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Autore: Charly_18    13/02/2014    3 recensioni
“Simon?” la voce dello Shadowhunter, invece, era curiosa, non si erano mai parlati, soli almeno “Cosa c’è?”
Il vampiro entrò, chiudendosi la porta alle spalle. “Ho bisogno di un favore”
Zan, zan, zan ....
Spero di avervi incuriosito, ci vediamo dentroooo.
Charly
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Ambientata in un ipotetico futuro dove il piccolo Seb è stato sconfitto (sigh) e nessuno dei “buoni” è morto. 
 
Al mio animaletto da compagnia, perché ci sta sempre bene una dedica per lei.
Alla donna che sopporta i miei scleri e si sottopone a sforzi psicofisici chiamati Betaggi (?)

All’uomo che ha inspirato questa FF (Il mio Simon, se io fossi Clary)


 
Toxic

 
Nonostante tutto il tempo passato al suo interno, i corridoi e le camere dell’Istituto gli sembravano tutte uguali, tranne quella di Izzy, forse.
L’olfatto da vampiro, però, era un ottimo localizzatore.
Alec Lightwood era nella seconda camera a destra, per fortuna solo, così avrebbero parlato in santa pace.
Bussare alla porta dello Shadowhunter fu il primo passo per annunciare a Clary la verità.
“Avanti” la porta non cigolò, la camera era meno appariscente rispetto a quella di Isabel ma più disordinata e personale rispetto a quella di Jace, era la trasposizione di Alec, il giusto equilibrio tra i suoi fratelli.
“Alec, ciao!” la voce di Simon era vagamente stridula, una sensazione strana la sua che, da quando era diventato un vampiro, aveva avuto più sicurezza in se stesso.
 “Simon?” la voce dello Shadowhunter, invece, era curiosa, non si erano mai parlati, soli almeno “Cosa c’è?”
Il vampiro entrò, chiudendosi la porta alle spalle. “Ho bisogno di un favore”
Il moro lo guardò spaesato, in cosa poteva aiutarlo? Magari a riconquistare sua sorella? Ma lui non era il tipo …. “Dimmi, e vedremo cosa posso fare!”
“Come hai detto a Jace che sei gay? Perché sai c’è questo mio amico S …. Stefan, che deve dire alla sua migliore amica C …. Cassandra, che lo è. Quindi mi chiedevo se potessi darmi qualche consiglio!” il vampiro si accorse di aver parlato un po’ troppo e un po’ troppo velocemente “Per il mio amico, ovviamente!”
Il sorriso di Alec gli ricordò vagamente quello di Jace, ecco cosa comportava essere il parabatai di quello psicopatico!
“Ovviamente” Sottolineò Alec ridendo sotto i baffi –che non aveva.
“Non gliel’ho proprio detto, se ne è accorto, anche perché ero innamorato di lui, poi è arrivato Magnus. Tu come te ne sei accorto?”
“Ho incontrato la persona giusta !”
“Allora avevo ragione, sei tu, non un tuo amico!” Il sorriso di Alec ora era la copia sputata di quello del suo parabatai.
Simon non sapeva come ribattere a quell’affermazione, si era tradito da solo.
Le mani avevano preso a sudargli e con esse aveva iniziato a strapazzarsi il lembo della maglia verde Hulk che indossava in quel momento.
“Sei preoccupato perché non sai come dirlo a Clary?” la voce di Alec era profonda, calma e infondeva serenità, aveva fatto proprio la scelta più giusta nel chiedere consiglio a lui.
“Sì, temo che non mi guarderà più nello stesso modo, lei è parte della mia vita, siamo sempre stati Clary e Simon, Simon e Clary. Non voglio perderla.”
Se fosse stato un umano a quest’ora sarebbe scoppiato in lacrime, aveva il terrore viscerale di non riuscire più a guardare Clary negli occhi, aveva paura di trovarci qualche giudizio, non voleva essere giudicato dall’unica persona che era sempre stata al suo fianco.
“Simon, entrambi conosciamo Clarissa, tu meglio di me. Non capisco da dove venga questa tua paura, lei ti vuole bene, indipendentemente dalla persona per cui batte il tuo cuore!” una pacca sulla spalla gli era arrivata come segno di cameratismo.  “Dovresti parlarle!”
“Hai ragione!” un sorriso aveva illuminato il viso del castano, che si stava avvicinando alla porta.
“Io ho sempre ragione!” Simon si voltò per guardare Alec un’ultima volta prima di andarsene “Stare con Jace non ti fa bene!”.

 
** ** ** ** ** **
 
“Clarissa, potrei parlarti un momento?” la voce del maggiore dei fratelli Lightwood interruppe l’esercitazione che stava compiendo seguita dallo sguardo dorato del suo ragazzo.
“Certo Alec dimmi!”
** ** ** ** ** **
 
Simon si presentò a casa Fairchild, come non faceva da qualche tempo, sembrava essere tornati ai vecchi tempi, quando erano Simon e Clary contro il mondo.
Jocelyn andò ad aprire la porta trovandosi davanti il più vecchio amico di sua figlia, vestito con la solita t-shirt ironica e spiritosa: nera con una scritta bianca –non ho capito – fattolo entrare notò che aveva anche un retro – non ho ancora capito*
“Accomodati, ti vado a chiamare Clary o vai direttamente da lei?” Simon stava già dirigendosi verso la camera della rossa.
“Jocelyn, come sta il piccolo?” fece indicando la pancia lievemente pronunciata della donna. “Bene Grazie!” gli occhi le illuminarono il volto, il primo figlio di cui si poteva godere la gravidanza, anche lui sarebbe stato felice.
“Clarissa!” la neo-Shadowhunter stava disegnando con un carboncino sul suo blocco da disegno.
“Simon! Come mai sei qui? Ci dovevamo vedere stasera con gli altri!”
“è che ti devo dire una cosa!” si era seduto sul letto pieno d’indumenti, si stava torturando le mani, ora i suggerimenti e il coraggio che gli aveva infuso Alec erano spariti, non gli sembrava una così buona idea raccontare tutto a Clary.
“Ehy, cosa c’è che non va? Lo sai che mi puoi raccontare tutto!” gli occhioni verdi della ragazza gli riportarono alla mente tutta la loro infanzia ed adolescenza, tutta l’avventura che avevano vissuto nella loro vita.
“è successa una cosa di cui non ti ho informato nell’ultimo anno, mi sono avvicinato a qualcuno cui non pensavo mi sarei potuto affezionare”
Clary non riusciva a capire, si era preso una cotta per qualcuna?
“Simon ti sei innamorato?” Simon in quel momento seppe che se non fosse stato un vampiro sarebbe arrossito.
“Dimmi chi è! La conosco? È carina?” l’entusiasmo di Clary si fermò di colpo quando vide il capo di Simon fare un segno di diniego.
“Cosa c’è? Mi sto preoccupando , Simon parlami per favore!” Le mani di Clary erano caldissime sulle sue spalle e sul suo viso, sentiva il cuore di lei battere furiosamente nel suo petto.
“è un lui” le mani che fino a quel momento scorrevano lungo le sue spalle, il suo collo e il suo volto si fermarono.
“Quando lo hai capito?” Clary non aveva mostrato nessun segno sul suo viso, nemmeno il suo cuore aveva avuto qualche cambiamento.
“Quasi un anno fa!” altri attimi di silenzio seguirono quelle due affermazioni.
“Esci dalla mia camera!” Simon non si mosse “IMMEDIATAMENTE” urlò la Shadowhunter.
Simon lasciò la stanza strusciando i piedi a terra, con lo sguardo basso e il cuore a pezzi.
Alec aveva sbagliato, Clary non lo aveva capito. Uscì dall’appartamento sbattendo la porta e facendo sussultare Luke e Jocelyn.
Clary dopo aver visto il suo migliore amico uscire dalla porta capì che il vampiro non aveva capito la sua furia, come sempre quel testone!
Si scapicollò giù dal letto e scattò verso le scale “Simon Lewis!”
Il vampiro si voltò con la faccia illuminata nell’udire la voce di Clary.
“Sei un idiota! Io non sono arrabbiata per ciò che sei o per ciò che provi, io sono furiosa con te perché non mi hai detto nulla per quasi un intero anno!” Simon si rilassò ed emise una risata che gli scosse il petto “Inutile che ridi! Sono ancora arrabbiata con te!”
Con la super velocità le arrivò dietro prendendola per i fianchi e iniziando a farle il solletico. La rossa rise e scosse la testa. “Fermati, dai!”
Il vampiro si staccò vedendo nella sua mente lo sguardo dorato e incazzato di Jace.
“Adesso torni in camera mia per spettegolare e mi racconti tutto: come lo hai capito, chi è lui e soprattutto perché ne hai parlato prima con Alec che con me!” Simon sbiancò per quanto possibile.
“Come lo sai?”
“è venuto ieri a trovarmi mentre mi allenavo, e ha iniziato a parlare di questo suo amico lontano che gli aveva chiesto come dire alla sua migliore amica il tutto … e dopo che mi hai fatto questa dichiarazione deduco che voi avviate parlato!” prese sotto braccio il castano per riportarlo dentro casa.
“Comunque, di chi è che ti saresti innamorato?” anche lei, secondo Simon, passava troppo tempo con Jace. Le loro movenze, persino il tono canzonatorio della voce, erano identici.
“Non credo che tu lo voglia sapere”
“Sempre che tu non sia innamorato di Jace, non c’è niente che mi potrebbe disturbare!”
“Raphael Santiago!” Jocelyn e Luke corsero nella camera della figlia dopo aver udito il tonfo di un corpo che scivolava a terra.
“Simon, che cosa è successo?” disse Luke mentre adagiava il corpo senza sensi di Clary sul letto sfatto.
“Stavamo parlando e credo di averla sconvolta. E puff, è svenuta!”
Mentre i futuri genitori si prendevano cura di Clary, Simon ricevette un messaggio: solito posto. Ho bisogno di te.
Il tempo di arrivare nel vecchio capannone a pochi metri dal Dumont e il suo super udito da vampiro sentì la puntina di un gira dischi poggiarsi su un disco di vinile.
La musica partì, con quelle piccole sfumature che la rendevano imperfetta all’udito fine del castano.


http://www.youtube.com/watch?v=zqKZ_WIK5ms

Entrò, la curiosità era troppa e, nonostante l’imbarazzo nell’ammetterlo, l’eccitazione anche.
Tutte le finestre dell’edificio erano state ricoperte da alcuni tendaggi scuri, per evitare al suo compagno una morte lenta e dolorosa, il pavimento era stata spazzato, probabilmente da degli uccellini che avevano ancora il timore reverenziale che aveva avuto lui all’inizio, si disse Simon.
In fondo all’enorme salone era stato fatto portare un enorme letto, ricoperto da lucide lenzuola di seta nera.
A guy like you
Should wear a warning
Su nessuno di quei dettagli però i suoi occhi si soffermarono quanto sul ragazzino steso a petto nudo sul materasso.
Come Raphael vide il suo uomo si alzò lentamente, facendo guizzare tutti gli addominali e facendo rimanere Simon con la bocca completamente aperta e secca.
Si avvicinò con passo sinuoso, come se una pantera si fosse impadronita dei suoi movimenti, più del solito, pensò Simon.
L’ispanico iniziò a spogliarlo: prima la maglietta.
Un brivido percorse la schiena di Simon che prese a tremare quando le dita lisce del ragazzo gli passarono prima sul petto, poi sulla pancia fino ad artigliarsi ai jeans, come se da ciò ne dipendesse la sua stessa esistenza.
Il bottone dei pantaloni salutò l’asola subito dopo, e questi raggiunsero il pavimento senza ripensamenti di sorta.
Madre de Dios” un sussurro, le prime parole che l’eterno quindicenne diceva da quando si erano visti, Raphael prese le mani di Simon e lo condusse sul grande letto, dove lo fece stendere nudo, ad eccezion fatta per i boxer neri che lasciavano vedere l’eccitazione che il giovane provava in quel momento.
“Rapahel …” il suo nome uscì come un gemito quando le sue piccole mani saggiarono tutta la sua lunghezza.
Simon portò le mani del vampiro indietro sul suo petto, non voleva venire nelle mutande come un bambinetto, ma la sensualità e la bravura del suo ragazzo giocavano decisamente a suo sfavore, Raphael prese a baciargli l’osso della clavicola, punto che lui sapeva essere molto sensibile per il giovane.
Nonostante adorasse farsi strapazzare dal vampiro, l’ex-umano invertì le posizioni e sganciò i jeans dell’altro molto lentamente, per fargli percepire bene la sua partecipazione.
Ora entrambi i giovani erano in intimo, mentre si osservavano l’un l’altro videro l’eccitazione arrendersi a qualcosa di più forte: l’amore che li legava.
Simon bloccò Raphael a letto, scendendo e portando con sé anche i boxer dell’altro, lo denudò completamente.
La pelle ambrata era tesa dal desiderio e il giovane vampiro prese tra le sue labbra fameliche il membro dell’altro che iniziò ad ansimare non appena capì l’intento del giovane.
“Uccellino …” Simon si fermò dandogli un leggero morso, non sopportava quando lo chiamava così, lo faceva sentire piccolo e indifeso.
“Ah …” quel suono strozzato fece capire a Simon che Raphael apprezzava il suo cambiamento di ritmo, labbra e lingua correvano su e giù.
“Simon … fermati” c’era un ordine poco velato dietro a quelle parole, non voleva far finire tutto subito, ma il castano non si fermò fino a quando non sentì il suo sapore dolciastro sul palato.
“Adesso dovrei trovare un modo per ricompensarti, giusto?” un ghigno comparve mefistofelico sul volto dell’ispanico.
Dopo avergli fatto volare via l’ultimo indumento si voltò, dandogli le spalle e con un sussurro disse “Prendimi”
Simon, stranamente, fece come gli era stato ordinato.
Lo prese lì, senza ripensamenti, senza dubbi.
Can you feel me now
I due gemettero, senza pudore ne pietà, gridando al mondo della notte il proprio amore. 


*La maglia di Simon è quella che Magnussen vorrebbe fare con le citazioni di John Watson Sherlock (bbc) 3x03
 
 
L'idea iniziale era quella di postare domani per la festa degli innamorati, ma come ho scritto su twittah, fa troppo mainstream, quindi eccomi qua!
Cosa dire?
Grazie a tutti quelli che hanno letto, che recensiranno o a chi è semplicemente piaciuta la storia.
Era una vita che non pubblicavo nulla, quindi spero di non aver perso la mano.
Enjoy the night :3
Love you.
Charly
   
 
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