Many
Happy Saint Valentine
“Signora
Hudson!”
Nessuna
risposta, nessun rumore proviene dall’appartamento a piano
terra.
“Singora
Hudson!”
Ancora
nessuna risposta.
Forse
sta dormendo, no Sherlock
impossibile, a quest’ora di solito prende il tè
come un terzo di latte ed
abbondante zucchero; quindi dov’è la signora
Hudson, perché non risponde? Forse
è in pericolo ma, da chi? Da cosa?
Un
rumore,
uno scricchilio proveniente dal piano superiore.
Che
ci sia qualcuno in casa? Ma chi?
Un cliente? Impossibile, nessuno entra senza che la Singora Hudson o
John siano
in casa e della prima fin adesso nessuna traccia e John è
allo studio medico,
perciò chi c’è in casa mia?
Decido
di
salire furtivo le scale, con calma, cadenzando bene i passi e poggiando
su
tutta la pianta del piede il peso del mio corpo che piano sale e sale
fino ad
arrivare alla porta. È socchiusa e non chiusa a chiave.
Mi
ricordavo di averla chiusa prima di uscire e la mia mente non mi ha mai
tradito.
Le
mia dita
afferrano la maniglia e mentre la apro tentando di non far rumore. Vedo
prima
in un piccolo spiraglio e poi in tutta la sua confusione il piccolo
salotto ben
illuminato. Le finestre sono aperte e la luce
del sole penetra nella stanza; vicino
al camino c’è un petalo sul pavimento.
Quel
petalo non appartiene ad uno
degli orrendi fiori della Signora Hudson e per fortuna John non ha il
pollice
verde, quindi, chi l’ha lasciato? L’ha fatto di
proposito o involontariamente? Forse
è caduto dall’occhiello di una giacca, quindi
presumo che con una certa
probabilità un uomo abbia fatto irruzione, no no, non
irruzione, la casa è
perfettamente in “ordine”, le poltrone sono al loro
posto. Forse
era venuto a farmi visita Mycroft, ma non trovando nessuno, annoiato,
se n’è
andato dopo essersi comodamente seduto sulla poltrona di Jhon.
Nessun
segno
di “schiacciamento” sulle poltrone, nessun indizio
utile.
Il
caso si fa interessante! Pensa
Sherlock, pensa!
Un
rumore,
proviene dal corridoio, passo furtivo in cucina e le mie provette ed
esperimenti sembrano intonsi, mi avvicino per vedere se qualche
impronta
digitale è rimasta su qualche bicchiere ma mentre sto per
avvicinarmi sento un
altro rumore, quasi una risata soffocata, un gemito provenire dalla
camera da
letto. Decido di prendere la pistola che si trova nel primo cassetto
della
credenza. La carico, la punto davanti a me. Con passo deciso mi
avvicino alla
porta e con una calcio la sfondo. Vedo rosso, solo rosso, tanti petali
rossi
sparsi ovunque ed un uomo sul letto. È John.
“Buon San
Valentino, Sherlock!”