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Autore: 19_ACSECNARF_94    17/02/2014    2 recensioni
Katniss e Peeta hanno vinto gli Hunger Games, si stanno preparando ai giochi della memoria, saranno i nuovi mentori, ma Capitol City ha una nuova sfida per loro!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Mrs. Mellark, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita da mentori

Sono tornata da poco dal tour della vittoria, quest’anno ci saranno i 75esimi Hunger Games, ma questa volta saranno speciali, saranno gli Hunger Games della memoria i più temuti, Capitol City può cambiare le regole a suo piacimento e io sarò il nuovo mentore… cosa dovrei dire agli sventurati che saranno sorteggiati, cosa risponderò quando mi chiederanno: cosa devo fare per sopravvivere?
Cosa risponderò? Dirò: sfida Capitol City? Cos’altro potrei dire? Io sono sopravvissuta, Peeta è sopravvissuto, perché io ho deciso di sfidare Snow… non so essere un mentore, non posso esserlo… dovrò passare tutta la vita sotto i riflettori, dovrò continuare ad essere innamorata persa di Peeta… devo sposarlo!
Forse lo amo, ma è successo tutto talmente in fretta, e Gale… ora non potrò più andare nei boschi con lui, dovrò essere un modello, un esempio di vita… io un esempio di vita, questa è buona!
Peeta potrebbe essere un buon mentore, io no, lui è quello riflessivo, quello strategico, io sono impulsiva, irascibile, con il mio carattere come farò a trovare sponsor per i miei tributi?
Sono nel panico.
L’idea di veder morire ragazzi che conosco mi fa rabbrividire, si anche prima vedevo amici morire, ma era diverso, non potevo fare nulla per evitarlo, ma ora sono responsabile della loro vita, dovrò insegnare loro a difendersi, a sopravvivere, a vincere… ma come?
Mi sento in colpa per aver criticato tanto Haymitich, ora capisco perché si rifugiava nell’alcool… vorrei annegare anche io i miei pensieri… non riesco più a conviverci, mi tormentano, gli incubi sono peggiorati, ormai anche la vicinanza di Peeta non mi aiuta più… sogno mia sorella nell’arena, mie compagnie di scuola, tutte mandate al massacro e io mi sento in gabbia, sono impotente d’avanti a questo scempio.
Il televisore si accende e io vado a sedermi sul divano per ascoltare il regolamento dell’edizione della memoria. Appare il volto di Snow e la sua voce esce dal televisore “E ora onoriamo la nostra terza Edizione della Memoria. Nel settantacinquesimo anniversario, affinchè i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti tra gli amici più stretti e i parenti dei mentori senza esclusione di età…”
Snow continua a parlare, ma io orami non ascolto più… l’ha fatto apposta per punirmi, vuole spezzarmi e ci riuscirà… Peeta entra urlando in casa, urla, urla a più non posso, non ascolto neanche lui è come se fossi sorda… Peeta mi riporta bruscamente alla realtà. “Katniss ascolta, Snow sta dicendo tra chi saranno sorteggiati i tributi!”.
Mi volto ad ascoltare il televisore proprio quando Snow inizia a parlare del nostro distretto.
“Per il distretto 12, che ha due mentori, nonché ultimi vincitori degli Hunger Games, Peeta Mellark e Katniss Everdeen, i tributi saranno sorteggiati tra: Mrs.Mellark, Mr. Mellark, Josh Mellark, Hope Mellark, Primrose Everdeen, Mrs. Everdeen, Gale Howthorne, Madge  Undersee. Che la fortuna sia sempre a vostro favore.”.
L o schermo si oscura e intorno a me cade il silenzio.
Il mondo mi crolla addosso. Non posso fare nulla, vedrò i miei cari nell’arena, non ci sono vie d’uscita.
Domani ci sarà la mietitura.
Mi sembra di trovarmi in un sogno, vorrei svegliarmi, ma sono già sveglia.
Tutto inizia ruotare, in poco tempo perdo i sensi e mi accascio sul divano, tra le braccia di Peeta.
 
“Katniss, Katniss”, qualcuno mi accarezza la guancia, lentamente torno in me.
Sono nel mio letto e Peeta è vicino a me.
“Dobbiamo andare, è tutto pronto per la mietitura, sono tutti lì, manchiamo solo noi!”.
Mi alzo e lo guardo diritto negli occhi.
“Come fai?” chiedo.
“A fare cosa?”.
“A essere così calmo?”.
“Non sono calmo, sono terrorizzato. L’idea di poter perdere i miei genitori, i miei fratelli, mi fa rabbrividire, ma cos’altro posso fare? Posso solo essere forte e cercare di farli sopravvivere!”, la sua forza viene smascherata da una timida lacrima che scivola sulla sua guancia. Mi sollevo e con una carezza gli asciugo il volto.
“Andiamo.” Dico con il cuore in gola.
 
Quando arrivo in piazza sono già tutti lì, proprio come mi aveva detto Peeta.
Effie già ha iniziato a parlare e il video è già andato in onda, quando arriviamo tutti si voltano a guardarci con sguardi pieni di dolore.
Dal palco risuona la voce di Effie, “Prima le signore!”.
La sua voce è mesta, il suo sguardo cerca me e Peeta, c’è compassione, dispiacere.
La sua mano entra nella boccia con i nomi, gira in tondo cercando un biglietto che l’ispiri.
Ne afferra uno.
Peeta trova la mia mano e la stringe forte.
Torna al microfono e legge.
“Hope Mellark”.
La mano di Peeta stringe forte la mia e io ricambio con fervore la stretta. Mi volto a guardarlo mentre la ragazza di appena 9 anni si appresta a salire sul palco.
Il viso di Peeta è congestionato in una smorfia di dolore… non ci sono lacrime, ma i suoi occhi esprimono un dolore immenso.
“Mi offro volontaria!”.
È la madre di Peeta, corre verso il palco per fermare la figlia. L’abbraccia stretta al petto e sale sul palco abbracciando con gli occhi la sua famiglia. Quando il suo sguardo si posa su Peeta lui sussurra “mamma”.
Inizio a piangere. Sono sollevata, la mia famiglia è al scuro, ma vedere Peeta in questo stato mi strazia, vorrei consolarlo, vorrei dirgli che la salveremo, ma so che non servirebbe a nulla. Lo abbraccio forte e affondo il viso nel suo petto.
Le sue braccia rimangono distese lungo il corpo e non ricambia l’abbraccio, è troppo scosso per reagire.
“E ora  i ragazzi” dice Effie.
Prende un biglietto, torna al microfono e legge.
“Gale Howthorne”.
Inizio a tremare.
No! Gale no!
Sento che sto per cadere, le gambe non mi reggono più, eppure non sono caduta.
È in quel momento che mi sono resa conto che Peeta era tornato da me e come ha sempre fatto, anche in quel momento mi stava sorreggendo.
Lui ha la forza per sorreggere entrambi, mentre io non ho neanche la forza di reggere me stessa.
Solo lui può salvare i nostri tributi, ma si batterà per salvare sua madre, no Gale.
Gale dovrà cavarsela da solo.
E se combattessi per lui? Se cercassi sponsor per lui? Se lui vincesse?
Perderei Peeta. Può esserci un solo vincitore.
Chi sono disposta a perdere?
Non posso lasciare Gale ad affrontare tutto questo! Non per colpa mia!
Lui deve vivere, lui vuole dei bambini! Li merita!
E Peeta? Ha diritto a combattere per sua madre, a volerla salvare ad ogni costo.
Non ho il coraggio di guardare Peeta, ho paura di vederlo distrutto, la sua disfatta sarebbe per me il colpo di grazia…
Lui è sempre forte, pronto a proteggermi, a rassicurarmi, se lui crolla è come se crollasse un pilastro.
Peeta inizia a camminare, trascinandomi al suo fianco.
In breve mi ritrovo seduta sul divano di casa mia con lui.
Siamo entrambi ammutoliti, non sappiamo che dire.
“Peeta” sussurro.
Lui in risposta prende la mia mano e la stringe forte.
Ora capisco, non posso perderlo, non voglio perderlo, lo amo!
Ma cercare di salvare Gale vuol dire spezzarlo, spezzare il nostro legame, e anche io non riuscirei più a guardarmi in faccia, ma non posso lasciar morire Gale. Che posso fare?
“Peeta”, sussurro di nuovo.
Lui non risponde.
“Ti prego Peeta dì qualcosa!”, sono in lacrime, ma lui continua a non reagire. Tiene lo sguardo fisso sulle nostre mani senza dire niente.
“Peeta non voglio perderti, ti amo!”.
Questa volta si gira, mi guarda negli occhi incredulo.
“Ti amo”, ripeto e nuove lacrime sgorgano dai miei occhi.
Si avvicina lentamente al mio volto e delicatamente posa un bacio sulle mie labbra, e poi mi abbraccia forte, senza dire una parola.
Quando si allontana dice “Salveremo Gale!”. In quelle parole c’è dolore, ma anche determinazione.
“Cosa?”, non riesco a credere alle mie orecchie.
“Gale è giovane, ha una vita d’avanti”, la sua voce è vuota.
“Ma è tua madre, Peeta!”, sono sconvolta da quello che dice, è un uomo divorato dal dolore, ma c’è decisione nelle sue parole.
“Ieri ho parlato con lei, dopo aver sentito la notizia. Mi ha detto che se fosse stata sorteggiata Hope lei sarebbe andata volontaria e mi ha pregato di aiutare l’altro tributo se fosse stato mio fratello o anche Gale.
Ha detto: è più giovane di me, Peeta. Ha una vita d’avanti, io la mia l’ho vissuta. Bada ai tuoi fratelli ti prego. Se dovessi capire che non hai fatto come ti ho chiesto e aiuti me invece dell’altro tributo, mi lascerò uccidere. E so che lo farà!”.
Il suo corpo viene scosso dai singhiozzi e lacrime scorrono copiose sul suo volto.
Lo abbraccio forte, gli accarezzo i capelli cercando di calmarlo.
Inizio a piangere anche io.
“Non è giusto” mormoro contro la sua spalla.
“Lo so Katniss, lo so. Ma ti prometto che la situazione cambierà, un giorno o l’altro tutto ciò finirà. Capitol City già ha iniziato a perdere con la nostra vittoria e ora, tutti i mentori si ribelleranno. Capitol City cadrà… cadrà”, parla con sicurezza, con dolore, con determinazione.
Sono distrutta dal dolore che vedo in Peeta, so che non sarà facile per lui vedere la madre nell’arena  e so che la decisione che ha preso lo farà soffrire per sempre e so anche che non mi permetterà di fargli cambiare idea. È troppo determinato.
Sono a pezzi, ma mi farò forza per lui, per Peeta… e per Gale, cercherò, anzi cercheremo di tenerlo in vita.

  
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