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Autore: bianca_jackson    16/02/2014    2 recensioni
ha fatto la cosa giusta, Rachel, a diventare un oracolo?
i suoi sentimenti per Percy sono cambiati? oppure è ancora innamorata di lui anche se ha fatto un giuramento per assumere lo spirito di Delfi?
scopritelo in questa nuova storia, spero vi piaccia e recensite!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Apollo, Percy Jackson, Rachel Elizabeth Dare
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the choice of a oracle



Sono consapevole delle mie scelte. Ho deciso io di diventare l’oracolo di Delfi, non me l’ha imposto nessuno … ma mi ritrovo a pensare, ho fatto davvero la cosa giusta? L’unico mi rimpianto è Percy. Vederlo tutti i giorni con Annabeth, felice e spensierato, contento e senza pensieri, potevo dargli io tutto questo e invece no, sono un stupido oracolo ( non che non mi piaccia farlo, è questo il mio dono) ma se solo quella Annabeth non si fosse innamorata del mio Percy … se solo sarei stata io una semidea e non lei … a volte, penso che nella mia gelosia ci sia più egoismo che amore, penso che sia una battaglia persa, un sentimento inutile: certo quando si ama una persona è normale volerla tutta per sé, ma non devo lasciarmi sopraffare da questo impulso perché potrei distruggere un legame sincero, che ho costruito da anni solo per questa sorta di fobia che ho per lui. Forse dovrei parlarne con qualcuno, ma con chi? Non ho amici qua al campo, oltre Percy, ma mica posso andare da lui è digli “sai sono innamorata di te” mi prenderebbe per una sciocca e non vorrebbe più parlarmi. Una lacrima in quel momento mi rigò il viso pieno di lentiggini, mi capitava spesso in quel periodo. In lontananza si avvertii la sirena della mensa, ma non avevo alcuna voglia di mangiare o di uscire. Un bagliore travolse la stanza, così d’improvviso, chiusi d’istinto gli occhi per non essere travolta dalla luce e quando lì riaprii vidi Apollo. Era come un secondo padre per me, c’era sempre per consolarmi nei momenti difficili, gioire con me nei momenti felici, darmi una pacca nella spalla o semplicemente abbracciarmi. Ed era proprio quello che ci voleva, così corsi subito da lui senza crearmi alcun problema mentre le lacrime continuavano a scendere                                                                  
- su via, Rachel – solo sfiorarlo mi fece sentire meglio, il suo calore mi riempiva dentro – asciuga quelle lacrime piccola.
- perché deve essere tutto così difficile – singhiozzai cercando di calmarmi. Il suo abbraccio si fece più forte e il suo sguardo pensieroso
- sdraiati nel letto- disse infine con l’espressione di avere qualcosa di importante da fare e aveva paura di dimenticarla
- perché?- chinò il capo e io decisi di fare come diceva. Una volta sdraiata mi tocco la fronte e caddi in un sonno profondo.
Sognai di trovarmi a Cape Cod nello stato del Massachusetts. Li avevamo affittato una casa davvero graziosa vicino al faro,  dove ho trascorso l’estate all’età di 5 anni. Ero molto affezionato a quel posto e mi trovavo a pensarci molte volte. D’improvviso mi accorsi di una bambina con i capelli rossi e ricci e del suo papà che si tenevano per mano mentre passeggiavano nella spiaggia. Solo dopo un po’ capii che quella bambina ero proprio io
-Papà ho fatto una cosa per te. La vuoi vedere?
- cos’è Rachel?- disse dolcemente mio padre mentre aprivo goffamente la borsetta che portavo a tracollo e uscivo accuratamente un disegno fatto a pastelli
- vedi papà, questi siamo io e te, io sono quella piccina e tu sei quello alto e muscoloso. Ti piace?
- ma Rachel sei bravissima amore!- papà mi prese in braccio – diventerai un artista di questo passo.
- lo credi davvero?- chiesi ridendo timidamente.
- certo, e vuoi sapere un'altra cosa? Questo disegno lo metterò nella mia scrivania, così se sarò stanco o distratto guarderò questo bel capolavoro e penserò a te, tu mi darai la forza.
I miei occhi da bambina si illuminarono di gioia e la scena cambiò. Questa volta ero cresciuta e mi trovavo con Percy in una delle spiagge private della South Shore, eravamo sdraiati nella spiaggia e io avevo la testa appoggiata sui suoi addominali scolpiti e chiacchieravamo felici mentre il sole tramontava. Tutto ciò l’estate prima che io diventassi l’oracolo di Delfi.
- ho qualcosa tra i capelli?- chiesi – è da un bel po’ che li fissi.
- no, sono davvero bellissimi, dei riccioli perfettamente arricciati- rise leggermente per la frase sciocca che aveva appena detto – e poi, sono di quel rosso acceso, sembra quasi la luce del tramonto.
Tramonto? Oh dei, al tramonto dovevamo essere già a casa e ancora eravamo lì, la signora Jackson ci avrebbe uccisi. Dalla faccia di Percy capii che aveva pensato anche lui alla stessa cosa.
- corriamo, dai Rachel andiamo
Mi prese per la mano e iniziammo a correre per tutta la spiaggia in direzione di Blackjack che ci aspettava per riportarci a casa. Ridevamo, correvamo e ridevamo senza fermarci e il fiatone era alle stelle. ma l’unica cosa che mi importava davvero era che io ero insieme a lui.
Mi svegliai in un mare di sudore ancora accanto ad Apollo.
- perché mi hai fatto vedere quelle scene?
- Rachel come per i figli semidivini io non posso interferire nel compiersi del tuo destino, io posso darti solo dei consigli- il corpo di Apollo cominciò a riempirsi di luce – parla con loro, ti aiuteranno. La luce riempì nuovamente tutta la stanza ed io ero più confusa che mai. Mi misi a sedere nel letto e cercai di elaborare tutto quello che era successo.
- posso entrare signorina oracolo?- era Percy, con il suo solito sorrisone da idiota che io trovavo adorabile.
- vieni pure
- non sei venuta a cena credevo fossi malata- disse un po’ a disagio 
- no non sto male, ma ho bisogno di parlarti.
 
 
  
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