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Autore: Lily Liddell    17/02/2014    5 recensioni
Una serie di one shot Hayffie (Haymitch/Effie).
Ne leggo molte sui siti di fanfiction inglesi e ho pensato di cominciare una raccolta in italiano.
Le trame possono essere prompt che trovo su tumblr o idee che mi passano per la testa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Prompt: Dopo una giornata particolarmente stressante durante il Tour della Vittoria, Haymitch trova un modo di alleggerire l'atmosfera. Effie non è contentissima della sua soluzione.

NdA: Volevo chiedere scusa nel caso sbagliassi qualche termine. Ho letto i libri in inglese e sto cercando di usare gli stessi nomi che hanno usato i traduttori, però qualcosa potrebbe sfuggirmi.
Anche se non dovrebbe succedere perché leggo e rileggo quello che scrivo almeno 3-4 volte prima di pubblicare, se ogni tanto Effie è una escort o un senza voce diventa un avox non fateci caso vi prego… 


Haymitch POV.
 
Katniss e Peeta sono talmente provati dal Tour della Vittoria che non provano nemmeno a toccare cibo.
Sette Distretti erano andati, ancora quattro da fare e la Capitale, poi saremmo tornati al 12.
Il tragitto dal 5 al 4 è ancora lungo, secondo il programma di Effie dobbiamo passare la notte in treno e domani faremo colazione con il sindaco, poi i ragazzi faranno il loro solito discorso e alla fine dobbiamo partecipare a non so che festa. È riuscita a ripeterlo talmente tante volte da quando siamo risaliti sul treno che anche io l'ho imparato a memoria.
Ora però è in silenzio, seduta di fronte a me, accanto ad una Katniss immobile, intenta a fissare la sua cena come se da un momento all'altro potesse saltare giù dal piatto e farsi una camminata per i vagoni; pensandoci, la carne è talmente fresca che non mi stupirei se lo facesse.
Il pensiero mi fa sghignazzare e subito gli occhi della ragazza si alzano per incontrare i miei.
“Che c'è?” Sbotta sgraziatamente, senza preoccuparsi di suonare gentile.
Evidentemente sta pensando che ho bevuto abbastanza per cominciare a parlare da solo, la verità è che oggi non avrò tracannato nemmeno la metà dell'alcool che assumo in una giornata. Al pranzo con il sindaco del distretto 5 Effie ha impedito ai senza voce di versarmi altro vino dopo il sesto bicchiere e quella brodaglia era talmente tanto diluita nell'acqua che quasi aveva perso il sapore.
Come se non bastasse, tornato sul treno ho avuto la bella sorpresa di scoprire che la sera precedente avevo svuotato la carrozza-bar, che avevo dato spettacolo e che ora stavamo aspettando rifornimenti.
Comunque, dal momento che l'atmosfera che si respira è quella di un funerale e che ormai l'idea generale era quella, perché non continuare sulla mia strada?
Mi raddrizzo come posso sulla sedia e faccio cadere il mio sguardo su Effie che, di tutta risposta, ricambia il mio sguardo con un’espressione confusa. Solo quella vista quasi mi fa scoppiare a ridere di nuovo.
“Stavo pensando…” Dico, senza abbassare lo sguardo, ma portando un’abbondante cucchiaiata di piselli alla bocca e continuando a parlare con la bocca piena. “Pensavo a che cosa potrebbe nascondere la nostra adorabile accompagnatrice sotto quelle orrende parrucche.”
Non so cosa l’abbia infastidita di più, se la frase in sé, il mio pessimo tentativo di imitare il suo stupido accento o il fatto che il mio boccone masticato era stato messo in bella mostra agli occhi di tutti.
La vedo irrigidirsi sulla sedia e serrare le labbra mentre probabilmente tenta di reprimere una qualche risposta poco consona ad una cena, ma il far innervosire Effie non è il mio unico obiettivo raggiunto, perché adesso anche sulle labbra di Katniss c’è l’ombra di un sorriso e non devo voltarmi per vedere che anche Peeta, seduto accanto a me, sta nascondendo un ghigno sotto i baffi.
“Sul serio, principessa. Perché diavolo ti ostini a portarle? Che cosa hai lì sotto? Un paio di corna?” Porto un altro boccone alla bocca e, per evitare di scoppiare a ridere, anche Katniss fa lo stesso.
Mi volto verso Peeta, che cerca in tutti i modi di non alzare lo sguardo su Effie.
Lei scuote la testa, leggermente arrossita. “Posso assicurarti che non ho nulla che non va sotto le mie parrucche, le indosso per pura estetica. Posso cambiare colore di capelli ogni giorno e abbinarli con ciò che indosso.” Il suo tono comincia a scaldarsi, quindi continuo sulla mia strada perché evidentemente è quella giusta.
Batto la mano sul tavolo con un’espressione soddisfatta sul volto, gli altri tre sobbalzano per la sorpresa. “Allora è per questo. Devi avere un colore di capelli orrendo…” Sposto lo sguardo su Katniss, ignorando lo sguardo assassino di Effie. “Tu che ne dici?”
Katniss si stringe nelle spalle, voltando la testa verso Effie e poi torna a guardare me. “Secondo me ha i capelli rossi.” Poi si riempie la bocca e lancia uno sguardo a Peeta che nel frattempo aveva quasi finito di mangiare e annuisce. “Sì, anche secondo me.”
Io ci penso mentre la guardo, riesco a vedere che sotto al quintale di trucco che porta è diventata cremisi. “Effie pel di carota… può darsi.”
“Haymitch!”
“Nah, hai ragione. Secondo me sei bionda…”
“Adesso basta!”
Credo che quello dovesse essere un tono minaccioso, ma con quell’accento e con la faccia pittata come un clown non riesco davvero a prenderla sul serio; il risultato e che le scoppio a ridere in faccia e a quel punto anche i due ragazzi non riescono a trattenersi.
Quando penso che Effie stia per esplodere, invece si calma. Fa un respiro profondo e si ricompone. “Finite di mangiare e andate a letto. Tutti. Domani sarà un’altra giornata impegnativa.”
Mi schiarisco la gola, ma non aggiungo altro. Ho ottenuto quello che volevo e ho preso due piccioni con una fava: ho preso in giro Effie, ho sollevato l’umore ai due ragazzi anche se per poco e loro per tenere le bocche occupate e non ridere avevano anche svuotato i piatti. Posso ritenermi soddisfatto, quindi mi alzo senza aspettare gli altri e mi ritiro nella mia camera.
Rimpiango il fatto di non essermi portato più bottiglie da casa, per concludere la serata come si deve, ma a quanto sembra per poter rimettere le mani su qualcosa di forte dovrò aspettare di arrivare al Distretto 4.
Sto per stendermi sul letto quando sento bussare alla porta, non c’erano molte opzioni sul chi potesse essere; mi aspettavo Katniss o Peeta e invece quando apro la porta mi trovo di fronte Effie.
Forse ora che la cena è finita vuole lamentarsi per il mio comportamento, non sono veramente in vena di ascoltarla parlare, quindi cerco di richiuderle la porta in faccia ma lei è più veloce di quanto pensassi e riesce ad infilarsi e ad entrare.
Ci siamo, adesso dovrò rimanere qui almeno altri venti minuti a sorbirmi un monologo sulle buone maniere e sul come comportarsi in presenza di una signora.
Con mia grande sorpresa, invece, si scusa per essersi alterata poco prima. La guardo come se mi avesse appena detto che il fuoco è freddo.
Lei incrocia le braccia al petto e porta gli occhi al soffitto; evidentemente neanche lei crede a quello che sta facendo. “Katniss e Peeta sono molto provati. Farli ridere è stata una buona idea, ti chiedo scusa se non ho capito subito il tuo intento.”
Penso che farle sapere che uno dei miei punti era anche farle perdere la testa non sia una cosa intelligente da fare, perché Effie Trinket che mi dà ragione è una cosa talmente rara che preferisco mordermi la lingua piuttosto che rovinarla.
Sono stato in silenzio per troppo tempo, però, quindi apro la bocca e dico la prima cosa che mi viene in mente. “Nessun problema. Ora però voglio sapere di che colore sono i tuoi capelli.”
“Haymitch… ti ho appena dato credito, non farmene pentire.”
Sopprimo una risata ma non distolgo lo sguardo, perché adesso sono veramente curioso. Prima scherzavo, ma comincio a credere che nasconda sul serio qualcosa lì sotto. Nessun essere umano può essere così caparbio su una cosa così stupida senza un motivo ragionevole, poi mi ricordo da dove viene e ci ripenso, ma non demordo. “Non ti ho chiesto di farmi vedere, andiamo… non può essere così brutto.”
Effie sembra pensarci sul serio, riesco a sentire gli ingranaggi nel suo cervello muoversi anche sotto quella montagna di plastica. Le labbra le si stringono quasi fino a sparire, che problema ha? Sono solo capelli… e non mi sembra di averglielo chiesto in maniera scortese stavolta. “Non è educato non rispondere ad una domanda.” Cerco di incitarla e sembra funzionare.
Sospira, poi sembra decidersi. “E va bene. Sono biondo fragola.”
Resto fermo, sta scherzando o è seria? “Mi prendi in giro?” Lei mi guarda confusa e la cosa mi diverte. “Perfino il tuo colore naturale di capelli ha un nome sdolcinato, speravo in qualcosa di meglio.”
Effie inspira rumorosamente, poi scuote la testa indispettita. “Pensavo che un pomeriggio da sobrio ti avrebbe fatto bene e invece sei riuscito a peggiorare.”
“Una ragione in più per assicurarti che io abbia sempre una scorta di whiskey in camera.” La prendo in giro, sapendo che le avrebbe dato fastidio essere raggirata con le sue stesse parole.
A quel punto, però, fa una cosa che non mi aspetto: porta gli occhi al cielo e mi si avvicina, dandomi un bacio sulla guancia.
“Buonanotte Haymitch. Domani mattina dobbiamo essere giù dal treno per le otto in punto. Non fare tardi.” Con quelle parole, si allontana e lascia la mia stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Sono ancora sorpreso da quel gesto e non mi accorgo di essere rimasto fermo a fissare la porta per più del dovuto. Sì, decisamente ero sobrio da troppo tempo.

 
 
   
 
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