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Autore: just_that_girl    15/02/2014    1 recensioni
Salve a tutti *^*
Premetto che questa è la mia prima FF che pubblico, spero che piaccia ^-^
Ps: alcuni dei nomi usati sono stati pensati perchè amo Glee, ma Glee non c'entra nulla in questa storia.
Trama: Saamantha è una giovane ragazza, presa in giro dai coetanei per via della sua famiglia. Parte per un viaggio estivo a Londra dove incontrerà un ragazzo, Ed Sheeran (non famoso), con il quale passerà l'estate.
Gran parte della storia si svolgerà a Londra.
Saam e Ed inizieranno a provare qualcosa l'uno verso l'altro.
La trama potrebbe subire cambiamenti (anche se non penso) siccome non ho tutta la storia già in mente. :)
Un grazie enorme a chiunque lo volesse leggere! ^-^
Se vi va lasciatemi una recensione, sono molto curiosa di conoscere opinioni altrui e magari suggerimenti :3
just_that_girl ^3^
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CHANGES
 
Mi chiamo Saamantha Anderson , ho 18 anni e vengo derisa da gran parte degli studenti della mia scuola e anche da ragazzi  che non conosco.  Il motivo?  I miei due padri.  Il mondo è ancora troppo immaturo per accettare il fatto che una ragazza possa crescere bene con due padri. Le mie figure materne sono sempre state le mie tre zie Rachel, Jane e Brooke e le mie due nonne  Agatha e Lynette. Non solo vengo derisa per il fatto di essere cresciuta con due persone omosessuali, ma come se non bastasse vengo presa di mira per essere stata adottata in un orfanotrofio. Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, il direttore dell’orfanotrofio in cui risiedevo mi hanno sempre detto che mia madre, dopo aver partorito, mi lasciò all’ospedale e se ne andò via senza alcun preavviso e senza motivo. Dopo vari tentativi di contattare mio padre o qualcuno che potesse prendersi cura di me, si era deciso di portarmi nell’orfanotrofio della città e l’ 1 febbraio del 1996, esattamente il giorno del mio terzo compleanno, una dolce e giovane coppia gay firmò i permessi per portarmi a casa e vivere con loro.
Viviamo a Brooklyn praticamente da sempre, non ci siamo mai trasferiti, anche se qualche volta avrei preferito lasciare questa città e, insieme a lei, tutta la gente mediocre che ci abita.  
Quando venivo presa in giro, da bambina, non ne capivo la ragione. Non capivo perché gli altri bambini ridevano di me e dei miei due papà. In molti mi dicevano che la mia famiglia non era normale e altri che saremmo andati all’inferno. L’unica cosa che potevo fare era piangere e chiedere spiegazioni ai miei genitori. Crescendo imparai a gestire la situazione e a fregarmene degli altri, certo ogni tanto era davvero dura, ma a me non importava. La mia famiglia era tutto ciò che avevo e nessun insulto o sguardo storto poteva privarmene.
I miei due papà sono i genitori migliori che potessi mai desiderare! Papà Kurt e papà Blaine. Mio padre Kurt è la persona più dolce e sensibile del mondo, ama ridere insieme a noi due, la colazione a letto e le rose gialle. Forse tra i due è quello con un istinto e modi di fare un po’ materni, è la donna della coppia diciamo. Papà Blaine è fantastico, lavora senza sosta nel campo della falegnameria, è bravissimo. Per il mio sesto compleanno mi regalò un bellissimo orologio a Cucù che costudisco gelosamente in camera, appeso alla cornice con i documenti della mia adozione.
Oggi è sabato, e come ogni sabato andiamo insieme da Happy Pizza e poi al cinema. Happy Pizza è un ristorante dove i genitori vanno per festeggiare i compleanni dei figli. Noi mangiamo li perché a papà Kurt piace. La cosa che preferisce è quando il cameriere ci porge dei cappellini di carta a punta con ciuffetti colorati in cima, lui costringe me e papà Blaine ad indossarlo, sorridendo quando ci vede sbuffare. Facciamo la stessa cosa ogni sabato da 12 anni. Quando ero piccola era più divertente, ora è abbastanza imbarazzante, ma so che ai miei fa piacere e questo mi da la forza di volontà di cenare tra bambini urlanti e con un cappellino a punta in testa. Credo che i mei genitori siano spaventati dal fatto che sia cresciuta più in fretta di quanto si aspettassero, forse devono ancora realizzare che ho 18 anni ormai. Cena finita, ora arriva il momento del cinema. Al chiuso, una sola sala, 30 posti. Papà Kurt ha fatto per tutti e tre degli abbonamenti annuali prenotando i posti migliori della sala. Non è un vero e  proprio cinema normale, vengono proiettati vecchi film, spesso musical, che la gente pare aver dimenticato. Qualche volta abbiamo anche visto film muti. Non per niente il cinema si chiama “Back to the Past”.
Stasera va in scena Singin in the rain, uno dei miei musical preferiti, sarà la ventesima volta che lo proiettano eppure non mi stanco mai di vederlo.
La parte che preferisco della nostra serata in famiglia e il ritorno verso casa. Io inizio a canticchiare e i miei papà cominciano a fare lo stesso e in mezzo minuto ci ritroviamo a cantare a squarcia gola e non importa se ci sono i finestrini abbassati o se siamo fermi e vicino a noi ci sono altre macchine. In quel momento siamo noi stessi, la famiglia Anderson, fieri e felici di esserlo.
Non sono mai stata una bambina o ragazzina viziata che chiedeva regali costosi o faceva i capricci se riceveva un “no” come risposta. Col fatto che solamente papà Blaine lavorava, non potevamo permetterci cose molto costose o fare tanti viaggi. Papà Kurt ha preso la laurea per insegnare letteratura, per qualche anno lo assunsero per insegnare in una scuola ma non appena si sparse la notizia che era gay, alcuni alunni protestarono e molti altri cominciarono a prendere di mira lui e la sua macchina. Tentò altre scuole ma non riuscì a trovare nessuno disposto ad accoglierlo. I miei mi hanno sempre detto che papà Blaine faceva cose molto costose e che molte persone compravano le sue opere, ma quando chiedevo dove erano tutti i soldi che guadagnava, papà Kurt cambiava sempre discorso dicendo cose come: “Chi vuole i miei famosi biscotti con doppio cioccolato e caramello?” oppure “Pensavo di prendere un altro gatto che ne dici ?” o ancora “Credo che la vicina stia cercando di sabotare il mio orticello.”
Io non insistevo mai nel chiedere.
 
Sono sempre stati dei genitori magnifici. Me ne hanno dato conferma ogni giorno, ma oggi… oggi è una giornata che ricorderò per sempre. Oggi, come premio per aver terminato l’anno con eccellenti voti, finalmente potrò realizzare il mio sogno più grande! Passare l’estate a Londra! Non riesco a smettere di ripetere “OGGI”! Mi sembra quasi impossibile! OGGI parto per Londra! Il mio sogno da quando ero piccola! E OGGI, finalmente, si avvererà! Ma torniamo un attimo indietro di tre settimane…
TRE SETTIMANE PRIMA
K: Saam preparati svelta che dobbiamo andare.
S: Dove? Non è sabato.
K: Tu pensa a prepararti. E sbrigati che è tardi.
S: Si scendo subito.
K: Blaine tu sei pronto?
B: Quasi. Caro, hai per caso visto il mio papillon del sabato?
K: Quale dei venti?
B: Quello rosso e giallo che ho preso all’ Harry Potter Store, quello dei Griffondoro.
K: Seconda colonna, quarto cassetto, in alto, terza fila.
B: Oh eccolo! *w* Ehi dov’è quello natalizio con gli alberi di natale? Mi pareva che fosse tra questi.
K: Lo avevi messo sull’albero di natale dell’anno scorso ricordi? Penso sia ancora tra gli addobbi in soffitta.
B: In soffitta? Quello non è il posto adatto ai miei cuccioli. Vado a prenderlo.
K: Blaine siamo in giugno, mancano 7 mesi al natale! Lo prenderai domani. Dobbiamo andare subito o non troveremo più tavoli liberi!
B: Ma in soffitta ci sono i ragni… e poi è lassù tutto solo.
K: mmhhh! Dai corri! Ma sbrigati!
B: Grazie!
(Blaine da un bacio sulla guancia a Kurt)
S: Sono pronta possiamo andare.
K: Dobbiamo aspettare tuo padre. È andato in soffitta.
S: In soffitta? Si è accorto del papillon mancante non è vero?
K: Già.
B: Trovato!!
K: Bravo Superman, ora scendi.
B: Il tuo Superman è qui dolce Lois Lane.
Papà Kurt sbuffa per il ritardo e io e papà Blaine ridiamo senza farci vedere.
Il tragitto in macchina è stato silenzioso. Troppo silenzioso.
S: Ok. Parlatemi. È morto qualcuno?
K:Ma non dire scemenze! Te lo avremmo detto subito.
S: Allora si tratta si una malattia grave?
B: Ehi ma cos’è tutto questo pessimismo? No è nulla di cui allarmarsi.
S: Si ma non avete parlato per niente durante il tragitto e in più non volete dirmi dove stiamo andando.
B: Stiamo andando al ristorante. In uno vero, dove non fanno solo pizza e patatine.
S: Lo sapevo, volete cacciarmi di casa.
K: Smettila di fare la sciocca. E smetti di fare domande. È una sorpresa!
Arrivammo al ristorante, era davvero bello, non ci ero mai stata. Ci sedemmo al tavolo e notai con piacere che questa volta la tovaglia era di tessuto anzichè di carta, c'era una splendida e profumata candela e nessuno ci aveva messo bizzarri cappelli in testa. 
  
K: Ok Saam, io e tuo padre abbiamo riflettuto molto su questa decisione. È da 7 anni che tieniamo dei soldi da parte e il motivo è che vogliamo vederti felice e permetterti di  ciò che più desideri.
S: Non capisco.
B: Tuo padre vuole semplicemente dire che ora sei grande, hai finito la scuola in modo eccellente e sappiamo che ci terresti molto a fare il viaggio che hai sempre desiderato.
S: Aspetta intendete dire che potrò andare a…
K: SI ANDRAI A LONDRA!
S: OH MIO DIO! Non è uno scherzo vero?
K: Parti fra tre settimane.
S: Tre settimane?!
B: Si, ho già pensato io alla collocazione, ti abbiamo prenotato due settimane di albergo, ti daremo soldi a sufficienza per permetterti le spese, ma sarebbe fantastico se riuscissi a trovarti un appartamentino e un lavoretto. In fondo devi passarci tutta l'estate.
S: Tutta l'estate?! Ma siete seri?
K: Tesoro, per tutta la vita hai sempre avuto a che vedere con persone ignoranti, ti meriti questo viaggio! Io e tuo padre non potremmo essere più orgogliosi di te. (Kurt ha gli occhi lucidi)
S: Papà, non piangere.
K: Non sto piangendo, è colpa di questa candela, mi sta andando tutto il fumo sugli occhi.
B: Dai smettila, dobbiamo ammettere entrambi che ci mancherai da morire.
S: Potrete venirmi a trovare!
K: Mi sembra logico! Devo incontrare la Regina! La porterò a fare un po' di shopping per rinnovare il suo stile.
S: Ahahahahha ma papà! Davvero vi ringrazio! Siete i papà migliori che una persona possa desiderare! 
B: ABBRACCIO ANDERSON! FORZA VENITE QUA.

Dopo un bellissimo ed interminabile abbraccio finalmente mangiammo. 

CONTINUA. 
 
  
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