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Autore: Fantasiiana    14/02/2014    4 recensioni
[OS / Ade e Maria]
In questo giorno di San Valentino accadono molte cose. Gli innamorati passeggiano mano nella mano, si scambiano regali, dimostrano in ogni modo possibile l'amore che provano l'uno per l'altra.
Ma in questa OS, non c'è spazio per coppiette in generale, no. C'è spazio solo per un giorno di molti, troppi anni fa. Un giorno speciale, per il nostro dio dei morti, un giorno che lo cambiò per sempre e lo portò ad odiare questa festa di gioia e amore.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Maria Di Angelo, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come Ade cominciò ad odiare San Valentino






Il vento freddo piegava gli alberi del parco, quel pomeriggio, ululando fra le fronde. Grossi nuvoloni neri si erano addensati all'orizzonte qualche ora prima, minacciando pioggia, e già i primi fulmini si intravedevano tra le volute scure.
Ma il dio sapeva che quello non era un semplice temporale. Suo fratello Zeus era irritato. E lui sapeva anche perchè.
Aveva ancora un mese di tempo, prima di adempiere al suo volere, prima di consegnare i bambini nelle mani dei suoi alleati. Ovvio, perchè lui era il cattivo. E chi, altrimenti?
Un lampo illuminò il cielo a giorno, seguito da un rombo che fece tremare l'aria.
Puoi brontolare quanto vuoi, fratello, non mi strapperai via la mia felicità pensò il dio, ma il suo animo era irrequieto. Il suo cuore batteva forte e sempre più spesso si era sorpreso a guardarsi intorno, da quando quella ragazzina aveva pronunciato la cosiddetta Grande Profezia.
Al diavolo, si ripeteva. Che si fottessero lei, Zeus, quella guerra e la profezia.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, era felice. E niente e nessuno gli avrebbe portato via la sua famiglia. Niente e nessuno.
Ad un tratto, sentì uno strano ticchettio farsi sempre più vicino alle sue spalle.
Fece per voltare la testa di scatto, ma qualcosa, o meglio qualcuno lo fermò.
Due mani gli coprirono gli occhi, delicate.
-Indovina chi...
-Maria- la interruppe sorridendo.
-E no! Così non vale!- esclamò la donna offesa, parandoglisi innanzi. -Lasciami almeno finire la frase!
-Okay, riprova.
La donna tornò dietro la panchina a grandi falcate, posandogli le mani sul volto.
-Indovina chi sono- ripetè con la voce grossa.
-Maria.
-Grazie tante- rispose lei offesa sedendosi sulla panchina, accavallando le gambe e incrociando le braccia al petto.
Ade sorrise e l'attirò a sè con un abbraccio.
-Buon San Valentino- le sussurrò con dolcezza su un orecchio.
Maria fu scossa da brividi di piacere, ma non si voltò, trovando molto interessante fissare il cielo grigio.
-E i bambini?- chiese il dio.
-Dalla Signora Figgh.
-Potevi anche affidarli ad Alecto.
-Per favore! Una Furia che si prende cura dei miei piccoli angioletti!
-Bè, non li chiamerei angioletti...
-Solo perchè non ti piace quella donna, non significa che non piaccia a me!
-E' invadente- replicò Ade stringendo le sopracciglia.
Lei ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca, in quel gesto adorabile che il dio amava.
-Ho un regalo per te- disse lui, alzandosi.
Maria parve animarsi improvvisamente. Raddrizzò la postura e sgranò gli occhi. Gli parve tanto una bambina...
Il dio estrasse dalla tasca interna dell'abito gessato nero una scatola nera avvolta in un fiocco argentato e lo porse alla donna.
Maria lo prese agitandosi sul posto, emozionata e ansiosa. Tirò il nastro e se lo posò in grembo, poi sollevò il coperchio della scatola.
-O Ade... E'... E' magnifica!- esclamò con le lacrime agli occhi e le guance già colorate di rosso.
Sollevò il regalo, prendendolo in mano e saggiandone la freddezza con il tatto.
Era una collana con un filo argentato e un grande smeraldo al centro, che virava dal verde chiaro al verde scuro.
-Ho pensato che ti sarebbe piaciuto... Dopotutto, il verde è il tuo colore preferito, no?- chiese titubante il dio.
Lei annuì energeticamente, incapace di parlare.
-Vuoi... Vuoi che ti aiuti a metterlo?- chiese Ade.
Di nuovo lei fece segno di sì con la testa, sollevandosi i lunghi capelli castani e voltando di lato il busto, scoprendo il collo candido al dio.
Ade le sfilò dolcemente il pendente dalle mani e, adagiando con delicatezza la pietra al suo petto, legò le estremità. Poi si chinò su di lei e le baciò la nuca bianca, facendola rabbrividire e mugolare di piacere.
-Cerchi di tentarmi, Signor Re dei Morti?
-Può anche darsi...
-Bè, in tal caso sappi che ci sei pienamente riuscito.
Sì voltò e unì le sue labbra a quelle del dio. Le loro lingue presero a danzare dolcemente, le loro mani a viaggiare le une sul corpo delle altre.
-Anch'io ho qualcosa per te- disse Maria, sulle labbra del dio.
-Mmh-mmh- fece lui, riprendendo a baciarla. 
-Sono seria!- rise lei e si voltò verso la borsetta e prendendo ad armeggiare con quello che vi era dentro. Ade non aveva mai capito perchè le donne, nel corso dei secoli, avevano preso l'abitudine di portarsi dietro la qualunque. Qualsiasi cosa cercavi, loro l'avevano. 
Quando si rivoltò verso di lui, Maria aveva gli occhi che splendevano come due comete e un viso dolce e colmo di speranza. Reggeva fra le mani una scatola nera di forma circolare, legata con un nastro bianco. Ade lo prese fra le mani, scettico, già prefissandosi nella mente l'idea di apprezzare il pensiero piuttosto che il regalo che immaginava non gli sarebbe piaciuto. Ma non perchè Maria non lo conoscesse. Semplicemente perchè a lui difficilmente piaceva qualcosa.
Sfilò il nastro lentamente, con fare teatrale, solo per vedere gli occhi di Maria fremere di ansia, i denti scattare a torturare il labbro inferiore e il corpo avere uno spasmo di insofferenza. 
Alzò lievemente il coperchio della scatolina ed infine lo tolse del tutto, scoprendo il regalo. 
Un semplice cuore nero di ossidana era adagiato in un cuscinetto bianco, lucido sotto i lampi che ancora splendevano in lontananza.
Lo studiò, confuso.
-Ho pensato che potesse piacerti... Perchè nonostante tu non abbia rapito me, hai rapito il mio cuore- spiegò Maria, ma Ade non dava segno di voler rispondere. Continuava a mirare e rimirare quella semplice pietra. Infine, la prese fra due dita, con delicatezza, e stringendola in un pugno, se la portò all'altezza del cuore, con gli occhi chiusi.
Respirò a fondo, poi aprì le palpebre ed incontrò lo sguardo dispiaciuto e triste della donna che gli stava davanti.
-N-non ti piace?
Silenzio.
-Se... Se vuoi posso riportarlo indietro, basta solo che tu me lo...
-E' stupendo.
Gli occhi neri sgranati, le sopracciglia scattate in alto.
-Come?
-E' stupendo, proprio come te.
Maria rimase a guardarlo, la bocca leggermente schiusa per la sorpresa. Poi sorrise e si lanciò ad abbracciare il dio.
-Sono contenta che ti sia piaciuto!- esclamò e gli stampò un bacio sulle labbra.
-Eppure potrei cambiare idea e rapirti anche subito- valutò Ade.
Maria rise furba. -Non sarebbe necessario.
Lui corrugò la fronte. -Perchè no?
-Verrei con te di mia spontanea volontà, ovviamente.
Ade sorrise, un sorriso caldo che contrastava con il suo aspetto freddo.
-Ti amo, Maria.
-Ti amo anch'io, Ade. Buon San Valentino. 

Il dio, seduto sulla sua poltrona nera, ebbe un fremito al ricordo di quell'ultima frase. 
Un rumore sordo rimbobombò per tutta la stanza. Qualcuno stava bussando.
-Ade? 
Persefone...
-Amore sei lì dentro? Non esci da tutto il giorno, sicuro di stare bene?
-S-Sì...
-Vuoi che ti porti dei cereali? La mamma dice sempre che fanno bene quando qualcuno si sente giù...
Persefone, la donna rimasta bambina che aveva rapito secoli prima, in preda alla disperazione per paura di un rifiuto. La dea che lo aveva folgorato nello stesso istante in cui l'aveva vista, che lo aveva sempre capito e che lo avrebbe capito per l'eternità, l'unica donna che amava veramente...
-Grazie, cara. In effetti ne avrei bisogno.
Sentì Persefone illuminarsi dietro la porta. -D'accordo. Allora corro a prendertene una ciotola intera
Sentì i suoi passi allontanarsi, in una corsa precipitosa.
Sorrise amaro.
Già, l'avrebbe amata per sempre, la sua Persefone, l'unica e sola.
Ma aveva amato anche un'altra. Una donna che ora era morta... Da troppo tempo, ormai, che aveva persino perso il conto degli anni che erano passati. Ci aveva fatto l'abitudine, alla fine. Dopotutto lo sapeva, l'aveva sempre saputo: Maria sarebbe morta, prima o poi. Eppure era complicato... Terribilmente complicato. Cosa difficile, l'amore, persino per un dio come lui.
Amava Persefone, più della sua stessa vita, e nulla sarebbe mai cambiato, mai. Eppure aveva tenuto a Maria... Ci aveva tenuto veramente.
Sospirò, chiudendo il pugno su quel cuore nero, se lo protò al petto, gli occhi sbarrati.
Già, ci aveva fatto l'abitudine. Eppure ogni anno, nello stesso giorno di sempre, in quel maledetto giorno che odiava e che avrebbe dovuto passare con la donna che amava di più al mondo, non poteva impedirsi di ripensare a quel lontano San Valentino. L'ultimo con la mortale di cui ancora possedeva il cuore.




Angolo Autrice
Ciiiaaao a tutti! Non potevo non scriverlaaa! Venero AMO Ade e Persefone, ma anche Maria mi sta simpatica, quindi non potevo davvero non pensare una cosa del genere <3
Odio San Valentino, perchè a mio parere non serve una festa per ricordarsi di essere innamorati di qualcuno e festeggiare l'amore, ma vabbè^^
Dunque, che ne pensate?
Flashback di Ade che riguarda qualcosa accaduto un mese prima che Maria fosse uccisa da Zeus. Esatto, Zeusino, sappiano tutti che sei stato tu! Vergogna u.u
Coooomunque, non potevo non mettere Persefone, perchè a parte che la amo io (XD) la ama anche Ade. E questo MAI-CAMBIERA' come ho scritto, anche se Ade si innamora -come nel caso di Maria- anche di qualcun'altra. Ma, ehi! Non si giudica, perchè prima di lui c'è Zeusino u.u (sempre tu sei, boh!)
Dunque dunque, mi sembra di aver detto più o meno tutto.
A presto e non dimenticate che ADE REGNA <3
Con affetto, Fantasiiana, figlia di Ade ^^
  
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