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Autore: Ceci Princessofbooks    17/06/2008    4 recensioni
Talvolta, l'orrore può celarsi sotto insospettabili spoglie; talora, l'abominio si rivela solo quando è ormai troppo tardi; e qualche volta, la fermezza sorprende solo davanti ad un estremo sacrificio.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di nuovo qui, ad allietarvi con un discutibile parto della mia mente contorta … so che con ogni probabilità avrete già deciso di lapidarmi per l’inaudito ritardo dei miei aggiornamenti, ma ho passato questa settimana in uno stato di requie catatonica aliena anche al mio animo inguaribilmente accidioso e che non mi ha permesso di impegnarmi maggiormente … quindi, dovrete accontentarvi ancora per un po’ di questi piccoli diletti deliranti … comunque, avviso chiunque sia interessato (o abbia abbastanza coraggio) che presto ( il MIO presto, quindi un concetto assolutamente relativo, mi raccomando) mi dedicherò anche ad una serie di racconti su FullMetal Alchemist, adorabile manga a cui mi sono appassionata in uno dei miei irrefrenabili impeti passionali … ciononostante, non abbandonerò il mio Veggie, e tenterò di terminare il nuovo capitolo di ogni mia storia. (oooh, che dichiarazioni importanti … si vede tanto che devo fare pubblicità occulta?) In ogni caso, ringrazio anticipatamente chiunque sia intenzionato a dilettarsi  con  la mia piccola creazione, e sono proprio curiosa di vedere cosa ne penserete … ma ora bando alle ciance (devo smetterla di usare queste espressioni), e buona lettura!

Ciaociao da Ceci!

 

Brave sacrifice

 

Un grido lacerante squarciò ancora la quiete estiva.

Un urlo lungo, straziante, prolungato, che si spense piano in un gorgoglio agonizzante. La giovane ricadde a terra, inerme, mentre le mani stringevano convulsamente i lembi della maglia.                                                                                                                                                                                                                                     

Maledizione, per quanto ancora sarebbe continuato quell’orrore?                                                                                                                                                                                                                      

Un nuovo, bruciante dolore, e la stanza esplose in una cascata di stelle scarlatte; ebbe l’impressione che la sofferenza la sommergesse, la soffocasse, ottenebrando i suoi sensi, spezzando la sua coscienza, e per un attimo la tentazione di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi e decidere di non guardare si impose  nella sua mente devastata.                                                                                                                                                                                                                                                               

Forse l’oblio avrebbe potuto salvarla?  Forse stavolta sarebbe stato troppo vedere ciò che la stava tormentando?                                                                                                             

Si aggrappò disperatamente alla sua ragione, imponendosi di respirare, di non lasciarsi travolgere dalla disperazione e dall’angoscia:non poteva, non voleva rinnegare i suoi principi, qualsiasi mostruosità le ponessero davanti, qualsiasi abominio fosse costretta a conoscere per seguire quel raziocinio che tanto ammirava; aveva scelto quella via, e ora avrebbe conosciuto le conseguenze del suo gesto, come sempre.

– De…devo vedere … - rantolò, tentando di sollevarsi sui gomiti e ignorando i cerchi di dolore che le si irradiavano dal ginocchio. – No, Ceci, è meglio di no, renderesti tutto più difficile!- la giovane inginocchiata accanto a lei provò a fermarla, mentre il suo sguardo sconvolto si fermava sul volto dell’amica.

La scrittrice rivolse sorriso obliquo ad Ely, il volto austero e teso, costellato da lucenti gocce madreperlacee, e il lampo di una ferrea e disperata determinazione balenò nelle sue iridi color muschio – non servirebbe a nulla … io devo vedere, io devo sapere ciò che mi sta accadendo!-si sollevò completamente, allontanando bruscamente il braccio dell’amica e puntando gelida lo sguardo sulla sua gamba: una chiazza scura e slabbrata le deturpava il ginocchio, rilucendo di cupi riflessi bruni, come un crepaccio in una piana arida e bianca.

Gli occhi si riempirono di raccapriccio, e il suo animo vacillò sotto il peso di ciò che sapeva le sarebbe accaduto : era questa la punizione per la sua superbia? Era questa la pena per aver cercato ciò che la natura non le aveva concesso? Aveva creduto di essere ormai vicina alla fine di quella penosa dannazione, di aver superato la prova più dura, che le angherie subite fino a quel momento fossero sufficienti.

Invece, si era palesemente sbagliata. E non poteva tornare indietro.                                                                                                                                                                        

Stavolta non ebbe la forza di prepararsi, di concepire ciò che le sarebbe accaduto. Fu solo un istante di doloroso stupore quando percepì lo strappo, e poi le fiamme della sofferenza straziarono le sue membra, costringendola ad inarcare la schiena in uno spasmo.

Un solo grido astioso sgorgò dalla sua gola.

-Dannata ceretta!!!-.

 

E siamo alla fine del mio delirio! Siete ancora tutti nel pieno possesso delle vostre facoltà mentali? Nessun repentino attacco di rabbia? Nessun raptus autolesionista? Nessun tentativo di suicidio con il filo del mouse? Ottimo, direi che posso dirmi pienamente soddisfatta … piccola precisazione: come argutamente avrete intuito, la chiazza scura che suscita il mio orrore nella storia non è altro che un’innocua (si fa per dire, abominevole ritrovato dell’estetica …) striscia di ceretta ... dovete ammettere che non l’avevate mai guardata sotto questa raccapricciante luce, vero?

 

 

 

 

 

 

   
 
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