Ed eccomi di nuovo qui,
ad allietarvi con un discutibile parto della mia mente contorta … so che
con ogni probabilità avrete già deciso di lapidarmi per
l’inaudito ritardo dei miei aggiornamenti, ma ho passato questa settimana
in uno stato di requie catatonica aliena anche al mio animo inguaribilmente
accidioso e che non mi ha permesso di impegnarmi maggiormente … quindi,
dovrete accontentarvi ancora per un po’ di questi piccoli diletti
deliranti … comunque, avviso chiunque sia interessato (o abbia abbastanza
coraggio) che presto ( il MIO presto, quindi un concetto assolutamente
relativo, mi raccomando) mi dedicherò anche ad una serie di racconti su
FullMetal Alchemist, adorabile manga a cui mi sono appassionata in uno dei miei
irrefrenabili impeti passionali … ciononostante, non abbandonerò
il mio Veggie, e tenterò di terminare il nuovo capitolo di ogni mia
storia. (oooh, che dichiarazioni importanti … si vede tanto che devo fare
pubblicità occulta?) In ogni caso, ringrazio anticipatamente chiunque
sia intenzionato a dilettarsi
con la mia piccola
creazione, e sono proprio curiosa di vedere cosa ne penserete … ma ora
bando alle ciance (devo smetterla di usare queste espressioni), e buona
lettura!
Ciaociao da Ceci!
Brave sacrifice
Un grido
lacerante squarciò ancora la quiete estiva.
Un urlo
lungo, straziante, prolungato, che si spense piano in un gorgoglio agonizzante.
La giovane ricadde a terra, inerme, mentre le mani stringevano convulsamente i
lembi della maglia.
Maledizione, per quanto ancora
sarebbe continuato quell’orrore?
Un nuovo,
bruciante dolore, e la stanza esplose in una cascata di stelle scarlatte; ebbe
l’impressione che la sofferenza la sommergesse, la soffocasse,
ottenebrando i suoi sensi, spezzando la sua coscienza, e per un attimo la
tentazione di lasciarsi andare, di chiudere gli occhi e decidere di non
guardare si impose nella sua mente
devastata.
Forse l’oblio avrebbe potuto
salvarla? Forse stavolta sarebbe
stato troppo vedere ciò che la stava tormentando?
Si
aggrappò disperatamente alla sua ragione, imponendosi di respirare, di
non lasciarsi travolgere dalla disperazione e dall’angoscia:non poteva,
non voleva rinnegare i suoi principi,
qualsiasi mostruosità le ponessero davanti, qualsiasi abominio fosse
costretta a conoscere per seguire quel raziocinio che tanto ammirava; aveva
scelto quella via, e ora avrebbe conosciuto le conseguenze del suo gesto, come
sempre.
–
De…devo vedere … - rantolò, tentando di sollevarsi sui
gomiti e ignorando i cerchi di dolore che le si irradiavano dal ginocchio.
– No, Ceci, è meglio di no, renderesti tutto più
difficile!- la giovane inginocchiata accanto a lei provò a fermarla,
mentre il suo sguardo sconvolto si fermava sul volto dell’amica.
La
scrittrice rivolse sorriso obliquo ad Ely, il volto austero e teso, costellato
da lucenti gocce madreperlacee, e il lampo di una ferrea e disperata
determinazione balenò nelle sue iridi color muschio – non
servirebbe a nulla … io devo vedere, io devo sapere ciò che mi sta
accadendo!-si sollevò completamente, allontanando bruscamente il braccio
dell’amica e puntando gelida lo sguardo sulla sua gamba: una chiazza
scura e slabbrata le deturpava il ginocchio, rilucendo di cupi riflessi bruni,
come un crepaccio in una piana arida e bianca.
Gli occhi si
riempirono di raccapriccio, e il suo animo vacillò sotto il peso di
ciò che sapeva le sarebbe accaduto : era questa la punizione per la sua
superbia? Era questa la pena per aver cercato ciò che la natura non le
aveva concesso? Aveva creduto di essere ormai vicina alla fine di quella penosa
dannazione, di aver superato la prova più dura, che le angherie subite
fino a quel momento fossero sufficienti.
Invece, si
era palesemente sbagliata. E non poteva tornare indietro.
Stavolta non
ebbe la forza di prepararsi, di concepire ciò che le sarebbe accaduto.
Fu solo un istante di doloroso stupore quando percepì lo strappo, e poi le
fiamme della sofferenza straziarono le sue membra, costringendola ad inarcare
la schiena in uno spasmo.
Un solo
grido astioso sgorgò dalla sua gola.
-Dannata
ceretta!!!-.
E siamo alla fine del
mio delirio! Siete ancora tutti nel pieno possesso delle vostre facoltà
mentali? Nessun repentino attacco di rabbia? Nessun raptus autolesionista?
Nessun tentativo di suicidio con il filo del mouse? Ottimo, direi che posso
dirmi pienamente soddisfatta … piccola precisazione: come argutamente
avrete intuito, la chiazza scura che suscita il mio orrore nella storia non
è altro che un’innocua (si fa per dire, abominevole ritrovato
dell’estetica …) striscia di ceretta ... dovete ammettere che non
l’avevate mai guardata sotto questa raccapricciante luce, vero?