continuando a ridere.”Non farei mai una cosa del genere. E poi non sto più con Jane.”disse la ragazza ferita. “Scusami, non volevo girare il dito nella piaga”disse lui avvicinandosi a Santana per confortarla dopo essersi meritato l’ennesima occhiataccia dalla moglie. Ma lei subito si riprese e disse “Tranquillo, ora mi sto vedendo con una certa Rebecca. Noah dovresti vederla, ha un corpo fantastico e quei capelli rossi che…”.”Si, abbiamo capito. Pensi sia quella giusta?” chiese Quinn sorridendo. “Chi lo sa?...Se non dovesse andare ho deciso di aspettare che Beth diventi maggiorenne e poi mi metterò con lei, è l’unica qui che mi apprezza e poi e così carina, dolce e intelligente.”. “Non per nulla è figlia nostra”disse divertita e compiaciuta Quinn prima che Puck sfoderasse tutto il suo senso paterno e dicesse” Sta lontana da mia figlia tu, decido io con chi può uscire. E sta pur certa che potrà frequentare qualcuno solo dopo aver compiuto 40 anni”. “Fai ancora effetto quando ti comporti così, dopo quattro anni non mi ci sono ancora abituata.”osservò divertita la latina che venne interrotta dall’arrivo di quel piccolo uragano di capelli biondi che stringeva tra le mani diversi dvd, tutti cartoni animati. Santana si guardò il polso sprovvisto di orologio e disse”Ragazzi, si è fatto tardi. Perderete la prenotazione, dovete andare”. La mora prese per le braccia i suoi amici e li trascinò davanti alla porta seguita da Beth che le trotterellava dietro. “E’ ora di andare.”continuò mettendo le chiavi di casa in mano a Puck e aprendo la porta di ingresso per spingerlo fuori insieme a Quinn. “Aspetta, la borsa!”esclamò la bionda che si era improvvisamente trovata fuori dalla porta di  casa per rientrare velocemente mentre il marito stava chiamando l’ascensore. “Tieni”disse Santana prendendola dal divano e porgendola alla sua migliore amica che mentre la prendeva le disse “Non finire tutta la birra”.”Mhm”. Quinn si sporse per salutarla con un veloce abbraccio continuando a ricordarle tutto ciò che non doveva fare”La cena e nel microonde e non dire parolacce”. Per tutta risposta la latina abbraccio stretta l’altra baciandole una guancia e dicendole “Sei stupenda in questo vestito sta sera”.”Grazie” Le rispose Quinn sorridendole riconoscente e chinandosi a salutare la sua piccolina che disse con quel suo tono infantile e tenero”Ciao mamma” .”Grazie ancora Santana, come sempre chiamami se hai problemi”.”Staremo bene, ora va e divertiti”disse la Lopez chiudendo la discussione per poi chiudere la porta alle spalle della bionda e girarsi verso Beth alzando le mani al cielo e urlando “Snixparty!”. Quinn e Noah che avevano sentito le urla dal pianerottolo si guardarono preoccupati prima di entrare nell’ascensore.

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Puck fece il galante per tutta la serata, scesi al parcheggio dopo aver raggiunto la macchina aprì la portiera alla moglie che rimase piacevolmente colpita. Puck dopo tutti quegli anni l’aveva sempre trattata bene , con amore ma era da tanto tempo che Quinn non si sentiva corteggiata. Quella sera era solo per loro ed era tutto merito della sua migliore amica Santana, ne era più che certa. Noah era un bravo padre, un bravo marito e brav’uomo ma non si poteva dire che fosse capace di organizzare le cose, figuriamoci organizzare un’ uscita così speciale. Quando raggiunsero il ristorante chiesero al responsabile il  tavolo prenotato a nome di ‘Moicano’, sicuramente era stata la latina a fare la prenotazione perché Noah sembrava molto imbarazzato e continuava ad torturarsi la piega dei pantaloni. Quinn per tranquillizzarlo lo prese per mano e insieme raggiunsero il tavolo che gli era stato riservato, dava sulla vetrata da cui si poteva guardare fuori ed era abbastanza appartato. I due coniugi ordinarono la loro cena e aspettando che il cameriere tornasse con i loro piatti chiacchierarono. “Tu lo sapevi che San si era lasciata?”chiese l’uomo. “No, però avevo intuito che era successo qualcosa. Anzi mi meraviglio che tu non l’abbia notato.”gli rispose la bionda che vedendo l’espressione interrogativa del marito continuò “Dai, davvero non te ne sei accorto. Di recente c’è stata una settimana in cui abbiamo dormito tranquilli e poi abbiamo ricominciato a dover mettere i tappi nelle orecchie, per non parlare di quanto era scontrosa negli ultimi giorni, non potevi neanche starle vicino.” Noah spalancò gli occhi incredulo. “Non ci posso credere, perché non me ne sono accorto? Le nostre camere hanno un muro in comune e non mi sono accorto che era cambiata una voce”il ragazzo cominciò a ridere rendendosi conto dell’assurdità di quella conversazione. “Dimmi te se noi dobbiamo conoscere ogni particolare della vita amorosa di Santana. Fortuna che la cameretta di Beth è dal lato opposto.”Anche Quinn si mise a ridere contagiata dall’uomo che le sedeva di fronte. “Che scemo!”commentò. “Ero preoccupata all’inizio, pensavo che me la sarei trovata in lacrime nel letto ma invece non me lo ha neanche detto, si vede che non era una cosa seria e che se lo aspettava. Comunque ora si vede con quest’altra ragazza. Vedremo se ce la fa conoscere, vorrà dire che ci prova sul serio.” Concluse Quinn mantenendo il sorriso sulle labbra e allungando una mano sul tavolo per intrecciare le dita con quelle di Puck. Lo guardò attentamente, stava benissimo con quello smoking, aveva la barba un po’ trasandata che corredata dagli occhi verdi e quella strana pettinatura che non era riuscita a convincerlo di cambiare lo rendeva ancora più affascinante. Dopo il liceo Noah non si era lascito andare, aveva mantenuto la sua perfetta forma fisica e il suo spirito. Aveva preso il brevetto da pilota e aveva iniziato a praticare  la sua professione sui voli di linea finché Quinn non era rimasta incinta e non potendo più rimanere assente da casa per lunghi periodi aveva lasciato il suo lavoro e si era fatto assumere da una ditta informatica che lo teneva occupato otto ore al giorno escluso il week-end. Non era il suo sogno ma era più che sufficiente per mantenere la sua famiglia e starle vicino. “Come va con il lavoro?”chiese Quinn. “Oh, bene. Proprio ieri la ditta a firmato un contratto con un’agenzia di Tokyo che a degli affiliati nel Nord-America. Il capo era molto felice, ha offerto da bere a tutti. Tu invece?”rispose sorridendo e dando una piccola stretta alla mano della compagna. “Tutto regolare, non si fanno grossi affari ma si tira avanti. Ah già, sai la mia collega Abby?”la donna aspettò un cenno di conferma dal marito che non tardò ad arrivare. Così continuò “Beh ecco, il padre della fidanzata di suo fratello è uno sponsor, e sai cosa sponsorizza? Un piccolo studio d’animazione indipendente. Mi sono fatta dare l’indirizzo e io e San siamo andate a portargli i miei disegni, gli sono piaciuti e ha detto che mi avrebbe fatto sapere.”.”Amore, ma è fantastico! Finalmente potresti fare quello che ha sempre sognato”disse lui tutt’eccitato con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. “Aspetta che lo sappia Beth e poi non ti darà più tregua. Andrà a dire a tutti i suoi compagni che sua mamma fa i cartoni animati”aggiunse. Il cameriere tornò con le loro ordinazioni e li lasciò al loro pasto che entrambi gradirono molto, era un ristorante davvero ottimo. I due continuarono a parlare amabilmente dedicandosi del tempo che non sempre riuscivano a trovare tra Beth e gli impegni di lavoro che li facevano tornare a casa stanchi. “Mi mancava stare un po’ solo con te, anche solo per parlare ed essere più partecipi uno della vita dell’altro. Sai dopo Beth è cambiato tutto, in meglio certo ma è cambiato.” Disse ad un certo punto Puck. “Hai ragione, fortunatamente Santana ci ha tenuto quella piccola peste.”concordò con lui la moglie. Dopo qualche secondo di silenzio Noah disse “Abbiamo fatto un buon lavoro con lei. Pensa che quando Domenica l’ho portata al parco per strada abbiamo trovato un barbone e lei gli ha regalato la brioche alla cioccolata che le avevo appena comprato e poi tutte le maestre ci fanno i complimenti per quanto è intelligente. Questo fortunatamente l’ha preso da te.”disse sorridendo orgoglioso. “Lo so, è speciale. Sarà che è stata crescita dalla regina delle stronze o forse e il nostro carattere ma non c’è modo di raggirarla  e sa come farsi rispettare.” I due risero di nuovo pensando a quanto effettivamente la mora era presente nella vita della piccola e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.

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Dopo che Beth aveva obbligato Santana a giocare con lei a mosca ceca, un esperienza particolarmente dolorosa per la latina che continuava ad andare a sbattere contro mobili e pareti schernita dalle risa della piccola che correva per casa schivando le sue braccia, e a guardare Toy Story erano andate in cucina per cenare scoprendo che il pasto preparato da Quinn consisteva in polpette con all’interno nascosti dei piselli, carote bollite e purea. Beth guardò schifata il suo piatto stuzzicando con la punta della forchetta una polpetta mentre Santana prendeva una birra dal frigo. “Uhm c’è qualcosa di strano qui”disse la piccola dai capelli biondi ragionando. Santana incuriosita si mise a osservare la bambina che con una precisione chirurgica sezionava una porzione di polpetta e l’annusava, non avevano un colore molto invitante in effetti. La latina prese il proprio piatto che aveva ignorato fino a quel momento e lo scrutò per alcuni secondi finché la voce di Beth non la fece saltare dalla sorpresa. “A-ha, cercano sempre di fregarmi ma io questa roba non la mangio. Mi fanno schifo le verdure bleh”. Santana si mise a ridere del tentativo fallito della sua amica di nascondere la verdura nelle polpette, era il trucco più vecchio del mondo e Beth era decisamente troppo furba per farsi mettere nel sacco così facilmente. “Ma che porcherie ci ha preparato tua mamma.” Disse allontanandosi il piatto da davanti, alzandosi dal tavolo per recuperare il suo cellulare e cercare nella rubrica il numero della pizzeria all’angolo. Prese il suo e il piatto di Beth e lo rimise nel microonde per poi chiedere  “Piccola, ci prendiamo una pizza che neanche io la mangio la verdura. Tu come la vuoi?”. A sentir nominare la pizza gli occhi della bambina quasi scintillarono”Io amo la pizza. Ci voglio sopra le patatine, il salamino, lo speck, il rinforzo di mozzarella, la salsiccia e…”.”Frena, frena mostriciattolo. Mi costerà la casa una pizza con sopra tutta quella roba”disse la mora cercando di placare la bambina che rimase un po’interdetta prima di ridere e dire “Ti stavo prendendo in giro”. “Come? Santana Lopez presa in giro da una mini-Puckerman, non si è mai visto” disse pizzicando la punta del naso di Beth prima di intrappolarla tra le sue braccia facendole pernacchie su ogni centimetro di pelle che trovava e solleticandola ovunque, la bambina si dimenava nella sua stretta ridendo come una matta cercando di sottrarsi a quella tortura. “Zia, ti prego. Pietà, zia Tana. Mi arrendo”urlò tra le risa finché la donna non decise di concedergli la libertà. Le due rimasero un attimo ferme per riprendere fiato con ancora il sorriso sulle labbra, Beth aveva addirittura gli occhi lucidi dal troppo ridere. Santana chiamò la pizzeria ordinandone una con le patatine e il salamino e poi nell’attesa del fattorino fecero una ciotola di pop corn e misero su un altro dvd, Il re leone. Dopo pochi minuti dall’inizio del film il fattorino suonò alla loro porta, dopo aver messo in pausa le due andarono a ritirare le pizze. Il ragazzo della pizzeria era tutto sommato carino, alto, con i capelli scuri e gli occhi profondi, portava un paio di orecchini e un piercing sul sopracciglio. “Patatine e salamino? A voi” disse il giovane consegnando la scatola a Santana che dopo averla appoggiata sul tavolino del salotto prese i sodi che aveva preparato. Beth era completamente affascinata dal ragazzo che attendeva sulla porta sorridente passandosi una mano tra i capelli corti. “Hey, come ti chiami?”fece lui piegando le ginocchia per essere alla stessa altezza della bimba“Beth, tu?”.”Axel”rispose sempre con il sorriso sulle labbra. Santana pagò il ragazzo regalandogli il resto. “Arrivederci”lo salutò la latina. “Ciao Axel, spero di rivederti presto”dissi Beth con la sua vocina e le guance un po’ rosse prima che sua zia chiudesse la porta. Quando furono di nuovo sole Beth si lasciò sprofondare sul divano abbracciando un cuscino e continuando a tenere lo sguardo sulla porta appena chiusa. Santana aggrottò la fronte insospettita e contrariata dalla reazione della bimba, si sedette sul divano di fronte all’altra”Cosa è quella?”chiese puntandole un dito contro il viso per indicare la sua espressione. La bambina sospirò stringendosi al petto il cuscino. “Non era bellissimo?” disse spostando finalmente lo sguardo dalla porta alla donna che le sedeva davanti. La latina alzò le sopracciglia e spalancò la bocca prima di riprendersi e scuotere la testa “Beth no! No, capito? Quello era un deficiente, emm volevo dire sciocco. Carino quanto ti pare ma non è assolutamente alla tua altezza. Solo gli sfigati consegnano la pizza, è troppo vecchio per te e poi se lo viene a scoprire tuo papà mi uccide”. “Axel, è un bel nome. Anche i suoi occhi erano belli”continuò la piccola come se Santana non avesse neanche parlato. La mora sbuffo e si passò una mano sulla faccia rassegnata “Sei peggio di tua madre”. Aprì il cartone della pizza che fumava ancora “Mangiamo?” chiese e da quel momento Beth dimenticò completamente il fattorino dedicandosi completamente alla pizza che per ancora qualche anno sarebbe rimasta cento volte meglio di un ragazzo. “Attenta a non sporcare il divano mi raccomando. Ah è questo è un nostro piccolo segreto, okay? La mamma non lo deve sapere”. “Giuro!” esclamò la bambina alzando la mano con la pizza rischiando di far finire una fetta di salamino sul pavimento e portandosi l’altra sul piccolo petto.

*************

Finita la cena Quinn e Noah risalirono in auto e guidarono fino a una specie di sala da ballo poco fuori New York anche questa tappa era stata suggerita dalla Lopez. Era un posto dove si poteva ballare tranquilli, non come in una discoteca tutti pigiati insieme con della pessima musica, né come a quelle fiere di paese dove tutti i vecchietti si riunivano per ballare in memoria dei vecchi tempi in cui le loro articolazioni gli permettevano ancora dei movimenti fluidi. All’ingresso un signora cortese gli prese le giacche e la borsa, il locale era spazioso, c’era un dj che selezionava la musica e delle coppie della loro stessa età. Si passava da balli leggermente più movimentati a lenti romantici. I due ne stavano ballando uno proprio in quel momento, Quinn teneva la test appoggiata sulla palla di Puck cullata dal profumo del suo dopobarba e abbracciata a lui si faceva guidare nei movimenti isolandosi dal resto, era come se ci fossero stati solo loro, la musica era solo un basso sottofondo che faceva da colonna sonora ai loro sguardi rubati di tanto in tanto e alle parole dolci che si sussurravano all’orecchio mentre passo dopo passo giravano su se stessi. “Sei bellissima come la prima volta che ti ho visto”.”E’ tu sei rimasto il solito adulatore bugiardo”gli rispose la bionda sorridendo. “No, davvero sei fantastica e io sono l’uomo più fortunato della terra ad avere te e Beth. Non so cosa tu abbia visto in me il giorno in cui mi hai dato una possibilità o che avevi per la testa quando hai accettato di sposarmi ma ringrazio qualsiasi dio ne abbia il merito”ribadì lui tenendo la testa voltata per dirgli quelle parole contro l’orecchio. Si staccarono un attimo per poi riavvicinarsi per un lungo bacio, riprendendo in fine la posizione per terminare la canzone. “Ho scelto te anche per questo, questo tuo essere dolce e stupido. Si, stupido, perché pensi ancora di non meritarmi. Anche dopo quattro anni di matrimonio e una figlia stupenda. Ti amo”.”Ti amo anch’io e lo farò per sempre”concluse lui mentre la musica scemava per dare posto a una in cui ci si muoveva di più. Noah cominciò a fare un ballo buffo muovendo le braccia come uno scimmione e alzando e abbassando le sopracciglia, era molto divertente, infatti Quinn che cercava di ballare come meglio poteva tra le risate si dovette fermare più volte per coprirsi la bocca cercando di attutire la sua risata per non disturbare gli altri o reggersi la pancia.
Quando ritornarono a casa, davanti all’uscio con le chiavi in mano decisero di darsi una bacio per finire nel modo migliore il loro appuntamento prima di entrare. “E’ stato fantastico, grazie”disse Quinn aprendo finalmente la porta il più piano possibile. Appena furono dentro casa videro che dal salotto giungevano lampi di luce a intermittenza, segno che la televisione era ancora accesa ed era mezzanotte passata. Quinn ne avrebbe dette quatto a Santana, Beth doveva essere a letto già da tempo. Appena varcarono il salotto i due si fermarono per godersi la scenetta che si trovarono davanti, Puck intenerito avvolse la vita della bionda. Santana addormentata sul divano con una mano penzoloni nella ciotola dei pop corn a terra e l’altra che protettiva stringeva a se la bambina che stava dormendo rannicchiata sul suo petto con le piccole manine paffute che stringevano la sua maglietta. Sul televisore ormai era scorsi tutti titoli di coda e il dvd era tornato al menù principale, Puck spense la tele “Puoi portare Beth in camera sua? Io intanto riordino qua intorno e sveglio l’altra bella addormentata”chiese la moglie. Mentre Quinn portava due bottiglie vuote di birra e la ciotola dei pop corn in cucina Noah prese delicatamente tra le braccia sua figlia cercando di non svegliarla suscitando un verso di disapprovazione alla latina che teneva ancora gli occhi chiusi, i pugnetti della bimba si strinsero un attimo sulla stoffa prima di lasciarla e farsi trasportare via dal padre. Quinn tornò in salotto e piegandosi accarezzò dolcemente il viso dell’amica spostandole i capelli dal viso “Santana è tardi sveglia, San”disse piano, sapeva quanto poteva essere pericoloso svegliare la mora troppo bruscamente. Santana mugugno e girò un po’ la testa “Sannie”provò ancora la bionda. “Non ce la faccio ad andare a casa mia”rispose con la voce impastata dal sonno e continuando a tenere gli occhi serrati. “Ma è qua affianco, neanche 10 metri” le fece notare Puck che era appena tornato nella stanza. “Questa era casa mia un tempo, prima che voi mi buttaste fuori.”protestò la latina. “Non ti abbiamo buttata fuori, e poi l’ appartamento vicino al nostro te l’abbiamo comprata noi”ribatte l’uomo. Quinn poggiò una mano sul braccio del marito “Non c’è problema San, dormi qui. Vado a prenderti una coperta”disse uscendo dal salotto. Intanto Puck sfilò le scarpe alla sua amica mettendole accanto al divano e andò in cucina per prenderle una bottiglietta d’acqua, avrebbe avuto sicuramente sete se aveva mangiato tutti quei pop corn. Quinn tornò con la coperta e l’adagiò sulla mora prima di rimboccarla e chinarsi per lasciarle un bacio sulla fronte e un’altra tenera carezza “Sogni d’oro principessa”disse prima di far posto a Noah, anche lui le lasciò un bacio sulla fronte ma prima di alzarsi si sporse verso il suo orecchio e le sussurrò “E’ andata alla grande. Grazie” per poi darle anche lui la buona note con un tono di voce sempre basso ma che anche la moglie poté sentire.

La lasciarono sul divano e andarono in camera loro, si prepararono e si misero nel letto”Mi sembra di avere un’altra figlia con San”disse Noah con un sorriso intenerito sulle labbra. “Come faremmo senza di lei?”.”Ma se è qui ogni santo giorno”le fece notare lui. “Tu non puoi parlare, che se non la vedi per due giorni la chiami o vai a casa sua senza avvisare per controllare se sta bene. Magari la disturbi anche”.”Hai ragione, è solo che le voglio bene”disse ridendo Puck.”Anch’io le voglio bene e non vorrei nient’altro di diverso da questo. E’ più di una sorella, Beth l’adora e anche noi la adoriamo.”disse Quinn prendendo la mano del marito da sotto le coperte.”Sia quando fa la stronza sia quando è come oggi”continuò per lei.”Sai, ti svelo un piccolo segreto…”aggiunse dopo qualche secondo di silenzio ma venne interrotto prontamente dalla moglie”Non dire niente. Grazie dell’appuntamento”per poi baciarlo a fior di labbra e dargli la buona notte. La bionda sapeva perfettamente che era stata Santana a suggerirgli di portarla fuori perché qualche giorno prima si era lamentata con lei di essere stanca e che le sarebbe piaciuto tornare una liceale per una sera, sembrava che la mora non la stesse neanche ascoltando presa dal mandare messaggi con il suo cellulare ma invece era stata attenta e si era messa subito all’opera. Avrebbe fatto di tutto per i sui migliori amici e Beth, erano la sua famiglia e anche loro erano disposti a tutto per lei.

IL MIO ANGOLO

Ed eccomi qua, so che non è quello che scrivo di solito ma era tanto che ci pensavo e finalmente dopo due notti insonni ho prodotto questo, non è il massimo ma è qualcosa. Penso di aggiungere ancora un paio di short che ho già in mente ma che devo sviluppare. E niente fatemi sapere, magari passate anche dalla mia Quinntana AU.
  
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