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Autore: MiaBlack    14/02/2014    12 recensioni
Ciao ECCO IL REGALO CHE VI AVEVO PROMESSO.
Felicity va al Verdan dove Thea l'ha pregata di andare per risolvere un problema, sconvolgendo i suoi piani di rimanere barricata in casa. Al club sarà invitata a cena fuori da qualcuno di nostra conoscenza... -.-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Me piange* non sapete che gioia! Non ho dovuto aspettare nemmeno un giorno per vincere la scommessa, e non stavo mentendo sulla scommessa, in palio c’era una settimana di schiavitù! U.U che inizierà domani *sorriso perfido*
Quindi sono qui per ringraziarvi tutti! Nessuno escluso!
E questo è per voi che avete recensito solo ed esclusivamente per voi spero vi piaccia!
Non c’è nessuna scommessa a questo giro, ma spero che recensirete lo stesso in tanti.
 
 
do you know that day is today?
 
 
Oggi è venerdì che gran bel giorno penserete voi, in effetti dovrebbe essere un fantastico giorno: sono giovane, ho solo 24 anni, sono carina, non mi illudo di essere bella, ma carina si, sono in piena salute e come ho detto oggi è venerdì, anzi sono le sette di venerdì sera, questo vuol dire che è ufficialmente iniziato il fine settimana, niente lavoro per due giorni, niente stress da sguardo di odio da parte della socia del mio capo. Insomma dovrei essere felice spensierata e dovrei iniziare a prepararmi per passare la serata divertendomi, invece ho indosso una vecchia tuta e sono in stato di coma sul divano con in mano un barattolo di gelato alla menta.
Mia madre aveva ragione, da vecchia sarò una gattaia anche se sono allergica al pelo di gatto.
Accendo la televisione e metto su il mio film preferito, oggi è vietato guardare la televisione a meno che una persona nella mia stessa situazione non voglia tentare il suicidio. Faccio partire il dvd e torno a mangiare il mio gelato, Russell Crowe e gelato alla menta, cosa potrebbe desiderare più di così una ragazza? Forse solo Russell Crowe col gelato spalmato sul corpo, ma non si può avere tutto dalla vita, o almeno così dicono.
Sono concentratissima, sto guardando la scena che preferisco in assoluto, quando Massimo si toglie l’elmo e dichiara che ucciderà Commodo.
-…avrò la mia vendetta in questa vita o nell’altra! – recito contemporaneamente all’attore sospirando, Dio quanto è figo in questo film.
Sono così presa dalla scena che a malapena sento il cellulare squillare, abbandonato sull’altro lato del divano.
-Pronto ? – rispondo senza fermare il film e soprattutto senza prestare attenzione a chi mi stia chiamando.
“Dove sei?” mi domanda la sconosciuta al telefono, non ho idea di chi sia, stacco il telefono dal mio orecchio e guardo il cellulare dove il nome lampeggia “Thea Queen”, perché la piccola Thea sta chiamando me?
-A casa. – rispondo tranquilla continuando ad osservare il mio Russel  uscire dall’arena sotto gli applausi della folla.
“Perfetto, ti prego dimmi che puoi venire al club!”  mi sta praticamente pregando.
-Perché? Ero intenzionata a non mettere piede fuori di casa questa sera. – le rispondo in queste circostanze bisogna essere chiari, i Queen tendono a non comprendere la parola no, che io ripeto spesso ad entrambi.
"Prima di tutto perchè è venerdì sera non puoi rimanere chiusa in casa! E poi perché ho un problema e ho bisogno di aiuto!" avrebbe anche ragione se oggi non fosse quel giorno, proprio quel giorno che odio con tutto il cuore, ahaha, rido, potrebbe essere una battuta, odiare questo giorno con tutto il cuore ha un che di comico.
-Thea lo sai che mi stai simpatica, ma questo non cambierà il fatto che io ho un impegno e non credo che verrò al club questa sera. - sorrido vittoriosa, perchè non dirle subito che avevo un impegno: ho un appuntamento con Russel, lui non sa di questo appuntamento ma le migliori storie d'amore nascono così!
"Ah si, eh? Ti aspetto tra un ora qui! e metti il vestito che abbiamo comprato assieme!" esclama tutto d’un fiato e chiude, che voi siate maledetti Queen! Sbuffo e mi alzo, ormai ho perso, se non vado di mia iniziativa mi verrà lei a prendere e mi trascinerà al club anche in questo stato.


Un ora e mezzo dopo, quasi due, me la sono presa con tanta calma, varco l'ingresso del club ancora deserto, il locale aprirà solo tra qualche ora, tutto è sistemato per il grande evento, ignoro le decorazioni e cerco Thea o Roy, per sapere cosa volesse la ragazza da me.
-Eccoti finalmente! – sbuffo guardando la giovane che mi viene in contro sorridente.
-Cosa c’è di così urgente da strapparmi al mio impegno? – chiedo, lei sorride squadrandomi, non cerca nemmeno di nascondere il fatto che stia esaminando il mio abbigliamento, ma non c’è niente che possa dire di negativo, indosso l’abito mono spalla nero in pizzo, che mi fascia disegnando perfettamente la mia figura, l’abbiamo comprato assieme e ne ho due praticamente identici, solo che l’altro è rosso ed è senza spalline.
-Dovevi mettere quello rosso. – mi rimprovera, roteo gli occhi esasperata.
-Thea… di cosa avevi bisogno? – chiedo sorvolando sull’obbiezione per mio abbigliamento.
-Vieni con me! – la seguo alla postazione da dj e aspetto di capire cosa voglia, spero non voglia farmi fare la dj, perchè non sono capace di mettere la musica.
-Volevo far partire il proiettore, ma questo coso di rifiuta di collaborare! Aiutami ti prego. – mi sta implorando, la faccio scansare così da poter guardare per quale motivo il proiettore di rifiuti di fare il suo dovere.
-THEA!- la voce rimbomba per la sala vuota e arriva chiara alle nostre orecchie.
-SONO QUA! – urla la ragazza lesionandomi in modo permanente un timpano. Sento dei passi arrivare verso di noi, ma non mi volto ho trovato il problema e lo risolvo, ora posso andare a casa, accendere la televisione e tornare a sbavare mentre mangio il mio gelato.
-Che succede? Perché mi hai chiamato tre volte? – ora che la voce si è fatta vicina e non c’è più l’eco a confondere il suono, riconosco chi è a parlare e mi congelo sul posto, dannazione, pensavo di scansarlo e invece non ne sono stata capace.
-Perché il proiettore non funzionava, e visto che tu non rispondevi ho dovuto disturbare Felicity. – risponde alterata Thea, anche se non sembra poi così scocciata come invece vuole farci credere.
-Ecco fatto è a posto avevi invertito solo due fili! – spiego facendo partire il programma, il proiettore fa il suo lavoro, proietta le foto che Thea ha scelto, sono tutte coppie che si baciano o si abbracciano, stucchevole e stomachevole.
-Ti adoro! – esclama abbracciandomi, sul viso ha un espressione di pura gioia mischiata a quella di follia, devo scappare prima che mi incastri in qualcosa.
-Ehy. – questo è chiaramente riferito a me, così mi costringo a spostare lo sguardo da Thea a Oliver che mi guarda senza staccarmi gli occhi di dosso, lui indossa ancora il completo scuro che aveva in ufficio oggi, ma è comunque dannatamente bello.
-Ciao. – rispondo sorridendo imbarazzata, non mi piace ricevere tutta questa attenzione. Thea invece mi guarda sorridendo sorniona, sono quasi convinta che abbia orchestrato tutto lei e la certezza arriva quando il mio sguardo cade sull’immagine proiettata dal proiettore sulla parete bianca, li a dimensione quasi umane c’è una foto mia e di Oliver.
-Come… - non riesco a chiedere niente di sensato, quando è stata scattata e perché siamo in mezzo alle coppie?
-Carina vero? Ve l’ho fatta ad una di quelle noiose feste eravate così carini. – risponde candidamente lei, voglio ucciderla ora e in modo doloroso.
-Visto che il problema è risolto, io andrei. – voglio filarmela prima che succeda qualche altra cosa.
-Hai da fare? – ecco ci mancava solo Oliver a farmi il terzo grado.
-Ha un impegno. – sapevo che la mia scusa mi si sarebbe ritorta contro, come un boomerang che torna indietro e ti prende in piena faccia.
-Più che altro ho fame, vorrei tornare a casa a cenare. – rispondo evasiva, meglio non dire i dettagli del mio impegno.
-Non hai ancora cenato?- Oliver mi guarda sorpreso.
-Stavo mangiando quando Thea mi ha “chiesto” di venirla ad aiutare. – guardo Thea rivolgendole un’occhiata e lei capisce che so che è tutta opera sua.
-Immagino la tua cena, il gelato.- Thea mi guarda male, che c’è di sbagliato nel cenare col gelato davanti alla televisione?
-E quindi? È buono e fa bene all’umore! – ribatto convintissima.
-E poi stavo guardando il film. – ammetto.
-Ancora quel film? –
-Ehy, non puoi denigrare quel film, dico hai visto i suoi addominali? – chiedo, addominali, braccia, viso, e chi più ne ha più ne metta, quell’uomo mi fa impazzire.
-Si glieli ho visti, ma non sono niente di che… - sminuisce lei.
-Non tutti hanno a disposizione un modello di Abercrombie con cui passare le serate, c’è chi si accontenta di un buon film e di un po’ di gelato. –
-Un kg di gelato e due ore e mezzo di film. –
-Dovrò trovare un modo per bruciare tutto quel gelato, sono ingrassata? – chiedo rivolta a Thea più per paura di sembrare ridicola con quel vestito che per vero interesse di aver preso un kg.
-No, sei perfetta…. Cioè, volevo dire… - arrossisco, questa volta a balbettare tocca ad Oliver che mi lancia fugaci occhiate e poi distoglie lo sguardo imbarazzato.
-Intendeva che sei bellissima... Perché non rimani qui? Sei anche vestita! – sapevo che stava per fregarmi, perché per una volta non posso uscire io vincitrice da uno scontro con uno dei Queen?
-Ho fame, per questo voglio tornare a casa e… -
-Se ti va, possiamo andare a cena insieme. – Oliver ha ripreso l’uso della parola e mi riserva il solito sguardo di tutti i giorni.
-Oh che bella idea! Si mi piace, su andate e poi tornate qui più tardi! – Thea ci spinge fuori dalla posizione del dj e io la guardo male, sapevo che mi avrebbe incastrato in qualcosa di pericoloso e imbarazzante.
-Divertitevi! – ci saluta Thea, anche Roy arriva e ci guarda uscire insieme, lo sento distintamente mentre chiede a Thea:
-Che succede? Hanno deciso di mettersi insieme? Perché sarebbe l’ora! – arrossisco e lancio un occhiata a Oliver che finge di non aver sentito nulla.
-Figurati, li ho dovuti incastrati per bene. –
-Oddio no! Domani sarò single! – si lamenta Roy abbracciando la sua ragazza e dandole un bacio sulla guancia.
Arriviamo all’auto parcheggiata poco lontano dall’entrata, Oliver mi apre la portiera invitandomi a salire, mi fermo davanti a lui, in mezzo a noi c’è lo sportello aperto, lo guardo attentamente.
-Oliver, se non vuoi andare a cena lo capisco, voglio dire… avrei altri impegni per questa sera…- prima che possa iniziare a balbettare Oliver mi blocca posandomi la mano sul braccio.
-Ehy, respira. Non vedo cosa ci sia di male se andiamo a cena fuori. –
-Hai presente che giorno è oggi vero? – mi guarda come se fossi stupida e lo capisco, mi sento stupida solo ad aver pensato che potesse non saperlo.
-Si. –
-E sei sicuro di voler andare a cena con me? Pensavo avessi un appuntamento con Laurel o Sara… - non ho capito chi delle due si stia facendo in questo momento, quindi per non sbagliare, meglio dirle tutte e due.
-Felicity, sali.-  faccio come mi ha detto, lo sguardo scocciato mi assicura che potrei finire male.
 
Oliver ha fatto il giro della macchina e si è seduto accanto a me, ha messo in moto ed è partito, c’è un silenzio quasi irreale, gli lancio occhiate fugaci cercando di capire cosa gli passi per la testa, ma lui guarda fisso davanti a se come se io non fossi nemmeno qui.
-Mi dispiace… - dico alla fine, al diavolo l’orgoglio, tanto lo sappiamo tutti che lui è troppo orgoglioso per fare qualunque cosa e visto che mi porta a cena fuori io voglio godermela questa occasione, non voglio passare la serata in silenzio a pensare quanto sia arrabbiato con me.
-Per cosa? – finalmente si rende conto che in macchina ci sono anche io, si volta verso di me e mi guarda accigliandosi, per poi tornare a guardare la strada.
-Per la frase di prima, non avrei dovuto, non sono fatti miei con chi esci… solo… ecco è strano, pensavo che stasera fossi impegnato. – ma riuscirò mai a dire per una volta la cosa giusta? Dannazione perché mi sono infilata di nuovo in questo discorso, ora mi trafiggerà con una freccia, anzi ancora meglio aprirà la portiera e mi farà volare fuori dall’auto e io morirò grattata sull’asfalto freddo e umido, di questa maledetta notte di febbraio.
-Felicity, non ho altri impegni, sono felice di uscire a cena con te, stavo solo cercando di pensare ad un posto dove poterti portare, tutto qui.-
-Possiamo andare anche al Big Belly Burger. – è tanto che non ci andiamo, e non mi dispiacerebbe cenare li, alla fine non è il posto che farà la serata.
-Non ho intenzione di portarti li. – mi risponde scocciato.
-Okay, come vuoi, ma io ho fame, ti prego sono già le… nove e mezzo? Ollie! – si volta e mi guarda sorpreso, cavolo.
-Non mi hai mai chiamato così. – non riesco ad identificare la sua espressione, sicuramente c’è sorpresa,ma non capisco se l’ha infastidito, devo pensare prima di parlare.
-Ehm si scusa… -
-No, perché, mi piace. – ora sono veramente imbarazzata e affamata.
-Okay ho trovato dove andare. – sterza di botto e io mi trovo a scontrarmi contro la portiera. Lo guardo sorpresa, che diavolo gli passa per la testa.
-Scusa! Siamo quasi arrivati. – esclama rallentando un po’ l’andatura.
 
Come mi aveva detto dopo nemmeno cinque minuti ci siamo fermati davanti l’entrata di un locale veramente chic! Oliver fa per scendere e io lo fermo.
-Oliver, è troppo, possiamo andare veramente al Belly Burger, giuro che se è per quello che Thea potrebbe dire ti coprirò… – mi sorride e si avvicina, il suo viso è troppo vicino al mio, posso vedere le piccole spaccature sulle sue labbra e le sfumature celesti nei suoi occhi blu.
-Non è per  Thea, è perché non voglio portarti li. – si avvicina e mi da un bacio sulla guancia prima di scendere dall’auto cogliendo l’opportunità datagli dalla mia momentanea incapacità di muovermi e di reagire in qualunque modo.
-Vieni. – Oliver ha fatto il giro dell’auto e mi ha aperto lo sportello, mi tende la mano e io l’afferro per aiutarmi ad uscire, non voglio rischiare di cadere davanti a tutte queste persone, il parcheggiatore si avvicina a noi e Oliver gli da le chiavi e una generosa mancia.
 
L’interno del locale è ancora più bello ed elegante di quanto potesse sembrare visto da fuori, anche qui le decorazioni non mancano, ho quasi l’istinto di prendere una delle candele sul tavolo e dare fuoco a tutto.
Una morettina svampita si avvicina a noi e sorride in modo troppo entusiasta a Oliver, ignorando me.
-Salve signor Queen, vuole un tavolo per lei e la sua accompagnatrice? – gli chiede lei, stringo gli occhi l’idea di usare la candela per dare fuoco si riaccende, ma ora l’oggetto da bruciare non sono più le decorazioni, ma questa oca da quattro soldi, iniziando dalla domanda se vogliamo un tavolo: ma secondo lei siamo venuti qui per guardare gli altri mangiare? Ovvio che vogliamo un tavolo. Ma quello che mi fa veramente infuriare e giuro, le conficcherei una freccia in quella faccia a c…. che si ritrova, mi ha definito accompagnatrice? Io l’ammazzo!
Oliver risponde educatamente e mi posa una mano alla base della schiena invitandomi a seguire l’oca belante, si lo so che l’oca non bela, ma questa è un incrocio tra un oca e una pecora, quindi è un oca belante. Arrivati al tavolo Oliver da anche all’oca belante la mancia, poi si volta verso di me e mi sposta la sedia invitandomi a sedermi.
-Non ti arrabbiare. – mi dice lui guardandomi divertito, è bello sapere che si diverte alle mie spalle.
-Mi ha definito accompagnatrice! Nemmeno fossi una putt… - il mio tono di voce rasenta l’isteria, mi sento decisamente umiliata e ferita.
-Felicity! – mi blocca lui serio, ecco ora si è arrabbiato anche lui che grande serata. Il cameriere arriva e ci sorride, almeno lui non pensa che io sia un “accompagnatrice”.
-Buona sera, per questa sera abbiamo un menù speciale per le coppie, prego. – ci passa ad entrambi un cartoncino rosso con sopra scritto il menù del giorno, potrei vomitare, non per i piatti, ma per i nomi che si sono inventati “risotto dell’amore”, “tagliatelle dell’unione” che originalità!
-Hai preferenze? – mi chiede scorrendo il menù.
-No mangio tutto… - rispondo guardando anche io il menù.
Oliver ordina per entrambi, il cameriere sta per andare via quando Oliver lo ferma.
-Si assicuri che non ci siano noci .-
-Certo. – il cameriere se ne va e io lo guardo con un sorriso, si ricorda che sono allergica alle noci.
-Cosa? – mi chiede notando che lo sto guardando con un sorriso ebete in faccia.
-Noci? – chiedo divertita.
-Sei allergica, non voglio passare la serata al pronto soccorso. – mi risponde lui è a disagio.
-Grazie. – mi sporgo sul tavolo e gli do un bacio sulla guancia, okay, non proprio sulla guancia sono andata molto vicino alle sue labbra, ma solo perché ho visto l’oca belante passare vicino a noi. Sento le guancie andare a fuoco, Oliver mi guarda sorpreso dal mio gesto, il cameriere arriva e ci porta il vino, Dio sia lodato, prendo il bicchiere appena riempito e sorseggio la bevanda cercando di non incrociare gli occhi di Oliver.
 
-Felicity, pensi che mi guarderai in faccia prima della fine della cena? –
Gli antipasti sono stati serviti e anche il primo, stiamo aspettando il secondo, e per tutto il tempo siamo riusciti a fare conversazione, niente di profondo o di importante, abbiamo dibattuto un po’ di lavoro, un po’ dell’altro lavoro, ho espresso il mio odio per Isabel in modo molto chiaro, ma per tutto il tempo non ho mai guardato Oliver negli occhi sono ancora troppo imbarazzata.
-No. –
-E perché mai? –
-Perché no. – rispondo prendendo il bicchiere e bevendone una generosa sorsata, sto per bere una seconda volta quando la mano di lui si posa sul mio polso e mi ferma.
-Se continui così ti ubriacherai, non c’è motivo di essere nervosa. –
-Oliver io… questo posto è troppo per una come me, anche quell’oca all’ingresso si è accorta che io con te non c’entro niente.- ammetto imbarazzata.
-Non so cosa intendi con “una come te”,  intendi forse: che non è per persone intelligenti, simpatiche, divertenti e stupende? Perché se è così forse hai ragione, solitamente le donne che vengono qui sono stupide, noiose, petulanti e soprattutto sono rifatte. Quindi si hai ragione, per questo posto sei decisamente troppo. – non posso credere che abbia detto una cosa del genere, sono senza parole e credo che questo sia l’evento del secolo, da segnare sul calendario perché è impossibile che si ripeta.
-Io… -
-Ora prima che inizi a balbettare, possiamo riprendere la nostra cena e tu puoi comportarti come sempre? –
-Okay, grazie Oliver. – mi sorride e non è uno di quei sorrisi che rivolge solitamente a tutti è uno vero che è solito regalare solo a me, un sorriso vero, dolce e diverito.
-Mi piacerebbe che tu mi raccontassi qualcosa di te. – riesco a dire mentre ci servono il secondo.
-Sai tutto di me. –
-No, intendo…. Voglio sapere qualcosa su di te prima del naufragio, sono curiosa, conosco il nuovo Oliver e lo stimo molto, ma non so niente su quello pre isola. – puntualizzo, mi guarda combattuto, non sembra voglia raccontarmi niente.
-Se ti dicessi qualcosa tu, smetteresti di stimarmi. –
-Oliver? Non accadrà mai. – gli regalo un sorriso voglio che capisca che non rischierà mai di perdermi, lui è tutto per me.
-Non ero una persona di cui vado fiero.- ammette.
-Forse dipende dal fatto che sei finito quattro volte in tribunale? Vediamo, guida in stato di ebbrezza,  aggressione ad un paparazzo, furto di taxi e poi il tocco di classe, hai “lavato” un poliziotto. – dico io lasciandolo a bocca aperta, pensava veramente che non sapessi queste cose? Erano sulla bocca di tutti dopo il suo ritorno, tutti si chiedevano quale sarebbe stata la nuova bravata che si sarebbe inventato, invece ha stupito tutti mettendo la testa a posto.
-Okay, beh che altro vuoi sapere? –
-Quello che la televisione non dice. Cosa provavi, perché ti comportavi in quel modo stupido. –
-Perché ero giovane… -
-Lo sono stata anche io, ma non ho fatto niente di tutto questo. –
-Ero giovane, ricco e molto annoiato, non capivo quanto tutto quello fosse stupido, le serate passate ad ubriacarmi mi sembrano così lontane, mi sembra di aver sprecato il mio tempo. –
-Perché sei maturato, meglio tardi che mai, alcuni uomini non lo fanno, tu al contrario l’hai fatto relativamente presto. –
-Okay, ora sta a te, raccontami. – lo guardo, non ho idea di cosa dovrei dirgli.
-Quello che vuoi, confessa i tuoi peccati Felicity Smoak. – scoppio a ridere, ma mi ha visto? Io non ho peccati da confessare, sono sempre stata tranquilla.
-Mi spiace deluderti Oliver, ma non ho peccati da svelare, non mi sono goduta come te la mia adolescenza, ho studiato come una matta per entrare al MIT e per laurearmi con il massimo dei voti, non mi sono concessa molte libertà. – spiego.
-Perché?-
-Vedi, quando mio padre se ne andato è stato difficile per me e mia madre, un solo stipendio non ti permette di fare molto. Quando sono entrata al MIT ho avuto una borsa di studio e ho faticato per non perderla, la borsa di studio mi evitava di gravare sulle spalle di mia madre. –
-Vuoi molto bene a tua madre. – certo che le voglio bene è mia madre.
-Si vede da come ne parli, hai un sorriso dolcissimo. –  mi imbarazzo sento le guance arrossarsi.
-Scusate, ecco il dolce. – il cameriere si intromette e spezza questo momento. Posa davanti a noi un dolce al cioccolato a forma di cuore con due forchette.
-Prima le donne. – Oliver da bravo cavaliere mi da il permesso di mangiarla per prima, con la forchetta spezzo la forma, odio questi dannati cuoricini.
-Che c’è? – chiedo mettendo in bocca un pezzo del dolce, lui mi indica il dolce e io lo guardo soddisfatta dal fatto che non assomigli più ad un cuore.
-Quindi? Era una forma anatomicamente errata, il cuore non è fatto così. – gli faccio presente.
-Beh la forma reale non è molto romantica. Continua è meglio.. -
-Mia madre è tutto quello che ho avuto. Ricordo che quando mio padre se ne andato sono stata male, non mi sono mai affezionata a nessuno, la paura che qualcuno entrasse così profondamente in me e poi mi lasciasse, mi ha impedito di affezionarmi, di avere delle amicizie stabile e profonde, per non parlare del rapporto con i ragazzi, tra lo studio, il mio balbattio fuori controllo e la mia paura di essere abbandonata ho fatto terra bruciata attorno a me. Tu e Diggle siete i primi veri amici che ho, il solo pensiero di potervi perdere… - sento la gola chiudersi, il panico mi assale, ecco che la mia paura torna prepotente, sento le lacrime salirmi agli occhi, devo trovare un modo per superare tutto questo.
-Ehy, non mi perderai mai, e poi non è vero, anche Thea si è affezionata a te, anche Walter e anche il detective Lance.-
-Scusa, sono patetica… - ammetto bevendo un sorso d’acqua, basta vino o non riuscirò a uscire da qui su questi tacchi.
-Non sei patetica. Andiamo, un po’ d’aria ti farà bene. –
 
L’aria fresca mi fa riprendere un po’, siamo usciti dal locale l’oca belante mi ha guardato con odio, mentre Oliver pagava per entrambi e poi mi aiutava a mettere il cappotto, mi ha circondato i fianchi con il suo braccio e siamo usciti, decisamente quell’oca è morta d’invidia.
-Oliver non vale che tu abbia pagato per entrambi.- gli dico, mi sento in imbarazzo a farmi pagare il conto dal mio capo
-Ti ho invitato io e poi che figura ci avrei fatto a farti pagare. – commenta lui, già è solo per le apparenze, devo smettere di dare ad ogni cosa un significato diverso da quello che ha realmente.
Ci siamo messi a passeggiare per le strade e arriviamo fino al pontile, il mare è una distesa nera immobile, mi fa un po’ paura, non so come faccia Oliver a essere così sereno nel guardarlo con tutti i ricordi dolorosi che vi sono legati.
-Aspetta un attimo. – mi lascia qui da sola a contemplare l’acqua immobile, è così buio che non riesco a vedere nemmeno quanto dista  l’acqua sotto di me, alzo lo sguardo, la luna e le stelle sono parzialmente nascoste dalle nuvole, è tutto il giorno che è brutto, speriamo non inizi a piovere proprio ora, non voglio che questa serata finisca.
-Eccomi. – Oliver è tornato, tiene qualcosa dietro la schiena.
-Dove sei stato? –
-E’ per te. – mi allunga un fiore, ma non è la classica rosa che oggi spopola ovunque, mi sta regalando un garofano screziato, lo prendo e lo porto al naso ha un profumo buonissimo.
-Non capisco. –
-Sai cosa significa nel linguaggio dei fiori? – scuoto la testa, non mi sono mai interessata ai fiori e ai loro significati e sinceramente non credevo che Oliver si interessasse a cose come queste.
-Secondo la ragazza del banco, significa che devi aver fiducia verso chi te lo dona. –
-Grazie, ma io mi fido di già di te. –
-E’ per ricordarti di non smettere mai… Vedi… se… si, beh, se tu.. se tu smetti di fidarti di me…. Io… Io non sarei… oh, al diavolo. – lo guardo balbettare, per una volta non sono io a farlo e trovo la situazione molto divertente.
Le labbra di Oliver sono incollate alle mie, sono bloccata tra il parapetto di legno e il corpo solido e caldo di Oliver, non mi aspettavo che mi baciasse, un attimo prima stava balbettando e ora mi sta baciando, se è un sogno non svegliatemi. Le sue labbra si schiudono, sento la sua lingua sfiorare le mie come a chiedermi il permesso di entrare. Schiudo le labbra lasciandogli lo spazio per entrare, il bacio si trasforma, da dolce ad urgente, sento il suo desiderio di approfondire ancora di più il bacio. Avvolgo le mia braccia dietro la sua nuca e lo tiro a me, non voglio che si allontani.
Quando ci separiamo abbiamo il fiato corto, sento la sua fronte appoggiarsi alla mia e il suo respiro pesante, rimango con gli occhi chiusi, voglio assaporarmi il momento, tra poco potrebbe dirmi che è tutto uno sbaglio.
Le labbra di Oliver si posano nuovamente sulle mie, questa volta è un semplice bacio a stampo, apro gli occhi e vedo le due pozze blu fissarmi, in mezzo alla fronte compare una ruga, quella che ha sempre quando è preoccupato, ecco sta per arrivare la bomba.
-Felicity, so che i miei trascorsi non sono proprio una garanzia, ma ti prego.. fidati di me. – mi porge il garofano che mi era scivolato di mano durante il bacio, esito un secondo guardandolo attentamente negli occhi prima di allungare la mano e prendere nuovamente il fiore.
-Andiamo tua sorella ci aspetta al club. – lo precedo verso la macchina, in due passi mi è accanto.
-Felicity?-
-Mhmm… -
-Buon San Valentino. -
 
 
Fine
 
IO ODIO SCRIVERE I FINALI! Si nota no? È pessimo!
Comunque… Ciao a tutti!
Dio non ci credo di aver scritto una cosa del genere, vi prego uccidetemi, io ODIO San Valentino, che stupida festa… <.< okay si sono single e quindi?
Questa volta sono riuscita a fare una benedetta One shot! Non come l’altra che sto ancora scrivendo… -.- me si dispera, per scrivere questa mi sono bloccata di la… (noooooo!!!!!!!!Nd Tutti)
Comunque spero vi sia piaciuta, ditemi che ne pensate, magari faccio una dedicata al 15 di febbraio, però non la metto domani per mancanza di tempo, visto che non l’ho nemmeno pensata.
Noi ci vediamo domenica con il nuovo capitolo di la. (vi sto viziando ragazzi, questa settimana sono a quota 3 pubblicazioni, la mancanza di Arrow ci porta pubblicare per compensare l’astinenza)
Un bacione e recensite in tanti tanti tanti! ragazzi recensire non è una brutta cosa, anzi ci rendete felici, nei commenti potete scrivere qualcosa che ci fa venire in mente idee che aggiungeremo nella storia o che ce ne fa scrivere di nuove.. al che  mmmh  ne sa qualcosa! xD
 
Un ultima cosa poi vi lascio:
 
Il significato del garofano screziato non me lo sono inventato, su un sito ho trovato che significa: dare fiducia a chi te lo dona, mi è sembrato il fiore più adatto visto il contesto, la rosa mi è sembrata troppo scontata e poi TI AMO detto così velocemente, non mi sembrava il caso.
 
Spero che la storia vi abbia strappato un sorriso, vi abbia fatto battere il cuore almeno un po’ ma soprattutto che abbiate invidiato molto Felicity. ^.^
 
Un bacio
 
Mia Black
   
 
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