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Autore: Sacchan_    16/02/2014    2 recensioni
Karan è disposta a tutto purché suo figlio sia felice, anche perderlo una seconda volta.
Ma non sa che Shion si è assunto una responsabilità da cui dipenderà il futuro della nuova città di No.6 e dei suoi abitanti.
Perché le promesse fatte fra uomini possono essere infrante ma non se vengono strette con un essere immortale destinato a ritornare.
[Nezumi/Karan Missing Moment]
One-shot partecipante al contest "Tesserine Contest" indetto da Mad_Fool_Hatter sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Karan, Nezumi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Autore: _Flowermoon_ (Efp)/ -Sacchan- (Forum) 
Titolo: Solo una volta
Fandom: No.6
Personaggi: Nezumi/Karan 
Avvisi: Missing Moments, Spoiler se non si conosce il finale della Novel.
Note: Ambientata come "spaccato" fra questi due personaggi tra il ritorno a casa di Shion dopo aver salvato No.6 e i suoi abitanti dal giudizio finale di Elyurias e la partenza di Nezumi.
Tesserine: Blu: 3 -Reincarnazione- Gialla: 250 -NezumixKaran- 

One-shot partecipante al contest "Tesserine Contest" indetto da Mad_Fool_Hatter sul forum di Efp.


Introduzione: 
Karan è disposta a tutto purché suo figlio sia felice, anche perderlo una seconda volta. Ma non sa che Shion si è assunto una responsabilità da cui dipenderà il futuro della nuova città di No.6 e dei suoi abitanti. 
Perché le promesse fatte fra uomini possono essere infrante ma non se vengono strette con un essere immortale destinato a ritornare. 
 

SOLO UNA VOLTA
 


"Sciocche creature! Piene di arroganza e falsità! 
Mi stai dicendo di credere in voi?"
[Eryulias, cap. 4 volume 9 della Novel.]



"Lei è una donna davvero forte, Karan-san." 
Le mani di Karan, intente a lavorare con forza la base di pasta per il pane, sussultarono: una voce la sorprese alle spalle, in un momento in cui pensò di essere completamente sola. 
Karan era solita alzarsi presto la mattina, quando le strade di Lost Town erano ancora buie e le uniche luci accese provenivano dalle finestre di coloro che, come lei, erano tenuti ad alzarsi prima che facesse giorno.
Silenziosamente apriva il suo negozio e iniziava a impastare e infornare finché non giungeva ora di aprire il suo piccolo forno al pubblico.
Solita come era a farlo in completa solitudine fu normale per lei spaventarsi, ma al suono di quella voce -così inconfondibile per quanto bella e surreale- la donna si girò verso la porta senza paura. 
"Tu dici?" Rispose portando imbarazzata un palmo alla guancia. "Eppure gli anni avanzano anche per me e le forze cominciano a mancare." 
"Non alludevo a questo." Nezumi avanzò di qualche passo al centro del laboratorio. "Mi riferivo alla sua forza interiore. Dopo tutto quello che ha passato potrebbe prendersi un giorno o due di riposo eppure è già qui in piedi a lavorare." 
"Oh!" Esclamò Karan sorpresa. "Ma anche Shion ha sempre dato il meglio di sé, vero? E io non posso essere da meno." 
Era alto Nezumi, più alto di Shion. Karan si era sempre chiesta che tipo di persona fosse.
Dalle brevi conversazioni si era fatta una certa idea, immaginandolo come un ragazzo forte e vigoroso.
Quando se lo era trovata davanti, insieme a Shion, il suo istinto materno aveva però preso il sopravvento. 

"Mamma, ecco, lui è..."
"Sì, lo so. Nezumi. Non può che essere lui."

Asciugandosi gli occhi dalla felicità era corsa ad abbracciarlo, quasi fosse stato un altro figlio perduto, ma a guardarlo bene nemmeno Nezumi era diverso da un qualsiasi altro sedicenne. 
Certo, il suo aspetto non era comune: con quei capelli nero cenere, quei occhi color grigio del mattino, quella pelle pallida e le labbra sottili appariva più una creatura artificiale che umana, quasi una bellezza androgina. 
Estremamente tenace quanto incredibilmente fragile; Karan se ne era accorta da quell'unico abbraccio.
Per questo, anche quella mattina, si era svegliata presto per lavorare: per essere forte, per Shion e per lui. 

"Dovremmo essere noi adulti a portare sulle spalle i peccati di questa Città Santa e non certo i nostri figli!" 

"E dunque?" Esclamò a un tratto Nezumi arrotolandosi le maniche del maglione fino ai gomiti e raggiungendo il lavandino per lavarsi le mani. "Che cosa bisogna fare?" 
Karan realizzò e sorrise divertita. 
"Vuoi provare a cuocere del pane?" 
"Non sta bene che io resti qui a non far niente mentre lei si affacenda in quel modo. Le darò una mano." Rispose disinvolto Nezumi, sorridendole suadente. 
"Sei sempre così affabile con le donne, Nezumi?" Scherzò Karan divertita. 
"Solo con quelle che meritano di esserlo." 
"Che ne dici di preparare qualcosa per Shion, allora?" Proseguì la donna stando al gioco. 
"Qualcosa con cui il nostro principe dormiente potrà deliziare il palato appena si sveglierà?" Constatò Nezumi, raggiungendo la donna e il piano da lavoro. "Sì, può andare."
"Potremmo preparare i muffin al cioccolato!" annuì Karan sfogliando felice il ricettario. "Shion ne sarà entusiasta." 
"Ma mi dovrà insegnare come fare! In compenso sono uno che impara piuttosto in fretta." 
Karan dispose sul tavolo gli ingredienti: farina, cacao, zucchero, burro e tutto il restante necessario, per qualche istante le sembrò essere tornata indietro nel tempo, quando Shion, sempre mattiniero, faceva capolino nel suo negozio e l'aiutava a preparare i dolci da esporre in vetrina finché, anche per lui, non si avvicinava l'orario di avviarsi al lavoro.
Ma Nezumi non era Shion, la sua presenza era completamente diversa.
"Il sapore dei dolci artigianali è tutt'altra cosa rispetto a quelli industriali." Asserì la donna sbattendo dentro a una terrina di plastica trasparente il burro, lo zucchero e le uova. "Anche Shion una volta lo disse: le mani umane sono fantastiche, capaci di realizzare cose che le macchine non potranno mai fare." 
Era vero. Era una verità che Nezumi conosceva fin troppo bene, ma Karan non poteva sapere che le mani di Shion avevano stretto il collo di un uomo per soffocarlo, come ignorava che avessero impugnato un'arma e premuto il grilletto di essa, uccidendone una vita. 
"Lo so bene. Sono ancora vivo grazie a Shion." Disse sfiorando con i polpastrelli la parte alta del costato, lì dove la pallottola l'aveva trapassato e una benda lo avvolgeva aiutandolo nella guarigione. 
"Sono felice di averti qui." Sussurrò Karan ancora con il sorriso sulle labbra. "Ma quando te ne andrai Shion tornerà a essere cupo e distante." Aggiunse preoccupata continuando a sbattere con un frustino da cucina gli ingredienti miscelati.
"Cosa? Ha capito anche questo?" Domandò Nezumi imitando i gesti della madre di Shion.
"Sono una madre. Certe cose le capisco al volo." Affermò la donna sospirando. "Shion lo sa?" 
"No." Rispose atono Nezumi. "Ma credo che l'abbia già capito."
"Shion mette sempre il cuore in tutto quello che fa. Non ti lascerà andare molto facilmente." 
"Si tratta di una cosa che ho già messo in conto." 
"Sicuramente ti rincorrerà pregandoti di non lasciarlo e quando vedrà che tutto sarà inutile ti supplicherà di portarlo con te." 
Finendo di sbattere il tutto nella ciotola Nezumi puntò i suoi occhi grigi contro quelli di Karan.
"E a lei questo starebbe bene?" La interrogò serio.
Karan distolse lo sguardo sorridendo tristemente e afferrando la ciotola di ingredienti lavorata da Nezumi per unire il composto preparato da lui al suo. 
"Se sarà insieme a te non avrò nulla di cui preoccuparmi. Hai protetto mio figlio e me l'hai restituito. La mia fiducia in te è assoluta."
Nezumi abbassò il capo a disagio.
Fiducia... anche Shion gli aveva detto che riponeva massima fiducia in lui. Tale madre, tale figlio. 
Avere a che fare con persone così era estenuante per Nezumi, talmente tanto che non riuscì a  trattenere un respiro lasciandolo uscire dalla bocca, maledicendosi per averlo fatto. 
"Non accadrà niente del genere. Shion resterà a No.6, ha fatto un voto a cui non potrà venirne a meno." 
"Un voto? Che voto? E a chi?" Sollecitò Karan perplessa. Shion non ne aveva parlato con lei, perché? 
Leggendo la preoccupazione impressa sul suo volto, Nezumi diede risposta alle sue domande.
"A lei, la Dea venerata dal mio popolo: la Madre Onnipotente, Elyurias."
Da un nome così mistico non ci volle alcunché per far realizzare a Karan di cosa stesse parlando.
"Elyurias? Intendi quella cosa apparsa in cielo sul tetto del Moondrop? Non c'è abitante residente a No.6 che non l'abbia vista tanto era possente!" 
"Già, lei." Concluse Nezumi versando l'impasto ottenuto dentro agli stampini. La naturalezza con cui lo fece fu completamente opposta all'agitazione ora insita dentro Karan.
"Che voto ha fatto Shion a questa Elyurias?" Osò richiedere con voce sottile e preoccupata. 
Nezumi le ricordava ancora le parole pronunciate da Shion, parole sapienti che erano riuscite a smuovere persino un essere superiore come la Dea.

"Dacci ancora una possibilità Elyurias, soltanto una." 
"Dovrei credere in voi?" 
"Prima hai detto che un nome datoti da un essere umano non ha alcun significato per te. Non significa questo che nemmeno tu sai comprendere l'animo umano? Possiamo cambiare."
"Solo una volta. Solo per questa volta."

"Quello di far rinascere No.6 in una città dove arroganza e falsità non la faranno più da padrona." 
Da quella semplice frase emerse tutta la realtà nascosta che Shion ancora non aveva rivelato a sua madre.
"Oh!" Sussultò. Un sussulto non di sorpresa, ma di realizzazione: quella che le nuove generazioni continueranno a pagare per gli errori dell'umanità del passato. 
Nezumi, che aveva assistito allo sterminio del suo popolo; la piccola Lily, che aveva perso per due volte il suo adorato padre e ora Shion, che si era fatto carico di tutto nelle sue mani. 

"Dovremmo essere noi adulti a portare sulle spalle i peccati di questa Città Santa e non certo i nostri figli!
Nulla di più vero, eppure io sono qui impotente, senza poter far niente." 
 
"Capisce adesso il peso che grava su Shion?" Domandò Nezumi con dolcezza, delicato come se avesse percepito il turbamento che attraversava l'animo di Karan. "Ha una sola possibilità. Non può fallire perché, se sbaglierà, quando Elyurias farà ritorno spazzerà via il genere umano che tanto odia." 
Gocce di cioccolato caddero sulla credenza invece che sui muffin; era la prima volta per Karan che, abile come era nel suo lavoro, mai le era capitato di sbagliare a guarnire uno dei suoi dolcetti.
"Tornerà? Quella cosa tornerà di nuovo?" 
Nezumi ripensò a tutto quello che Shion aveva rivelato su Elyurias criptando il chip lasciatogli dal vecchio Rou.
Elyurias, la Madre Onnipotente che, ancor prima degli uomini, dominava su quelle terre vivendo in simbiosi con la natura. Il suo popolo la amava e la rispettava godendo per questo della sua protezione. Ma lui, di Elyurias, non non ne sapeva niente: quando la sua famiglia e il suo popolo furono sterminati da No.6 era troppo piccolo per venire a conoscenza dell'esistenza di quell'essere immortale.
"Elyurias nasce, vive e rinasce in un infinito circolo di reincarnazione." Spiegò Nezumi pacato. "Anche adesso, che è scomparsa. scommetto che stia in realtà osservando No.6 in attesa di rinascere di nuovo." 
A una vecchia Elyurias corrispondeva una nuova Elyurias; la Dea dall'aspetto di un enorme ape ricompariva ciclicamente sulla Terra deponendo le sue uova, da una di esse sarebbe rinata e avrebbe dominato continuando a vivere in armonia con il cielo, i venti e le terre.
Ma poi era arrivata No.6 che aveva stravolto questo equilibrio naturale privando la Dea del suo amato popolo che l'aiutava a reincarnarsi, scatenando infine la sua ira.
"Quando accadrà? Quando ricomparirà di nuovo?" Chiese Karan interrompendo quel flusso di ricordi.
Ecco, quella era l'unica incognita di cui il ragazzo non possedeva risposta. 
"Non si sa quando potrà riapparire di nuovo, forse sarà fra dieci o venti anni." 
"Dieci o venti anni..." Riflettè Karan. "...è un periodo lungo." Si lasciò sfuggire.
"Meno di quanto possiamo immaginare. Quante cose possono cambiare anche solo in dieci anni? Lei che ha assistito alla completa nascita e trasformazione di No.6, pur essendo ancora giovane, lo saprà meglio di me." 
Le dita di Karan si aggrapparono ai bordi del tavolino, stringendolo con forza.
"Io... cosa posso fare? Come sua madre, io, cosa posso fare?" Balbettò a voce incrinata, le nocche ormai bianche e tirate.
Le mani magre e affusolate di Nezumi raggiunsero le sue massaggiandole, aiutandole a lasciare la presa.
"Gli rimanga accanto. Non è quello che fanno tutte le madri?"
Le lacrime infine proruppero, scendendo dagli occhi castani di Karan, lisciandole le guance per poi terminare sotto al mento. 
"Non è quello che farebbe ogni madre? L'ho sempre fatto. Ma questo è troppo anche per me. Non sarò in grado di aiutare Shion in questo progetto." Gridò soffocando i lamenti. "Se tu gli restassi accanto le cose sarebbero molto più facili per lui." Supplicò per poi rendersi conto di quanto egoista era stata.
Ma Nezumi non se ne avvide, sospirò soltanto lasciandole andare le mani.
"No, Shion camminerà con le sue gambe; è abbastanza in gamba per farlo da solo." 

"Ti prego, Shion. Qualsiasi cosa accadrà voglio che rimani te stesso. Non voglio che cambi."
"Sì. Te lo prometto, Nezumi." 

Quella testa vuota era saggia tanto quanto bastava da meritare di credere in quelle parole.
E poi per il vento era ormai tornato il momento di rimettersi in viaggio, Nezumi non era fatto per rimanere fisso in un luogo; al contrario di Shion che, come il sole, necessitava restare ancorato al suo centro per poter risplendere.
Ma per poter brillare anche un sole doveva continuare a essere alimentato. 
E, se non era lui a farlo, non restava che una persona. 

"Non capisce ancora cosa sto cercando di chiederle, Karan-san?"

Karan studiò attenta quel viso, poi abbassò il mento.
"Hai ragione. Tu hai già fatto molto e ora sei finalmente diventato libero." Dichiarò facendo un passo indietro per guadagnare dello spazio. "Perciò lascia che adesso io lo faccia." 
"Uh?" Nezumi contrasse le soppracciglia sorpreso; di Karan aveva capito che poteva essere imprevedibile tanto quanto suo figlio, perciò non riuscì a fare a meno di chiedersi cosa avesse in mente nemmeno quando la vide prendere un grosso respiro, portare le mani giunte in grembo e chinare busto e capo contro il pavimento in modo esagerato.
"Ti ringrazio. Ti ringrazio davvero tanto." 
A Nezumi quasi caddero le braccia, ma la scenetta era stata così comica che lo portarono, invece, a sbuffare contro la sua volontà.
"Cielo! Lei e Shion vi divertite davvero tanto a mettermi in imbarazzo, vero?" Ridacchiò dolcemente passandosi la mano fra i capelli e tirando leggermente indietro la frangia. 
"Ereditario di famiglia, credo. Pensavo che ci avessi ormai fatto l'abitudine." 
"Per niente. Continuate a sorprendermi." Nezumi spostò infine la sua attenzione sui muffin che ancora aspettavano di essere infornati e cotti. "Abbiamo del lavoro da finire. Non vorremmo mica lasciare Shion senza i suoi muffin?" 
"Prego, a te l'onore." Sorrise Karan indicando il forno già preriscaldato. 
"Deve fidarsi davvero tanto di me. Alla fine ho fatto quasi tutto io." Concluse Nezumi infilandosi il guanto da cucina e disponendo la teglia all'interno. 
Il buonumore era ormai tornato sul viso di Karan, trovandosi a pensare come quei muffin sarebbero stati i migliori che Shion avrebbe mai mangiato. 


"E riguardo al presente, Shion, sarò io a sostenerti. Adesso e in futuro."



   
 
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