Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Madama Rosmenta    13/02/2014    2 recensioni
Dal primo capitolo:
«Pronto?»
«Signorina Borghese?»
«Si, chi la cerca?»
«E’ stata scelta per un lavoro prestigioso, si prepari a partire entro tre giorni, riceverà un’altra telefonata dove le indicheremo l’ aereoporto e l’orario» disse la donna come se fosse un messaggio registrato.
«Bene, posso sapere per ci lavorerò?»
« Thomas William Hiddleston» Fu la risposta secca della donna, *mai sentito, sarà uno di quegli industriali di mezza età* pensa tra me.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Il prossimo»
Bussai ala porta in plexiglass trasparente con timore, era il mio primo colloquio di lavoro serio ed ero molto nervosa. Una voce potente mi invitò ad entrare. Feci capolino nell’ufficio e mi avvicinai alla scrivania torturandomi le mani per non rovinare il curriculum. L’ufficio era sui toni del blu, con grandi vetrate che davano sul panorama romano, una scrivania di desing molto spaziosa ed in un angolo c’erano delle poltroncine che avevano l’aria di essere molto comode.
«Buona sera, signore»
Dissi all’uomo dietro la scrivania, un signore di mezza età, il naso aquilino, i capelli brizzolati e l’aria intelligente. Era vestito con un completo scuro dal taglio perfetto. Poggiai il curriculum  sulla scrivania e mi sedetti non appena l’uomo fece cenno.
Prese il plico e lo lesse rimanendo impassibile. L’ufficio era silenzioso, si poteva quasi sentire la tensione nell’aria, oltre al ticchettio snervante dell’orologio a forma di leone sulla scrivania e dal fruscio delle pagine sfogliate. Per qualche minuto il silenzio regnava sovrano, rotto ogni tanto da qualche mugugno dell’uomo, che sembrava non aver affatto voglia di svolgere il suo lavoro. Cominciavo a chiedermi se sapesse parlare.
D’un tratto il tonfo delle pagine che vengono chiuse mi riportò alla realtà.
L’uomo si umettò le labbra, stava per parlare, mi fissò dritto negli occhi e mi disse con voce profonda:
«Arrivederci»
Fece scivolare il curriculum sulla scrivania in modo che potessi prenderlo e appoggiò la schiena alla sedia.
Intuii che il mio tempo era scaduto. Scioccata e scossa mi diressi verso un bancone non lontano dall’ufficio dove c’era l’assistente dell’uomo. Una donna sulla trentina, con i capelli raccolti in una stretta crocchia e lo sguardo annoiato. Dovevo lasciarle i miei dati, così mi avvicinai.
«Buona sera, dovrei lasciare i miei dati, ho appena finito il colloquio»
«Si… nome?» disse lei strascicando la voce nasale.
«Laura, Laura Borghese» risposi tempestiva
«Anni?»
«ventidue»
La donna mi guardò come per studiarmi, come per verificare che non mentissi e cominciò a digitare freneticamente qualcosa a me sconosciuto. Forse il mio aspetto, anche se mi chiedevo a cosa servisse scrivere in una scheda di lavoro che ero una donna esile, con i capelli castani lunghi fino alle scapole e lisci, che avevo gli occhi marroni ed un neo sotto quello destro.
«Padroneggia le lingue»
«Inglese, spagnolo e francese»
«Le faremo sapere»
Concluse in tono sbrigativo con uno schiocco di chewing-gum non degnandomi più della minima attenzione.
*sono tutti così strani qui?*
Lasciai l’agenzia come in preda al sonno, sempre più confusa. Non sapendo cosa mi sarebbe successo di li a qualche settimana. Forse non avrei nemmeno trovato lavoro.



Spero che questo mio tentativo di long-fic si di vostro gradimento,
 Felice giorno!^^
  
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