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Autore: Aine Walsh    12/02/2014    2 recensioni
Donna Noble riattacca e poggia il cellulare sul tavolo della cucina, sorridendo divertita. «Credo che Veena abbia esagerato parecchio con la birra, stavolta. - vocia per farsi sentire dalla madre e dal nonno in salotto - Insomma, pianeti? Alieni? E chi mai dovrebbe crederci?».
* * *
Storia senza pretese. Giusto perché ho i feels a pezzi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donna Noble
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When oblivion is calling out your name

Donna Noble riattacca e poggia il cellulare sul tavolo della cucina, sorridendo divertita. «Credo che Veena abbia esagerato parecchio con la birra, stavolta. - vocia per farsi sentire dalla madre e dal nonno in salotto - Insomma, pianeti? Alieni? E chi mai dovrebbe crederci?».
Sylvia guarda velocemente il padre, ricacciando indietro le lacrime. Donna, la sua Donna, la figlia con le idee un po' per aria che agisce quasi sempre di testa propria, ha viaggiato nel tempo e nello spazio visitando luoghi incredibili al di là di ogni immaginazione. Ha vissuto avventure che a raccontarle nessuno vi crederebbe, ha salvato l'Universo e non sarà in grado di ricordarlo, così ha detto il Dottore. La soluzione migliore è quella di dimenticare tutto: il TARDIS, la Biblioteca, Agatha Christie, i Dalek, persino l'ultimo dei Signori del Tempo, quello che aveva tanto cercato sia in terra che in cielo. Niente di ciò dovrà ritornare alla sua mente e così sarà.

«Cosa sono quelle facce? Non avete una bella cera e siete stranamente silenziosi... soprattutto tu, mamma» osserva mentre prende posto sul divano, sedendosi dove prima stava quello sconosciuto, quel tale... John. John Smith? Mmm, probabilmente è questo il suo nome, sì.
Un'occhiata al televisore, giusto il tempo di veder passare in sequenza riprese di strani esseri metallici alternate a fotografie di ginganteschi pianeti che prendono il posto delle stelle, e capisce quale sia il problema che turba la sua famiglia.

«Per favore, è sicuramente lo scherzo di qualche ragazzino che si è divertito a prendere in giro il genere umano con un video per dilettanti. Anche una stenografa come me capisce che si tratta di finzione, i telegiornali non dovrebbero dar conto a cavolate simili - sbuffa rumorosamente e afferra il telecomando - Vediamo un po' di trovare un buon film, piuttosto. Abbiamo del gelato in freezer, per caso?».
 
E niente, sono qui. Di nuovo.
Col morale sei metri sotto i piedi causa fine quarta stagione.
Sarò breve perchè ho da fare, quindi sappiate che:
1. questa storia-non-storia-non-so-esattamente-cosa-sia è stata scritta in quel sonnolento momento tra la mezzanotte e la mezzanotte e venti della scorsa notte
2. non ho pretese di alcun tipo, dovevo solo sfogare una minima parte dei feels che mi porto dietro da ieri sera
3. ovviamente la fic è ambientata qualche minuto dopo la partenza in solitaria del Dottore *sigh sigh sob*
E basta.
Ringrazio voi gentili che siete passati :)
Buon pomeriggio a tutti,


A.
  
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