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Autore: yongguk    12/02/2014    2 recensioni
Ricordo che una volta avevo espresso lo stupido desiderio di avere un fratello. Ero piccola, spesso mi sentivo sola per via del lavoro di mia madre, e soprattutto ero ingenua. Perchè adesso che ne avevo uno, avrei pagato oro pur di cancellarlo dalla mia vita. Non solo non era per niente gentile, ma si divertiva a rovinarmi la vita! Il Diavolo, ecco cos'era. E per di più, quei suoi stupidi ma affascinanti amici sembravano essere ovunque andassi, il che non faceva che peggiorare la situazione dato che non facevo altro che sbavare dietro più di uno di loro. Avevo solo accettato di trasferirci altrove per la felicità di mia madre, ma non avrei mai immaginato di andare incontro a tutto questo... Nè avrei mai immaginato di innamorarmi del Diavolo in persona.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daehyun, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yongguk, Youngjae
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ingiusto, ecco cos'era. Era ingiusto che fossimo proprio noi quelle a dover lasciare tutto, era ingiusto che fossi io quella che doveva adattarsi, ed era ingiusto che di tutte le persone con cui mia madre poteva immischiarsi, aveva scelto proprio qualcuno che abitava dall'altra parte del mondo. Era tutto ingiusto, la vita era ingiusta, ma odiavo il fatto che tra tutte le persone coinvolte fossi proprio quella a doverci rimettere. In fondo che avevo fatto di male? Un bel niente, ecco cosa.
Eppure eccoci qui, a riempire la macchina di bagagli fino all'orlo, lasciando la casa in cui avevamo abitato per tutta una vita così vuota che sembrava fosse stata abbandonata da anni.
Non che il problema fosse la casa, per carità, una casa più grande e spaziosa non avrebbe di certo fatto male né a me né alla mamma, ma dover attraversare mezzo mondo per arrivarci, quello sì che era il male puro. Qualcuno lassù ce l'aveva con me, ormai ne ero certa tanto quanto ero certa di ricambiare il sentimento.
Sbuffai per la centesima volta, tirando letteralmente l'ultimo scatolone sui sedili posteriori dell'auto, sbattendo poi lo sportello con così tanta forza che sarebbe bastata una folata di vento a farlo volare via. Non me ne fregava niente di quello stupido sportello, ero frustrata e in qualche modo dovevo pure placare la rabbia, no? Magari una volta esserci sistemate avrei potuto prendere lezioni di box, quello sì che aiuterebbe a placare tutta la rabbia repressa che tenevo dentro ormai da anni.
Per cominciare, quel cosiddetto figlio di una buona donna di mio padre, come tutte le storie che si rispettino se n'era andato con una più giovane, e, chiamatelo pure cliché, era anche la sua segretaria. Siete rimasti sbalorditi, lo so.
Poi, quando lo stronzo se ne andò, oltre che portarsi dietro una che potrebbe essere sua figlia, se n'era andato con tutti i suoi soldi, lasciandoci con entrambi petto e portafogli vuoti. Almeno quello della mamma, per quanto mi riguardava ero troppo piccola per avere dei risparmi, come ero troppo piccola per capirci qualcosa dell'amore. Perciò, mentre mia madre soffriva, io me ne stavo li sul mio tappeto dei giochi a creare famiglie con le Barbie.
Non ci aveva lasciato un bel niente, e nonostante mia madre fosse distrutta per l'improvviso abbandono, non aveva perso tempo a rimboccarsi le maniche per portare a casa soldi per cibo e altre necessità. Ed era questa la cosa che più ammiravo di lei.
Era sempre stata una donna forte, e nonostante stesse soffrendo, non ci aveva pensato su due volte a cercare un buon lavoro quando quello stronzo l'aveva lasciata. Alla fine, ci aveva anche fatto un favore, perché se non fosse stato per lui adesso la mamma se ne starebbe a casa a fare l'uncinetto o quelle robacce li, mentre mio padre si sbatteva la sua segretaria a sua insaputa, per poi farle finti sorrisetti una volta tornato a casa.
Nonostante quello, però, una piccola parte egoista di me aveva preso il sopravvento, e per quanto fossi grata a quell'uomo per non essere rimasto con noi, allo stesso tempo volevo maledirlo per aver dato la possibilità alla mamma di innamorarsi di qualcun altro, qualcuno che vive su un altro pianeta. Non letteralmente, ma quasi.
Trasferirsi in Corea del Sud equivaleva a trasferirsi su Plutone. O Narnia, se fosse esistita. Ma pur quanto quella parte egoista di me avrebbe fatto di tutto pur di restare in America, l'altra parte, quella altruista e con buon senso, era felice per la mamma. In fondo, era solo grazie alla sua nuova fiamma che la vedevo sorridere di nuovo. Perciò nonostante non riuscissi a nascondere tutto il mio disappunto nel doverci trasferire da una parte all'altra del mondo, era contenta di riuscire a vedere mia madre così felice. Negli ultimi anni era quasi raro vederla a casa, ora che ero cresciuta e sapevo badare a me stessa lei aveva cercato più e più volte di buttarsi a capofitto nel suo lavoro per non pensare a ciò che l'aspettava non appena metteva piede fuori di li: una casa vuota.
Non fraintendete, io abitavo con lei ma spesso ero fuori con gli amici o a studiare, e riuscivamo a vederci solo quando lei finiva il turno al lavoro, a meno che io non fossi rimasta a dormire da qualche amica.
Più volte avevo insistito per restare a casa con lei, ma sapevo che anche lei aveva bisogno di spazio, e se non me ne andavo era lei a buttarmi fuori a calci, letteralmente. Ripeteva sempre che dovevo vivere la mia vita, che non sarei più stata un'adolescente tra qualche anno e che non dovevo stare a preoccuparmi di una "noiosa adulta di mezza età con problemi sentimentali", perciò cercai di uscire spesso così da non farle credere di essere un'asociale che preferiva starsene a casa a guardare telefilm, abbandonata sul divano e con cibo che ti fa mettere su chili solo guardandolo.
Adesso, però, sarebbe finito tutto. Lei sarebbe stata di nuovo felice, sarebbe tornata a casa dal lavoro trovando qualcuno ad aspettarla, e io avrei potuto continuare la mia vita da asociale, chiudendomi in camera mia tra libri, cibo spazzatura e TV. L'unico problema era che forse non avrei avuto la tranquillità e la privacy di una stanza tutta per me, perché, rullo di tamburi, la nuova fiamma di mia madre aveva un figlio! Ed aveva la mia stessa età per giunta. Perciò dovevo solo sperare che anche lui fosse tanto asociale quanto me, così da poter guardare tranquillamente i miei telefilm senza che lui rompesse le scatole.
Non sapevo niente di lui se non che fosse un cervellone, almeno a quanto aveva detto la mamma. Vedremo però se sarà così intelligente da ignorarmi e lasciarmi vivere, allora sì che potrà essere chiamato tale. Nel caso contrario, se fosse stato uno di quegli imbecilli pompati, avrei dovuto fare scorta di camomilla per placare i miei nervi e resistere all'impulso di ucciderlo ogni qual volta avesse osato disturbarmi. La pazienza non era una mia virtù, perciò era meglio per lui che se ne stesse per i fatti suoi, almeno finché non mi fossi abituata alla nuova casa e tutto il resto.
Sì, spesso sapevo di essere peggio di una donna incinta, ma ero fatta così e avevo bisogno dei miei - molti - spazi per poter vivere in pace, soprattutto se dovevo trasferirmi così di punto in bianco, in una città mai vista con persone a me sconosciute e una lingua che per me era come l'arabo. Perciò dovetti pregare a chiunque fosse lassù di non avere problemi nella mia futura nuova vita, né con la nuova città e né con la mia nuova famiglia. Mia madre era l'unica persona al mondo a cui tenevo, e non avrei mai voluto vederla soffrire di nuovo solo perché io non riuscivo ad adattarmi alla nostra nuova vita. Per questo sperai che le persone con cui stavamo andando a convivere ci accettassero, e sperai soprattutto di riuscire ad accettarle io stessa. Avevo già promesso a me stessa, però, che in caso contrario avrei fatto lo sforzo di provarci, o tantomeno di fingere che tutto ciò mi piacesse, così che la mamma non si fosse sentita in colpa e avrebbe fatto la stupidaggine di mollare tutto solo per la mia felicità. A me bastava vederla felice per esserlo anche io, e se ciò significava accettare qualunque cosa mi aspettasse a Seul, allora lo avrei fatto.



 

***

an: ok, lo so che ho cominciato una fan fiction tipo quasi un anno fa e che l'ho lasciata marcire così, ma è da un bel po' che ormai leggo e scrivo solo fan fiction in inglese (su aff) perciò diciamo che mi era passata la voglia e la fantasia per continuare quella...
prima o poi la continuerò, giuro, ma per ora ho voluto iniziare una nuova storia siccome avevo in mente quest'idea da un bel po' ormai lol perciò eccomi qui. spero vi piaccia quel che ho scritto fin ora, anche se so che è abbastanza corto e non molto interessante, ma è solo il primo capitolo e gli altri vi assicuro che saranno ben più lunghi e interessanti di questo ^^ oltretutto, è un po' che non scrivevo più in italiano lol quindi chiedo scusa in anticipo se mai troverete errori madornali ;_; comunque, fatemi sapere com'è e se non siete pigri quanto me, commentate!

  
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