Fanfic su attori > Coppia Hemsworth/Hiddleston
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Autore: kiara_star    14/02/2014    8 recensioni
[Crossover | Multipairing]
[Note all'interno]
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«Dimmi che non l'hai fatto!»
Tom sapeva sarebbe successo, sapeva che un giorno, Chris, il suo caro e amato Chris lo avrebbe gettato dalla finestra.
«È temporaneo. Finché non trovano un posto dove stare.»
Ecco che arrivava quel momento.
«Lo sai che te ne pentirai, vero?»
«Forse.»
Chris lo guardò senza dire nulla e lui fu costretto a sbuffare grattandosi la testa. «Sì. Ok, ho fatto una cazzata! Ma è Natale, come potevo lasciarli in mezzo a una strada?!»
«È per questo motivo che hanno inventato le mense dei poveri.»
«Non è il momento di scherzare, Chris.»
«Non sto scherzando.» E dalla sua faccia Tom capì che non stava davvero scherzando.
(...)
“È Natale, Chris.”
Si era detto.
“Natale, un corno!”
Si era comunque risposto.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: AU, Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: Incest
- Questa storia fa parte della serie 'Crossover is the way!'
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Natale in casa Hiddlesworth NdA.
Quando credi di aver raggiunto il punto più basso dell'indecenza, il tuo IO ti insegna che si può sempre scendere di un gradino. Io credo di aver disceso un'intera rampa con questa storia, ma tant'è che ormai è  scritta per cui tanto vale sputtanarsi una volta per tutte!
Bel modo di iniziare, lo so, ma come si dice: lettore avvisato, mezzo salvato.

E ora piccole note sulla storia delirante che state per leggere:
È un crossover dei crossover, almeno per quel che riguarda il mio universo personale.
Sarà un AU molto affollata in cui si intrecceranno le vicende di svariate coppie su cui ho scritto, ovviamente rivisitandole per inserirle in questo contesto, tutte (o quasi) sono però Hiddlesworth perché, come dico sempre, Hiddlesworth è bello in ogni sua forma.
È una storia un po' egoista, ma spero possiate apprezzarla lo stesso.
Una commedia con spruzzi di comico e qualche manciata di nonsense perché nelle fic, così come nella vita, ci vuole leggerezza ^-^
Io non mi sono mai presa troppo sul serio e questa robetta qui ne è la prova. In un certo senso può essere vista come una leggera parodia delle mie stesse storie.
(Wow, quanto sono megalomane...)
L'avevo scritta per questo Natale ma non ero riuscita a pubblicarla in tempo per cui l'ho tenuta in caldo per il momento più fluffoso e sdolcinato dell'anno: San Valentino.
I protagonisti saranno Tom e Chris mentre le altre coppie sono gentilmente prese in prestito dalle fic che andrò a citare.

Chris e Tom - > AU indipendente
Loki e Sigyn - > dalla serie “La leggenda di Nygis
Kale e Adam - > dalla one-shot “Piove quando pioggia sono lacrime non salate
Magnus e Eric -> dalla long “Detective Martinsson

Chi le avesse lette avrà di certo maggiore modo di notare quanto sono cretina XDD
Non è un invito a leggerle, anzi, forse siete ancora in tempo per cliccare sulla crocetta in alto a destra e abbandonare per sempre questo luogo di perdizione.

Dedicata a tutti voi che mi avete fatto compagnia e che mi fate ancora compagnia con il vostro supporto e la vostra amicizia.
Voi siete i miei Valentini, e siccome ho finito i cioccolatini, vi regalo queste sciocche parole ^^
(Perdonate queste note esageratamente lunghe)

Grazie di cuore e buon San Valentino <3






Natale in casa Hiddlesworth







«Quella mettila in alto a destra.»
«Qui?»
«No, più a destra.»
«Tom, più a destra di così l'albero finisce...»
«Scendi, faccio io.» Tom prese la pallina rossa dalle mani di Chris e salì sulla sedia quando lui scese. «Ecco, qui.» Posizionò l'addobbo fra la stella dorata e il piccolo angelo blu e sorrise soddisfatto. «Visto? Non era difficile.»
Quando guardò in basso trovò un sorriso anche sulle labbra di Chris.
«D'accordo, come arredatore sei più bravo di me.»
«Non solo come arredatore...»
Afferrò al volo l'ennesima pallina che Chris gli tirò contro.
«Ora non ti allargare, Hiddleston.» Lo sentì brontolare mentre gli puntava contro un dito e Tom di tutta risposta sorrise. Appese poi la sfera rossa e balzò giù dalla sedia.
«Sono finite?» chiese buttando un occhio alla scatola ora vuota.
«Grazie a Dio sì.»
Non riuscì a non ridere all'espressione esasperata sul volto del compagno.
«Chris, abbiamo solo addobbato un albero. Non era un'impresa titanica.»
«Permettimi di correggerti: tu hai addobbato quell'albero, io ho dovuto caricarmelo sulle spalle per quattro piani senza ascensore e quella, caro mio, è stata decisamente un'impresa titanica. E non ridermi in faccia, non è divertente!»
Ma Tom non riuscì a impedire a un'altra risata di abbandonare la sua gola e per questo accettò, senza lamentarsi troppo, il pugno che Chris gli regalò sulla spalla.
Il rumore di una mitragliatrice interruppe il loro scambio di battute; proveniva dal soggiorno.
«Sta ancora giocando a Battlefield?» chiese Chris.
«A quanto pare sì» rispose con un sospiro mentre si avviava in cucina.
Chris lo seguì lasciandosi poi cadere su uno sgabello mentre lui riempiva il bollitore con l'acqua.
«Ti rendi conto che sono due giorni che sta davanti a quella tv? In mutande, fra l'altro.»
Ennesima scarica di colpi.
«Chris, non sta a noi giudicare.»
«Io non giudico. Sto solo dicendo che non è un comportamento cortese, dato che è un ospite. Si comporta come fosse lui il padrone di casa...»
Sorrise mentre accendeva il gas. Si voltò poi verso il ripiano di marmo e si poggiò con entrambi i gomiti.
«Non ti facevo così fedele all'etichetta» sussurrò incrociando gli occhi assurdamente azzurri di Chris.
«Non è etichetta, è decenza, ma posso capire che questa sia una parola di cui ignori il significato, Mr. SnakeHips.»
Stavolta fu Chris a subire una tirata di capelli che però Tom accompagnò con un sorriso colpevole.
Ok, gli piaceva ballare. Ok, non lo faceva perfettamente. E ok, amava che ci fosse qualcuno a guardarlo.
Esibizionista? Forse. Ma quale attore non lo era?
Quando un nuovo rumore di spari arrivò dalla stanza, Chris si alzò con un gesto di stizza.
«Ora basta!»
«No, Chris, lascia stare.» Ma non riuscì a impedirgli di affacciarsi dall' arco della cucina.
Sapeva bene come sarebbe finita, sapeva bene che non avrebbe cavato un ragno dal buco.
«Ehi, amico?» Il richiamo di Chris rimase senza risposta. «Ehi, non fare finta di non avermi sentito!»
La guerriglia in tv si gelò e ogni suono si spense.
«Cosa vuoi?» La faccia apparentemente annoiata di Loki si voltò per incrociare la sua.
«Potresti cortesemente abbassare il volume? Sempre che per vostra maestà non sia troppo faticoso, s'intende.» Il suo sarcasmo fu ricambiato da un sorriso.
Loki tornò alla tivù.
La guerriglia ripartì.
Il volume non era cambiato di una virgola.
«Lascialo stare, Chris...» sospirò Tom tirandoselo di nuovo in cucina.
«Se continua così lo massacro, quant'è vero Dio!» sbraitò ancora.
«Non prendertela. È fatto così.»
«È fatto così? No, Tom, quello è uno psicopatico. Come ti è venuto in mente di ospitarlo a casa tua? Capisco sia Natale, ma quello è uno da clinica psichiatrica, credi a me.»
«Sta attraversando un momento difficile, Chris. Cerca di capirlo. Suo padre l'ha appena cacciato di casa. Non è facile per lui.» Lo giustificò mentre si udiva il fischio del bollitore.
«Ha trent'anni suonati, non credo che il suo vecchio abbia avuto un grande torto. E poi potrebbe trovarsi un lavoro o una camera in affitto invece di fare il parassita.» Chris continuò a brontolare riprendendo posto sul suo sgabello.
«Non vuole stare solo. Anche se non lo ammette è questo il motivo. Non tutti reagiamo allo stesso modo. Loki è solo più sensibile.»
«È uno stronzo, altro che sensibile.»
Gli posizionò una tazza davanti e gli sorrise dolcemente.
Chris aveva le sue buone ragioni per non sopportarlo, ma Tom proprio non ce l'aveva fatta a far finta di nulla.
L'aveva incontrato nella metro senza un posto dove andare, senza un posto dove tornare. Una valigia nella mano e l'altra attaccata al cellulare.
In fondo erano stati compagni di corso per anni, in qualche maniera erano stati anche amici... beh, prima che Loki andasse fuori di testa e tentasse di gettarsi dal tetto dell'ateneo. Ma questo era un dettaglio che aveva preferito tenere nascosto a Chris...
«Ha solo una personalità complessa. Non è cattivo.»
«Sì, e questa è la definizione perfetta di “psicopatico.”» Chris sospirò avvolgendo le dita attorno alla ceramica ancora vuota. «Perché lo hanno sbattuto fuori?»
Ecco, altro tasto dolente.
«Pare avesse delle divergenze con suo padre. Cose che capitano.»
«Con un figlio del genere chi non le avrebbe...»
Non rispose.
Aveva preferito non scendere nei dettagli perché se Chris avesse saputo tutta la storia forse avrebbe cacciato a calci nel sedere non solo Loki ma anche lui dalla sua stessa casa.
Si udì il suono del campanello.
«Saranno loro?» chiese pensando agli ospiti che attendevano per la cena.
Chris scosse la testa. «No. Il loro aereo arriva fra un'ora, anzi, conviene andare prima che scoppi una tormenta.»
Al secondo scampanellio Tom si pulì le mani su un canovaccio e andò a rispondere al citofono.
«Sì?»
«Tom... Ciao, sono io
Oh.Merda.
A sentire quella voce guardò d'istinto il divano da cui faceva capolino la testa corvina di Loki.
Questa non andava bene.
«Scusa il disturbo, volevo sapere se lui era da te... È lì?»
Chris nel mentre si stava sistemando la sciarpa attorno al collo.
«Sì, è qui...» Non poteva fare altrimenti. «Ti apro. Sali pure.»
«Grazie
Quando pigiò il tasto sperò che almeno la vigilia di Natale qualche Dio gli desse una mano.
«Chi era?»
Si sentì chiedere mentre si udiva il rantolo di qualcuno che moriva alla tv.
«Ehm... meglio che aspetti a uscire. C'è qualcosa che devo dirti.»
Da dove cominciare? La storia non era così facile da spiegare e poi Loki...
Forse tergiversò troppo perché Chris finì con il togliersi la sciarpa e iniziare a guardarlo dubbioso e il campanello della porta suonò.
Accidenti!
Prese un respiro e andò ad aprire sentendo lo sguardo di Chris fra le scapole.
Quando la porta si aprì un altro sguardo azzurro lo investì.
«Oh, Tom! Dov'è?»
Si grattò la testa e si spostò di qualche passo per mostrarle il soggiorno.
«È di là.» Solo quando sentì il tonfo notò la valigia che abbandonava la sua mano mentre entrava in casa.
«Loki!»
Ok, era un buon momento per iniziare a pregare.
La tv si ammutolì ancora. Stavolta, quando Loki si voltò, non c'era altro che sorpresa.
«Sigyn... Che ci fai qui?»
«Come che ci faccio? Sono venuta a riportarti a casa.»
«Tom, ma chi è questa ragazza?» Chris lo affiancò mentre lei si avvicinava al divano. «Non mi dire che quel tipo strano ha anche una donna?»
«Non proprio... è complicato, Chris, era proprio di questo che volevo parlart-»
«Potevi risparmiarti il viaggio. Non ho intenzione di rimettere ancora piede in quel posto.»
La voce decisa di Loki lo obbligò al silenzio.
No, non ne sarebbe mai uscito vivo...




*




Quando Tom gli aveva detto che aveva dato ospitalità a un vecchio amico di università, Chris non aveva trovato la cosa strana, anzi. Tom era una persona molto generosa, ai limiti dell'umano, quindi che avesse deciso di dare un tetto a qualcuno nei giorni di Natale era quanto mai scontato.
Quando però Chris aveva conosciuto quel qualcuno, si era detto che la generosità di Tom poteva anche essere classificata come masochismo bello e buono, perché Loki non era uno da ospitare quanto uno da finire a randellate senza provare rimorso.
Molto cinicamente non dava tutti i torti a quel povero uomo che si era ritrovato ad averlo come figlio e non si stupiva che non avesse nessun altro che lo aiutasse.
Vedere quella ragazza piombare al grido di “ti porto via” era stata una suonata di campane celestiali.
Forse sarebbero riusciti a liberarsene prima di cena, così non avrebbe dovuto spiegare a suo cugino perché il suo ragazzo ospitava un ambiguo figuro perennemente in mutande.
«Nostro padre non voleva mandarti via. Devi solo dargli tempo per accettare la cosa.»
Padre? Ah, forse era sua sorella. Ottima notizia! Perfetto! Ancora meglio!
Una sorella che ti prega di tornare a casa la vigilia di Natale non si manda mai via.
Chris gettò la sciarpa su uno sgabello e si accomodò sull'altro per godersi lo spettacolo del suo abbandono di casa Hiddleston. Finalmente.
«Chris, andiamo di là, magari vogliono restare soli.»
«Ma figurati, Tom. Non ci stanno neanche calcolando.»
Eh, no, non voleva perdersi la scena. Almeno sarebbe stato certo che era successo sul serio e non era solo uno dei suoi sogni ingannatori.
Tom sospirò e si poggiò con le spalle sul ripiano di marmo.
«Quell'uomo non è mio padre, Sigyn. E ora tornatene a casa.»
Che melodrammatico...
«Non senza di te.»
Brava, insisti!
La ragazza lo raggiunse gettandogli le braccia al collo e Loki sembrò voler sfuggire da quel abbraccio.
«Sigyn, non posso più restare in quella casa, lo sai.»
«E io non posso stare senza di te, fratello.»
Chris controllò l'ora per vedere se era ancora in tempo per andare all'aeroporto.
Ma sì, poteva farcela. Prima però voleva vedere come finiva il dramma shakespeariano che si stava consumando nel soggiorno di Tom. Certo che gli inglesi mettevano teatralità in tutto...
«Chris, andiamo in cucina, ascoltami.»
Non capiva perché Tom fosse così cocciuto.
Probabilmente si stava facendo scrupoli di privacy, ma non avrebbe dovuto con uno che aveva passato l'ultima settimana a gironzolare per casa sua in orridi boxer color zucchina!
«Dai, Tom, l'ha quasi convinto! Guarda la faccia di Loki. È lì lì per cedere.»
«Fidati di me, andiamo via ora prima che-»
«Cosa vuoi che succeda?! Anzi, perché non mi hai detto che quello aveva una sorella? E perché non l'hai chiamata prima? Avrei evitato di farmi rovinare l'udito dai suoi dannati giochi di guerra...» borbottò guardando i due che ancora parlottavano abbracciati. Non riusciva a sentire cosa dicessero, ma Loki stava sorridendo.
Buon segno.
Le stava accarezzando il viso.
Ottimo!
La stava bacian-
...
COSA?
...
La stava baciando?
...
...
...
«Tom...»
«Ecco, era quello che temevo.»
Si voltò con lo sguardo sgranato verso il suo viso e le sue belle sopracciglia aggrottate gli stavano chiedendo di non dire altro.
«Dimmi che non è vero.»
«Posso spiegare.»
«Tu lo sapevi?!» Si alzò dallo sgabello gettando ancora un occhio ai due che sembravano aver deciso di consumarsi le labbra a vicenda.
«Loki è adottato, non sono davvero fratelli.»
«Questo dovrebbe normalizzare la cosa?» Era sconcertato. No, non era la parola adatta. Era... era... Beh, qualsiasi cosa fosse aveva bisogno fisico di mettere la testa in un water e liberarsi.
Tom lo prese per un polso facendosi seguire nella cucina. Chris non riuscì a impedire ai suoi occhi di guardare la scena alquanto disturbante che si stava girando a qualche metro da lui.
«Durante il secondo anno di università, Loki ha scoperto di essere stato adottato.»
«E il giorno dopo ha iniziato a limonarsi allegramente sua sorella?» chiese con falsa ironia.
Tom si morse un labbro in difficoltà.
«Beh, non so come sono andate le cose di preciso, ma Loki ha avuto un esaurimento nervoso a seguito di quella scoperta e solo sua sorella è riuscita a stargli vicino.»
«Sì, posso immaginare come... anzi, meglio di no. Ma perché non me l'hai detto? E ora non dirmi che non ho ragione quando lo chiamo psicopatico.»
«Non è uno psicopatico-»
«È sensibile, lo so.» Sospirò passandosi una mano sul viso.
Ma perché Tom non riusciva a vedere le persone per quello che davvero erano?
In quel caso, per un arrogante stronzetto con chiare turbe mentali e anche una predilezione per le relazioni incestuose. Sarebbe stato il sogno di ogni strizzacervelli...
«Scusami.»
Sollevò gli occhi sul suo viso e non riuscì a non sorridere all'espressione colpevole che vi trovò.
Come se gli fosse stato possibile tenere il broncio con lui.
«Che significa che ha avuto un esaurimento nervoso?» chiese pacato ma Tom non rispose. «Tom...»
Alla sua occhiataccia però dovette cedere.
«Ok, ha cercato di buttarsi dal tetto dell'ateneo, ma era solo un grido di aiuto.»
Wow! Anche aspirante suicidata. Non gliene mancava una.
«Non ci credo...» brontolò fra sé scuotendo la testa. «Spero solo che lei riesca a convincerlo, e magari ce lo togliamo di torno e può tornare felice a fare i suoi giochetti incestuosi e le sue richieste di aiuto altrove... E non fare quella faccia, non sono cattivo, sono solo stanco di trovare i suoi capelli dappertutto. Perché non li lega? O meglio, perché non li taglia? Con i soldi risparmiati sul gel potrebbe aprire un fondo fiduciario e campare di rendita...»
Stava dando di matto anche lui, ma Tom sorrise e quindi andava bene lo stesso.
Sospirò sonoramente battendo la mano sul ripiano.
«Vado in aeroporto.» Meglio non arrivare tardi.
«Thomas?»
Si voltò trovando sulla soglia il viso serio di Loki. Oh, forse stava per avvisarlo del suo addio.
Fa' che sia così, fa' che sia così...
«Vorrei parlarti. In privato.»
Chris non badò neanche all'occhiataccia che gli lanciò. Se ne sarebbe liberato presto, poteva sopportarlo ancora per un po'.




*
 



Tom deglutì osservando gli occhi verdi di Loki.
«Se non è troppo disturbo» sospirò Sigyn.
Perché gli aveva chiesto una cosa simile? E ora come ne veniva fuori?
«Ehm...» Tom, è Natale, sospirò una voce nella sua testa.«Certo, non c'è problema.» Decise di darle ascolto.
«Oh, grazie Tom!» Quando se la ritrovò addosso però gli venne voglia di piangere.
Chris mi ammazzerà...




*




Nevicava, nevicava dannatamente forte e Chris avrebbe dovuto saperlo.
Mentre cercava un parcheggio nei pressi dell'aeroporto, non poteva liberare la testa da ciò che era accaduto qualche minuto prima.
Il mondo è bello perché è vario...
Sì, come no.
I gusti sono gusti...
Oh, certo!
Ognuno è fatto a modo suo...
Qualcuno però è fatto male.
Sospirò trovando finalmente un buco dove infilarsi.
Tom e la sua bontà... prima o poi avrebbe dovuto capire che non era sempre un bene, soprattutto per la sua salute mentale.
“Ricordalo: è adottato.”
“E immagino quanto il suo vecchio si sia rammaricato di esserselo preso in casa.”
Tom lo aveva guardato severo e Chris aveva ammesso almeno a se stesso di essersi meritato quella severità.
In fondo lui Loki non lo conosceva come Tom e non era realmente corretto prendersi la briga di puntare il dito.
È Natale, Chris. Si era detto.
Natale, un corno! Si era comunque risposto.
Scese dall'auto e si strinse nel cappotto mentre fiocchi pallidi cadevano sui suoi capelli.
«Ohi, Chris!» A quella voce si voltò in cerca di suo cugino e lo trovò seduto su un muretto con una sacca gettata malamente a terra.
«Kale, pensavo ancora non foste arrivati.»
«Siamo atterrati poco fa, ma questo qui non voleva aspettare dentro.» Gli rispose alzandosi dal muretto e puntando il pollice a una figura nera che ancora vi era allungata.
Chris annuì soltanto avvicinandosi per prendere i loro bagagli. Una sacca di pezza lasciata a inumidirsi nella neve poteva essere identificata come bagaglio? Bah, aveva già affrontato troppe inquietudini quel pomeriggio per volersi porre altri interrogativi.
«Com'è andato il volo?» chiese stringendo la mano gelata di Kale.
«Una merda, come al solito - ehi, tirati su!» Kale scosse la spalla del compagno che brontolò qualcosa a denti stretti che però Chris non capì.
«Sei Chris?» Si sentì chiedere da una voce roca e una faccia così pallida da far concorrenza al manto di neve ai suoi piedi.
«Sì. Tu invece devi essere Adam, giusto?» Allungò una mano che però fu ignorata. Di fatti Adam si alzò e si avviò verso la sua auto bisbigliando quando fosse schifosa quella città.
«Non farci caso, è un po' stronzo.» Gli sorrise Kale battendogli una mano sulla spalla.
«Non l'avrei mai detto...»
Che bel Natale!
Mentre caricava in auto la sacca e i due ospiti si disse di pensare positivo: al suo ritorno almeno non avrebbe più trovato quella faccia da schiaffi ad aspettarlo.




*




Quando la porta di casa si aprì, a sorridergli c'era una faccia da schiaffi.
«Bentornato.»




*




«Dimmi che non l'hai fatto!»
Tom sapeva sarebbe successo, sapeva che un giorno, Chris, il suo caro e amato Chris lo avrebbe gettato dalla finestra.
«È temporaneo. Finché non trovano un posto dove stare.»
Ecco che arrivava quel momento.
«Lo sai che te ne pentirai, vero?»
«Forse.»
Chris lo guardò senza dire nulla e lui fu costretto a sbuffare grattandosi la testa. «Sì. Ok, ho fatto una cazzata! Ma è Natale, come potevo lasciarli in mezzo a una strada?!»
«È per questo motivo che hanno inventato le mense dei poveri.»
«Non è il momento di scherzare, Chris.»
«Non sto scherzando.» E dalla sua faccia Tom capì che non stava davvero scherzando.
«È questione di pochi giorni... anzi, sai cosa pensavo? Potrei lasciargli la casa per un po' e venire a stare da te... Che ne dici?»
Chris lo guardò a lungo e lui non riusciva a decifrare su cosa stesse riflettendo sul serio, se sulla sua brutale richiesta di convivenza o sul modo in cui liberarsi del suo cadavere senza suscitare sospetti.
Quando però le labbra di Chris si aprirono in un sorriso non riuscì a non farsi contagiare.
«Ok, ma non andartene in giro in mutande!»
«Io non porto mutande, Chris...» sottolineò ridacchiando e Chris annuì sornione.
«Appunto. Era un modo gentile per invitarti a gironzolare nudo per casa mia.»
Rise di gusto mentre sentiva le labbra di Chris posarsi contro la sua tempia.
«E se ti trovo un paio di slip in valigia, li brucio.»
«Sei tu il padrone di casa.»
«Ecco, e non dimenticarlo.»




*




Suo cugino era un tipo originale, così dicevano quelli della sua famiglia, ma per Chris, Kale era solo un tipo strano.
La voce che girava era che fosse invischiato in affari poco leciti in quel di Detroit ma Kale diceva che lavorava per una ditta di import export. Era di certo un tipo ironico...
Ogni tanto si presentava con qualcuno di diverso, l'ultima volta era accompagnato da una bionda che non smetteva mai di parlare e aveva una risata così stridula che avrebbe potuto frantumare i vetri delle finestre.
La loro storia era durata il tempo del viaggio di ritorno.
Si chiese se sarebbe andata così anche quella volta.
Adam era l'opposto della bionda, non parlava molto ma soprattutto non rideva, non sorrideva neanche. Al confronto perfino quel mancato suicida di Loki sembrava simpatico, il che era tutto dire.
Si erano seduti sul divano ascoltando Tom che raccontava della sua ultima produzione teatrale e Chris aveva cercato di concentrarsi sulle sue parole per non lasciarsi distrarre dal rumore imbarazzante dei baci che si stavano scambiando Loki e sua sorella, completamente incuranti delle altre quattro persone che stavano sedute accanto e di fronte a loro.
«La vera peculiarità è la mancanza di reale scenografia. C'è solo uno sfondo bianco e delle linee stilizzate che richiamano la vegetazione e che cambiano a ogni atto. È molto ermetica come scelta ma il regista ha voluto che fosse la prosa a raccontare, che fossero gli attori a trascinare lo spettatore nel fulcro del dramma.»
«Interessante.» E in effetti Adam sembrava realmente interessato.
Intanto Kale non nascondeva i sorrisetti divertiti mentre guardava di sottecchi i due incestuosi fratelli, per loro fortuna ignorando che lo fossero.
«Ehi, Chris?» Si sentì toccare al fianco con un gomito.
«Che c'è, Kale?»
Quando gli indicò con un cenno del capo Sigyn seduta a cavalcioni su Loki con tutta l'intenzione di non spostarsi da lì, non riuscì a far altro che sospirare avvilito.
«Chi sono questi due assatanati?»
«Non chiedermelo, preferirei dimenticarmi di loro...» borbottò avventandosi su un bicchiere di punch.
Kale sorrise imitandolo.
«Scommetto 100 sterline che lo fanno qui in diretta.»
«Dio, tu e queste scommesse!»
La verità era che aveva timore che Kale la vincesse.
Tom nel frattempo aveva intavolato l'ennesima conversazione sulla necessità di tornare a portare in scena i vecchi classici in aggiunta alla drammaturgia contemporanea per far riscoprire al pubblico la bellezza del vero teatro e Chris, benché gli volesse un bene dell'anima, aveva l'istinto di annegarsi nella vasca di punch senza rimpianti.
«Di' un po', da quanto conosci questo Adam?» Cercò in quella curiosità l'ancora a cui aggrapparsi per non suicidarsi prima dell'apertura del Christmas pudding.
Kale si poggiò contro il divano piegando un braccio dietro alla testa e guardando apparentemente apatico il viso di Adam che chiacchierava con Tom.
«Un paio di mesi. Ci siamo incontrati una sera nel locale dove suonava.»
«Ah, è un musicista?»
«Già...» Kale sbadigliò e si stiracchiò. «Sono andato nel backstage con un amico. Me l'ha presentato e abbiamo scopato.»
«Wow, un incontro romantico, non c'è che dire...»
Kale sorrise. «Il romanticismo è per gli sfigati e le coppiette di mezz'età.»
E dai versi che arrivavano di fianco, Chris convenne che Loki e Sigyn dovevano pensarla più o meno come Kale, visto che la base di quella discutibile relazione era palesemente molto poco romantica.
«Mh... sì...»
Ok, questo era troppo.
«Ehi, voi due?»
Cercò di attirare la loro attenzione ma Loki era troppo occupato a farsi mordere le labbra per curarsi di lui.
«Ehi?» Provò con più decisione rivolgendosi a Sigyn.
Funzionò.
La ragazza si voltò a guardarlo spostandosi una ciocca arruffata di capelli dalla fronte.
«Ciao, Chris.» Gli sorrise stringendo le braccia attorno alle spalle di Loki.
Loki non sorrideva, anzi, sembrava volesse ucciderlo con lo sguardo. Sentimento ampiamente ricambiato, fra l'altro.
«Non vorrei disturbarvi, ma Tom ha ben due camere da letto in questa casa. Sono di là... sono comode e appartate... Così, giusto per farvelo sapere.»
«Ok. Grazie per l'informazione.» Lo liquidò alla svelta l'aspirante suicida ignorando però palesemente la suddetta informazione e continuando a mettere mani e lingua un po' dappertutto.
Chris sentì che aveva bisogno di aria.
Si alzò dal divano e si avvicinò alla finestra.
C'erano solo due alternative: o si gettava lui o gettava i tre quarti degli ospiti.
Poggiò la fronte contro il vetro freddo mentre tanti fiocchi bianchi coprivano le strade completamente deserte.
In verità non completamente, dato che proprio sotto all'appartamento di Tom, si era fermata una macchina, e dal fumo che usciva dal cofano non sembrava fosse una sosta volontaria.
Dal lato del guidatore scese un ragazzo con una montagna di ricci sulla testa e una sciarpa rossa legata al collo.
Poco dopo scese anche il passeggero ed era palese che stessero litigando.
Qualsiasi cosa stessero dicendo era di certo più interessante del discorso fra Tom e Adam sul portare in scena l'ultima opera di Nakamura Hotaki...
«Ehi, cugino?» Un braccio gli si avvolse attorno alle spalle. «La bionda gli ha appena infilato una mano nelle mutande.»
«Avrei fatto volentieri a meno di questa notizia, ma grazie comunque.» Il che voleva dire che Tom avrebbe come minimo dovuto portare il copri divano in tintoria. Molto presto.
Kale ridacchiò scuotendolo per il collo.
«Che stai guardando?» gli chiese poi scostando appena la tendina della finestra.
«Niente. Ci sono due che sono rimasti in panne.»
«Bella sfiga.»
«Già.»
I due intanto avevano smesso di battibeccare e il riccio era tornato al posto di guida.
L'altro, con la testa coperta da un cappello di lana chiaro, aveva aperto il cofano e sembrava intenzionato a far ripartire l'auto.
La neve non accennava a volersi fermare, al contrario, stava diventando sempre più pesante.
«Forse hanno bisogno di una mano...» pensò ad alta voce.
«Che vuoi fare, scendere e spingere il culo della macchina?» Kale sorrise lasciandolo finalmente libero dal suo abbraccio.
«Pensavo che chiamare un carro attrezzi sarebbe bastato.» Era la vigilia di Natale e restare sotto la neve in panne non era di certo un bel modo di trascorrerla.
«Possono chiamarselo da soli.» E Kale era l'antitesi dello spirito natalizio. Ma in fondo cosa poteva aspettarsi da uno che si sbatteva un tipo ambiguo come quell'Adam nel backstage di un locale di terza categoria di Detroit?
Quando però lo affiancò, Chris lo vide assottigliare lo sguardo.
«Porca miseria, non dirimi che...»
«Kale-»
Non riuscì a dire altro che lo vide aprire la finestra incurante dell'aria gelida che entrò.
«HUNTSMAN?» Urlò verso i due e l'urlo mise a tacere le conversazioni intellettuali di Tom e Adam e il limonare selvaggio di Loki e Sigyn.
Nel mentre l'uomo che controllava il cofano alzò il viso verso di loro.
«Brutto bastardo, allora avevo visto giusto!?»
«Lo conosci?» chiese a quel punto Chris ma Kale semplicemente lo ignorò.
«Ehi, Kale? Ma che ci fai qui? Pensavo stessi a Detroit» rispose dal basso l'uomo.
«Ho fatto un salto da mio cugino. Tu, piuttosto, che ti è successo? Hai sfondato il motore?»
«Più o meno...»
«Che succede, Chris?» Tom si era avvicinato e Chris gli spiegò in breve ciò che era appena successo mentre Kale continuava a chiacchierare con l'uomo in strada lasciando che neve e aria gelida invadessero il soggiorno. «È un amico di tuo cugino?»
«Così sembra.»
«Volete chiudere quella finestra? Si gela!» brontolò dal divano Loki.
E Chris doveva a malincuore dargli ragione.
«Kale...»
«ANDIAMO, SALITE!»
Sapeva che l'avrebbe fatto, sapeva che Tom non avrebbe avuto nulla da ridire.




*




Aveva messo in conto di dividere quella vigilia non solo con Chris, ma anche con suo cugino. Aveva accettato perché era Natale e Natale è famiglia, e Chris era ora la sua famiglia.
Poi aveva incontrato Loki nella metro, e ospitarlo da lui era stato un dovere morale.
Il cugino di Chris, Kale, aveva poi telefonato dicendo che avrebbe portato qualcuno con sé, e poteva dire di no?
Assolutamente. Era Natale!
Sigyn bussava infine alla sua porta con gli occhi lucidi e il cuore triste, e cosa poteva fare lui se non accettare di ospitare anche lei? Come già detto, Natale è famiglia.
Che però si sarebbe trovato sul divano con due perfetti estranei che erano rimasti senza auto e che, casualità delle casualità, erano amici del cugino di Chris, questo Tom non poteva prevederlo.
«Grazie mille per la disponibilità. Ci basta fare una telefonata e togliamo il disturbo.»
«Nessun disturbo, figurati. Non avrei mai potuto lasciarvi sotto la neve la vigilia di Natale.»
Il ragazzo gli sorrise riconoscente mentre gli porgeva il suo cappotto. «Ancora grazie.»
Il suo nome era Magnus mentre l'altro uomo si chiamava Eric ed era l'amico di Kale.
«Che ci fai qui, Huntsman? Ti sapevo in Svezia. Hai combinato danni anche lì?»
«No, vivo in Svezia adesso, a Ystad, però sono venuto a trovare qualche giorno Will.»
Will era il fratello di Eric, da quello che aveva capito, e lui e Magnus avrebbero dovuto trascorrere il giorno di Natale con lui ma Will era stato bloccato dalla tormenta a Liverpool.
«Stavamo tornando in albergo ma la macchina ci ha abbandonato» spiegò Magnus mentre cercava di comporre un numero con il cellulare di Tom, dato che il suo era scarico e quello di Eric privo di credito.
Bella coppia...
Tom li aveva fatti accomodare nel suo soggiorno e li aveva invitati a fare come fossero a casa loro, con buona pace di Chris che ormai sembrava rassegnato a non dirgli più nulla. Tom sapeva bene gli avrebbe fatto pagare tutto una volta che avesse traslocato dalle sue parti.
E se avesse detto che non aspettava altro, non sarebbe stata per niente una bugia.
«Così sei amico di Kale... dov'è che vi siete conosciuti?» chiese Chris ma Eric sembrò restio a rispondere e fu Kale a toglierlo dall'incomodo.
«Nel gabbio. Eravamo compagni di cella.»
A quella notizia il silenzio che scese nella stanza fu palpabile.




*




«T-tu sei stato in galera?» Chris era allibito. Teneva il suo bicchiere di punch fra le mani e guardava Kale con l'espressione più scioccata della storia.
Quando? Dove? Ma soprattutto, perché era finito dentro?
E perché lui e nessun altro della sua famiglia lo sapev-?
Alt!
Quando Kale gli lanciò uno sguardo divertito capì.
Tutti sapevano, tutti dovevano sapere, l'unico babbeo ignaro di tutto era lui.
Ecco perché nessuno voleva accollarselo durante le festività!
È questa sarebbe la famiglia? Manipolo di bugiardi traditori!
«Perché eri dentro?» Loki si interessò alla discussione e Chris si sarebbe giocato un rene che quello lo stava facendo solo per farlo imbestialire. Di fatti mentre Kale raccontava dei suoi precedenti per falsificazione di documenti et simila, Loki lo guardava con un ghigno divertito che avrebbe voluto fargli sparire dalla faccia a suon di sberle.
«Mi sarei dovuto fare tredici mesi, ma avevo un buon avvocato.»
Ingoiò un sospiro e guardò verso Tom seduto accanto a lui.
«Tom... dov'è il whisky?» chiese disperato.
Tom sorrise e gli accarezzò il dorso della mano.
«Non sta andando così male, Chris.»
«Male? Per andare male vorrebbe dire che può andare peggio, ma dubito fortemente che possa accadere qualcosa di peggio di questa serata assurda.»
Detto fatto.
Un secondo dopo l'oscurità piombò su di loro.
«Che succede?» Era la voce di Tom.
«È saltata la corrente.»
«Grazie per aver esposto l'ovvio, Hemsworth...»
«Ti convinte stare zitto, altrimenti potrei approfittare del buio per strozzarti!»
Sentì Loki sospirare e allungò la mano per afferrarlo davvero per il collo.
«Ahia!» Peccato però che beccò il polso di Sigyn. O una caviglia, o quello che era.
«Toglile le mani di dosso!»
«Dannazione, chi mi ha dato un calcio?»
E in quell'oscurità la mira di Loki, sempre infallibile con alla sua Xbox, faceva decisamente defecare e Kale ne aveva pagato le conseguenze.
Chris era al limite umano.
«Tom?... Tom?» Lo chiamò.
Non si vedeva nulla e doveva essere saltata anche l'illuminazione dell'intero isolato perché dalla finestra non proveniva il riflesso di nessun lampione.
«Sto cercando delle candele.» Sentì Tom rispondere in lontananza.
«Attento a non farti male!» Lo avvisò.
«Non so voi, ma qui c'è qualcuno che porta sfiga...» Kale era sempre in vena di essere brillante. «Huntsman, com'è che si chiama il tuo amichetto?»
«Finisce sempre così...»
Era strano come la voce dell'amico di Eric fosse simile a quella di Tom. Chris avrebbe potuto giurare di aver sentito rispondere il suo ragazzo se non lo avesse saputo in cucina a giocare a mosca cieca con la credenza.
«Forse ci sono. Credo di averle trovate!»
Sperava solo che Tom avesse ragione perché si iniziavano a udire i suoni lascivi di qualche gemito risuonare a pochi centimetri.
«Oh, per la miseria!» Sbottò indignato. «Ma non riuscite a controllarvi neanche adesso?»
«Guarda che non siamo noi...» E Sigyn doveva aver detto il vero perché lo schioccare umido e imbarazzante era continuato.
«Ok, se non siete voi allora chi è?»
Non credeva possibile che i due nuovi arrivati fossero capaci di-
Chiuse le palpebre nonostante fosse già buio.
Non voleva crederci, non voleva pensarci.
Poi però Tom li raggiunse con un candelabro e due candele accese e la luce arancione illuminò Kale e Adam che si baciavano incuranti di ciò che accadeva al resto del mondo.
E poi i due assatanati erano Loki e Sigyn, vero cugino?
Nessuno osò comunque dire nulla e Chris si sentì quasi in dovere di scusarsi con Eric e Magnus per averli accusati ingiustamente. Ma erano state accuse silenti e quindi fece scuse silenti.
«Deve essere colpa della tormenta.» Sentì Tom provare a dare della normalità a tutta quella situazione mentre sistemava il candelabro sul tavolino davanti e andava ad accendere altre candele da spargere in giro per la stanza. Chris pensò che dargli una mano avrebbe tenuto lontani i suoi istinti violenti contro la qualunque.
 «È un incubo...» gli sospirò all'orecchio quando lo raggiunse per poi prendere dalle sue mani una grossa candela tonta.
Tom sorrise e gli allungò un cerino.
«È divertente, invece. Quando ci ricapiterà un Natale così?»
«Mio Dio, mi auguro mai più!» Tom rise e lui accese un'altra candela. «Un'altra sorpresa e sarò io a gettarmi dall'ateneo senza lasciare neanche un biglietto.»
«Che egoista... Moriresti senza dirmi addio? Neanche due righe?»
Fu lui e ridere. «Veramente pensavo che ti saresti gettato con me.»
Tom poggiò la candela sul mobile e lo guardò a lungo.
«Come Romeo e Giulietta?»
Sfiorò le sue labbra dolcemente e gli accarezzò il viso.
«O come Jack e Rose... “Salti tu, salto io.”»
«Sì, è vero, è più appropriata.»
In quel momento fu felice che fosse saltata la corrente, fu felice che Adam e Kale stessero limonando sul suo divano, e fu felice che chissà cos'altro stavano facendo Loki e Sigyn, perché potette baciare Tom a lungo senza essere disturbato.
Fu felice anche che Eric e Magnus avessero il sacro dono della decenza e della riservatezza.
Strinse forte il corpo di Tom contro il suo.
Baciò le sue labbra, il suo viso, il suo collo. Gli accarezzò la schiena, i fianchi e avrebbe solo voluto che quel maglione sparisse all'istante, che tutti sparissero all'istante così da poter fare l'amore con lui sul pavimento come nella loro prima volta.
Natale sarebbe passato. Presto.
Era l'unico regalo che avrebbe voluto ricevere.




*




La luce non era ancora tornata e senza elettricità non potevano cucinare e l'impasto del Christmas pudding che Tom aveva preparato con amore e cura era andato a farsi benedire.
Peccato... disse Chris ad alta voce.
In cuor suo stava ringraziando Olimpo e Valhalla per quella grazia.
Se c'erano due cose che Chris Hemsworth odiava di più al mondo erano i balli latino americani e il Christmas pudding di Tom.
La vita, beffarda e sadica, lo aveva obbligato a subire più volte la tortura di entrambi.
Il resto di quell'insolita serata trascorse in maniera altalenante: quando Adam e Kale avevano avuto al decenza di smettere di darci dentro, erano stati Loki e Sigyn a iniziare - di nuovo-  ma stavolta Chris li aveva letteralmente presi per un braccio e accompagnati di persona in camera da letto, ammesso che “gettare di peso nella stanza e chiudere la porta a chiave dall'esterno” potesse rientrare nella definizione di “accompagnare”.
Così erano rimasti loro sei seduti sul divano.
Magnus, l'amico di Eric che era amico di suo cugino Kale - aiuto, voglio un'aspirina - aveva provato a contattate più volte il carro attrezzi, ma nessuno aveva assicurato l'intervento a causa del maltempo e tutti avevano consigliato di trovare riparo e a provvedere alla rimozione dell'auto una volta fatto mattino.
Tom non aveva neanche finito di ascoltare la telefonata che aveva già tirato fuori lenzuola e cuscini.
Da Thomas William Hiddleston. Ostello per fuggitivi e psicolabili (ma se la tua macchina ti molla, noi un letto te lo troviamo lo stesso.)
Aperto tutti giorni, inclusi festivi, senza obbligo di prenotazione.
Bussare a tutte le ore.”
...
Non sapeva se piangere o ridere.
«Allora, Huntsman, come ti va la vita in quel buco svedese? Hai avuto altri problemi con gli sbirri?» Kale aveva cercato di intavolare una conversazione mentre Adam si era addormentato sulla sua spalla ed era anche inquietante con quell'ammasso indecente di capelli che gli coprivano metà viso. Poteva fare l'audizione per un ruolo da cadavere in “CSI Detroit”...
«In un certo senso...» Eric gli rispose con un sorriso. Nonostante l'aspetto rude sembrava un tipo a posto, sebbene fosse stato in cella anche lui per guida in stato di ebbrezza e aggressione a pubblico ufficiale...
Ecco, un tipo a posto non era proprio la definizione giusta. Ma magari aveva fatto ammenda, magari il sistema carcerario europeo alla fine non faceva proprio cilecca.
Magari...
«Dai, racconta.» Lo incitò suo cugino accarezzando forse neanche coscientemente la testa di Adam. Chris non sapeva che pensare.
Erano una delle coppie peggio assortire della storia eppure in qualche maniera sembravano funzionare. Non che credesse ci fosse qualcosa di profondo a unirli, anzi.
Però Natale era un qualcosa che andava condiviso con chi amavi, con chi contava davvero.
Non li vedeva di certo all'altare, ma chi lo sa, magari nella loro stramba relazione, avevano trovato il modo per stare bene insieme, anche se quel bene si limitava solo ad avare rapporti sessuali in luoghi e su superfici a caso.
«Ne ho incontrato uno che mi ha fatto passare parecchi guai» rispose Eric.
«I soliti rompicoglioni... E com'è finita? L'hai preso a pugni?»
Kale rise ed Eric scosse il capo. «Peggio: me ne sono innamorato.»
E quando il viso di Magnus divenne assurdamente rosso, Chris guardò verso Tom che gli restituì lo stesso sorriso.
Non era stato difficile da capirlo, in fondo.
«Oh... quindi riccioli d'oro è uno sbirro?»
«Non chiamarmi riccioli d'oro se non vuoi finire ammanettato a un termosifone.»
Wow. Non si aspettava una reazione così livida. Ma era un poliziotto, una certa tempra doveva averla per forza.
Vide Eric sorridere e accarezzarsi una guancia mentre Kale guardava divertito il suo compagno.
«Non indispettirlo, Kale. Magnus è suscettibile riguardo i suoi capelli.»
«Riguardo i mie- ? Adesso ti prendi gioco di me anche tu?»
«Avanti, Magnus, scherzavo.»
«No, Eric, i tuoi scherzi mi hanno stancato.»
No, non poteva accadere anche quello. Non potevano mettersi a litigare proprio adesso, con la luce di un candelabro e lo stomaco vuoto.
«Perché devi reagire sempre così? Cos'è, vuoi alzarti e tornartene sotto la neve?»
Magnus si alzò sul serio ed Eric lo seguì.
«Te ne importerebbe qualcosa? In fondo è colpa mia se la macchina si è fermata, giusto? Com'è colpa mia che tu sia dovuto partire un giorno dopo del previsto e abbia perso così la possibilità di trascorrere il Natale con Will! È sempre colpa mia, Eric, non è così?»
«Vuoi fare la vittima? Bene, ma non aspettarti che resti qui a sopportare le tue isterie da poliziotto insicuro!»
Chris si passò una mano sul viso mentre poteva udire anche il sospiro che aveva abbandonato le labbra di Tom.
«Kale...» bisbigliò in sua direzione. Suo cugino lo guardava con un ghigno divertito. «Grazie» sibilò sarcastico e l'altro gli strizzò un occhio stendendosi meglio sul divano e poggiando la testa contro quella di Adam.
«Non abbiamo la tv, cugino. Dobbiamo ammazzare il tempo, no?»
Sì, ma ammazzarlo sotto le grida di una lite furiosa che Chris non aveva ancora capito bene da dove nascesse e perché soprattutto due perfetti sconosciuti ritenessero di doverla affrontare nella casa di chi li aveva generosamente accolti, non era proprio il meglio per sopperire alla mancanza della tivù.
«L'ho fatto per te, Eric! Per te, come ogni altra cosa!»
«E perché continui a rinfacciarmelo? Cos‘altro vuoi che ti dica? Dimmelo, Magnus! Cos'altro vuoi che ti dica oltre al fatto che lo so e che ti amo?!»
La lite sembrò arrestarsi su quell'ultima frase.
Sentì Tom toccargli la mano e avvicinasi al suo orecchio.
«Stanno per fare pace.»
«Lo spero... ho l'emicrania... quasi quasi rimpiango gli spettacolini hard di Loki e Sigyn.»
Tom sorrise e gli diede una gomitata.
Sperava solo avesse ragione.
Lo scoprì in fretta, perché Magnus sembrò sul punto di scoppiare in lacrime mentre si avvicinava a Eric.
«Sono il solito idiota...» sospirò abbassando il capo.
«Sì, ma ormai c'ho fatto l'abitudine...»
Eric sorrise e gli accarezzò la testa baciandogli prima la fronte e poi le labbra.
Chris pregò intensamente di non essere costretto davvero ad assistere all'ennesima scena di porno-amore della serata. Con tutta la buona volontà, era arrivato al limite.
Ma Eric e Magnus avevano un minimo più di riservatezza e di decenza forse. Fu il motivo per cui il poliziotto si scusò e si preparò ad abbandonare casa Hiddleston, se non fosse che Tom lo convinse a rimanere.
«Non ci sono alberghi nella zona e fuori non c'è alcun lampione funzionante. Restate qui stanotte. Ci farebbe piacere.»
Evitò di correggere quel “Ci” con “Gli” perché a Chris no, non faceva piacere avere altre due teste con cui scervellarsi, ma era Natale. Buon Dio, era ancora Natale.


La luce non tornò per tutta la notte.
Adam e Kale dormirono sul divano e così la stanza che Tom aveva preparato per loro fu destinata a Eric e Magnus che non sapevano più come ringraziarli, quest'ultimo ci provò anche in svedese, o li aveva insultati. Chris non sprecò troppo tempo per capirlo.
Loki e Sigyn non si erano più fatti vivi e non sapeva dire se era per via del sesso acrobatico con cui stavano mettendo a dura prova la loro camera, o perché ancora non aveva aperto la porta.
Se Tom non lo avesse obbligato a far girare la chiave, di certo Chris avrebbe preferito tenerli rinchiusi almeno per i prossimi cento anni.
Finì con loro due in cucina a mangiare gli avanzi di una cena fredda, con un dolce immangiabile e con tutta la delusione di Tom per quel fallimento culinario.
«Quando torna l'elettricità lo rifaccio da zero.»
«Tom, Natale è passato ormai... Risparmia le forze per l'anno venturo.»
Ci provò ma fu inutile. Tom buttò in bocca una manciata di tartine al salmone e scosse il capo con fermezza.
«No, Chris, devo rifarlo. È una scommessa con me stesso.»
«Fa' come ti pare, Tom... basta che me ne lasci una fetta.»
«Lo faccio solo per te.»
Tom sorrise e quel sorriso era un premio più che sufficiente per ripagare l'ingurgitare di quell'obbrobrio che era chiamato Christmas pudding.
«Non vedo l'ora.»
Anche se era Natale, una bugia poteva anche essere detta.


Il mattino seguente, Chris si sollevò con la schiena a pezzi per aver dormito su una sedia piegato sul tavolo. Tom era stato più fortunato perché aveva potuto usufruire della poltrona accanto al camino.
Dalla finestra non sembrava nevicasse più. Sorrise e si stropicciò gli occhi.
La luce era tornata perché l'acqua del caffè stava bollendo.
«Buongiorno.»
Si voltò e incrociò il sorriso più bello del mondo.
«Buongiorno.»
Un bacio a fior di labbra.
«Buon Natale, Mr. Hemsworth» bisbigliò Tom e lui semplicemente lo baciò ancora.
«Buon Natale, Mr. Ostello dei poveri.»
Quella gomitata nello stomaco se l'era meritata.

Quando entrò in soggiorno scoprì che ciò che era accaduto la sera prima non era stato un incubo, purtroppo, ma era tutto reale.
«Buon Natale, cugino!»
Kale stava addentando una ciambella disteso sul divano. Con la testa sulle sue gambe, Adam a malapena gli risolve lo sguardo.
«Ce la siamo presa comoda...?» Loki ghignò altero sorseggiando un caffè ma Chris non riuscì a rispondergli per le rime che si ritrovò un viso sorridente di fronte.
«Buon Natale, Chris!» E poi due labbra a baciargli la guancia. «Buon Natale, Tom!» Sigyn saltò presto fra le braccia di Tom.
«Buon Natale, Sigyn.»
Eric e Magnus stavano invece indossando i rispettivi cappotti.
«Il carro attrezzi è arrivato.» Li informò Magnus. «Grazie per l'ospitalità.»
«È stato un piacere.» Tom salutò entrambi mentre Kale allungava una mano verso Eric.
«Se vieni a Ystad, cosa molto improbabile, fammi un fischio.»
«Contaci! Così andiamo a spaccare il culo a qualche sbirro... ops!»
Per fortuna Magnus sembrò aver lasciato la suscettibilità sotto al cuscino.
Meno male, Chris non poteva essere più grato.
«Buon Natale.»
Li salutò a sua volta prima che lasciassero la casa e andò a sedersi sul divano lasciato libero.
Tom gli porse una tazza calda di caffè e un sorriso.
Accettò con gioia entrambi mentre si accomodava accanto a lui.
Loki iniziò a lamentarsi di come era scomodo il suo letto e consigliò a Tom di far controllare la rete perché cigolava.
Primo sorso di caffè.
Sigyn gli chiese se poteva usare la sua doccia. Tom acconsentì e lei saltò giù dal divano... con Loki a seguito.
Secondo e terzo sorso di caffè.
Quando Adam aprì bocca, prima ancora che dicesse qualcosa, Chris decise che era il caso di mandare giù anche il quarto e il quinto, e visto che c'era, anche il sesto.
«Che serata di merda...»
Era stato previdente.
«Se hai dormito tutto il tempo!?» ghignò Kale e Adam semplicemente chiuse ancora le palpebre.
Chris stava per bere l'ultimo sorso di quel nero e caldo caffè quando guardò Tom che osservava i due con un sorriso. I suoi occhi furono poi su di lui e Chris sperò che Tom lo guardasse così per sempre.
«Natale è passato...» sussurrò.
Chris sospirò. «Sei il solo che mi capisce...»
E Tom rise.


Che Natale bizzarro, eppure tutto sommato non era stato poi così male.
L'amore aveva tanti volti diversi, tanti modi diversi per mostrarsi ed essere vissuto.
Non ve n'era uno giusto o uno sbagliato, ma solo un modo differente.
C'erano Loki e Sigyn con il loro improbabile rapporto ai limite della morale.
C'erano Adam e Kale con la loro storia che sembrava uscita fuori da un racconto trash da quattro soldi.
C'erano Eric e Magnus, che avevano litigato sotto la neve davanti a una macchina fusa, avevano litigato nel soggiorno all'ombra di una candela, e che con molta probabilità avrebbero litigato ancora prima di giungere al portone.
E poi c'erano loro due, c'era Chris e c'era Tom e tutto sembrava sempre troppo perfetto per essere vero.
E Chris temeva quella sensazione, temeva quella felicità perché un giorno si sarebbe potuta infrangere, perché la vita è piena di imprevisti e tetti da cui rischi di cadere.
Qualcosa gli diceva però che quantunque avesse perso l'equilibrio Tom sarebbe stato lì per afferrarlo, e se non ci fosse riuscito, sarebbe caduto giù con lui... Come Jack e Rose...
O forse sarebbe andato sempre tutto bene, loro sarebbero sempre stati innamorati e avrebbero fatto l'amore sul pavimento ancona e ancora.
E la vita non gli avrebbe riservato che sorrisi e gioia.
Era un'utopia, eppure si concesse di crederle.
In fondo, era Natale.








Fin




  
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