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Autore: Ambros    13/02/2014    7 recensioni
-La Klaine ha “handmade by Puckerman” stampato sulla fronte.
Ma questo non vuol dire che sia sempre stato tutto rose e fiori, anzi; Puck ha dovuto faticare non poco perché la Klaine diventasse la Klaine e rimanesse la Klaine. Ci sono voluti lacrime, sangue, sudore, minacce e chi più ne ha più ne metta. Non che se ne lamenti, certo.
D’altra parte, si sa.
Ciò che è fatto per amore è al di là del bene e del male.
In amore e in guerra tutto è permesso.
E così via.
È innegabile, comunque, che Puck abbia avuto la sua buona dose di meriti. Ed è il momento che qualcuno glieli riconosca.
 
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Noah Puckerman/Puck | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mission Kl...Ove.

Noah Puckerman è un ragazzo determinato. In tutto, nella vita; e a ragione: un po’ di determinazione e tutto diventa improvvisamente più raggiungibile – quella, un po’ di muscoli, un ghigno minaccioso e una mazza da baseball nascosta nel bagagliaio della macchina.
Ma la determinazione è sicuramente importante, sì.
E se c’è una cosa per cui la determinazione è assolutamente fondamentale, questa è senz’altro il sostegno della propria OTP.
E Puck ha un’OTP. Eccome se ce l’ha.
Insomma, non puoi non sostenere una coppia che hai creato tu. LA coppia. Quelli che sono meant to be. Quelli che staranno insieme foravah and evah. Che I will love you until the end of time. Che se non si sposano prendo una mannaia e faccio una strage.
Insomma. Avete capito il tipo.
Puck ha creato Kurt e Blaine.
La Klaine ha “handmade by Puckerman” stampato sulla fronte.
Ma questo non vuol dire che sia sempre stato tutto rose e fiori, anzi; Puck ha dovuto faticare non poco perché la Klaine diventasse la Klaine e rimanesse la Klaine. Ci sono voluti lacrime, sangue, sudore, minacce e chi più ne ha più ne metta. Non che se ne lamenti, certo.
D’altra parte, si sa.
Ciò che è fatto per amore è al di là del bene e del male.
In amore e in guerra tutto è permesso.
E così via.
È innegabile, comunque, che Puck abbia avuto la sua buona dose di meriti. Ed è il momento che qualcuno glieli riconosca.
E non solo a lui.


*


 A prima vista, Puck, Jeff e Nick non hanno praticamente niente in comune.
Jeff e Nick sono piuttosto fuori di testa, a volte sembrano un po’ degli esaltati, ma tutto sommato sono due bravi ragazzi. Gay, sono l’uno il complementare dell’altro. Non a caso, sono una delle coppie più gettonate della Dalton.
Puck è un cattivo ragazzo un po’ bonaccione, con un ghigno soddisfatto sempre sulle labbra e un bel cervello. A volte si comporta un po’ da coglione, ma non lo fa davvero apposta. Gli viene naturale.
Eppure, Puck e i Niff – così li ha chiamati Puck stesso – si erano trovati subito.
Perché? Be’, per un motivo molto semplice.
Sono tutti e tre fan sfegatati della Klaine. 


*


La prima difficoltà che la Mission Klove – sarebbe stata Mission Klex, se fosse stato per Puck, ma è stato immediatamente redarguito con un’occhiataccia non appena l’ha proposto, e ha dovuto rinunciare, con suo enorme disappunto – si trova a dover affrontare, è il fatidico San Valentino di Sangue – come ama chiamarlo Puck, ovviamente.
Quando Jeff e Nick lo chiamano per comunicargli la pessima notizia, sono praticamente in lacrime “Vuole cantare una serenata a quella sottospecie di pappagallo che lavora da GAP.”
E Puck capisce che è il momento di entrare in azione.


*

Quando arriva al negozio, comincia ad avere dei seri dubbi riguardo ai gusti di Blaine. Insomma, non che lui sia un esperto in fatto di uomini, ma quello non sembra proprio un bel ragazzo. Proprio per niente.
Scuote la testa, sbuffando con aria sconsolata e alzando gli occhi al cielo; tocca sempre tutto a lui.
Si nasconde dietro alcuni pantaloni di dubbio gusto – a scacchi rossi e blu? Seriamente? Okay, forse dovrebbe smetterla di pensare tutto il tempo alla Klaine, perché la sua mente sta diventando lentamente un festival gay – quando vede entrare un esercito di cocorite – al diavolo, non riesce mai a ricordarsi come si chiamino; vede che Jeff e Nick stanno lanciando delle occhiate per tutto il negozio con aria piuttosto disperata, e si sporge agitando un po’ le braccia per farsi vedere. Si scambiano un gesto d’intesa con un lieve cenno del capo, assumendo delle espressioni concentrate. E determinate. Soprattutto determinate.
Mission Klove. Fase 1.
Quando la canzone comincia a risuonare per tutto l’ambiente, Puck vorrebbe sinceramente mettersi a ridere. O fuggire a gambe levate dopo aver mandato tutti a quel paese.
Sul serio? When I get you alone? Sul serio?
Sabotare una cosa del genere è come sparare sulla croce rossa. 
Alza teatralmente gli occhi al cielo, guardandosi attorno velocemente: non può farsi vedere, perché Kurt sarebbe seriamente in grado di ucciderlo se lo trovasse lì. Quindi, niente interventi strettamente fisici. Purtroppo.
Ma poi vede una porta in legno chiaro con una piccola targhetta in ottone: Direttore.
Un piccolo ghigno malefico gli si dipinge lentamente sulle labbra. 


*


“Tutto questo è irrispettoso! Se ne rende conto?!” Singhiozza violentemente, affondandosi il viso tra le mani e tirando rumorosamente su col naso; l’uomo pelato piuttosto in carne, seduto dall’altra parte della scrivania di fronte a lui, lo osserva con aria costernata “C-Cosa è irrispettoso, ragazzo, cosa?” chiede, passandosi nervosamente la lingua sulle labbra.
“Qu-Quello!” singhiozza Puck, allontanando una mano dal proprio viso per indicare la porta con un dito tremante. “Come pensa che potrei sopportarlo, eh?! Come pensa che dovrei sopportarlo?!”
“M-Ma di cosa stai parlando?” gli chiede il Direttore, agitandosi sulla sedia.
Puck impreca mentalmente, maledicendo l’ottusità di quell’uomo, prima di tornare a tirare su col naso e strofinarsi le mani sugli occhi “La serenata!” esplode alla fine, con un singhiozzo più forte “Come dovrei prenderla, eh? Si rende conto di cosa significa?! Essere soli il giorno di San Valentino e doversi sorbire delle serenate persino mentre faccio shopping? Se ne rende conto? EH?!” quando finisce di parlare sta praticamente urlando, e le lacrime gli stanno davvero scorrendo sulle guance – deve ricordarsi di ringraziare Schuester per quelle ridicole lezioni di teatro, davvero.
“M-Ma io … N-Non posso … Insomma …” Il Direttore è visibilmente in difficoltà, e stringe nervosamente i braccioli in pelle della sedia girevole.
Puck singhiozza ancora più forte “Lo sa quanti anni di analisi mi ci vorranno ora, eh?!” sbraita “La mia autostima è sotto i piedi! Io le faccio causa!”
“Ma, caro ragazzo –” Il Direttore comincia a sudare freddo.
“È perché sono gay, vero?!” Okay, la voce gli è uscita un po’ più alta del previsto e la frase è scivolata dalle sue labbra un po’ troppo facilmente, deve lavorarci su questa cosa “Siete tutti omofobi!” singhiozza ancora, affondando il viso tra le mani “Aspetti – Aspetti che lo dica al mio avvocato! Le faremo vedere, poi!”
“Ma no, no, non ce ne sarà bisogno” il Direttore si alza dalla sedia quasi con uno scatto alla menzione di un avvocato, e sta quasi tremando “Io – Io andrò subito a risolvere la faccenda, eh?” gli chiede, con un sorriso pallido.
Puck gli lancia l’occhiata più innocente che ha in repertorio “Davvero?” tira un pochino su col naso, con la voce piccola.
“Ma certo” il Direttore sembra immensamente sollevato, e si rilassa visibilmente “Andrò subito a dire a quel ragazzo che certe cose in questo negozio sono intollerabili, eh?”
“Mi farebbe sentire molto meglio” sussurra Puck, abbassando lo sguardo sul pavimento “Grazie. Magari l’avvocato non lo chiamo, per stavolta.”
Sembra che il Direttore stia per inginocchiarsi e ringraziare il Signore “Certo” si limita ad esalare, immensamente sollevato “Vedi? Tutto si risolve. Vado immediatamente a parlare con lui.”
Abbandona velocemente l’ufficio – praticamente fugge –, senza nemmeno curarsi di Puck, che si asciuga velocemente gli occhi con un immenso ghigno vittorioso.
Rivolge un breve inchino alla porta “Grazie, grazie, troppo buoni.”


*


Il secondo ostacolo che la Mission Klove si ritrova ad affrontare, è Sebastian. La Piccola Mangusta. Il Dentone Smilzo.
A Puck non è mai andato particolarmente a genio, no.
“Abbiamo un problema” gli dicono Jeff e Nick, con aria mortalmente seria “Vediamoci al Lima Bean oggi pomeriggio.”


*


“Cosa succede?”
“È lui. È qui.”
“Si sta mettendo in mezzo.”
Puck assottiglia pericolosamente gli occhi “Chi?” sibila soltanto, senza nemmeno chiedere spiegazioni “Chi osa?”
Jeff e Nick tendono il collo per indicare un tavolo alla loro destra.
Puck si gira lentamente “La nonna con lo sciroppo d’acero spalmato su tutta la faccia?!” esclama indignato, strabuzzando gli occhi “Ma che pervertiti ci sono in giro?!”
Jeff e Nick seguono il suo sguardo, sbigottiti, e scuotono velocemente il capo “Non lei!” esclamano, concitati “Lui!”
Puck osserva il ragazzo indicatogli, inarcando freddamente un sopracciglio. “Lui?” chiede, gelido, con un veloce movimento del mento.
“Lui.” Confermano Jeff e Nick, quasi intimoriti.
Puck inspira rumorosamente, socchiudendo gli occhi con aria minacciosa. E così la cocorita vorrebbe mettersi in mezzo alla sua coppia. Interessante.
Lo osserva mentre si alza per avvicinarsi ad un altro tavolo, e spalanca gli occhi con indignazione quando nota con chi sta osando parlare la Mangusta.
La sua Klaine.
La cocorita sta sbandierando i suoi dentoni in faccia a Blaine.
Ci sta provando con Blaine.
Con Blaine.
B. L. A. I. N. E.
Non ha capito niente della vita, è evidente.
Continua ad osservarlo, furioso, inspirando rumorosamente dal naso; stringe il bordo del tavolo con le dita fino a farsi sbiancare le nocche.
“Puck …?” chiede Jeff, vagamente preoccupato; ma Puck non lo sente. Si alza con compostezza, passandosi lentamente le mani sui jeans. Si scrocchia le dita, sciogliendosi i muscoli del collo con movimenti circolari, attenti e calibrati.
Segue la Mangusta nel bagno, nascondendosi dietro il bancone dei muffin per evitare che Kurt e Blaine lo vedano.
Aspetta che i denti della cocorita scompaiano in uno dei cubicoli, prima di afferrare un mocio con tutta calma. Se lo rigira per qualche secondo tra le mani, fischiettando allegramente, e con un’invidiabile nonchalance lo incastra nella maniglia della porta del bagno della Mangusta, senza curarsi di evitare il rumore.
“Ehi, ma che …?!” esclama infatti una voce dal bagno, un attimo prima che la porta cominci ad essere sbatacchiata malamente “Ehi! Ehi! Lasciatemi uscire!”
“Quando starai lontano dalla mia OTP, damerino.” ribatte Puck, asciutto; si chiude la porta alle spalle con aria soddisfatta per non sentire le urla che continuano a provenire dal cubicolo. “OTP?! MA CHE DIAVOLO DI PROBLEMI HAI?! FAMMI USCIRE DA QUI, BRUTTA TESTA DI –”


*


Sebastian è stato un osso duro, comunque; non gli è bastato aver passato cinque ore chiuso in uno dei bagni del Lima Bean, no.
Puck ha dovuto lavorarci davvero tanto, ma in fondo non gli è dispiaciuto. Anzi, è sempre piuttosto fiero di sé ogni volta che ci ripensa.
È la serata della prima di West Side Story che il Problema Mangusta si ripresenta.
Lo individua immediatamente tra la folla – terza fila, secondo posto a sinistra. D’altra parte, sarebbe difficile non notarlo. Con quei denti.
Gli lancia occhiate assassine durante tutta la performance, ma Mister Dentone non sembra cogliere, impegnato com’è a studiare la linea delle gambe di Blaine. E Puck si sente sinceramente dilaniato: non sa se dovrebbe picchiare Blaine per essersi messo quei pantaloni così stretti – ma insomma, non ha istinto di sopravvivenza quel ragazzo? – o la Mangusta, per ovvi motivi. Così si limita a lanciare occhiate assassine alla platea.
È alla fine dello spettacolo, comunque, che può dare il meglio di sé.
Ha lasciato la sua Klaine nell’auditorium a parlare – e a fare altro, spera; insomma, i suoi bambini sono cresciuti, è ora che si diano una mossa e ufficializzino il tutto – e non permetterà a nessuno – nessuno – di interferire.
Quindi, quando vede la Mangusta che avanza a passo baldanzoso nel corridoio, evidentemente diretto verso il teatro, non ci pensa nemmeno due volte; gli si para davanti a gambe larghe, le mani nascoste dietro la schiena.
La cocorita lo scruta da capo a piedi, inarcando freddamente un sopracciglio “Sì?”
 “Stai andando dalla parte sbagliata, denti di fata. L’uscita è di là.”
Sebastian non fa una piega; si limita a scrutarlo con un sorriso divertito “Non so chi tu sia, Ultimo Moicano. Ma si dà il caso che dove vada non siano fatti tuoi.” Cerca di aggirarlo, ma Puck gli si pianta di nuovo davanti “No, magari non lo sono” fa spallucce “È solo che mi preoccupo per te, sai. Sembri uno che ci tiene all’abbigliamento impeccabile.”
Sul volto di Sebastian si disegna un ghigno altezzoso “Sì. È esattamente così.”
“Be’, allora immagino che vorrai andare a casa a cambiarti.”
“Cambiarmi?” ripete la cocorita, improvvisamente sull’attenti “E perché mai dovrei cambia –” Ma non fa in tempo a concludere la domanda, perché la risposta gli arriva forte e chiara.
Puck gli svuota un bicchiere colmo di caffè sulla camicia senza fare una piega.
“Oh mio Dio, che sbadato!” esclama poi, colpendosi una mano con la fronte “Sono davvero imperdonabile.” Finge un’espressione dispiaciuta “Ora dovrai proprio andarti a cambiare. Che peccato.”
Sebastian fissa la macchia marrone che si sta allargando sulla sua camicia, respirando pesantemente, e stringe i pugni fino a farsi sbiancare le nocche; i suoi occhi stanno letteralmente lanciando scintille quando solleva lo sguardo su Puck “Non credo” sibila, con un ghigno “Sai com’è, sono ben più che presentabile anche così.” Lo aggira definitivamente, per dirigersi baldanzosamente verso l’auditorium.
Ma Puck vede. Prevede. E, soprattutto, provvede.
Lo segue con delle larghe falcate, e lo raggiunge immediatamente; nemmeno mezzo secondo dopo, i capelli di Sebastian sono coperti di appiccicosa, fredda, bagnata, viola, chimicamente illegale granita, che gli sta piacevolmente scendendo lungo il collo, dentro la camicia. Ah, cubetti di ghiaccio.
“Oh cielo” esclama Puck con tutta calma “Non dev’essere proprio il mio giorno fortunato, eh? Guarda come sono sbadato.”
“Tu” sputacchia Sebastian, girandosi lentamente con un’espressione minacciosa “Tu, maledetto –”
“Vacci piano, denti di fata” sorride Puck “Sono il doppio di te. Non ti conviene.”
Sebastian si limita a lanciargli un’occhiata omicida, passandosi le mani sugli occhi per evitare che la granita finisca anche lì.
“Come pensavo!” esclama Puck, assestandogli una non proprio amichevole pacca sulla spalla “Adesso, che dici di andarti a cambiare? O vuoi che ti rovesci addosso il contenuto del water più vicino, per convincerti?”
Sebastian si sente sinceramente nauseato all’idea “Credo che me ne andrò, grazie tante.” Sibila, allontanandosi con un movimento brusco.
“Quando vuoi!” gli urla Puck dietro “Conta pure su di me!” 


*


Il Problema Sebastian, fortunatamente, si è risolto poco tempo dopo.
Uno pneumatico forato e un cagnolino rapito dopo, ad essere esatti.
Sebastian è sempre stato un tipo un po’ testardo, sì.
Ma Puck non se l’è potuta prendere comoda nemmeno per un momento; nossignore, stare dietro alla Klaine è un lavoro a tempo pieno.
Ragion per cui, qualche mese dopo, si presenta il Problema Chandler.
Ora, Puck ha sempre avuto qualche esitazione su come chiamarlo, perché gli sembra offensivo nei confronti di Sebastian. Insomma, sì, Puck lo odia, ma prova comunque un certo rispetto nei suoi confronti. E lui, il titolo di “problema”, se l’è guadagnato.
Chandler non è mai stato davvero un problema.
Chandler è stato un problemino. Un problemuccio. Un intoppo. Un minuscolo incidente di percorso. Una fermata non prevista.
Insomma, Chandler è stato inutile. Eppure, Puck se n’è dovuto occupare lo stesso. Anche se, forse, “occupare” è un’esagerazione.
Anzi, lo è decisamente.
Insomma, gli è bastato comprare al ragazzo il CD con la colonna sonora di Evita. Comprare. Ha scaricato tutto da Internet in dieci minuti e trentasei secondi.
Insomma, non è stato nemmeno soddisfacente per il suo ego.
Non che voglia lamentarsi, certo. Ma un po’ si è sentito sminuito nel suo ruolo, ecco.


*


E poi.
Be’.
Poi c’è stato il Grande Freddo. O il Grande Faro.
Puck deve ancora decidere come chiamarlo, quel periodo in cui la sua amata Klaine non stava insieme ma stava insieme. Non si vedevano ma si amavano. Non se lo dicevano, ma continuavano a sentirsi. Non era niente di ufficiale, ma ogni volta che si vedevano si saltavano addosso. Non che Puck sia mai stato in disaccordo con quest’ultima parte, ma insomma. Li preferisce quando sono zucchero filato, arcobaleni e piccoli pervertiti incontenibili.
Quello è stato un periodo difficile, sì.
Ma alla fine si è risolto tutto, e la Klaine è riuscita ad uscire dalla situazione da sola. In maniera un po’ confusa, in verità. Puck non ha mai capito davvero le dinamiche della storia. Insomma, Kurt non parlava con Blaine. Poi Kurt parlava con Blaine. Kurt e Blaine pattinavano insieme. Hanno entrambi avuto qualche flirt non meglio identificato – Puck evita anche di pensarci, se può, perché uno strano mal di stomaco lo assale non appena lo fa – poi si sono rivisti e si sono saltati addosso sulle note di un poco convinto “Siamo solo amici” che gli ha procurato un mal di testa non indifferente.
E ad un certo punto, inspiegabilmente, Blaine ha comprato un anello di fidanzamento.
E Puck ha applaudito da lontano. Davvero. Si è messo a saltellare per la stanza per cinque minuti buoni. Poi si è schiarito la voce e ha ritrovato un po’ di dignità.
Inutile dire che, durante la Proposta di Blaine, è stato al telefono tutto il tempo con Jeff e Nick per assistere in diretta.
E forse si è anche commosso ad un certo punto, sì.
Insomma. Quelli sono i suoi piccoli Klaine. La sua piccola OTP che cresce e la smette di fare cacchiate a destra e a manca.
O magari le fa anche, ma alla fine supera tutto.
Nessun Jeremiah, nessun Sebastian, nessun Chandler, nessun Adam, nessun Sam, nessuna Tina, e, Dio ce ne scampi, nessun Faro sono riusciti a separarli.
E Puck è pronto per chiunque voglia provarci ancora.
Come what may, bitches.
Come.What. May.

****




Note:
E insomma.
Vado a ritirarmi nel mio angolino della vergogna.
Dico solo che volevo davvero scrivere qualcosa dal punto di vista di Puck, perché è una fangirl impazzita esattamente come noi *w*
Spero di non aver combinato un disastro.
Fatemi sapere cosa ne pensate, per favore :)
Un bacione a tutti!

 

  
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