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Autore: PervincaViola    16/02/2014    9 recensioni
Non riusciva nemmeno a immaginare un futuro in cui non fosse lì per Katniss.
{Gale centric; Gale/Katniss ~ Everthorne ♥ | Catching Fire}
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Except in the woods


 

Il bosco sembrava particolarmente bello quando non c'era un animale in vista, quando i raggi del sole penetravano debolmente tra i rami troppo fitti degli alberi e raggiungevano appena il suolo della foresta.
A Gale era sempre piaciuta la bellezza un po' selvaggia di quel luogo. Erano rari i momenti in cui potevano intrufolarsi sotto la recinzione ed era bello vagare senza meta, trascinato solo dai propri piedi, senza alcun pensiero in testa – se non lei.
Era sempre con lui, naturalmente, e anche quel giorno non faceva eccezione. In piedi accanto a lui, con il determinato sguardo d'acciaio, l'arco in mano e la faretra di frecce fissata sulla schiena. Quella era l'immagine che era stata dipinta da Capitol City, la ragazza forte e silenziosa che era uscita vincitrice dagli Hunger Games.
Gale si ritrovò a fissarla. Aveva scoperto che lo faceva spesso, da quanto era tornata. Era solo un modo per controllare che ci fosse, che non venisse portata via un'altra volta dai Pacificatori, continuava a ripetersi. Ma la verità era che talvolta sentiva una curiosa sensazione al petto, proprio all'altezza del cuore, e una strana pressione si sviluppava nelle ossa, come se stesse per scoppiare da dentro e fuori.
Questi sentimenti erano scomodi nell'ipotesi migliore, arrivavano a paralizzarlo in quella peggiore. Tuttavia Gale aveva sempre avuto una dote particolare nel nascondere le proprie emozioni, simulando indifferenza – essere il fratello maggiore in una casa con una madre e tre fratellini da mantenere era servito a qualcosa – e così dal suo volto non traspariva alcun pensiero.
Lui non poteva permetterselo, dopotutto.
Nel frattempo Katniss si era arroccata su una vicina roccia coperta di muschio verde scuro, la leggera brezza a scostare le scure ciocche di capelli che dalla treccia ricadevano sul viso. Fece scorrere le dita sulla crescita morbida e trasse un sospiro.
Gale sapeva che quello era l'unico posto in cui si sentisse davvero a casa, dove poteva sorridere e ridere senza che gli occhi di tutta Panem si inchiodassero su di lei.
Tuttavia i suoi sorrisi si erano fatti più radi di prima, più spenti. Le poche volte in cui l'aveva sentita ridere, la sua risata era stata forzata, meccanica. Il cacciatore si ricordò di quanto difficile fosse stato cogliere quei sorrisi, in particolare all'inizio, quando erano ancora due bambini diffidenti e testardi. Ora che lei si stava richiudendo su se stessa, celandoli completamente al resto del mondo, vederli sarebbe stato impossibile.
L'unico che la poteva capire era probabilmente il figlio del fornaio, Peeta Mellark. E c'era una parte di lui che, anche se non l'avrebbe mai ammesso, era gelosa della complicità vista sugli schermi nella piazza del Dodici – e non voleva guardarsi dentro, Gale, per paura di scoprire che quel pezzo di sé fosse diventato troppo grande.
Ma non era il momento per quei pensieri, perché era uno dei pochi momenti in cui poteva stare con Catnip e non poteva permettersi di lasciarsi andare a certe sciocche romanticherie.
Katniss saltò dalla roccia e atterrò sulla punta degli stivali, silenziosa come una piuma. Rimase accovacciata, con le labbra increspate per la concentrazione e gli occhi intensi che guardavano attentamente davanti a sé.
I suoi occhi, ecco un'altra cosa che Gale aveva notato con preoccupazione: l'oscurità crescente dei cerchi sotto di essi, come se non dormisse per giorni. O il modo in cui lei trasaliva al minimo tocco, con lo sguardo allarmato: tutti residui di quei Giochi maledetti.
Era stato un pazzo a credere che le cose sarebbero tornate al loro posto, una volta che lei avesse fatto ritorno a casa. Erano peggiorate, se non altro.
Normale, pensò, lasciando che la sua bocca si piegasse in un sorriso amaro. Le cose erano tutt'altro che normali.
Katniss aveva preso l'abitudine di mantenere lo sguardo di qualcuno che non abbassava mai la guardia, nemmeno con lui, e questo gli faceva odiare ancora di più Capitol City. La sua figura era ancora emaciata e talmente sottile, pur avendo a disposizione tutto il cibo che si potesse desiderare. Sempre allerta, anche se la sua famiglia ora viveva in una bella casa con tutti gli agi. Occhi ancora così taglienti che avrebbero potuto spezzare il vetro.
Certe abitudini sono dure a morire, rifletté amaramente Gale, soprattutto quando diventate indispensabili per la sopravvivenza.
Katniss scelse proprio quel momento per posare il suo sguardo cinereo su di lui. Inarcò un sopracciglio. «Per cosa stai sorridendo?»
Il suo sorriso amaro si trasformò in uno più genuino, alla sua domanda. Era stata così schietta, così da Catnip che non poteva fare altrimenti.
«Niente» rispose «Assolutamente niente».
Ci fu un momento di quiete in cui sospirò, accovacciandosi accanto a lei e prendendo a passare le dita sopra l'erba fresca.
Gale non riuscì più a trattenersi. Inspirò profondamente e si voltò verso di lei, lanciandole un'occhiata per comunicarle ciò che non riusciva a dirle. Lei ricambiò lo sguardo con aria incuriosita. Lui scosse la testa e le chiese: «Stai bene?»
«Bene» rispose lei, donandogli un sorriso che sarebbe dovuto essere rassicurante, mentre risultò solo terribilmente patetico. Debole e sbiadito.
Sembrava identico a quello che gli aveva rivolto poco prima dei Giochi, ma allo stesso tempo differente. Come se dipinto su qualcuno diverso da se stessa.
«Comunque» cominciò, non sapendo lui stesso cosa volesse dirle. Forse "Perché non sorridi più?. Oppure "Credo di essere innamorato di te?.  No, non era ancora il momento e alla fine disse solo «Sono qui se hai bisogno di me».
Lei prima sembrò rimanere stupita di quell'improvvisa manifestazione di affetto - perché sì, quello era il suo modo di farle sapere quanto teneva a lei - e poi sorrise nuovamente, e questa volta fu un sorriso vero, che gli fece scendere i brividi lungo la schiena e sentì un peso stabilirsi nel petto.
«Lo sei sempre stato» ammise lei con un certo imbarazzo e gli posò una mano sulla spalla, accostandosi di più a lui. Gale strinse la sua mano.
Non riusciva nemmeno a immaginare un futuro in cui non fosse lì per Katniss. O, più semplicemente, non voleva.
 


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Angolino della Vì:
Non posso credere di averla scritta io. Una Gale/Katniss, una Everthorne. Io che shippo gli Everlark (♥). È che ultimamente ho visto tante di quelle gif su loro due che ho paura di star iniziando a shipparli, seppur in minima parte. Salvatemi: ditemi che fa schifo e tornerò alla Peeta/Katniss!
Tornando seri per un momento, spero di non averli resi OOC, in particolare Gale. Mi dispiacerebbe visto che quasi nessuno scrive su di lui e per una volta che non lo accoppio con Johanna magari lo faccio pure male T^T
Volevo dire anche che in queste due settimane sarò molto impegnata, tra verifiche e partenza per stage linguistico la prossima settimana, quindi pubblicherò di nuovo al mio ritorno, anche se ci tenevo a scrivere qualcosa per il mio compleanno su EFP ç.ç
Babbeh, se volete dirmi come è uscita questa prima Gale/Katniss le recensioni sono sempre ben accette :3
Mi dileguo, adios!
Un bacio




P.S: il titolo è preso dalla frase "Gale says I never smile except in the woods". Che fantasia, eh?
   
 
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