- La
prima volta in cui l’ho fatto hai detto? Strano sai? Non me
lo ricordo più.
E’
passato talmente tanto temo e ci sono stati così tanti altri
uomini dopo lui
che ormai non ne ricordo più nemmeno il viso. Penso di
essere l’unica a cui
capita.
Prendi Mastumoto
ad esempio, lei li ricorda tutti, le loro facce, le loro espressioni.
Lei le
ricorda…io no. A malapena ho in mente l’ultimo, ma
presto sparirà anche lui dai
miei pensieri e io lo ricorderò solo come uno dei tanti -
Fece una
pausa per bere un sorso del whisky ghiacciato che teneva fra le mani,
forse era
a causa di quello o della pioggia, che quella sera scendeva copiosa, ma
sia lei
che Ichigo erano in vena di confidenze e di pensieri.
- Sai,
qualcuno potrebbe pensare che tu sia una ragazza insensibile a sentirti
parlare
con questo tono del tuo lavoro-
- Insensibile?
No, non lo sono mai stata. Sono solo diventata indifferente a tutto
ciò. Quando
sento gli urli e i gemiti della persona di turno non ci faccio
più nemmeno
caso, ci ho fatto l’abitudine ormai-
- E
allora perché… -
- Perche
continuo dici?- lui fece un cenno affermativo con la testa, non le
staccava gli
occhi dal viso. Anche mentre sorseggiava tranquillamente la vodka
gelata
continuava ad osservarla, si stava aprendo. Era la prima volta che
riuscivano a
restare così, gli altri erano tutti fuori a lavorare, il
telefono e il fax
staccati, i cellulari spenti, non li potevano disturbare, non stavolta.
- Perché
non saprei cosa altro fare ormai,guardami… ho 25 anni, sono
una ragazza minuta,
senza una bellezza particolare e senza uno straccio di diploma o laurea
di
qualche scuola, cos’altro potrei fare nella mia vita se non
questo?
Io sono
sola Ichigo…fuori da qui non c’è
nessuno che aspetti il mio ritorno. Non ha
senso smettere se non hai la certezza che la vita ti possa offrire di
meglio-
Gli occhi
blu di lei si sollevarono un attimo dal bicchiere che girava e rigirava
tra le
mani, il ghiaccio quasi completamente sciolto. Si posarono poi su di
lui e si
illuminarono lievemente di curiosità, sostituendo
momentaneamente l’aria seria
della ragazza.
- E tu
perché hai voluto diventare il boss di questa baracca?-
questa volta toccava a
lei fare domande, e a lui confidarsi.
- E’ un
modo come un altro per guadagnare senza dover sottostare a qualcuno.
Come capo
della ‘baracca’ vi do vitto, alloggio e protezione
da polizia e rivali. Questo
è il motivo per cui la maggior parte di loro soggiorna qui,
inoltre non è un
luogo dove ci si annoia, anzi gli imprevisti sono all’ordine
del giorno, e
questo è il motivo per cui la parte restante si trova qui.
Per
quello che mi riguarda forse è perché in questa
casa e con voi ho come la
sensazione di poter dimenticare, almeno per poco, il passato. Qui
nessuno
giudica o viene giudicato, siamo solo anime dannate che si sono trovate
e hanno
deciso di non separarsi per non farsi schiacciare dalla
realtà del mondo-
Ora le
posizioni erano invertite, Ichigo aveva portato l’attenzione
al suo bicchiere
mentre lei lo osservava parlare, forse per la prima volta da quando lo
conosceva,
senza mentire o ignorare domande ed argomenti. Probabilmente era il
ringraziamento verso la ragazza per essersi aperta lei stessa poco
prima,
restava il fatto che ora poteva fargli tutte le domande che voleva e
lui doveva
rispondere, che fosse stata la verità o no doveva riuscire a
capirlo.
- La tua
prima volta?-
- Un paio
di anni prima di ‘conquistarmi’ la villa. Ho fatto
lo stupido errore di
picchiare davanti al padre e ai suoi soci uno stupido moccioso viziato,
non me
ne ricordo nemmeno il motivo. Il padre del bamboccio era un capo mafia,
non
potente, ma comunque con una posizione abbastanza elevata nella zona
est di
Karakura.
Lui in
cambio fece dei fuochi d’artificio con la mia casa, il mio
unico parente ancora
in vita morì qualche giorno dopo per ustioni di primo grado
presenti nel 60%
del corpo. Fu allora che iniziai a farlo, per vendetta.
Ed ora
eccomi qui con te a chiacchierare allegramente di quanto sia stato e
sia ancora
schifosa la nostra vita-
- Ho
capito una cosa: tu hai iniziato per vendetta, io per sopravvivenza.
L’unica
differenza tra noi è questa. Il passato non importa, il
futuro non ha valore
per quelli come noi perché potrebbe non esserci affatto. Chi
imbocca questa
strada non può tornare indietro e l’unica cosa che
assume significato è il
presente.
Non si
può nemmeno cambiare vita, perché la vecchia ti
insegue ovunque, per cui
volenti o nolenti l’unico punto sicuro è la tua
presenza qui e adesso, il resto
deve per forza perdere di significato-
Bevve in
un sorso il liquore restante nel bicchiere e lo appoggiò sul
bancone
dell’angolo-bar del salotto. E si rigirò verso di
lui con un sorrisino di
scherno sulle labbra.
- Ma tu
guarda, si vede che la pioggia ha un brutto effetto su di me, o forse
è il
whisky? So solo che stasera mi sono già umiliata a
sufficienza, quindi ti
saluto-
- Rukia…-
Lui la chiamò prima che potesse voltarsi verso la porta ed
andarsene.
- Dimmi-
- Il tuo
lavoro di domani lo farò io non ti preoccupare. Ora vai a
letto, riposati e
prenditi una giornata di riposo d’accordo?-
- Come
mai sei così gentile oggi? Cosa c’è
sotto ‘capo’?-
- Non ho
secondi fini, solo voglio che ti rilassi un po’, senza
pensare a chi dovrai
ammazzare l’indomani-
- E’
appunto questo che è strano. Si vede che la pioggia ha uno
strano effetto anche
su di te-
- Hai
presente quando hai detto che questo lavoro lo fa solo chi non ha altra
scelta
e che perciò è il lavoro più orrendo
che esista?-
- Non ho
detto proprio così, ma sì ho presente-
- Io non
la penso affatto in questo modo- lo sguardo interrogativo che lei gli
rivolse
sottintendeva una domanda, a cui lui rispose subito, dopo essersi
alzato in
piedi ed esserle arrivato davanti.
- Questo
lavoro è uno dei più belli in assoluto.
Perché se non lo avessi fatto
probabilmente non ti avrei mai conosciuto-
Le posò
un dolce bacio a stampo sulle labbra e vide le guance di lei tingersi
di rosa
al primo e lieve contatto che avessero mai avuto in quei sette anni che
vivevano nella stessa casa.
-
Buonanotte Rukia- e con un sorriso la accompagnò fino alla
porta della sua
stanza.
Una volta
sulla soglia lei parlò - Buonanotte Ichigo- . Non si
girò, ma entrò lentamente
nella sua stanza chiudendosi la porta alle spalle. Non voleva che lui
si
accorgesse del lieve rossore che le imperlava ancora le guance, ma del
tono
dolce con cui pronunciò l’augurio Ichigo si
accorse lo stesso.
Fu solo
questione di attimi prima che sul viso di Rukia fece la comparsa un
sorriso,
che sostituì la solita espressione indifferente della
ragazza.
Forse
anche quel
lavoro aveva i suoi lati positivi.
Lui era
sicuramente
il più importante di questi.
Visto che il primo esperimento è stato gradito ci riprovo, questa volta si tratta di un'AU .
Ringrazio Arinna, Alfakein, Alessandra e Lilithkyubi per aver commentato 'Voci'.
Un grazie in particolare ad Alfakein e Arinna per averla aggiunta tra i preferiti
Spero che anche questa story sia all'altezza della precedente, devo dire che è un po' strana, ma molto strana!
Mi è venuta in mente mentre ero al lavoro, si vede che le fatture mi fanno un certo effetto.
Temo di aver reso Ichigo e Rukia un po' OOC, pazienza ormai è andata così.
Mi è stato fatto notare quindi mi sembra giusto dirlo. Forse non sono stata in grado di farlo capire nella storia e quindi è un errore mio ma voglio precisare che nè Rukia nè Ichigo sono ubriachi, quasi o anche solo leggermente, stanno bevendo solo un bicchierino prima di andare a letto.
Secondo me quando si parla o ci si confida con qualcuno non può mai mancare un bicchiere, vuoto o pieno che sia, tra le mani; un po' per scaricare la tensione che si può creare, un po' per distrarsi 'accidentalmente' in momenti imbarazzanti, ma un bicchiere ci deve sempre essere.
E siccome i due tesori sono maggiorenni, vaccinati e fanno il lavoro che fanno non potevo mettere un bicchiere di camomilla o di te, che figura ci facevano altrimenti?
E' solo una precisazione che ho tenuto di dover fare e ringrazio Alfakein per avermi fatto notare che Ichigo e Rukia(soprattutto) potessero sembrare un po' brilli.
Grazie di cuore.
Un grazie a coloro che leggeranno.