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Autore: steph808    13/02/2014    1 recensioni
Un vicolo di New York e un cadavere. Sembra un caso come tanti per Beckett e Castle, ma ben presto si trasforma in una strana avventura ai limiti della logica e della scienza. Il cadavere appartiene ad una ragazza senza nome che non si capisce com’è stata uccisa ma, forse, è già morta vent’anni prima…
Un caleidoscopio di colpi di scena con l’apparizione di tutti i personaggi principali, ambientato da qualche parte nella prima stagione, quando il rapporto tra Beckett e Castle era ancora molto tumultuoso.
Genere: Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Capitolo14Capitolo 14

Alexis Castle ascoltava a bocca aperta accoccolata sul divano. Martha Rodgers, in equilibrio sul bracciolo, era stupita.

«Richard, dici davvero? Una clonazione?»

«È così, mamma. Abbiamo già avuto alcuni riscontri. Sembra incredibile, ma è la verità.»

«Non credevo che i laboratori sovietici fossero così avanzati» aggiunse Alexis.

«La tecnologia militare è sempre un passo avanti. Anch’io lo pensavo, ma in riferimento alla macchina del tempo. Per fortuna che il generale Jefferson non ha voluto parlarmi. Avrei fatto una figuraccia.»

«Richard, non riesco a capacitarmi.»

«Non sei l’unica. Di sicuro quel laboratorio meriterebbe più attenzione, chissà cos’hanno combinato in tanti anni di attività fuori da ogni controllo, ma la polizia di New York non ha giurisdizione su un Paese straniero. I dettagli combaciano. Dai nostri primi controlli incrociati, John O’Neill non ha mai avuto contatti con Larissa, il clone di sua moglie, fino a pochi giorni fa.»

«È una storia incredibile, papà.»

«Attente a non slogarvi la mascella per il troppo stupore. Tutt’e due.»

«Cosa dice Beckett?»

«Si è rassegnata.»

«Che vuol dire?»

«Adesso anche lei crede che Larissa non sia stata uccisa, ma che sia morta per quell’emorragia interna, alla testa, di cui ha parlato Lanie.»

«In realtà, è stata uccisa da coloro che l’hanno clonata» osservò Alexis. «È morta per un esperimento scientifico riuscito male. E ha vissuto una vita d’inferno, con le malattie che aveva e con il suo handicap mentale.»

«Esatto, Alexis, cara. Se quella ragazza aveva un deficit d’intelligenza, chi l’ha accompagnata dalla Russia agli Stati Uniti? E dall’aeroporto alla casa degli O’Neill?»

Castle aprì la bocca per rispondere, ma si interruppe ancor prima di articolare una parola.

Aveva il volto ispirato delle grandi occasioni.

«Mamma, Alexis… voi due siete dei geni!»

 

Poco più tardi, lo scrittore entrava di corsa nel dodicesimo distretto.

«Beckett! Presto! Dai ordine di arrestare John O’Neill!»

«Castle! Che dici?»

Si lasciò cadere sulla sedia al fianco della scrivania.

«Fidati di me. Non ci ha raccontato tutta la verità!»

Beckett prese il telefono, ancora poco convinta.

«Esposito? È ancora da voi il signor O’Neill e il figlio?»

«No. Gli abbiamo fatto firmare i documenti della deposizione e se n’è andato ormai parecchie ore fa.»

«Rintraccialo. Dobbiamo parlargli di nuovo.»

Interruppe la comunicazione.

«Adesso spiegati, Castle.»

«Larissa non è stata uccisa l’altro giorno, ma molti anni fa. Qui abbiamo a che fare con un’organizzazione internazionale di traffico di persone, anzi di cavie umane.»

Beckett era ancora scettica.

«Larissa era malata e non aveva tutte le rotelle a posto, poverina. Non può essere arrivata da sola a New York.»

«Questo lo immaginavo, Castle.»

«È stata abbandonata da Thomas quando è morta.»

«Sì. Il ragazzo ha dato fuori di testa.»

«Lanie si è stupita che fosse ancora viva con tutte le malattie che aveva.»

«Castle… stai dicendo frasi senza senso.»

«Non capisci? Larissa era una cavia!»

«È quello che ha detto O’Neill per prima cosa.»

«Lei era una prova, un prodotto campione. Ce n’è un’altra!»

«Un’altra cosa?»

«Un’altra ragazza clonata, Beckett!»

Entrò Ryan.

«Ehi, ragazzi. Li abbiamo trovati.»

«Chi?»

«I due O’Neill. Non sono a casa, non rispondono al telefono, ma hanno due posti prenotati su un volo per Francoforte.»

«In Germania?»

«E da lì per Mosca.»

«Si fa interessante» disse Beckett.

«Devo fermarli?» domandò Ryan.

Kate pensò al capitano Montgomery, all’amicizia col sindaco e alla sua carriera. Un errore a questo punto e si sarebbe ritrovata a dirigere il traffico per il resto della vita.

Rifletté a lungo. Castle aveva uno sguardo sicuro di sé e la invitava con gli occhi a fidarsi di lui.

«Ryan, dai disposizioni. L’aereo non deve staccarsi dal suolo fino a quando non avremo parlato con quei due.»

  
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