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Autore: heartbreakear    16/02/2014    1 recensioni
Le carezze, sui graffi, si sentono di più.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Spesso mi ritrovo ancora a pensare a quegli schiaffi, a quei lividi che ti facevano piangere, al dolore provato per tutto quel tempo, a quella storia a cui non riuscivi a mettere fine per la paura di reazione troppo violenta. Penso a quelle notti passate a piangere, a cercare di trovare una soluzione, ma quando il problema è la persona che dici di amare che soluzione vuoi trovare?
Affrontai di tutto con lui, ma insieme a periodi belli purtroppo c’erano anche i periodi brutti di coppia, dove puntualmente quella che veniva considerata la causa ero io. I primi litigi pensai che fosse normale, alla fine né io né lui eravamo esperti di storie serie e durature, ma quando dopo un anno di relazione ti accorgi che non è cambiato niente, che lui è rimasto sempre lo stesso ragazzo e che continua a darti sempre la colpa che fai? Voi penserete che la soluzione più semplice era quello di lasciarlo e prendere la mia strada, invece no. Io decisi di rimanere con lui, ma con questo decisi anche di continuare a soffrire e farmi trattare come una delle tante, una delle tante prostitute con cui lui era stato in precedenza; ma lui non capiva. Non capiva che per lui avrei venduto l’anima al diavolo, che per lui feci davvero di tutto, ma lui… ma lui continuava a credere che tutto quello che facessi era per farlo rimanere con me, certo era anche per questo, ma il motivo principale era perché lo amavo , ne ero certa…o quasi.
Arrivo il nostro anniversario, tutto rose e fiori. Era così perché per 12 mesi ero riuscita a fare ciò che voleva lui, senza farlo mai arrabbiare; ma una sera parlando con mia madre capì che non era normale ciò che stava succedendo, non era normale che una ragazza, anzi una bambina, di quasi quindici anni non sapeva cosa volesse dire uscire il sabato sera con gli amici, non sapeva cosa voleva dire uscire senza il proprio fidanzato. Per ben dodici mesi ero stata il suo cagnolino, ma quella sera mia madre mi aprì gli occhi.
La mia relazione con lui continuò, ma di certo non andò a migliorare, anzi peggiorò soltanto: i lividi sulla mia pelle aumentavano contemporaneamente al rischio di avere un bambino, aumentava la paura che i miei genitori scoprissero il tutto, avevo paura che un giorno mi avrebbe fatta male sul serio. Quei giorni arrivarono, arrivarono e come, ma per qualche mistero io non ero ancora riuscita ancora a lasciarlo…
Come si può notare parlo al passato. Parlo al passato perché l’11 maggio 2013 un ragazzo qualsiasi mi salvò la vita. Mi salvò la vita facendomi capire che i veri galantuomini erano altri, che io non andavo trattata cosi. Mi mostrò come un vero uomo dovrebbe trattare la sua donna. Mi mostrò così bene queste cose che riuscì a farmi lasciare il mio ex ragazzo e tutto lo schifo che mi aveva fatto.
Purtroppo non andò tutto come avevo previsto: quando lasciai il mio ragazzo mi lasciò l’ultimo livido come souvenir, ma in quel momento non mi interessava solo di Mario.
Chi è Mario? Mario è il ragazzo che mi ha salvato la vita, mi ha fatto capire che l’unico momento che un uomo può mettere una mano su una donna e quando vuole avvicinarla a lui per baciarla.
Mario è il ragazzo che probabilmente, anzi, sicuramente ritroverò un giorno sull’altare, che nonostante tutto, nonostante le mie insicurezze e le mie paure continua a rimanere con me. Continua ad amarmi giorno per giorno, senza lasciarmi mai sola.

‘Lui mi ha salvata, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata’ 

  
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