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Autore: Elisewin Ci    16/02/2014    7 recensioni
Elena si rimpossessa del suo corpo, ma non sente niente.
Non si riconosce.
Il suo incontro con Damon.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Elena"

I passi dubbiosi cigolano sul pavimento alle mie spalle, un sospiro di troppo esce da quelle labbra bramate così tante volte.

L'odore del sangue arriva alle mie narici e mi distende il corpo.

"mmmm?" - biascico una risposta incomprensibile. Una di quelle che dicono tutto e non raccontano niente.
Un mugolio che non può calmare il cuore impazzito di Damon. Batte così forte dentro al suo petto che le mie orecchie stanno per scoppiare.

Ho bisogno del silenzio.

"Stai bene?"

Non posso credere che me lo abbia chiesto. La domanda più idiota e inutile che potesse farmi.
Continuo a dargli le spalle, a fissare il paesaggio fuori dalla finestra della camera di Stefan.
È bella Mystic Falls, di una bellezza che sento lontana.

Come la sua voce che incalza e le sue mani che fanno pressione sulla mia schiena.

"Elena. Elena ero sconvolto, io... io non l'avevo capito. Non avevo capito che non eri tu" - ed è un sussurro, un fiato appena accennato che fa vento sui miei capelli morbidi.
Li ho appena lavati, così, per ingannare il tempo che non sento passare.

"Va bene Damon" - indifferente lo assecondo. Non c'è niente da dire. Più niente ormai.

"No" - e lui è forte su di me. È forte e testardo come ogni volta. Che voglia salvarmi o farmi sprofondare - "ho sbagliato, io... io ho perso la ragione. Senza di te perdo contatto con le cose"

È sincero.
Lo sento dal respiro regolare e dal cuore che sembra placarsi solo perché lascio che le sue dita tocchino la mia carne.

"Vuoi sbranarmi? Vuoi staccare la testa anche a me?" - domando, dolce, mentre piego il collo di lato e lascio che la mia guancia sfreghi leggera sulle nocche indurite dal freddo della sua mano.

"Come puoi... come pensi..." - è impaurito. Sa che potrei allontanarlo, quasi fosse venuto a cercare il rifiuto definitivo per sprofondare meglio negli abissi in cui vive - "no, io... io non voglio fare niente del genere quando mi sei vicino"

"Bugiardo" - soffio, contro il vetro che si appanna del mio alito, mentre l'odore del sangue fresco che ha sui vestiti mi inebria - "hai appena ucciso qualcuno"

"Avevo paura. Paura di vederti"

Ed è la risposta più ovvia.
Quella sincera.
L'unica che può darmi davvero, sa che non crederei a nessuna delle sue bugie. Quelle che non è mai stato in grado di raccontare. Schiavo di una sincerità che lo ha preso a schiaffi più volte.

"Mi manchi Elena" - ammette, aprendo il palmo della sua mano contro la mia guancia. Lentamente, quasi potessi volare via con un battito d'ali impercettibile.

"Manco anche a me stessa. Non so più chi sono. E tu non mi servi. Io sono assente"

Lo sguardo vacuo, struscio sulla sua pelle affascinante e cattiva, sulle sue mani assassine, sul sapore del sangue che non riesco a dimenticare.

"La tua Elena non c'è più Damon. Katherine l'ha uccisa per sempre"

Ammetto, atona.
Senza intervalli.
Senza altalene.
Senza scossoni.
Bianca.
Blanda.
Indifferente.

Ma poi le sue cosce mi circondano, le sue ginocchia stringono contro di me, le sue mani invadenti portano la mia schiena ad aderire al suo petto. 

La dolcezza delle sue dita accompagna il movimento dei miei capelli, ho il suo fiato sul collo.

Un bacio lieve.
Leggero.
La mia carotide che pulsa.

Il mio cuore che non batte.

Poi un pizzico.
I suoi denti sulla carne.
L'abbandono del piacere misto al dolore.
Il mio basso ventre freme.
Le mie palpebre si abbassano.
Le sue mani frugano il contatto con la pelle dolce della mia pancia.

E Damon si nutre.
Mi beve.
Delizia e mistero della mia anima.
Fustigazione e paradiso del mio corpo.

E il piacere mi assale, lento, caldo e vivo dal collo copre di brividi le mie spalle, le braccia, lo stomaco, le gambe. Brucia tra le cosce e mi ricorda dove sono. Chi ero e perché.
La donna che ho costruito.
Quella che Damon ha bramato e fatto vivere.

E il mio cuore batte, di nuovo.
Un tonfo sordo che esplode nella mia testa quando l'orgasmo mi assale e i suoi canini feriscono di graffi curati dalla sua lingua.

La vita scorre, di nuovo, in questa me persa, con lui addosso che non fa altro che curarmi, rimarginarmi, sbagliarmi per poi riprendermi.
Così.
In tutt'uno che sa d'errore.
Non facendo altro che stringermi, e mordermi, per ricordarsi chi sono, dove mi aveva lasciata, per quale motivo lontana.

E si inebria di me, mentre mi inebrio di lui, in uno scambio profano che non ha bisogno di chiedere permesso.

Sussulto.
Lo sento.
Addosso.
Ancora.



- note dell'autrice -

Immaginando Elena che si rimpossessa del suo corpo, ferita e estrania a se stessa.
Questo il momento in cui Damon torna da lei.
Dopo gli errori, dopo il dolore, dopo la morte.

Spero vi piaccia.

Elise.
  
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