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Autore: Woonie_cutest    15/02/2014    2 recensioni
Le nuvole hanno tante forme strane e particolari e Leo è lì per osservarle ogni pomeriggio nel parco... Ma un giorno...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leo, N
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina di primavera, con fiori sbocciati in mille colori e sfumature, con profumi diversi, dolci, forti, gradevoli, con giornate piene di sole e caldo, cieli chiari e blu, in cui a volte di facevano notare nuvole dalle forme strane, articolari, buffe, diverse agli occhi di ciascuno. Proprio quelle nuvole avevano colto l’attenzione di Leo, un ragazzo coreano di vent’anni, che spesso si allontanava dal suo gruppo di amici per stare solo nel suo mondo. Sembrava sempre quello diverso, che non si divertiva mai assieme agli altri, serio e impassibile, che non accennava spesso a un sorriso. Certo, era diverso, ma la sua era una diversità non negativa, come molti invece pensavano: semplicemente certe cose non lo attiravano, non gli piaceva stare troppo a contatto con la gente, a volte si sentiva osservato e costantemente giudicato per ogni passo facesse. Così preferiva stare per conto suo, sdraiato sull’erba nel parco della sua città a osservare le nuvole che viaggiavano nel cielo e non stavano mai ferme.
Quella mattina, mentre si dedicava alla sua passione, all’improvviso fu colpito da un aeroplano giocattolo. Si alzò, lo prese in mano e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di chi l’aveva lanciato.
- Mi ridai il mio aereo?-
Leo sobbalzò e con la coda dell’occhio vide dietro di sé un bambino alto un soldo di cacio, con i capelli spettinati, le lentiggini, due denti mancanti, le mani sporche di terra, così come la maglia, forse un tempo bianca, e un braccialetto verde attorno alla mano destra.
- Allora, mi ridai l’aereo?-
- Ah, sì, tieni- disse Leo porgendo il giocattolo al bambino. 
- Grazie!-
- Prego- rispose, sdraiandosi di nuovo sull’erba.
Il bambino fece per andarsene, quando:- Ehi, cosa stai facendo?-
- Chi, io?-
- Sì, tu! Cosa fai?-
- Sto osservando le nuvole-
- E perché?-
- Perché mi piace-
- Ah… Ok! Allora… Io vado… Ciao!-
- Ciao-
- A proposito! Io sono Hong- e sorrise, mostrando i denti e gli spazi mancanti.
Leo sorrise:- Io sono Leo-
- Che bel nome Leo! Mmmm… Ok, ora vado. Ciao!-
- Ciao!-
“Che tipo strano” pensò Hong. “Che bambino strano” pensò Leo. 
Dopo venti minuti, Leo si alzò e si avviò verso casa. Una volta arrivato a destinazione, fu subito interrogato dai suoi compagni di gruppo: il primo a rivolgersi a lui fu Hakyeon.
- Dove sei stato? Perché ci hai messo così tanto? Dovevi tornare mezz’ora fa!-
- M-m-m-mi sono… Ehm… Addormentato…-
- Addormentato? Tu non ti addormenti mai nel parco!- replicò Hongbin.
- E invece oggi è capitato-
- Hyung, hai una cosa tra i capelli- disse Hyuk.
- Cos’è?-
- Sembra un pezzo di plastica… Credo di un giocattolo… Dove hai messo la testa?-
- Non so, boh, sarà caduto dall’albero… Non me ne sono accorto!-
- Mmmm… Va bene. Leo, dai, andiamo a mangiare-
- Adesso non ho fame… Mangerò qualcosa dopo-
- Leo hyung, ma tu devi mangiare!-
- Adesso non ne ho voglia, ok? Io vado in camera- e si recò nella camera da letto che condivideva con Hakyeon, sbattendo la porta dietro di sé.
Hakyeon lo seguì, lasciando gli altri in cucina a mangiare.
- Dimmi cosa ti succede! Perché sei così strano oggi?-
- Non lo so, hyung… Non lo capisco neanch’io…-
- È successo qualcosa al parco prima?-
- No, niente… A parte…-
- A parte?-
- A parte un ragazzino… Ho conosciuto un ragazzino che aveva lanciato il suo aeroplano verso di me e che era venuto a riprenderselo… Non so… Mi ha colpito…  - Non era un bambino normale… Mi sembrava speciale-
- Speciale?-
- Sì, speciale… Mi ha fatto sorridere-
- Tu… Hai… Sorriso?-
- Sì-
- Voglio conoscere quel ragazzino!-
- No, non vuoi, hyung! E poi non credo lo rivedrò più-
- Come non credi lo rivedrai più?-
- Già, è stato solo un incontro casuale, non capiterà di nuovo…-


Il giorno successivo Leo tornò al parco come suo solito. Arrivò nel suo posticino preferito e vi si sdraiò. Mentre osservava le nuvole, chiuse per due minuti gli occhi, quasi come se stesse per addormentarsi. Quando li riaprì, girò la testa come faceva abitualmente per vedere cosa stava succedendo intorno a lui e…
- Ahhhh!!!!!!-
- Cos’hai?-
Hong era sdraiato accanto a lui e lo osservava.
- Allora? Cos’hai?-
- C-c-c-c-che ci fai qui?-
- Sono venuto a guardare le nuvole con hyung!-
- Con chi?-
- Con hyung… Con Leo hyung…-
- Con me???- Leo restò a bocca aperta. Non sapeva più cosa dire.
- Allora, posso?-
- Ehm… Sì… Fa’ come vuoi-
- Sì!!! Grazie hyung!-
- Resti solo se non fai casino! Non disturbarmi-
- Certo hyung, non ti preoccupare!-
- ………………..-
- Hyung… Cosa ti ricorda quella nuvola? E quella? E quella?- 
Leo stava perdendo la pazienza.
- Ti ho detto di non disturbarmi, no??- disse quasi gridando.
- S-s-s-scusami hyung… Starò bravo…-
Hong si zittì e stette in silenzio per un bel po’.
Dopo qualche minuto, Leo, pentitosi per aver reagito così duramente, disse:- Hey… Hong… Ehm… La vedi quella nuvola lì a destra?-
- Dove?- chiese Hong, sorpreso per la domanda di Leo.
- Lì, a destra, sopra quel pino!-
- Ah, la vedo!-
- Ecco, quella nuvola sembra un gelato rovesciato a tre gusti-
- Wow! È vero! Che bello!-
- Guarda! E quella a sinistra, sopra le altalene?-
- Non so, dillo tu hyung!-
- No, prova tu-
- Veramente posso provare anch’io?- gli occhi di Hong si aprirono dalla meraviglia.
- Certo! Dai, vediamo cosa sai fare!-
- Mmmm… Ok… Allora, secondo me, quella nuvola sembra una balena…-
- Solo una balena?-
- No… Sembra una balena con le orecchie da gatto, le ali da fenicottero e la coda da Leo… Ehm… Da leone-
- Wow! Certo che sei proprio bravo!-
- Eheheheh… Grazie Leo hyung-
- Però credo di dover andare adesso… Mi aspettano i miei compagni-
- Non ti preoccupare hyung-
- A domani!-
- Ah, no, hyung, domani non ci sono…-
- Perché?-
- Ehm… Sono via con mamma e papà-
- Va bene, ci vediamo dopodomani, allora!-
- Sì, dopodomani ci sono-
- Perfetto, ciao!-
- Ciao hyung, e grazie!-
- No… Grazie a te-
E fu così che Leo tornò a casa e che, dopo aver cenato, raccontò quello che era successo a Hakyeon.


Il giorno dopo, durante le prove, Leo si fece male ad una gamba e Hakyeon subito lo portò all’ospedale. Dopo aver ricevuto le cure alla gamba, mentre stava uscendo dall’ospedale con il suo hyung, Leo si accorse di una persona familiare, alta un soldo di cacio e con i capelli spettinati.
- Che ci fai qui?- disse
- L-l-l-leo hyung… Io… Ehm… Niente!-
- Come niente? Non si viene all’ospedale per niente!-
- No, hyung, veramente è una cavolata-
- Scusi, ma lei chi è?- chiese un uomo che sembrava essere il padre.
- Io sono un amico di Hong, ci siamo conosciuti al parco. La prego, mi dica perché siete qui-
- Leo, lascia stare queste persone e andiamocene-
- No! Voglio sapere perché è qui!-
- Ma non sono affari tuoi! Scusatelo, non disturberemo più-
- Un attimo… Lei è quell’amico di cui mi parla tanto Hong?-
- Hong, parli tanto di me?-
- Ehm… Può darsi…-
- Veramente? Allora sono proprio tuo amico! Quindi, se mi consideri come tale, ti prego, dimmi perché sei qui-
- No, per favore, no… Non te lo posso dire… Non voglio che tu lo sappia-
- Perché?-
- Perché potresti non voler più essere mio amico… O esserlo, ma solo per pietà-
- Non potrei mai farlo-
- Sicuro? Me lo prometti?-
- Certo che te lo prometto!-
- Va bene… Io sono venuto qui perché dovevo fare delle analisi-
- Che analisi?-
- Semplicemente delle analisi, bon-
- Hong, di’ la verità- 
- Non ce la faccio-
- Allora lo farò io-
- No, papà, ti prego, no!-
- Deve saperlo, Hong! Leo, noi siamo venuti qui perché Hong doveva fare delle analisi per vedere a quale stadio è avanzata la malattia-
- Malattia?-
- Malattia, sì… Hong ha la leucemia-
- C-c-c-cosa?- Leo riuscì a dire solo questo e scappò dall’ospedale per tornarsene a casa e Hakyeon lo seguì. Quella sera, dopo tanto tempo, una lacrima solcò il suo viso prima di addormentarsi…




Il pomeriggio successivo Leo andò al parco e si sdraiò come da consuetudine sull’erba, ma Hong non arrivava. Dopo un po’ si alzò e fece un giro per il parco alla ricerca del bambino. Ma solo quando fece ritorno al punto di partenza lo trovò: stava attendendo dietro a un albero.
- Perché non sei venuto da me?-
- Perché mi vergognavo-
- Di cosa?-
- Di me stesso-
- No, non devi neanche pensare questo!-
- Ma è la verità-
- No, la verità è che io non posso essere tuo amico per pena-
- N-n-n-non vuoi più essere mio amico?-
- Sì che voglio essere ancora tuo amico, ma perché ho tenuto a te dal primo momento in cui ti ho visto, non perché provo pietà per te!-
A queste parole Hong si alzò e si gettò tra le braccia di Leo, dicendogli un grazie pieno di amore. 


I giorni si susseguivano uno dietro l’altro, i mesi passavano, l’estate era arrivata e stava già terminando. Una miriade di colori, profumi, suoni, sensazioni avevano accompagnato i due amici nelle loro avventure tra le nuvole… A volte anche Hakyeon faceva loro compagnia, ma non era così bravo a capire a cosa somigliassero le nuvole, e Leo e Hong non facevano altro che prenderlo in giro. 
Un pomeriggio di metà settembre i due erano di nuovo lì sdraiati sull’erba con gli occhi verso l’alto. 
- Hyung! Ma quella sembra una rosa!-
- Hai ragione… Che strano… Invece quella a destra sembra un microfono!-
- Un microfono?-
- Sì… Hanno tutte forme particolari le nuvole oggi… Mmm… Guarda quella lì, Hong, cosa ti ricorda?-
- Una macchina… Ma è molto alta! Sembra un van…-
- Ahahah… Già… Un van… Come il nostro…-
- Wow, hyung! Quella sopra la ruota assomiglia a una stella!! Posso quasi toccarla!!!-
Leo sorrise e disse:- Guarda, se ti allunghi ancora un po’, forse ce la farai!-
Passarono l’intero pomeriggio così, fino a quando Leo dovette tornare a casa. Dopo essersi alzato vide che Hong si era addormentato e, per non svegliarlo, gli aveva lasciato un bigliettino con scritto: Ci vediamo domani! ^_^, e glielo aveva sistemato accanto. Poi prese la sua roba e se ne andò. Una volta tornato a casa, Hakyeon gli disse che il giorno dopo avrebbero dovuto fare un’esibizione speciale in una scuola e che avrebbe dovuto rimandare l’incontro al parco con Hong. Leo ci rimase molto male, ma sapeva di dover fare il suo lavoro e seguì il programma alla lettera. 
Quel giorno l’esibizione terminò presto e una volta conclusa, Leo si fece accompagnare da Hakyeon al parco per vedere se Hong si trovava ancora nei paraggi. Tuttavia non vi trovarono nessuno di familiare…
Tornati a casa, Leo mandò un messaggio al padre del ragazzo, facendogli le scuse per non essere riuscito ad andare al parco. Il padre, però, gli rispose senza accennare minimamente al parco. Gli scrisse semplicemente: Ma tu non hai ancora saputo?
E Leo rispose: Saputo cosa?
A questo punto ricevette una chiamata dal padre, in lacrime:- Leo, Hong… Non c’è più…-
- C-c-c-cosa?-
- È successo ieri sera, quando sono tornato a prenderlo al parco non si è più svegliato…-
Leo non riusciva più a capire niente… Com’era potuto accadere? Era stato lì accanto a lui e non si era accorto di nulla? Le lacrime avevano inviato a scorrere imponenti sul suo viso, e non avevano intenzione di smettere.
- Domani c’è il funerale…-
- Ci sarò, non voglio mancare- riuscì ancora a dire, poi terminò la chiamata e si gettò tra le braccia confortanti di Hakyeon. 
Il giorno del funerale, Leo si svegliò triste e abbattuto, salutò con la mano gli altri membri del gruppo e si allontanò nel van, in cui era rimasto il suo microfono della Vixx Tv, della cui presenza si era accorto per caso durante il viaggio, con i finestrini scuri, per non essere visto da nessuno. Arrivato nel luogo del funerale, si avvicinò al padre e lo abbracciò forte, per poi giungere davanti alla foto di Hong, sorridente e felice, e gettarsi ai suoi piedi, con la testa abbassata. Durante la cerimonia non riuscì a dire nulla, ma restò in silenzio per tutto il tempo, e prima di andarsene, passò accanto al vaso in cui c’erano le ceneri dell’amico e vi posò una rosa rossa, sulla quale cadde una sua lacrima.
Hakyeon tornò a prenderlo e lo portò a casa, ma Leo chiese di fare una piccola deviazione prima di giungere a destinazione, e il leader non poté fare altro se non acconsentire alla sua richiesta. 
Leo si rifugiò nel parco, nel suo solito posto, e lì si sdraiò, seguito da Hakyeon.
Dopo qualche minuto Leo disse:- Hyung, vedi quella nuvola lì?-
- Sì, Leo, la vedo-
- Quello sembra Hong… E accanto ce n’è una a forma di stella-
- Hai ragione-
- Lo sapevo… Sapevo che sarebbe riuscito a toccare le nuvole e la stella… Ce l’ha fatta finalmente!-
- Allora significa che ora è contento, vero?-
- Sì, ora è contento… Ora è una nuvola che viaggia spensierata per il mondo e che alla sera si trasforma in una stella, per illuminare sempre il cammino di qualcuno-
- Il tuo?-
- Il mio, il tuo… Chi lo sa… L’importante è che lui si senta felice-
- Giusto… Dai, adesso andiamo, perché si sta facendo tardi…-
- Sì, andiamo… Ciao Hong! Non ti dimenticare mai di me… Tu sarai per sempre nel mio cuore-
E mentre i due stavano tornando alla macchina, nel cielo quella nuvola mutò leggermente e ora si vedeva un ragazzino che salutava con la mano…
  
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