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Autore: HACHIKOxx    17/06/2008    8 recensioni
Rukia si è finalmente accorta di essere innamorata di Ichigo, ma qualcosa di molto più grande blocca i suoi sentimenti, un segreto che le impedisce di essere felice
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un pò tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO

 

 
Non ho mai avuto l’opportunità di conoscere la vera felicità, quella felicità che ti prende e non ti molla più…

 

 

Un dolce raggio di sole filtrava dalla finestra e illuminava il severo volto di Ichigo, anche mentre dorme ha la sua solita aria da menefreghista.

La sveglia suonava ormai da un minuto e lui non si degnava ne di alzarsi, ne di soffocare quel tremendo rumore.

Allora mi alzai, presi un cuscino e lo lanciai in faccia ad Ichigo. Lui si sollevò dal letto, mi tirò il cuscino ed esclamò “Dannata Rukia! È questo il modo di svegliare le persone!?”

Solitamente gli avrei risposto di si, che era quello il modo di svegliare i fannulloni come lui ma, da quando mi ero resa conto di essere follemente innamorata di lui qualcosa fermava la mia lingua, bloccava i miei muscoli e mi faceva restare li a fissarlo come un ebete.

È forse questa la forza dell’amore?

Lui di tutta risposta se ne andò sbattendo la porta e imprecando parole contro di me.

Questo mi faceva sorridere ma, a volte pensavo che per lui non ero altro che uno shinigami, nulla di più che questo.

Presi il mio zaino e mi incamminai verso la scuola, quel giorno ci sarebbe stata un’uscita didattica. Dopo l’appello salimmo tutti sul pullman, la mia intenzione era quella di sedermi vicino a Orihime ma, Ichigo mi prese la mano e mi fece sedere accanto a lui, ed esclamò “è meglio stare vicini, quei dannati hollow sono dapperttutto!”

Dopo di che si infilò le sue cuffiette e appoggiò il suo testone al vetro.

Cercai per tutto il tragitto di non fissarlo troppo ma, i miei occhi sembravano calamite. Ad un tratto Ichigo si girò verso di me e mentre appoggiava la testa contro la mia spalla mi disse “ehi, renditi utile, il vetro è scomodo!”

In quel momento il mio cuore sussultò e diventai come un carbone ardente. Rimasi rigida come un palo per tutto il tragitto, con il suo russare nelle orecchie.

Gli insegnanti ci portarono in un museo di arte, qualcosa in quel museo era così tetro e oscuro, avvertivo la presenza di un hollow.

Anche Ichigo era turbato. Ad un tratto quello che temevamo si verificò, un gigantesco hollow si presentò davanti a noi, fu una battaglia molto accesa e intervenni anch’ io.

Purtroppo commisi l’errore di colpire solo metà della faccia dell’hollow, la scoperta per me fu shoccante.

Era il volto di mia madre.

 

 

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

Ma che differenza c’è tra perseverare e continuare a sbagliare?

 

 

Non riuscivo più a muovermi, il mio corpo divenne di pietra, sentivo il suono della voce di Ichigo che mi chiamava, quel richiamo così insistente, il quale non ricevette risposta.

Caddi a terra trafitta da una lama, quella lama che prima era la perfetta mano della persona che mi mise al mondo.

Ichigo era rimase immobile a fissare il mio sangue che non smetteva di colare, il mio corpo si faceva sempre più gelido ma, Orihime riuscì a curarmi con i suoi poteri.

Mi alzai, dal mio volto scesero alcune lacrime.

Intanto l’hollow sparì lasciando tutti di sorpresa, Ichigo era ancora immobile, il suo colorito era bianco spento e mi fissava.

Tornammo a casa, non dissi una parola per tutto il tragitto, avevo paura che il mio segreto tornasse e mi perseguitasse ancora.

Ichigo non mi chiese nulla si limitò a starmi vicino, mi chiusi nell’armadio sforzandomi di non piangere ancora.

Arrivò sera, andammo a letto presto quel giorno e io e Ichigo, soli in quella stanza, senza dire nulla, in silenzio ci fissavamo.

Dopo essermi recata in bagno mi rimboccai le coperte, dalla finestra il raggio di sole si era trasformato in una luce soffusa dovuta alla candida luna che aveva come sfondo quel cielo tetro, buio.

Quel piccolo soffio di luce, mi permetteva di vedere Ichigo in tutta la sua bellezza, si! Era bellissimo.

Ad un tratto si alzò, e venne verso di me. Il mio cuore sussultò ancora una volta.

Entrò nell’armadio con me, gli feci posto, pensavo volesse sgridarmi come al solito, invece…

Mi prese e mi abbracciò come non aveva mai fatto fino ad ora e mi disse:

“Non preoccuparti, ti proteggerò per sempre, non ti lascerò mai più andare via da me.”

 

 

È la pioggia, pianto incessante di un cielo gonfio di lacrime.

 

 

FINE 1° CAPITOLO

  
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