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Autore: Ambros    16/02/2014    6 recensioni
-“Ah, certo! Perché sono i miei papillon che occupano mezzo armadio, vero?!”
“E sono le mie creme per il viso che quasi impediscono di camminare nel bagno, ci scommetto!”
“Ne dubito, visto lo stato in cui versano i tuoi pori!”
“Ho smesso di usare quelle dannate creme dopo che qualcuno ha cominciato a metterci dentro dell’abbronzante! Non so se ti ricordi!”
“Dio Blaine, non essere infantile. Per quanto ancora hai intenzione di rinfacciarmi quella storia? È successo due anni fa, stavo solo cercando di renderti più carino.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone consigliata: http://www.youtube.com/watch?v=bDrflxhW7nE

I will never get used to you.


“No, Blaine, per la centesima volta no. Non puoi occupare tutte le superfici orizzontali del bagno con i tuoi tubetti del gel!”
“Ma tu hai lacca ovunque! Perché la tua lacca sì e il mio gel no?!”
“La mia lacca era qui già da prima!”
Blaine inarcò un sopracciglio con aria scettica. “Ci comportiamo come dei bambini di cinque anni, adesso?” sbuffò, incrociando le braccia sul petto con aria paziente.
“Non mi sto comportando come un bambino di cinque anni! Sto solo dicendo che ognuno qui ha bisogno dei propri spazi.”
“È esattamente quello che sto cercando di dirti, amore. Ognuno ha bisogno dei propri spazi. Parole chiave: ognuno e propri.”
“Non fare il simpatico.” Sbottò Kurt, visibilmente infastidito “Ti sto solo facendo notare che non puoi semplicemente arrivare qui e sconvolgere tutto. Siamo in quattro in questo appartamento, ed è un buco. Non puoi mettere la tua roba dove ti pare, ecco tutto!”
“Non la sto mettendo dove mi pare. Sto solo cercando di farti gentilmente notare che la tua roba occupa il cinquanta per cento dello spazio abitabile!”
“Ah, certo! Perché sono i miei papillon che occupano mezzo armadio, vero?!”
“E sono le mie creme per il viso che quasi impediscono di camminare nel bagno, ci scommetto!”
“Ne dubito, visto lo stato in cui versano i tuoi pori!”
“Ho smesso di usare quelle dannate creme dopo che qualcuno ha cominciato a metterci dentro dell’abbronzante! Non so se ti ricordi!”
“Dio Blaine, non essere infantile. Per quanto ancora hai intenzione di rinfacciarmi quella storia? È successo due anni fa, stavo solo cercando di renderti più carino.”
“Ah, ecco” sbuffò Blaine “Allora è questo il problema! Non sono abbastanza carino.
“Oh, andiamo” sbottò Kurt, ormai esasperato “Non era questo che intendevo, non essere stupido—”
“Perfetto!” Blaine sollevò le braccia al cielo con fare teatrale “Adesso, oltre ad essere brutto, sono anche stupido. Ottimo.”
“Non ho detto che sei stupido Blaine, per l’amor del cielo, voglio solo che butti i dannati tubetti di gel!”
“Allora tu mi liberi un altro scaffale dell’armadio.” Rilanciò Blaine con un ghigno vittorioso: Kurt non l’avrebbe mai fatto, e lui si sarebbe potuto tenere l’adorato gel.
“Tu—Tu –” Boccheggiò infatti Kurt, arrossendo per la rabbia “Oh!” ringhiò poi, frustrato. “Perché devi sempre rendere tutto così difficile?!”
“Sbagliato.” Lo rimbeccò Blaine, con aria vittoriosa “Non sono io che rendo le cose difficili. Sei tu che non riesci nemmeno ad accettare qualche piccolo compromesso.”
Piccolo compromesso? Piccolo compromesso?!” Kurt stava praticamente ringhiando “I miei vestiti sono sacri, Blaine. Sacri.
“Ah, scusami tanto! Mi ero perso il passaggio in cui i tuoi vestiti sono diventati più importanti di me!”
“Te lo dico io quando c’è stato!” Sbraitò Kurt, ormai completamente fuori di testa “Quando tu hai cominciato a dire cose insensate e a fare cose ancora più insensate!”
Blaine ammutolì di colpo, e un’espressione ferita gli si disegnò sul viso; insomma, Kurt non poteva aver davvero detto che i suoi vestiti erano più importanti di lui. No? Non l’avrebbe mai fatto, giusto? Insomma, era una cosa troppo superficiale, e stupida, e insensata, e inutile. Era troppo non da loro.
Rimasero a fissarsi per qualche secondo, in silenzio, coi respiri pesanti. Nessuno dei due ebbe il coraggio di scusarsi, nessuno dei due riuscì a ritirare tutto quello che si erano appena detti senza pensarlo davvero.
Blaine aspettò, ma non accadde niente; scosse lentamente la testa con un sorriso amaro, prima di voltarsi e dirigersi nella loro stanza, chiudendo la porta alle proprie spalle con più forza di quanta non fosse effettivamente necessaria. Sospirò, poggiando la fronte contro il legno.
Kurt, ancora nel salotto, rimase immobile a fissare il corridoio deserto, e si passò stancamente una mano sul viso.
Maledizione.



*



“No, okay, dimmi che stai scherzando.” Kurt si fermò sulla porta della cucina, un’espressione sinceramente inorridita sul volto “Ti prego, dimmi che hai lasciato una busta della spesa sul pianerottolo, ti prego, ti prego.
Blaine gli rivolse un’occhiata sorpresa; contò velocemente le buste: sei. “Ehm … No, non direi.”
Kurt gemette, sconsolato, e si accasciò contro lo stipite della porta “Mi stai dicendo che hai speso la nostra quota settimanale della spesa per questa roba?!”
“Qual è il problema?” chiese Blaine, sconcertato, lanciando un’occhiata alle buste: a lui sembravano perfettamente innocue.
“Il problema” quasi ringhiò Kurt “È che abbiamo diciannove anni, Blaine. Diciannove. Non quattro. Spiegami” si chinò con fare minaccioso su una delle buste, tirando fuori una confezione colorata di cereali al cioccolato “cosa dovremmo farcene di questi, esattamente?
Blaine si morse la lingua, perché non aveva alcuna intenzione di rispondere in maniera volgare “Mangiarli?” propose sarcasticamente, sbuffando.
“Molto divertente.” Ribatté Kurt, freddamente “Proprio spassoso.
“Sei stato tu a non darmi una lista delle cose da comprare” sbottò Blaine, esasperato “Oh, compra quello che vuoi, tesoro” lo imitò, gesticolando “Mi fido di te” continuò, parlando praticamente in falsetto.
“Chiaramente è stato uno sbaglio” sibilò Kurt “Ma non pensavo che non avresti nemmeno immaginato di dover comprare una foglia – e dico una – di insalata!”
“Be’, scusami se non riesco a farne nemmeno una giusta!” sbuffò Blaine, assottigliando gli occhi “Magari la prossima volta ci andrai tu, a fare la dannatissima spesa, visto che fai sempre tutto perfettamente!”
“Oh, non provare a rigirare la frittata!” scattò Kurt “Non mi affibbierai la cosa così facilmente! La prossima volta mi ricorderò di darti una dannata lista!”
“Certo, Signor Maniaco del Controllo! Perché non mi fai una lista anche delle fasce orarie in cui mi è permesso rivolgerti la parola, così sarò sicuro di non disturbarti? Con tutti i tuoi impegni, non vorrei davvero farti diventare più isterico di così!”
Kurt si ritrasse a quelle parole, e si sentì sprofondare.
Quando erano arrivati ad offendersi così direttamente?
Gli occhi cominciarono a pungergli fastidiosamente, e tirò su col naso; maledisse quella dannata pelle lattea che si macchiava immediatamente di rosso ogni volta che gli veniva da piangere, e si allontanò a passi larghi dalla cucina per chiudersi in bagno.
Blaine allungò istintivamente una mano per afferrarlo, ma era troppo tardi.
Rimase nella cucina, circondato da cibo oggettivamente adatto soltanto a dei bambini di cinque anni.
Maledizione.



*



Kurt si rigirò nel letto, schiacciandosi una parte del cuscino sull’orecchio.
Sentiva freddo.
Sentiva un dannato freddo.
L’aveva sempre saputo, ma non pensava che la cosa sarebbe peggiorata fino a questo punto.
Blaine era un ladro di coperte. Letteralmente. Si rigirava nel letto tutta la notte, e finiva per avvoltolarsi nelle coperte senza lasciargli nemmeno un misero lembo del lenzuolo. Ed era Ottobre, quindi non c’erano proprio 30 gradi, fuori.
E dulcis in fundo, Blaine stava russando. Questa non era una cosa che accadeva spesso, in realtà; gli succedeva solo quando era raffreddato. E Blaine, in quel momento, era molto raffreddato.
Kurt chiuse di nuovo gli occhi con un sospiro esasperato: con che forza sarebbe andato a lezione, la mattina successiva? Come cavolo avrebbe fatto?!
Prese una decisione che lo fece sentire un po’ in colpa, ma cercò di non pensarci; insomma, aveva davvero bisogno di dormire. Davvero tanto.
Si alzò silenziosamente, prendendo il proprio cuscino dal materasso; camminò scalzo fino all’armadio, e prese un paio di coperte, sempre stando attento a non fare rumore. Aprì la porta che cigolò lievemente, e camminò in punta di piedi lungo il corridoio fino a che non arrivò nel salotto; si lasciò cadere sul divano con un sospiro soddisfatto, accoccolandosi sotto le coperte, e si addormentò dopo qualche secondo.



“Kurt?”
Aprì lentamente gli occhi, ancora davvero assonnato. “Mh?” chiese confusamente, rigirandosi su una superficie decisamente più scomoda di quanto non avrebbe dovuto essere.
Oh, giusto. Il divano.
Blaine lo stava osservando con espressione confusa, ancora insonnolito; si stropicciò gli occhi “Cosa … Perché … Perché sei sul divano?” chiese, cercando di non mostrarsi ferito.
“Non riuscivo a dormire” borbottò Kurt, rigirandosi meglio sul divano.
“E come …” Blaine deglutì, improvvisamente più sveglio “Come mai?” chiese alla fine, sottovoce; e stavolta non riuscì a nascondere un tono ferito.
“È che stavi russando” sbadigliò Kurt “E mi hai rubato le coperte. Un’altra volta. E avevo davvero bisogno di dormire, perché oggi ho lezione con la July e non posso addormentarmi tra una piroetta e l’altra.”
“Avresti potuto svegliarmi” mormorò Blaine, senza guardarlo.
Kurt sbatté le palpebre, confuso “Ho pensato che sarebbe stato meglio lasciarti dormire. Sai, almeno uno dei due dovrebbe essere in grado di farlo.”
Blaine gli lanciò la peggior occhiataccia di sempre “Chiaramente non hai pensato a quanto sarebbe stato orribile per me svegliarmi da solo stamattina, vero?”
Kurt rimase letteralmente pietrificato “Non puoi essere serio” borbottò poi, spalancando gli occhi.
“E invece sono serissimo!” lo rimbeccò Blaine, incrociando le braccia sul petto “È stato davvero brutto, okay?! Avresti semplicemente potuto svegliarmi e dirmi che stavo russando, o prendere un’altra coperta dall’armadio! Cosa che non hai avuto difficoltà a fare, comunque.” Concluse, gelido, osservando freddamente i plaid che ancora lo coprivano.
Kurt rimase immobile per qualche secondo, poi scosse la testa e si alzò, incredulo “No.” Disse, deciso “Stavolta te lo scordi. Non rimarrò qui a farmi offendere gratuitamente, mi dispiace.”
Se ne andò velocemente, torcendo violentemente il busto quando Blaine cercò di trattenerlo per un polso.
Stupido, si maledisse, poggiandosi al divano con tutto il proprio peso, gli occhi chiusi e la fonte aggrottata, stupido, idiota Blaine.




*




“Kurt!” Urlò Blaine, la testa infilata nell’armadio.
“Che c’è?” rispose lui, a voce altrettanto alta.
“Dov’è la mia maglia della Dalton?”
“Oh, io l’ho … Buttata via, credo. Quella Blu notte scuro o quella Blu notte?”
Blaine si tirò su molto lentamente, imponendosi di non perdere la calma “Non lo so di che dannato Blu fosse!” sbottò, dirigendosi a passi larghi verso la cucina “Era blu, ed era mia.
Kurt si voltò con un’occhiata sorpresa, i capelli leggermente arruffati per il vapore che fuoriusciva dalla pentola sui fornelli di fronte a lui “E allora?” chiese “Era vecchissima e consumatissima, non l’avresti comunque usata per niente.” Fece spallucce, tornando ad occuparsi del pranzo.
“Non è vero che non l’avrei usata!” esplose Blaine, sorprendendo persino se stesso “La uso per andare a correre, e poi mi ci ero affezionato!”
“Oh, andiamo Blaine” Kurt non si voltò verso di lui, e continuò a parlare con tono leggero “Era solo una vecchia maglia. E non aveva nemmeno un bel colore, se proprio lo vuoi sapere.”
“Non me ne frega assolutamente niente del colore!” sbottò Blaine, sollevando le braccia al cielo, esasperato “Era la mia maglia della Dalton e mi ci ero affezionato, d’accordo?! Non avevi il diritto di buttarla via così!”
Kurt si voltò verso di lui con gli occhi spalancati “Non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto –”
“Sì che c’è bisogno, invece. Perché se no tu non capisci! Io non ci metto le mani tra i tuoi vestiti, perché so che, se lo facessi, poi mi ritroverei senza mani! E mi aspetto che neanche tu lo faccia! Perché quella era la mia vecchissima e consumatissima maglia, quella autografata da tutti gli Warblers, e avrei decisamente voluto tenerla per me, grazie mille!”
Si girò e uscì a passi larghi dalla cucina, ignorando la voce debole di Kurt che cercava di richiamarlo.
Stupido Kurt. Perché non pensi mai, prima di fare le cose?




*



Quando Blaine entrò in bagno, qualche mattina più tardi, aprì lo sportello che c’era sotto il lavandino, e vide che Kurt aveva spostato la maggior parte dei suoi tubetti di lacca e aveva riempito ogni spazio possibile con il suo gel.
Un sorriso intenerito gli arricciò le labbra.




*



Quando Kurt aprì l’anta del frigorifero, vide che Blaine aveva riempito ogni singolo angolo di insalata, carote, cetrioli, spinaci e verdure di ogni tipo.
Si appoggiò al tavolo alle sue spalle, con un sospiro liberatorio.




*




 
Quando Blaine andò a frugare nel proprio armadio, rimase fermo nel bel mezzo della stanza; appesa all’anta, su una gruccia, c’era la sua vecchia maglia della Dalton, stirata e lavata, con tutti gli autografi ancora scritti con le calligrafie disordinate e infantili dei suoi ex compagni di liceo.
Sospirò, felice.





*




Quando Kurt entrò in camera, quella sera, vide che Blaine aveva preparato una coperta apposta per lui sul suo lato del materasso, e sul comodino gli aveva lasciato dei tappi per le orecchie.
Gli sorrise con dolcezza, e Blaine ricambiò immediatamente, sistemandosi meglio sul letto; Kurt si sedette accanto a lui, poggiandogli il capo su una spalla.
“Mi dispiace” mormorò.
“Anche a me” rispose Blaine con un sospiro.
“Sono stato esagerato …?”
“Un po’.”
“Era troppo?” chiese Kurt, trattenendo il respiro.
“No” rispose subito Blaine, depositandogli un bacio tra i capelli “Non è mai troppo, lo sai. E ho sbagliato anche io.”
“Sì, be’ … Direi che ti sei fatto perdonare.” Sospirò Kurt, accomodandosi meglio sulla sua spalla con gli occhi già chiusi dalla stanchezza.
“Ti ho preso i tappi per le orecchie” borbottò Blaine, un po’ imbarazzato “Non voglio che tu vada di nuovo a dormire sul divano.”
“Li ho visti” gli assicurò Kurt, sorridendo lievemente “Ma non li voglio. Mi vai bene anche quando russi.”
Blaine ridacchiò, e la tensione gli scivolò via dalle spalle. “Ce la faremo, vero?”
“Ma certo.” Sospirò Kurt, baciandogli dolcemente la gola. “Non smetterò mai di sopportarti, lo sai.”
“Neanche io” mormorò Blaine, girando il capo per baciarlo sulle labbra “Sei adorabile quando ti arrabbi.”
Kurt ridacchiò, allacciandogli le mani dietro il collo “Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”



                                                                                    The end.

***
Note:
Uhm ... Che ve ne pare?
Sono piena di fluff, ultimamente, e lo esprimo male. Ho buttato giù le primi litigate di convivenza dei miei adorati e ... questo è quello che è venuto fuori!
Spero che vi sia piaciuta, fatemi sapere :)
Un abbraccio a tutti!

 

 

  
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